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Ambasciatori e spose: Piero de' Medici e Alfonsina Orsin

La seconda metà del Quattrocento

III.2 Ambasciatori e spose: Piero de' Medici e Alfonsina Orsin

Il matrimonio di Lorenzo il Magnifico con Clarice Orsini aveva aperto una breccia nelle mura di Firenze, tracciando per la casata dei Medici nuovi sentieri lungo la penisola italiana alla scoperta di alleanze dinastiche. Per i suoi figli infatti il Magnifico attuò una politica matrimoniale del tutto simile a quella messa in campo dal padre Piero. Dei sette figli nati dal matrimonio con Clarice Orsini, ben tre convolarono a nozze con esponenti di famiglie patrizie non fiorentine, allacciando strette alleanze con il Regno di Napoli e il papato di Innocenzo VIII, per giungere - ormai nel Cinquecento - fino alla corte di Francesco I di Valois.

Tra il febbraio 1482 e l'agosto del 1487, Bernardo Rucellai, esponente di una delle principali famiglie aristocratiche fiorentine e cognato di Lorenzo il Magnifico, fu incaricato di diverse missioni diplomatiche per conto della Repubblica fiorentina.

Mediante il suo operato, la città di Firenze mirava a governare gli equilibri politici della penisola italiana, in costante bilico tra conflitti armati e diplomazia, nel tentativo di difendere e consolidare i domini della Repubblica nell'Italia centrale. A partire dall'aprile 1480, infatti, il pontefice Sisto IV e la Repubblica di Venezia si erano coalizzati contro il duca di Ferrara. In difesa di Ercole d'Este e, più in generale, dei precari equilibri esistenti in quel frangente in Italia, il ducato di Milano, la Repubblica di Firenze ed il Regno di Napoli diedero ben presto vita ad una triplice lega volta a limitare nella penisola lo strapotere della Serenissima e, dal 1484, quello del nuovo papa Innocenzo VIII Cibo. Le brame di conquista di quest'ultimo si erano infatti rivolte a meridione, verso il dominio aragonese, dando vita in breve tempo alla cosiddetta Guerra dei Baroni . La pace, firmata 22 l'11 agosto 1486, ponendo fine al conflitto decretò la sconfitta del pontefice e la vittoria della triplice lega, formata da Ferrante d'Aragona con Firenze e Napoli. Importante per l'esito del conflitto era stato anche l'intervento dell'esercito fiorentino . 23

Le missioni presso la corte aragonese di cui era stato insignito proprio in quegli anni il Rucellai, tuttavia, non rispondevano solo all'interesse pubblico della Repubblica, bensì anche alle esigenze personali di Lorenzo de' Medici. Riconosciuto a livello internazionale come la guida de facto della politica fiorentina, negli anni Ottanta del secolo il Magnifico era andato spostando la propria attenzione verso la corte aragonese di Napoli . Almeno dal 24 giugno del 1486 infatti il Magnifico aveva iniziato a trattare per suo figlio Piero un

Sulla rivolta dei baroni, si veda Scarton 2011.

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Comanducci 1996, pp. XX-XXV.

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Per i numerosi negozi intrapresi da Bernardo Rucellai alla corte aragonese di Napoli e per gli interessi

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portati avanti dall'oratore fiorentino per conto di Lorenzo de' Medici, si vedano ad esempio Lorenzo de'

matrimonio con il ramo partenopeo degli Orsini . Tale unione aveva il vantaggio non solo 25 di rinsaldare i legami della casata fiorentina con il patriziato romano, rafforzando in tal modo l'influenza esercitabile dai Medici presso la corte pontificia, ma anche di stringere un'alleanza più duratura con il regno di Napoli, in vista soprattutto di un progressivo consolidamento del potere di Firenze nei territori del centro Italia . In quel connubio 26 indissolubile tra affari pubblici della Repubblica fiorentina ed interesse privato dei Medici, che a partire da Cosimo il Vecchio andava caratterizzando in modo costante la vita delle magistrature cittadine, Lorenzo il Magnifico adottò un efficiente sistema di controllo delle informazioni, descritto da Riccardo Fubini come una vera e propria diplomazia parallela , 27 del quale la missione di Bernardo alla corte napoletana di Ferrante d'Aragona, con il suo ricco carteggio ancora oggi esistente, offre un mirabile esempio . 28

Per ottenere per il figlio Piero la mano della giovane Alfonsina Orsini , Lorenzo de' 29 Medici aveva avviato le trattative con il tutore della ragazza, Virginio Orsini . Tuttavia, 30 durante la sua permanenza alla corte napoletana tra i compiti non ufficiali affidati a Bernardo Rucellai figurava anche quello di farsi occhi ed orecchie del Magnifico, indagando per lui l'aspetto di Alfonsina.

Il 25 novembre 1486, infatti, il delegato fiorentino inviò al cognato, Lorenzo de' Medici, una lunga lettera nella quale raccontava il suo frequente intrattenersi tra le damigelle della corte per ottenere informazioni preziose sulla fanciulla così come il favore ricevuto da un mercante che aveva reso infine possibile un incontro con la ragazza. La descrizione, che di Alfonsina il Rucellai offre nella sua missiva al Magnifico, è puntuale e precisa, donando a colui che legge il ritratto di una giovane non particolarmente bella, ma ben proporzionata e piuttosto aggraziata.

Da fedele sodale quale era, il Rucellai non risparmiò di avanzare al cognato anche alcune perplessità circa un certo rigonfiamento all'altezza della gola, che evidentemente doveva rendere il collo della giovane molto poco slanciato. Sulla natura di tale rigonfiamento ad ogni modo Bernardo prometteva a Lorenzo di indagare maggiormente, per scoprire se

In prima battuta, Lorenzo il Magnifico aveva dato l'incarico di combinare il matrimonio all'inviato

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fiorentino Francesco Gaddi, il quale tuttavia non era riuscito a portare a termine la commissione. Al riguardo, cfr. Lorenzo de' Medici 1977-2011, vol. IX, pp. 327-328 nota 1 e p. 332 nota 6.

Reiss 2001, pp. 125-126; Arrighi 2013a, p. 615. Per un'analisi della politica di Lorenzo il Magnifico negli

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anni Ottanta del XV secolo, si rimanda a Palmarocchi 1933; Butters 1994. Cfr. supra par. I.2.

27

Comanducci 1996, pp. XXVI-XXXIII.

28

Su Alfonsina Orsini, si vedano Reiss 2001; Tomas 2003; Arrighi 2013a; Simonetta 2014.

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Deputati al negoziato furono Baccio Ugolini e Diomede Carafa, mentre incaricato di parlare con Virginio

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Orsini fu forse Sforza Bettini (Meli 2009, p.159). Shaw 1988 ricorda inoltre che Santi da Curcumello, uomo di fiducia del tutore di Alfonsina, risiedette a Firenze almeno a partire dal gennaio 1487. Per un'analisi più dettagliate delle trattative Medici-Orsini, si rimanda a Corrispondenza di Bernardo Rucellai 2013, ad

fosse indice o meno di mancanza di salute da parte della ragazza. Scrisse infatti il delegato fiorentino:

"Al nome di. Dio adì XXV di novembre 1486

Per questa ti aviso, da parte come mi ordinasti, quello che ho ritracto di quella figluola di quel gentiluomo di Capuana, per quello amico tuo e parente, la quale ho di poi veduta. Tanto mi sono industriato tra queste damigelle, che ti sarebbe paruto io fussi tornato indrieto parecchi anni, e in effetto, per quello ne ho potuto giudicare a vederla una volta, a me non mi vi pare cosa insigne, nè in bene nè in male.

Solo mi offende qualche pocho la gola che mi pare uno poco grossetta dalla parte dinanzi, che se fussi a proportione, per tutto non mi darebbe noia. Ma dimandandone quello amico mercatante, che tu sai, per mezo di chi io la ho vista, mi dice che non la solea avere da piccola e che investigherà se fussi per accidente, perchè li pare quel medesimo che a me, che la sia in ogni modo uno poco grossetta dinanzi dal gorgozule. Per altro non mi dispiace, perchè della grandeza, non avendo più che XIIII anni, che così mi afferma quello amico nostro, non pare piccola, benchè si possa ingannarne come tu sai. Ma le braccia, che soglono essere indizio delle gambe, sono assai giuste, e così le mani. La persona pare diritta, benchè e questo e la grandeza ti dirò più un'altra volta. Le carni à belle e buono colore naturale. Li occhi bianchi, ma non in modo che si sconvenghino nè sieno se non ragionevoli. Bel naso, e assai bella boccha, benchè uno pochetto grossa, ma non in modo che li tolga di gratia. Pure io me ne potrei ingannare per averela veduta una volta, e quella anche con qualche rispecto, come si fa. Ma, per altra, m'ingiegnerò di avisarti d'ogni particulare che si possa conoscere per huomini che, come sai, sono facili a essere ingannati e loro medesimi dicono che voglono più tosto mostrare una loro fanciulla a dieci huomini che a una donna.

Racomandomi a te. Cristo ti guardi.

Bernardus de Oricellariis, orator Neapoli" . 31

Le parole di Bernardo Rucellai mostrano come la missione fosse stata pensata da Lorenzo de' Medici per avvenire in gran segreto oppure attraverso i canali ufficiosi della corte. L'occasione di vedere Alfonsina non fu infatti ufficialmente concessa all'oratore fiorentino, bensì offerta al Rucellai da un amico mercante. Per quanto riguarda invece l'ironico accenno al terrore generato dal giudizio femminile, fatto da Bernardo in chiusura di lettera, una tale constatazione sembra porsi come un'ulteriore conferma di quanto già detto in precedenza sul ruolo ricoperto dalle donne nelle trattative matrimoniali . 32

ASF, Mediceo avanti il Principato, f. 49, c. 60; pubblicato in Verde 1977, pp. 802-803.

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Cfr. supra par. III.1.

Dalle numerose lettere scambiate con Lorenzo il Magnifico, sappiamo che a circa un mese di distanza l'oratore fiorentino ebbe nuovamente l'opportunità di vedere la fanciulla. Questa volta il Rucellai dovette utilizzare "qualche rispecto" in meno nei confronti della giovane per essere in grado di fugare del tutto le perplessità, avanzate al Magnifico all'indomani del precedente incontro con Alfonsina Orsini.

Così, a proposito del "Cefalo", nome in codice col quale veniva designata Alfonsina nella corrispondenza diplomatica, il 31 dicembre 1486 Bernardo Rucellai, ancora ospite della corte aragonese, scrisse al cognato Lorenzo:

"[...] Circa al resto della informazione del Cefalo, io ho finalmente riveduto bene ogni cosa e parmi quello medesimo che ti scrissi per quella mia a parte, quod nihil insigne nè in gran bene nè in gran male. Quello poco del grosso della canna, che così la chiama la duchessa, è vitio di molti in questa terra e dicono nascere dall'acqua. Parvemi questa volta più conforme tutta la brigata, cioè ghola, che l'altra volta, che credo fussi per essere allora a sedere basso et ora ritta la vidi, et la bocha che mi parve uno poco grossetta non è così come mi parve [...], el naso camusetto [...]" . 33

Fugati gli ultimi dubbi, fu quindi celebrata in Castel Nuovo a Napoli il 25 febbraio 1487 la cerimonia dell'anello, alla quale fece seguito lo sposalizio tra il procuratore di Piero ed Alfonsina concluso nella sala grande dello stesso castello alla presenza del re e di tutta la corte aragonese . 34