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33 Alla mamma

Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 109-115)

La lettera contiene insistenti raccomandazioni alle sorelle e al fratello perché si prendano cura della salute della mamma. Annuncia la sua prossima par-tenza per la nuova missione, a distanza di sei ore di cammino, e informa della celebrazione di Battesimi e di Matrimoni cristiani: frutto delle preghiere e dei sacrifici dei familiari che da lontano la sostengono nella sua non facile mis-sione. Ai nipotini chiede ancora preghiere per la conversione degli indigeni.

Orig. aut. in AGFMA 28.6/121 (18)

[Macas], 5 novembre 1932 Carissima mamma

Ho ricevuto una Sua l’altro ieri, stavo con vera ansia di rice-vere una vostra; mi teneva assai preoccupata lo stato di salute della mia cara mamma.

Dò grazie al buon Gesù, che mi dicono che un pochino ha

migliorato; voglia Maria Ausiliatrice conservarcela ancora un po’

di tempo. Quello che raccomando a te, Catterina e al mio buono e carissimo Giacomo, che le abbiate tutte le cure, non datele nes-suna pena. Quando non c’è la forza fisica le piccole cose sono grandi e i poveri vecchi soffrono; le medesime cose che passava-no quando erapassava-no giovani passava-non facevapassava-no neanche caso, ma quan-do sono avanti in età tutto è pesante. Il mio caro fratello sono sicura che ha buon cuore: non è vero, Giacomino, che farai di tutto per consolare la nostra cara mamma, l’unico tesoro che abbiamo in questa terra dopo Gesù? Sono sicura, mio caro fra-tello, che tu farai le mie parti. Io non posso ricompensarti, ma nelle mie preghiere sempre dico a Gesù che le ricompensi lui di quello che fate alla mia cara mamma anche per me.

Presto andrò nella nuova Missione122però le lettere manda-tele sempre colla medesima direzione: sono lontana solo 6 ore e me le mandano. Il giorno 13 del corrente mese battezzeremo 36 kivari e kivare; si sposeranno cristianamente qualcuno, e qualcu-no riceverà la prima Comunione: tutti indigeni che abbiamo catechizzato e altri si stanno catechizzando. Vedete che le vostre preghiere non vanno perdute: frutto proprio delle vostre pre-ghiere e dei vostri sacrifici.

Ai miei cari nipotini e nipotine che continuino a pregare e fare tante Comunioni per la conversione degli indigeni.

Io direi se avete qualche cosettina da mandare, mandate come piccoli pacchetti postali: mettete una cosa distinta dall’altra che passano come campioni. Così mettete nel pacco: Mues -tras sin valor raccomandato.123

Saluti a tutti, specie alla mia cara mamma, sorelle e fratello e cognata nipoti tutti pregate sempre per me

Vostra aff.ma Sr. Troncatti Maria

122Dal mese di ottobre del 1932 suor Domenica Barale era stata nominata direttrice a Macas e suor Troncatti avrebbe dovuto trasferirsi a Sucúa dove si stava per aprire la missione (cf GRASSIANO, Selva 203).

123Sottolineatura della mittente.

Saluti al Sig. Parroco124e ai cugini Preti. Suor Caterina Rodondi sta bene; ho ricevuto lettera in questi giorni.

34 Ai familiari

Poche righe, senza alcuna intestazione,125per accompagnare un piccolo omag-gio di piume, come quelle che gli indigeni usano come ornamento del corpo.

Descrive gli aspetti migliori della loro personalità: sensibilità affettuosa, senso di cortesia, “venerazione” per la missionaria.

Dà notizie di Giacomino, il figlioccio adottivo della mamma.

Orig. aut. in AGFMA 28.6/122 (20)

[Macas, 1933]

Vi mando le piume che gli indigeni usano in testa in forma di corona; quella che una cordicina le mettono nelle orecchie per orecchini oppure specchi grandi.

I kivari hanno i capelli lunghi più delle donne; fanno la trec-cia unendo piume e piume: spetrec-cialmente quando vanno a visi-tare persone conosciute o parenti.

Se fossero civilizzati sono persone le più intelligenti e sono ben affettuosi: rustici, ma nella loro maniera sono molto ma molto cortesi e fini. Alla Missionaria specialmente hanno vene-razione: in tutto prima di andare dal Missionario vengono da noi Suore: ci contano le loro pene. Tante volte mi dicono: “Io vorrei conoscere la tua mamma, i tuoi fratelli e sorelle”. Mi dico-no: “Quando tu vai in Italia portaci anche noi?”.

Il tuo Giacomino mi chiede sempre: “Come sta la mia mamma di Italia?”. Va a scuola fa il 3° grado è molto intelligen-te e buono, ora ha 9 anni; non ho ancora trovato che mi abbia

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124Nel 1932 il parroco di Corteno era don Giovanni Bazzana.

125Dal contenuto si deduce che è indirizzata ai familiari.

detto una piccolissima bugia, si comunica quasi tutti i giorni e mi dice che sempre prega per la mamma sua d’Italia e che le vuol tanto bene.

Saluti affettuosi a tutti.

Scrivetemi presto

Vostra aff.ma Suor Troncatti Maria

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Alla mamma e ai familiari

Riferisce del “grandissimo lavoro” cui ha dovuto far fronte nei mesi di aprile e maggio per prevenire con le vaccinazioni il contagio di alcuni casi di vaio-lo: un super lavoro che si aggiunge alle consuete incombenze che le spettano come “dentista, chirurgo, dottore in medicina e farmacista, infermiera, ecc.”.

Periodicamente si reca anche nella selva a catechizzare, in attesa di potervi sta-bilire una comunità, richiesta con insistenza dagli indigeni stessi.

Esprime soddisfazione per la prossima celebrazione di Battesimi, prime Comunioni, Matrimoni e anche Ordinazioni sacerdotali; gode nel vedere cre-scere il numero dei cristiani. Di fronte alla constatazione degli immensi biso-gni della gente, chiede preghiere, per poter fare tutto il bene che Dio vuole da lei. Allega una foto che la ritrae in compagnia di un’indietta di nome Maria: una nuova “figlioccia” adottiva per la mamma.

La lettera è stata pubblicata nella Positio.126 Orig. aut. in AGFMA 28.6/122 (21)

Macas, 4 giugno 1933 Mia buona e cara mamma, sorelle e fratello

In questi giorni la mia volontà non mi mancava, anzi, alla sera mettendomi a riposo sentivo un certo qual rimordimento [rimorso], di non aver soddisfatto a un mio grande dovere, di inviarvi mie notizie.

126Cf Summ. 551-552.

Le dirò che questi due ultimi mesi, aprile e maggio, sono stati mesi di grandissimo lavoro. Voi mi direte, ma che cosa fai per avere tanto lavoro? Qui nella foresta bisogna fare di tutto:

sono dentista, chirurgo, dottore in medicina e farmacista, infer-miera, ecc., poi mi occupo di catechizzare. Ebbi qualche caso di viruela [vaiolo], in questi giorni ho dovuto vaccinare abbastanza nel paese di Macas e ho dovuto andare nella selva degli indigeni.

Abbiamo potuto vaccinarne 72 [persone] con grande fatica per far loro comprendere che la vaccina [sic] era un mezzo perché non venisse la peste del vaiolo. Siccome ora credono alla parola del missionario, si sottomettono.

Dopo averli vaccinati tutti, feci loro un poco di catechismo, li feci pregare un poco e mi misi in cammino per Macas: cosa che mi si riempivano gli occhi di lacrime quando li salutai.

Poveri indigeni! Tutti [a] una voce sola mi dicevano: “Oh Madre nostra; non ti perderai [sic!] tanto tempo, ritornerai presto tra noi. Noi ti vogliamo bene. Vogliamo che presto vengano i mis-sionari per farci presto cristiani anche noi”.

Ancora non possiamo andare nella nuova Missione: proprio di stabilirsi per falta [mancanza] di mezzi per fabbricare una casetta, ma di tanto in tanto vado a vederli, mi fermo là con loro un giorno e poi ritorno a Macas.127

Al 29 giugno prossimo ci saranno diversi battesimi, prime comunioni e matrimoni. Si ha molto molto lavoro, ma si ha la soddisfazione grande di vedere [che] la fila dei cristiani si fa più numerosa. Oggi 2 chierici hanno preso gli Ordini minori dal vescovo. Dice il vescovo che forse in un anno riceveranno la santa Messa, data la santità dei due chierici e i tanti anni che lavorano nella missione.

Prego tutti, nipotine e nipotini che preghino molto per que-sti novelli sacerdoti e per me povera missionaria, perché possa fare tutto il bene che il buon Dio vuole da me.

127Leggiamo nella Cronaca del mese di ottobre: «Per un mese non si va a Sucúa per varie difficoltà». Visto che la missione non iniziava, suor Maria fu nominata economa a Macas, oltre che infermiera, e restò a suo carico la missione

Come sta la mia cara mamma? Vengo a farvi una visita in cartolina [fotografia] con una piccola indietta che si chiama Maria. Vedete, mamma, ora non avete solo una figlia [di nome]

Maria, ma ne avete conquistata un’altra [che] porta il vostro nome. Nelle vostre preghiere, quando ricordate me, ricordate anche questa mia figlioccia che sia sempre buona cristiana.

Saluti al mio caro fratello.

Sempre [vostra] sorella e figlia

suor Troncatti Maria

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Alla mamma e ai familiari

Si dice preoccupata per la salute della mamma e riferisce della prossima – ma molto prossima non sarà – partenza per la nuova missione di Sucúa, dove è già stata diverse volte a visitare, a curare i malati e insegnare i principi fonda-mentali della vita cristiana. “È un bel posto, in una bellissima foresta”, con

“una piccola casetta”. La allieta il pensiero di poter risollevare tante persone dall’ignoranza religiosa.

Orig. aut. in AGFMA 28.6/122 (22) Viva Gesù

Macas, 7 ottobre 1933 Miei carissimi

Sono già due lunghe lettere senza una vostra risposta. Non [so] che cosa vuol dire questo lungo silenzio: forse sarete amma-lati? Quello che più mi preoccupa è la salute della mia pensatis-sima mamma.

Io [sto] bene sempre, benissimo grazie alle vostre orazioni certamente.

di Sevilla dove andava quasi regolarmente, se il fiume lo permetteva (cf GRAS

-SIANO, Selva 204).

Vi conterò che sono stata otto giorni nella mia nuova Mis -sione ad attendere a qualche infermo grave; ora sono ritornata a Macas, mi fermerò qualche giorno e poi ritornerò alla mia Missione definitivamente: al ricevere questa mia starò già coi miei cari Kivari: è un bel posto, una bellissima foresta; nei giorni che passai a Sucúa [è il nome della nuova Missione] vari indigeni ven-nero a visitarmi e pregandomi che vada presto a vivere vicino a loro. Saremo tre Suore e un Padre Salesiano Sacerdote; è una pic-cola casettina ma sono contenta pur di sal[vare] qualche anima.

Quando starò là vi scriverò a lungo; ora mi accontento di questo mio saluto a tutti specialmente alla mamma.

Va la posta e questa mia desidero che vada presto. Racco -man do a tutti un mondo e orazioni per me specialmente ai miei cari nipoti e nipote a tutti saluti, parenti e conoscenti, a Voi miei cari i miei più affettuosi saluti. Sempre vostra

affez. Suor Troncatti Maria Mandate le lettere sempre alla medesima direzione [indirizzo]: le Suore che sono qui a Macas pensano a farmele avere.

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Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 109-115)