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A suor María Florinda Pesántez

Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 156-160)

Esprime gratitudine per i regali ricevuti dalla missione di Limón e, allo stes-so tempo, dimostra preoccupazione per la salute di suor Florinda. Le dà noti-zie delle persone legate alla missione di Sucúa, conosciute probabilmente da lei che ricorda con affetto.

Orig. aut. in AGFMA 28.6/124 (46) V. G.

Sucúa Hospital Pio XII, 17 Setiembre 1958 Siempre querida y recordada Sr. Florinda Pesántez,164 Sor Florinda querida: disculpará [e]stoy de veras conmovida de todas sus Bondades. Han [sido] los primeros augurios, los pri-meros regalos desde Limón. ¡Cómo no [h]e de conmoverme [con] aquel lindo pergamino y más [con] el ramillete espiritual!

¡Qué lindo el Crucifijo de concha! La cruz de oro [d]el Señor,

¡qué preciosidad!

¿Cómo puedo yo recompensarla de est[e] tan sentido y espresa do cariño?... ¡Nunca!

Solo Dios y la SS. Virgen, Ellos pueden todo, a Ellos todas la mañanas en la Santa Misa y Comunión tengo una oración, un recuerdo todo especial para las Hermanas y niñas de Limón, pero en modo especial para la mi querida y recordada Sor Florin -da, nunca la olvido ni la olvidaré.

Lo que siento inmensa pena: supimos por Radio nos comu-nicó el R. Padre Fernandez que Ud. saliò a Cuenca, que [e]stá [e]n el Hospital: ¡qué angustia, qué pena para nosotras! ¿Y cómo no me dice nada Ud.?

164Suor María Florinda Pesántez Ordóñes (19231993) nata a Suscal (Ecua -dor), professò nell’Istituto FMA il 5 agosto 1945. Visse con suor Maria Troncatti nella missione di Sucúa dal 1946 al 1952. Testimoniò al Processo di Méndez (cf Summ. 324-330).

Recibi una Suja últimamente que me da noticia de la her-mana Directora Sor Bosio,165 y no me dice nada de su salud.

[E]stoy con ansia de saber pronto cómo está.

Esta mía no sé a dónde dirigirla, la mando a sor Manuelita166 que la mande a donde está. Aun fuera pocas palabras, pero me escri-berá para saber cómo [e]stá la salud.

Aquí todas y todos la recuerdan con cariño: Hermelinda Solís167 se fue a Quito para sacar su título y no [e]stá muy bien de salud talvez quedará un año en Quito para restabilirse. Ella le [h]abrá escrito, mucho la recuerda.

Si [e]stá ya en Limón me saludará [a] las Hermans y todas las niñas de su Casa. [Les dirá] en mi nombre, [que rezo] por Ellas, que Dios le pague de todo. Ud., mi querida Sor Florinda, reciba un fuerte abrazo de su siempre afect.

Sr. Maria Troncatti Traduzione

V. G.

Sucúa Ospedale Pio XII, 17 Settembre 1958 Sempre cara e ricordata Suor Florinda Pesántez,

Suor Florinda cara, scusami. Sono davvero commossa per la tua grande gentilezza. I tuoi sono stati i primi auguri e i primi doni che ho ricevuto da Limón. Come potrei non commuover-mi davanti a quella tua bella pergamena e, ancor più, davanti al tuo “mazzolino spirituale”? Com’è bello il Crocifisso che mi hai

165Suor Bosio Maria era direttrice nella casa di Limón. Morirà a Quito il 20 luglio 1990.

166Suor Manuela Cobos (cf nota alla L 7).

167Suor Hermelinda Solís (1937-1997) era una giovane nata a Sevilla de Oro (Azuay). Entrò nell’Istituto delle FMA nel 1960; emise la professione a Quito il 5 agosto 1962. Lavorò per 30 anni in diverse case di missione come insegnante dei bambini, coordinatrice della scuola elementare e assistente delle interne Shuar.

Morì nella Clinica di Macas.

mandato, con la croce di madreperla e la figura del Signore in oro! Quanto è prezioso!

Come potrò mai ricompensarti per questo tuo affetto così senti-to e così vivamente manifestasenti-to?...

Solo Dio e la santissima Vergine potranno farlo per me; loro che possono tutto! A loro ogni mattina nella santa Messa e nella Comunione offro una preghiera, un ricordo tutto speciale per le Sorelle e le ragazze di Limón, però in modo particolare per la mia cara e ricordatissima Suor Florinda. Non ti dimentico mai;

e mai ti dimenticherò.

Ho però nel cuore un’immensa pena. Abbiamo saputo via Radio (ce l’ha comunicato il reverendo Padre Fernández) che tu sei andata a Cuenca e che ti trovi tuttora all’ospedale. Che angoscia, che pena per noi! E come mai non me ne parli?

Ho ricevuto ultimamente un tuo scritto, nel quale mi dai noti-zie della Direttrice suor Bosio, e non mi dici niente della tua salute. Sono ansiosa di sapere al più presto come stai.

Questa mia non so dove inviarla; la mando a suor Manue -lita, affinché te la faccia avere dove ti trovi. Anche con poche parole, scrivimi; fammi sapere come va la tua salute.

Qui tutti e tutte ti ricordiamo con affetto: Hermelinda Solís è andata a Quito per ottenere il diploma, ma non sta molto bene in salute; forse rimarrà là un anno per riprendersi. Penso che ti abbia scritto. Ti ricorda molto.

Se ti trovi già a Limón, salutami le Suore e tutte le bambine della Casa. Ringraziale per me; io pregherò per loro affinché il Signore le ricompensi di tutto. Tu, mia cara suor Florinda, rice-vi un forte abbraccio dalla tua sempre aff.ma

Sr. Maria Troncatti

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Alla sorella Caterina

Dà notizie e trasmette saluti per tutta la famiglia, che per la nascita dei nipo-tini si sta estendendo: perciò attende la foto di gruppo promessa. Il suo fer-vore di missionaria e il suo senso pratico di donna attiva le fanno associare in

un’unica espressione di affetto – la cui spontaneità è attestata dagli spagnoli-smi usati – le istruzioni per l’uso di impacchi curativi e le raccomandazioni per la preghiera del rosario “voluto dalla Vergine SS. per la conversione di tanti peccatori”.

Sullo sfondo emerge il suo ottimismo fiducioso per “l’ora della conversione degli indigeni”: la vera “passione” del suo cuore, pronto a dimenticare fatiche, frustrazioni, sacrifici quando sa di contribuire alle prodigiose trasformazioni operate dalla grazia.

La lettera, consegnata al Tribunale durante il Processo Rogatoriale di Brescia, è pubblicata nella Positio tra le lettere inedite.168

Orig. aut. in AGFMA 28.6/124 (47) V. G.

Hospital Pio XII – Sucúa, 18 gennaio 1960 Mia sempre ricordatissima Catterina,

L’ultima vostra l’ho ricevuta con la data dell’8 settembre: già perdo un poco la memoria, non so se vi ho risposto sì o no. Con tutto, ora vengo a voi tutti per augurarvi un felice anno nuovo:

tutta la felicità di anima e di corpo, a cada uno [ciascuno]: fra-tello, sorelle, sobriniti [nipotini], cugini grandi e piccoli. A tutti un saluto speciale.

Nell’ultima vostra mi avete promesso una fotografia tutti in gruppo: Catterina, Lucia, Giacomo con tutta la loro famiglia.

L’aspetto e spero mi farete questo regalo.

Io grazie al Signore sto abbastanza bene, lavoro nell’ospeda-le, ho bastante [molti] infermi, specialmente indigeni: non potrei desiderare meglio, preparare a ben morire tanta gente: parlarle del Signore. Con che fervore si preparano a ricevere Gesù!

Mentre scrivo sono vicina al kivaro di quindici anni. Giorni fa era in agonia, fuori di sé per la forte febbre, ora sta meglio.

Stamattina mi ha detto: “Suor Maria, ho una pena grande”.

– Quale? – gli dissi.

161

168Cf Summ. 555-556.

– “Ero contento di andare al Cielo. Ora sto meglio e dovrò stare qui sulla terra; ma voglio essere buono e pregare per la con-versione dei miei compagni”. Ha sempre il santo rosario fra le mani e prega sempre.

Immagini, Catterina: è arrivata l’ora per la conversione degli indigeni. Abbiamo 230 interni tutti indigeni. Certamente sono i sacrifici che voi tutti fate e le tante preghiere. È arrivata l’ora della conversione dei poveri infedeli; tutte le nostre missioni sono piene di indigeni! Benedetto sia il Signore.

Non so se ti ho scritto spiegandoti come si adopera il fango, quando fa male, sia il fegato come qualunque parte. Si prende un poco di terra, si toglie tutti i sassolini; si mette un poco di acqua di modo che non sia troppo raro, si mette sulla pelle, oppure si fa un sacchettino dello spessore di due centimetri. Si mette di notte, e anche di giorno se la persona sta a letto. Il lodo [fango] è per tutte le infermità: dolor di ventre, tumore, ecc., ecc.

Sono in dubbio se te lo avevo scritto, per questo lo ripeto.

Ricevi i saluti anche dalla cugina Catterina Rodondi: essa sta in Méndez e sta bene. Mi saluterai tutti, specialmente la mia buona sorella Lucia, Giacomo e tutta la famiglia. Io prego a tutti un favore grande: che recitino il santo rosario tutte le sere prima di andare a letto. Questo favore lo chiedo a tutti.

È la Santissima Vergine che lo vuole, e supplica che si reciti il santo rosario per la conversione di tanti e tanti peccatori.

Io sempre prego per voi tutti e voi pregate per me.

Sempre aff. sorella suor Maria Troncatti FMA

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Nel documento Lettere di suor Maria Troncatti (pagine 156-160)