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non piangeva

Nel documento GLI AMORI DI PARIGI. Digilized by Google (pagine 99-107)

non

piangeva.

«Il

nome

delsuoavversario? » chiese

Romeo.

«

Non

so nulla,DiobuonoI... »

mormorò

Santa

,

anullal »

«

Ma non

halasciatoqualcosa...unaparola... » a

Oh

sii.,unaparolai.. »risposelameschina acui isingultiresero

un

po’ direspiro;«unaparola .... ec-cola1»

Distesela

mano

che avevastrettain attoconvulso,

e

mostrò

un

pezzetto di cartasulquale erascritto:

Addio! .

Alsestopianodi

una

di quellecasenuovecostruite, sarannoquindici anni, sol bastioneBeaumarchais, so-pra unaporta bianca stava scritto inneroil

nome

di NazairCydettoDragone.

La

porta dava sur uncorridoiofreddissimo,e che puzzavadelgesso

umido

dellesoflitte.

Versoleotto ore,

un

giovanesiarrampicòcon isten-to perlaferrata stretta e ripidadiquella speciedi sca-lettadilegnocheguida a’piùaltipiani delle fabbriche nuove.

Sifermòdavantiall’usciodiNazaire,esi

pose ambe

le

mani

sul petto anelante.

Era

GastonediMalllepró

Gastonel’artefìce.

Non

ebbe d’uopo dibussare.

Un

orecchio attento

sta-va

certodall’altrapartedell’uscio, poiché questo, di

un

solpezzo,siaprì subito.

Digitizedby

ÌOO

«

Buon

giorno, PàlotIbuongiorno,» disselabuona vocediDragone;« presenteallachiama!... ora mili-tare,per baccol...va.benecosì, figliuolo...Saresti sta-to

un

buoncavaliere laggiù:.. Basta,non hochiuso oc-chio in tuttalanotte, perdinci...

mi

pareva sempredi vedereduefiorettiincrociati, le pistoleeilterremoto...

Diosanto! se potessiimpostarmiio...

Ma

discorro trop-po, ragazzo mio...animo, respira

un

poco, e poi in

guardia!» - ,

'

Persolitol’onestoNazaire

non

chiacchieravamolto,

ma

quella'mattinaera

commosso,

edin certinaturali lacommozioneè

come

Tubriachezza:faciarlale.

Avevapresoper

mano

Gastone,e condottolo sinoad unasediasucuiquestisibuttò senzafiato.

Ad

ontadellafamiliaritànelleespressioni.

Dragone

ponevanei suoimodi conGastone,nonsolo schietta af-fezione,

ma

pur anchedeferenza.

Un

terzochefosse entratoairimprovviso,non avreb-be potuto prenderequelgiovaneinabitosemplice,

ma

elegante, econ unafisonomiadistinta,delicatae nobi-le,percameratadiquelbravoNazaire, schietto schiet-to edallabuona,spiritosoallasuamaniera,gioviale, francò, colcuorQsullelabbra,

ma

operaiodacima a fondo, e perdipiùalquanto soldatacciò.

E

veramenteèunafiguracheinteressa quella del-l’operaio fattocosì,solido, vivace, valoroso,di

buon

braccioedottima coscienza^

— E

sonpure,amici scioc-chicolorocheal disopradi sì virilebeltà,glipongono un’insipidamascheradipensatore odiverseggiatore!..

Eccociòche cagionaval’emozionediNazaire,e

me-scolava

un

pochinodideferenza nellasuaschietta cor-dialitàabituale.

Ilgiorno avantialvederGastone entrare nello stu-diocolfamosovestitonero, sorgenteditante

scommes-se proposte dall’azzardoso Poiret, Nazaireera restato

come

colpito dal fulmine.

Amava

Gastonedi tutto

cuo-Digilizedby VjOOglc

m

re:era questo

un

affettopaterno, inspirato dal più no-bile

movente

chesiainfondo

aU’amma umana:

la sitn-patia delgenerosopél debole.

-Ora

si scopriva

un

furto. Se ne accusava Gastone.

Mille circostanzefatalmentesi riunivano inappoggio deirimputazione.

La

piùgrave di talicircostanzeera .

senzacontrasto l’escursionediunlavorantepovero nel-lavitaallamoda,lasuagitaall’Operacon

una donna

elegante...

siera portato tutto losforzo diNazaire.

Aveva

detto:Noicosibenee così fortechenessuno aveva o-sato più contraddirgli. '

Ed

ecco cheGastone eravenuto da perseadargli

lamentita. <

All’uscire dallostudiocon Gastone, Nazaire

non

sa-pevapiùchecosa pensare.

Aveva

voluto interrogare

— ma

ilgiudicesiera sen-titoad

un

trattopiùsconcertato dell’imputato.

Aveva

vedutoilnobile volto del giovane sucui leg-gevasiunaleale alterezza.Perlaprimavolta forse

a-veva

in

modo

vagotraveduta

una

differenza fra

Gasto-ne

egli altrisuoicompagni.

Con

quell’abitonuovo, Gastone parevatanto libero, tantoadatto a portarlol ^

Nel

medesimo tempo

Nazaireosservavasullafronte’

del giovanetto,cheinquelpuntosormontavailsuo

tur-bamento,

esorgevapiùsostenuto,unamestizia tutt’al-trachelamestiziasua consueta.

Qualche cosadigrave, quasidisolennel Nazaire perdèpersinol’idea del furto. Tra questa idea e Gastone,ilsuoistintorettoesagacepernatura distinseunabisso.

Arrossì,solamente per aversospettato

un

istante.

« Dragonel» glidisseGastonestringendoglile de-stra;«seistatosempre

buono

per me...»

«

E

chevuoldirquesto?» lointerruppeNazairej

«gliamicisonoamici! »

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aLasciamiparlare...Nullatidissimai,perchèil se-greto

noa

èmio,e

non

t’importava conoscerlo... »

«Segretol...»

mormorò

Nazaire,acuitalvocabolo

rammentava

confusamenteisospettidileguatisi.

«Oggi...

ho

bisognodeltuo aiuto...

me

lo promet-ti? »

K

Due

volte, Pàlot*..,

Ma mi

fai-paura, te lo

av-verto... »

«-Ho

unasorella...»continuòGastonecon voce più bassa etremante,

una

poverafanciulla, dellaqualeio sonol’unico appoggio, l’unica gioia

Quando

io

non

saròpiù,ah Dragonelsaràpureinfelicel»

«

Da

quiadalloraabbiamo tempo davoltarci,figlio mioi » fece Nazaire,cercandodiridere.

L’altro scosseilcapo,estrinse più fortementela

mano

che reggevanellasua.

«Promettimidiproteggerla! »

«

Non

si

domanda

nemmeno...

ma

tidicoche

mi

fai paural... forse che...? »

S’interruppedasè,esitrasseGastonefinsul petto.

«

Che

tivorrestiammazzare?...»lorichiese

som-messo.

Gastonefece

un

sorriso malinconico.

«Converrebbe chefossimoltoimpaziente.

Dragone

mio,» replicò;

«

guardami... evedi se

non

posso a-spettare.»

«Alla buon’oral...cioè...anzi

non

haisenso

comu-ne..,hovisto certipallidi (1)copie tusei,campare cen-to anni...

ma

sentiamo...finisciilconto...»

«

Domani

alledieci

mi

batto in duello,»disse Ga-stone.

Nazairesigonfiòlegote..

« Non

è altro?»gridò allegramente.«

Ah

1 tibatti

(1)IIsoprannomediPalot dato a Gastonesignifìca

alquan-to pallido. (U. TRAI».)

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fiduello? scusa! va bene,accomoderòiola fac-cenda... »

«Non

lotenterai

nemméno

, » risposeGastone;

« questoèilserviziocheintendevo chiederti. » Nazaire indietreggiòdi

un

passo,esidiede ad esa-minareilcamerata concuriositàe stupore.

— Erano

sottolegalleriedeserte delPalazzo Reale.II

lume

di

un

lampionevicino rischiaravalafacciaalteradi

Ga-stone, emostravanell’

ombra

labellaarcheggiatura dellasua persona. Alloratoccòà Nazaire ascuotereil

capo.

«

Non

haileideedaoperaio,

»

riprese; «ein veri-tà,Pàlot, avrestifattomegliodatenenteche da sol-datonel militare...

ma

giàlesonoipotesi,

come

dicono

icacciaciottolidel genio...Tivuoi battere?padrone!...

ed

achetibatti?»

«

Non

so.»

«Al compasso?alcoltello? albastone?

»

«No... » balbettòGastone.

«

No?... ah!ragazzo mio, è vero chelasciaboladà piùgusto...

ma

inostricompagni

non

sono granatie-ri...ilbastone edilcoltello,

non

conosconoaltro!...a segno cheiochetiparlo,fuiobbligato astrapazzarmi secondo,lecircostanze colbastoneoladoppiapunta, per motivo che hoservitoonorevolmentenellatruppa, di cuihocertificatilusinghieridatuttiinostri capi...»

«

Non mi

battocon

un

camerata,»,disseGastone.

<(Tiattacchiaiborghesi?...èdiversalacosa... Al-lora, avanti lacontro puntai...

Comesi

chiamailtuo tizio?... Io

ho

frequentate delle casea

modo,

forse lo conoscerò...

».

« Ha

nome... »balbettòGastone.

« Cominciamo

bene...

E

poi? » fece Nazaire.' L’altro titubò;inditerminòrisoluto:

« Ha

nome... marchesediMaillepré.

»

«Nieat’altroche'questo!»sciamò, maravigliato,Dra-.

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gqne;«ilmarcheseselvaggiolilmarchesede’

marche-si untoccodi

numero

uno...

E

credi che s’impo-sticonte?))

«

Ne

sonosicuro

io lo insultai.»

«Dunque

in ogni casphalascelta dellearmi. ..tanto di guadagnato.'..

Ma

insultare

non

basta, piccinomio, e m’intendi....se,peresempio,Feignant insultasse il figliodelre...en’ècapacissimo... ilfigliodel re

non

sibatterebbemica conlui.

Gastoneebbe

un moto

d’impazienza, chetosto re-presse.

«Tidicoche ne sonosicuro,»ripetè.

«Basta...

ma

alloranon

mi

dicitutto...v’èqualche altra cosa.x>

Gastoneglisi'avvicinòmeglio,edisse:

«Ascoltami.

— Non

possopalesartiperchèinsultai quel l’uomo...

è un

segretocheappartiene a

mio

padre ch’è morto...

ma

ate,chesempre'mitrattastida ami-co, posso confidare laparte delmisterochespettaa me...Iosonofigliodiunafamiglia,non solo nobile

,

ma

illustre...L’avomioeraducae paridiFrancia...

Non

chiedermidi più...mio padreportò seco nella tom-bailnostronome...»

Nazairestette alquanto insilenzio.

«Ahisei nobile, Pàlot?.... »fece posciacon

un

in-volontarioaccentodi diffidenza.

E

ripigliò

come

parlandofra sè:

«

Eppure

è vero,si...già s’intende,secondola

mia

idea, nientesuperbocoicompagni... ahno,per Dia-nal...

ma

neppurcaldo,

non

gaudente,nonciarliero

,

no;i buffone... esenzamailagnarsi,questo ragazzo!...

e lavorandodi cuore...nonismorfie,

non

disgusto;...

Non

somigliaaquellasemenzadisignoriche

hanno

a-vntodisgrazie,etrascinano ilorostivalivecchiperle fabbriche...

— A

h,linatrringraziodiavermelodetto, Pàlot! »aggiunseadaltavoce,ebruscamente. - *

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105

« Sei tuòhe

mi

cihaiforzato...»cominciòGastone..

«Tidico grazie, tanto basta... e vedi,sonpersuaso che

non

teneseivantato mai...»

«Mail» , .

«Sciuna buonacreatura,via!» seguitò Nazaire

com-mosso;«

ma

aspettai forse ora vi rincrescecheio ti

chiamiPàlot?...

».

' '

Gastonegliporsela

mano

sorridendo, eNazairela strinseconimpeto.

«

Ah

cospettoInon ho vistoinobilichealleFollie edall'Amòiffu,dove sonosciocchi, bugiardi evili...e

non me

nefido, sai?...perchè voalteatro tuttele do-meniche,ec’èsempre,unconteodun barone chefinge edissimula

come un

diavolo,pervittimarele prime donne, immergereneiferri,secondodicono, Albertoo Deleistre,ed immolareSaint-Ernest...dafar piangere Mignonne, povero

amor

mio!quanto

umido

hanegli occhi...

Ma

tu,Pàlot,nonsera quelmodo...sei buo-no...noncihai colpa seseinobile,etivogliobenetre Toltedi più...Via, sarò tuo patrino, senza sapere per-chètibatti...

È

dura!

ma

che m’importa?...equanto

a

tuasorella... » ^

« Miserasorella!»feceGastone, echinola testa-

Oh

ecco,sciamòNazaire, celandorintenerimento

con un

attodiclamorosailarità; nonsapràletue

ra-gazzate,figliomio.

».

. ,

«Ma...»disseGastone,«e se resto ucciso?...»

«Stazitto,Pàlot!»

« Credodirestare ucciso...»dissedinuovo Gasto-ne,

ma

ccmfredda fermezza.,

,« Stazitto!» ripetè Nazaire; «e’portadisdetta!...

tu,ilmio poveroPàlot,morirecosì!..»

Aveva

lavoce tremolante.Prese bruscamenteperla vitaGastone,e selo

premè

alseno.

Poisi tiròindietro, e picchiò co’pledi in terra adi-rato.

^ -rdbyCoOgl V

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«Cospettacclo!...» esimettevailrovesciodella

ma-no

sugli occhi bagnati;«

mi

faifaredelle bestiaiità...

Tua

sorella,

non

laconosco...

ma

levoglio bene... e se lasfortunafacesse...tua sorellaavrebbe

un

padre, Pà-lot,caro epoveromiofigliuolo!...1

ToccòaGastonea cingerecollesue bracciale robu-stespalle diDragone. Rimaseroabbracciati

un

bel pezzo,

«Grazie...grazie!...»dicevaGastone.

Nazairefacevasforzi terribili,

ma

inutili,per aste-nersi dal piangere.

Dopo

pochi minuti secondi, respinse Gastone,e

sog-giunse: ,

a

È

finita... nonrieparliamopiu, o che

mi

arrab-bio...

Un

soldatochepiange,capisci,non èunbell’ e-sempio...Torniamo adomani... Saimaneggiarela pi-stola?»

«No. »

«Saimuoverelaspada?» a

No

davverol» Nazairefece

una

smorfia.

«

Non

importa...sisonoveduti deicoscritti... non moltospesso...

ma

iosonosottomaestro discherma, perDio!ed avròtempod’insegnartiunabella botta....

Vieniqua.»

VolevatrascinarsecoGastone;questivisioppose.

«Eh!vieni, »ripetè.

«Adessono,» disseGastone; «è l’ultima

mia

se-rata... saràper

mia

sorella...»

È

giusto...quantunqueio siasicurissimoclie domat-tinatorneremotUtt’edueafarcolazioneal Cappucci-no...T’invitoio...

Ma

insomma, è giusto...primadi tuttolapiccina...Dunque'a rivedercidomani...alpiù tardialleotto,etidaròuna buonalezione...Appunto, haiilmioindirizzo?»

Accadesoventeche dueamicidifabbrica,iquali

non

DigitizedbyGoo^U

107 siano nello stesso

tempo

compagnididivertimento, i-giiorinoilloroscambievoledomicilio;-labottega è

un

luogodiconvegnodi tuttiigiorni,che rendeinutili.le visite.Gastone

non

sapeva doveabitasseNazailre.

Entraronoinun’ osteria; Dragonescrissesopra

un

pezzettodicartaquesto complicatoindirizzo:

Nazaire,dettoDragone,BastionediBeaumarckais

,

cosà nuova senza numero, laquarta

dopo

ilcaffè,la scala di fondo, in cima,diterzo uscionelcorridoio:c’è soprailnome,

CAPITOLO V.

Nel documento GLI AMORI DI PARIGI. Digilized by Google (pagine 99-107)