11ladro erarobusto;
—
la vecchia barcollava perr
etàe per1’agitazione.Ilpopolo, nellasuanaturale e sovrana giustizia,
aiutòilladroascappare> efischiò lavecchia, chia-mandola matta,strega,ec. ec.
Questaèstoria.Noicitiamoilfatto,perchèèdi ie-ri,ed abbiamo vedutonoistessi lelacrimeche versa-valamisera donna.
A
chiunque conoscalestrade di Parigi,non ne abbisognadireche ilmedesimo
fatto collesue variazionisirinnovaventi volte inun
giorno.Viè da tremare quandosièadiscrezionedei de-cretiimprovvisi eclamorosidiquei tribunali impillac-cherati,lecui sentenzesonoinappellabili.
Noinon conosciamo nullada paragonarsi a questa spaventosagiustìzia, se
non
lasuperbagiurisdizione di quegliuominiverdastri,che portanobottonida li-vreaefumano
lapipaallebarriere.11governolipaga per impedireilcontrabbando.
Im-pedirannoforseil contrabbando,ch’è lamininiacosa,ma
caccianodaper tuttolemani sporche,edinbreve arriverannoa piantareiloroferrirugginosi nella pan-cia aiviandanti.E
poisonoincivilissimi:aprono gli sportellidelle carrozze,enon
sidegnanodi richiuder-li.Parlanocon gran laconismo:sono1’autorità.Noiabbiamopresa, l’usanzadi salutarlisottovoce nel passare,e
domandare come
stianoleloro signorie.Romeo
,cheomise'quésta precauzione,fu'vittima delbarbarozelo delle guardie della barrieradiPantin.Le
'Suddette guardieavevanolasciatoandare la car-rozza delmarchese perchèeraun
legnodigalae con learmi;ma
vedendocorrereda lontanoun uomo
mac-chiatodimota edingrandescompiglio,non
potevano congetturarealtro senon
cheavesse centop centocin-quantalibbre ditabacco del Belgio. fralacamiciaedil farsetto.DigitizedbyGoogl
161
E
loarrestarono addirittura.E
perchèeivoileparlamentareun
tantino forte, vennetrascinato nellafetidabarracca,dovequei ranoc-chifannoabbrustolirelearingheesidivoranogli agli.E
cotesta,come
vedete, èlàstoria della vecchiarel-la.—
Illadropassa libero;ilderubato vaalguardiole.Mentre Romeo
bestemmiavanellostanzone,il car-rozzino battevadigaloppolaviaLafayette,cheallora -eraappenacominciata.—
Eranocalate leduetendine.Ciò
non
ostante, noidaremo
didentrounacuriosa oc-cbiatina.Ilcarrozzino era proprio
un
gabinetto,unapittura,uno
scatolino diraso, dovelalucepenetravadolce^-mente
interrotta.Le
paretiimbottitebengonfie, op-ponevanoaqualunqueurtouna morbida elasticità,e-quasirendevanoinsensibilelascossa ch’evitarnon po-teval’acciaio dellemolle.
Gastonestava distèsosulsedile didietro,e l’occu-pavatutto perillungo.Ilmarchese,invece disedere sullo sgabello su cuilamattinaJosefìnavea posatala suadotta persona, erasi inginocchiato sopralapelle dì tigrecheservivaditappeto.
Gastonerespirava,
ma
nonaprivagliocchi.Pareva cheiltentennare della vettura gl’illanguidìsse vie piùi .nervi spossati...Dormiva.Ilsuorespiro
mandava
tuttaviaqualche suonope-noso
e rauco.La
testa battevasullasetabiancadelparato chegli schiacciaval’arrufratapettinatura.Lentafebbregli re-cavailsangueallaguancia.Circondavalechiusepal-pebre un mezzo
cerchio beruleo..Ilmarcheseglireggevaunadellemani, che oltre-passavalefrange del cuscino.
Anch’esso aveva messoilcapoa ridosso allaparete imbottita,a duepollici didistanzadaquelladi Ga-stone.
DigitizedbyCoogle
162
Era
eccessivamentepallido,edilsanguechegli tin-gevailcollodellacamicia, faceva risaltare dipiùil color quasilividodeliegote.1suoicapelli,lunghi e fini, glicadevanoin anella scomposte sulafronte,oveasciugavaqualche stilladi sudore.Eglierabelio...
Essaerabella...
Nellepupille di
un
azzurrocupo avevaun
certoqnallanguore—
nelcorpopalpitiimprovvisi—
illabbro bal-bettavaconfusamenteparole ardentissime...Le
suepalpebreriportavanoadun
trattole ciglia pa-stose sullaguanciascolorita,elentamente sirialzava-no
uinidette, inun
lungo sguardo amoroso.Essaera bella-r-bella
come un
sognodiun
amante.SolFrivapersoverchio contento. Ilsuo corpo,di e-grege forme,siabbassò,trascinandola
mano
di Gasto-ne,chestrinsefreddasullasuafronte infocata.Cosi rischiarataalquantodalla scarsa luce che tra-pelavaperlasetadelle tendine,lasua magnifica bel-lezzasembravabrillassedi
un lume
particolare,e di passionesiaccendesse.Ohi
erauna donna,sì— una
vergine, vinta dal pun-gentecalore diun amore
fulminante.Amava...
Erano
lesue,soavi querele, voci sommes-see supplici, dolci cantichetramanda
latenerezzae ch’essanon
ode, sospiri impazienti, impeti di traspor-to, timido pianto...Quindi,lungoed immobilesilenzio,
quando Tanima
suas’involavacome
inun
sogno...Si rizzò;avevagliocchi ardenti,bianchelelabbra.
Posò fremendolaboccasullachiomadiGastone,il
qualein
un
sorrisobalbettòilnome
diSanta.163
«
CAPITOLO X.
Aspettativa.
Biote
Romeo
sìconoscevano.Da
moltotempo
loscultoreamava
Santa;ma
sino daprincipio,questapassione erasi inluicongiunta a timido rispetto.Romeo
avevafatta lavitadauffiziale.Giovane ardi-to,ozioso,siera lasciato assaliredaquella malattia e-pidemicane’guerrieri francesi:lavanità.Da
noi chiun-queindossa l’uniformevuoltiranneggiareicuori; nel-lenostre guarnigioniabbondanoidonGiovanni, qual-chevoltabelli,spessissimo brutti,cheafferrano spie-tatamente ranimo
delledonnedeboli colleadunche puntedelle lorobasette.Ohi
questapoi èterribilelTantopiùcheledonnedeboliche seducono
non
so-nonella circolazione.Inmancanza
diloro,niun Love-laceavrebbetentatol’assaltodei cuorich’essi fanno capitolare. Giudicatevoiquanto sonocolpevolilFanno
laparte delserpente pressolericchevedove, esiritengonoilmonopoliodellecadutedelle fanciulle ,diquarant’anni...
Abbiam. vedutodelle donne soccombere a codesta prodigiosa attrazione dell’uniformel
Soldati, tenenti,colonnelli, marescialli dicampo, luogotenenti generali,tuttiaccarezzanoilDiod'Arno^
re collo stessocandoredegli alunni dellaregiaScuola Politecnica,iquali,giuntelevacanze,cagionanonelle provinoledanniincalcolabili.Bisognadiventare mare-sciallodiFrancia o ducadiqualchecosarella, per ri-tirarsidalgradodicarnefice dei cuori...
Romeo
aveva pagatoiltributo. Siera slanciato in queifaciliromanziincuitantigiovani eroihannolaDigitizedbyGoogle
164
stolidezzadiriporrelaloro gloria.
Dovunque
era pas-sato, alcune bellelagrimetteloavevano salutatoalla partenza.Bellelagrime,che scorrono sinchési seguita cogli occhiilreggimento chesene va
— ma
chenon tolgo-no
allaseradiballare,diridere, ediscegliersi accu-ratamente unaltrovincitore fra grincogniti dèi della nuovaguarnigione.Aimè,si,capitanil...essesiburlanodivoi altri,che vi credetedifardacrudeli.
È
chenon
sietepiù splen-didimoschettieeri, enon
sietetampoco generali di venti anni.Vedetelilpittorepopolarechehaposto sulla tela lo spiritoso
emblema
dell’amor soldatesco,ha chiusogli occhipernon
vedere levostre ineleganti divise;èito acercaredelleguardie francesi...aimèitrevolteaimè!E
l’altro pittore,,ch’èilBerangerdeiritratti,vi di-sprezzaperdisegnare ivecchi dellaVecchiaGuardia.Non
avetepervoi altrocheipennellioflìciaii,iqua-liscarabocchiano perVersaillesquadri immensi...
Ai-mè
ancoratre volte.Ammazzate
iBeduini,siate deputatiedinventate ca-rabine.Sono
trascorsiivostribeigiorni.Ilsupremo
riflessodel vostro splendoresièestintocoigiovani colonnelli di Scribe.
Romeo
eraandatoadammazzar
Beduini.Aveva
bramato molto,amato non
mai..
Era
figlio diuno
scultoreditalento,dicuiinostri musei conservanoeccelsepagine,morto
giovane, la-'sciandosi indietroirammarichi che seguonounagloriatroncata sulfiore.
Romeo
avevaconosciuta soltantosua madre,bella di voltocome
di cuore, e leamiche sembianzedella quale sorridevanosempre
infondoallesue rimem-branze.La madre
eramorta.A
leiserbavaRomeo un
cultoDigitizedbyCoogl
m
pietoso,mistodicalda gratitudine e tenero rispetto...
Or
dtfnque,un
giorno, adun pranzodimilitari, sulle fratta,un uomo
inunignobilesuoracconto ave-va messoilnome
benedettodelladi luigenitrice.Costaiaveva duefigli,tenentidelreggimentodi
Ro-meo,
dicuiegliera colonnello.Romeo
deposegli spal-lini,emandò
lasua dimissione.Iduetenentiedilcolonnello loropadre ebbero
co-mune
latomba,lungidallapatria,sovralaterra con-quistata.Romeo,
esigliatosi volontàriamente daicamerati,sparselagrimeper quellatriplice sventura
— ma
era stata insultatalamemoria
dellasuagenitrice!...Era
scultoreprimadie^sersoldato.—
Reducein Francia, dièmano
dinuovoalloscalpello—
e noi più fiate cifermammo
nelle sale terrene delLouvre davan-tiaimarmi
poco numerosi,ma
egregi, a’qualiilsuo poetico pensierodavala vita,nelleorechel’estro del-l’artistaderubaalla pigrizia dell’uomo
contento...Le
artibelleeleletterehannocosìtalvoltala ventu-radiserviredirifugio allementitroppo deboli otroppo alterecheladisciplinadellenostrearmateferisce.La
marina ciha restituitoEugenio Sue,Landelle, Cor-bière,senzaménzionarel’illustreromanziere america-no,lacui glorianon
ispettaallaFrancia.L’armata ciha
datoViennet,lospiritosoed ingegnoso accademi-co;Salvandy,ilministro,prosatore mellifluo,oratore stra-elegantc,parlatoretroppofertileindettitroppo adorabili; efinalmente, fratant’altri,quel casto egen-tilpoeta che
manca
all’Accademia, Tautore diChat-' terton.Quanto
poialle arti, oltreaRomeo
(il cuiverono-me non
deevenire sottolanostrapenna),noncitere-mo
cheun
soloesempio.E
chilocrederebbe?Fu
dal-lascuoladicavalleriadiSaumur
cheuscìl’idea possen-tediapplicare losmaltoall’architettura.Quegli cheVOL.II. IO
DigitizedbyGoogle
Ifi6
porràquell’oropuroe quelle pietrepreziose sui fron-tespizi de’nostripalazzi,queglicheindiaspro ed in porfido gitteràlecolonne delle nostrecattedrali,il ge-niolacuiverga magica,èper realizzare lebrillanti menzognedellenovelle dellefate,non pensava da prin-cipiochealleevoluzioni della cavallerizzaed afare il
molinello colla sciabolai
Sarebbepurcurioso studio lo indagareleascosevie d’ondesorgelavocazionel
Ma
tristostudiosarebbe, imperocchéquantiuominitroverebbonsi poi nelposto dalorostessiprescelto?...Ilcaso collocòlasaladalavorodi
Romeo
dirimpetto all’altrasalaovelasignora Sorelpresedeva alle fac-cende edaicicaleccidiun%
dozzinadiricamatrici.Ro-meo
videSanta, riposeognisuafelicitànel rivederla.—
L’amò.E
questoamore
loresesìtimido,lui già vincitóre passaggiero,ch’eglidimenticòisuoimillemezzidi se-duzione,di cuilascienza volgare avevaservitoaltre volteisuoi capricci. Einonosònègestire,nèfavellare,nè
scrivere.Appena
ebbel’ardimentodimostrarsi.La
sua cortina, quand’egliguardava, sichiudeva prudentemente,nonlasciando senon perl’appuntoilposto per l’occhio.
Egliavevatutteleastuzie, tutteletimide delicatez-ze dì un'adolescente.
Sulleprime rimproveròa sè stessolapropria timi-dezza,sivergognòdelsuopudore.Indi;allorché
amò
meglio,ebbecarodi
non
essere stato audace.LeggevasulsembiantediSantatantonobile cando-re,
una
dolcezza tanto sostenutal...Ella era povera...
Che
dirle?unaparola offende, al-lontana;ungestocompromettepersempre.E Romeo
conservavasìpreziosaraenté,sìdeliziosa-mente
lesue speranze!...Non
potendotrovareilcoraggiodiparlare a Santa,DigitizGdbyGoos^k
167 avevacercate vieindirette per discorrerealmenodi lei,aleiavvicinarsi.
Gian-MariaBiot,noilosappiamo,era tuttoil con-trario de’suoicolleglliiportinaidiParigi;nonera ciar-liero,
non
curioso,non
carezzevole coi ricchi,nè
in-solentecoipoveri, disinteressato,non
avidodi calami-tà,non
capacedidar fuocoalmondo
interoper unamoneta
dicinquantacentesimi.Chè
ilportinaio è tutto questo,edanchepeggio.' Infavorsuoèd’uopofare un’eccezione,ed
ammet-tere ch’egli èun
tipo.Tipoodiosol
— Ed
invero,convieneche siamopur baggiani, noialtriPariginiche abbiamofattedue ri-voluzioni,perlasciarcomandare dasovraniallenostre portequei bipedi ringhiosi e maleGcil...Ercolano avevadei portieriditerra cotta
— ma
Er-colanonon
godevadisessantamilaladri.Noi proponiamodimettereallevecidell’
uomo
e deis-ta donnadigmrant"anni,come
diceilGiornalettode-'
gliAvvisi,un cane perfarguardiaeduna gazza per rispondere.Visaràlastessadosedicapacità,emolta maggiorfedeltà.
Con
questa piccola variazione,edunastrage dei por-tierichepotessero farcomplotto,Parigi sarebbeun
Eldorado. ^Preghiamo
illettoredinon
prendere abbaglio.Que*'
stanonèunainutiledigressione.Adesso che l’appendi-cedelle gazzettesifa politica,sociantisia,guarentistay introduttiva, passionista, organizzatrice,communitaria, falansteriana, messianista,utilitaria,ecentoaltrecose che sonosublimi barbarismi,
crederemmo
dirimanere aldisotto dell’altonostro incarico, senon
recassimo l’umilenostrapietraall’ediGzio innalzato dalromanzo
rigeneratore.Ciascunocontribuisce aproporzionedelle sue forze.
Noi
non
potendofarmolto,proponiamounicamcii-DigilizedbyGoogle
168
tcladistruzione dei portinai edellaloro razza, dal vec-chiocaducosinoalbambinonellaculla.
S’è poco,sivoglia scusarci: l’intenzionenostra era buonae.virtuosa;un’altra voltacercheremoditrovar dimeglio...
Gian-MariaBiot, inaccessibilealledebolezze tipiche delsuoceto,eradifficile airintiraità.
Ma
nelgiardinodelpalazzo esistevano scolture superbe:
Romeo
chiese ilpermessodicopiarle.Era un
pretestoalmeno plau-sibile.Biot,chesottolarozza scorzaavevaun
cuore eccellente,ricusò,e poilasciòfare.Romeo
avevaunadiquelle facce schietteevivaci chea colpo sicurosicattivano glianimisemplici.Il suospiritoeracome
ilsuovolto.Biot,senza avveder-sene,loprese abenvolere.E
poiognuno halesue debolezze.L’ottimonostro Biotsicredevapiù abileafarei graticcidiquanti vi fosseroinFranciaeNavarca.Romeo
lodòilsuo lavo-ro: fecedimeglio,gliordinò graticci d’ogni sorta.‘
E
conciòsispiegalastravaganteabbondanzadi gra-ticolatidi ferro,chegiàosservammo
intorno' allo stu-diodiRomeo.
Egline avevamesso da pertutto;restavagli
un
solo rammarico,dinon
poternemetteredipiù.Biot,dobbiamoconfessarlo,era statomolto sensibi-le albuongusto dello scultore.
A
pocoapocoRomeo
loavevaabituatoallesue vi-site.Benché uno nonsiaciarliero,pure scappa qual-cheparola.Romeo
seppecome
sicomponeva
la fami-glia dell’aladestra;seppech’erauna grandestirpe de-caduta,oppressadagravissimo infortunio.Là
si fer-marono,non
sololaloquacitàdiGian-Maria,ma
an-chelacuriositàdiRomeo.
Erangià parecchieoredacchéGastoneera partito.
Biot restava abbattuto,inseiisibile, davantialsuo lavo-ropostoinobblio.
Non
si faceva un’idea giusta della misuradeltempo.DigitizedbyCoog[e
109
Comingava
adestinguersiilgiorno.Risonò
un
colpo del picchiatoiosullapiastradibroa- ' zodelportone. Biotsiscosse rabbrividendo.Tiròilcordoneela
mano
gliricaddesulfianco.Romeo
entrò precipitosamente nel casotto, e rifini-tosiassisesopraunosgabello.Biot,che aveadata un’occhiataversolaporta trat-tenendopersinoilfiato,respirò alloraconpena.
Non
sapeacheRomeo
fosse stato padrino delsuo padroncino.«Signor Biot,»disse
Romeo
, « dev’esseremolto inquieta,addolorata...non
hopotuto venire più pre-sto.»Gian-Marialoascoltava,tentavadicapirlo.
«
Non
voglio vederla,» l’altrocontinuò,«chelo a-vevo promessodiricondurlesuofratello. »«Ilnostro signorino!... »pronunciòa voce bassa Biot;« loavetevisto?...no,non midite...»
£
sipremevailpettoconambe
lemani.«
Non
miditech’èmorto!»aggiunse poi conun.sordogemito.
«Vive! »sciamò
Romeo;
«ha
unaferitadanulla.»Biotsidrizzò tutto inunpezzo.
((
È
ferito!...»gridò;«chilohaferito? » aMa
leggermente, miocaro....Questoèilmeno....pochigiornidiriposobasteranno aguarirlo diquello sgraffio...Però...»
Romeo
esitava.Biotnonlointerrogò:rimaneva a boccaaperta, cogliendoalvolo ogni parolache sfuggi-vaalsuointerlocutore.«Però,»seguitò questi,«
non
sitratta diguarirlo...è
statocondottovia.x>«
Da
chi?»«Dalmai'cheseGastonediMaillepré.» Biot indietreggiò, esimisele
mani
sullafronte, qua-sitemesse chedaquellaglisvanisselaragione.10’
/
DigilizedbyGoogle
170
«11marchese...GastoaediMaìilepré...» balbetta-va; « avete detto? »
«Questoiodissi,
»
replicòRomeo
; «.lo cono-scete?»«Si...
no...—
ahinon
so...ilcaponon mi
regge, signorRomeo...» disse Biot,appoggiandosialmuro;
«.èilmio padrone,
ma
èmiofigliuolo....sentitel...» ripigliò,etremavatutto.«Credo d’intendervi...non
èilmarchese chevoletedire...èilduca...»«No,ilmarchese.»
«
Un
vecchio? »«
Un
giovane. » •Biotsistrinselafronte.
<(Seimpazzissi...»balbettavaatterrito,«
non
po-treipiùservirli...Dio! Dio!
non
ègiàmoltoun
servi-toreperquellicheinpassatone avevanotantil...Dio mio, lasciatemilara^one,e ripigliatevilamia
vita quandonon avrannopiùbisognodimel »Romeo
preseladestra del vecchio Brettone,e la strinse nella sua.«Avete
un
buoncuore, signor Biot, » dissecom-mosso
alsommo:
«ma
fatevicoraggio;ilvostropadro-ne
poteva soccombere,vive,equesto èl’essenziale...
Delvostro stuporepoi,nonindovinolacausa,
nè
pos-sofarlo cessare...»Romeo
ignoravacheGastonefosse Maillepré.«
Ma,
» proseguì, «ormaiilpericolosipuò combat-tere, dividere...mentreun
duello...»«Ohi »lointerruppe Biot, « quel ragazzohail cuo-redegliavisuoi:fra sèedilsuo nemico,
non ha
volu-to altrochelasuaspada,non
ècosì?»«
E
siè difeso valorosamente, velogiuro... Ades-so,ve nesupplico,pensateallasuapoverasorellache
aspetta esoffre....Io soladimoradiquelmarchese...vengoora dalsuopalazzo...nonv’è più
comparso da
stamane;ma
incasasuaodaltrove,loraggiungerò;ri-DigitizedbyGoogl
- 171 troverò Gastone,ch’èamico mio
come
figlio vostro...veloprometto, veIogiuro... »
« Iddiovisenta!evibenedica... »
«
Non
perdetetempo, andate adacquietare mada-migellaSanta...econsolandola,ditelecheiosono ve-nuto:proferiteilmio
nome...saquantoamo
suo fra-tello...»Biotsipartìxdallostanzino, e
Romeo
virimase.Ilportinaio, nelsalire lascaladell’ala dritta,borbot-tavafrasè;
«
È buon
segno...ecco cheMaillepréhatrovatoun
amiconellasuadisgraziaI...»Arrivatoagliultimi gradini,sifermò d’improvviso.