non
piangeva.«Il
nome
delsuoavversario? » chieseRomeo.
«
Non
so nulla,DiobuonoI... »mormorò
Santa,
anullal »
«
Ma non
halasciatoqualcosa...unaparola... » aOh
sii.,unaparolai.. »risposelameschina acui isingultireseroun
po’ direspiro;«unaparola .... ec-cola1»Distesela
mano
che avevastrettain attoconvulso,e
mostròun
pezzetto di cartasulquale erascritto:Addio! .
Alsestopianodi
una
di quellecasenuovecostruite, sarannoquindici anni, sol bastioneBeaumarchais, so-pra unaporta bianca stava scritto inneroilnome
di NazairCydettoDragone.La
porta dava sur uncorridoiofreddissimo,e che puzzavadelgessoumido
dellesoflitte.Versoleotto ore,
un
giovanesiarrampicòcon isten-to perlaferrata stretta e ripidadiquella speciedi sca-lettadilegnocheguida a’piùaltipiani delle fabbriche nuove.—
Sifermòdavantiall’usciodiNazaire,esipose ambe
lemani
sul petto anelante.Era
GastonediMalllepró—
Gastonel’artefìce.Non
ebbe d’uopo dibussare.Un
orecchio attentosta-va
certodall’altrapartedell’uscio, poiché questo, diun
solpezzo,siaprì subito.Digitizedby
ÌOO
«
Buon
giorno, PàlotIbuongiorno,» disselabuona vocediDragone;« presenteallachiama!... ora mili-tare,per baccol...va.benecosì, figliuolo...Saresti sta-toun
buoncavaliere laggiù:.. Basta,non hochiuso oc-chio in tuttalanotte, perdinci...mi
pareva sempredi vedereduefiorettiincrociati, le pistoleeilterremoto...Diosanto! se potessiimpostarmiio...
Ma
discorro trop-po, ragazzo mio...animo, respiraun
poco, e poi inguardia!» - ,
'
Persolitol’onestoNazaire
non
chiacchieravamolto,ma
quella'mattinaeracommosso,
edin certinaturali lacommozioneècome
Tubriachezza:faciarlale.Avevapresoper
mano
Gastone,e condottolo sinoad unasediasucuiquestisibuttò senzafiato.’
Ad
ontadellafamiliaritànelleespressioni.Dragone
ponevanei suoimodi conGastone,nonsolo schietta af-fezione,ma
pur anchedeferenza.Un
terzochefosse entratoairimprovviso,non avreb-be potuto prenderequelgiovaneinabitosemplice,ma
elegante, econ unafisonomiadistinta,delicatae nobi-le,percameratadiquelbravoNazaire, schietto schiet-to edallabuona,spiritosoallasuamaniera,gioviale, francò, colcuorQsullelabbra,
ma
operaiodacima a fondo, e perdipiùalquanto soldatacciò.E
veramenteèunafiguracheinteressa quella del-l’operaio fattocosì,solido, vivace, valoroso,dibuon
•braccioedottima coscienza^
— E
sonpure,amici scioc-chicolorocheal disopradi sì virilebeltà,glipongono un’insipidamascheradipensatore odiverseggiatore!..Eccociòche cagionaval’emozionediNazaire,e
me-scolavaun
pochinodideferenza nellasuaschietta cor-dialitàabituale.Ilgiorno avantialvederGastone entrare nello stu-diocolfamosovestitonero, sorgenteditante
scommes-se proposte dall’azzardoso Poiret, Nazaireera restatocome
colpito dal fulmine.Amava
Gastonedi tuttocuo-Digilizedby VjOOglc
m
re:era questo
un
affettopaterno, inspirato dal più no-bilemovente
chesiainfondoaU’amma umana:
la sitn-patia delgenerosopél debole. ‘-Ora
si scoprivaun
furto. Se ne accusava Gastone.Mille circostanzefatalmentesi riunivano inappoggio deirimputazione.
La
piùgrave di talicircostanzeera .senzacontrasto l’escursionediunlavorantepovero nel-lavitaallamoda,lasuagitaall’Operacon
una donna
elegante...Là
siera portato tutto losforzo diNazaire.Aveva
detto:Noicosibenee così fortechenessuno aveva o-sato più contraddirgli. 'Ed
ecco cheGastone eravenuto da perseadarglilamentita. <
All’uscire dallostudiocon Gastone, Nazaire
non
sa-pevapiùchecosa pensare. •
Aveva
voluto interrogare— ma
ilgiudicesiera sen-titoadun
trattopiùsconcertato dell’imputato.Aveva
vedutoilnobile volto del giovane sucui leg-gevasiunaleale alterezza.Perlaprimavolta forsea-veva
inmodo
vagotravedutauna
differenza fraGasto-ne
egli altrisuoicompagni.Con
quell’abitonuovo, Gastone parevatanto libero, tantoadatto a portarlol ^Nel
medesimo tempo
Nazaireosservavasullafronte’del giovanetto,cheinquelpuntosormontavailsuo
tur-bamento,
esorgevapiùsostenuto,unamestizia tutt’al-trachelamestiziasua consueta.Qualche cosadigrave, quasidisolennel Nazaire perdèpersinol’idea del furto. Tra questa idea e Gastone,ilsuoistintorettoesagacepernatura distinseunabisso.
Arrossì,solamente per aversospettato
un
istante.« Dragonel» glidisseGastonestringendoglile de-stra;«seistatosempre
buono
per me...»«
E
chevuoldirquesto?» lointerruppeNazairej«gliamicisonoamici! »
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102
aLasciamiparlare...Nullatidissimai,perchèil se-greto
noa
èmio,enon
t’importava conoscerlo... »«Segretol...»
mormorò
Nazaire,acuitalvocabolorammentava
confusamenteisospettidileguatisi.«Oggi...
ho
bisognodeltuo aiuto...me
lo promet-ti? »K
Due
volte, Pàlot*..,Ma mi
fai-paura, te lo av-verto... »«-Ho
unasorella...»continuòGastonecon voce più bassa etremante,una
poverafanciulla, dellaqualeio sonol’unico appoggio, l’unica gioiaQuando
ionon
saròpiù,ah Dragonelsaràpureinfelicel»«
Da
quiadalloraabbiamo tempo davoltarci,figlio mioi » fece Nazaire,cercandodiridere.L’altro scosseilcapo,estrinse più fortementela
mano
che reggevanellasua.«Promettimidiproteggerla! »
«
Non
sidomanda
nemmeno...ma
tidicochemi
fai paural... forse che...? »S’interruppedasè,esitrasseGastonefinsul petto.
«
Che
tivorrestiammazzare?...»lorichiese som-messo.Gastonefece
un
sorriso malinconico.«Converrebbe chefossimoltoimpaziente.
Dragone
mio,» replicò;«
guardami... evedi senon
posso a-spettare.»«Alla buon’oral...cioè...anzi
non
haisenso comu-ne..,hovisto certipallidi (1)copie tusei,campare cen-to anni...ma
sentiamo...finisciilconto...»«
Domani
allediecimi
batto in duello,»disse Ga-stone.Nazairesigonfiòlegote..
« Non
è altro?»gridò allegramente.«Ah
1 tibatti(1)IIsoprannomediPalot dato a Gastonesignifìca
alquan-to pallido. (U. TRAI».)
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103
fiduello? scusa! va bene,accomoderòiola fac-cenda... »
«Non
lotenterainemméno
, » risposeGastone;« questoèilserviziocheintendevo chiederti. » Nazaire indietreggiòdi
un
passo,esidiede ad esa-minareilcamerata concuriositàe stupore.— Erano
sottolegalleriedeserte delPalazzo Reale.IIlume
diun
lampionevicino rischiaravalafacciaalteradi Ga-stone, emostravanell’ombra
labellaarcheggiatura dellasua persona. Alloratoccòà Nazaire ascuotereilcapo.
«
Non
haileideedaoperaio,»
riprese; «ein veri-tà,Pàlot, avrestifattomegliodatenenteche da sol-datonel militare...ma
giàlesonoipotesi,come
diconoicacciaciottolidel genio...Tivuoi battere?padrone!...
ed
achetibatti?»«
Non
so.»«Al compasso?alcoltello? albastone?
»
«No... » balbettòGastone.
«
No?... ah!ragazzo mio, è vero chelasciaboladà piùgusto...ma
inostricompagninon
sono granatie-ri...ilbastone edilcoltello,non
conosconoaltro!...a segno cheiochetiparlo,fuiobbligato astrapazzarmi secondo,lecircostanze colbastoneoladoppiapunta, per motivo che hoservitoonorevolmentenellatruppa, di cuihocertificatilusinghieridatuttiinostri capi...»«
Non mi
battoconun
camerata,»,disseGastone.<(Tiattacchiaiborghesi?...èdiversalacosa... Al-lora, avanti lacontro puntai...
Comesi
chiamailtuo tizio?... Ioho
frequentate delle caseamodo,
forse lo conoscerò...».
« Ha
nome... »balbettòGastone.« Cominciamo
bene...E
poi? » fece Nazaire.' L’altro titubò;inditerminòrisoluto:« Ha
nome... marchesediMaillepré.»
«Nieat’altroche'questo!»sciamò, maravigliato,Dra-.
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i04
gqne;«ilmarcheseselvaggiolilmarchesede’
marche-si untoccodi
numero
uno...E
credi che s’impo-sticonte?))«
Ne
sonosicuro—
io lo insultai.»«Dunque
in ogni casphalascelta dellearmi. ..tanto di guadagnato.'..Ma
insultarenon
basta, piccinomio, e m’intendi....se,peresempio,Feignant insultasse il figliodelre...en’ècapacissimo... ilfigliodel renon
sibatterebbemica conlui.
Gastoneebbe
un moto
d’impazienza, chetosto re-presse.«Tidicoche ne sonosicuro,»ripetè.
«Basta...
ma
alloranonmi
dicitutto...v’èqualche altra cosa.x>Gastoneglisi'avvicinòmeglio,edisse:
«Ascoltami.
— Non
possopalesartiperchèinsultai quel l’uomo...è un
segretocheappartiene amio
padre ch’è morto...ma
ate,chesempre'mitrattastida ami-co, posso confidare laparte delmisterochespettaa me...Iosonofigliodiunafamiglia,non solo nobile,
ma
illustre...L’avomioeraducae paridiFrancia...Non
chiedermidi più...mio padreportò seco nella tom-bailnostronome...»Nazairestette alquanto insilenzio.
«Ahisei nobile, Pàlot?.... »fece posciacon
un
in-volontarioaccentodi diffidenza.E
ripigliòcome
parlandofra sè:«
Eppure
è vero,si...già s’intende,secondolamia
idea, nientesuperbocoicompagni... ahno,per Dia-nal...ma
neppurcaldo,non
gaudente,nonciarliero,
no;i buffone... esenzamailagnarsi,questo ragazzo!...
e lavorandodi cuore...nonismorfie,
non
disgusto;...Non
somigliaaquellasemenzadisignorichehanno
a-vntodisgrazie,etrascinano ilorostivalivecchiperle fabbriche...— A
h,linatrringraziodiavermelodetto, Pàlot! »aggiunseadaltavoce,ebruscamente. - *DigitizedbyGoogle
105
« Sei tuòhe
mi
cihaiforzato...»cominciòGastone..«Tidico grazie, tanto basta... e vedi,sonpersuaso che
non
teneseivantato mai...»«Mail» , .
«Sciuna buonacreatura,via!» seguitò Nazaire
com-mosso;«ma
aspettai forse ora vi rincrescecheio tichiamiPàlot?...
».
' 'Gastonegliporsela
mano
sorridendo, eNazairela strinseconimpeto.«
Ah
cospettoInon ho vistoinobilichealleFollie edall'Amòiffu,dove sonosciocchi, bugiardi evili...enon me
nefido, sai?...perchè voalteatro tuttele do-meniche,ec’èsempre,unconteodun barone chefinge edissimulacome un
diavolo,pervittimarele prime donne, immergereneiferri,secondodicono, Albertoo Deleistre,ed immolareSaint-Ernest...dafar piangere Mignonne, poveroamor
mio!quantoumido
hanegli occhi...Ma
tu,Pàlot,nonsera quelmodo...sei buo-no...noncihai colpa seseinobile,etivogliobenetre Toltedi più...Via, sarò tuo patrino, senza sapere per-chètibatti...È
dura!ma
che m’importa?...equantoa
tuasorella... » ^« Miserasorella!»feceGastone, echinola testa-
-«
Oh
ecco,sciamòNazaire, celandorintenerimentocon un
attodiclamorosailarità; nonsapràletuera-gazzate,figliomio.
».
. ,«Ma...»disseGastone,«e se resto ucciso?...»
«Stazitto,Pàlot!»
« Credodirestare ucciso...»dissedinuovo Gasto-ne,
ma
ccmfredda fermezza.,,« Stazitto!» ripetè Nazaire; «e’portadisdetta!...
tu,ilmio poveroPàlot,morirecosì!..»
Aveva
lavoce tremolante.Prese bruscamenteperla vitaGastone,e selopremè
alseno.Poisi tiròindietro, e picchiò co’pledi in terra adi-rato.
^ -rdbyCoOgl V
106
«Cospettacclo!...» esimettevailrovesciodella
ma-no
sugli occhi bagnati;«mi
faifaredelle bestiaiità...Tua
sorella,non
laconosco...ma
levoglio bene... e se lasfortunafacesse...tua sorellaavrebbeun
padre, Pà-lot,caro epoveromiofigliuolo!...1ToccòaGastonea cingerecollesue bracciale robu-stespalle diDragone. Rimaseroabbracciati
un
bel pezzo,«Grazie...grazie!...»dicevaGastone.
Nazairefacevasforzi terribili,
ma
inutili,per aste-nersi dal piangere.Dopo
pochi minuti secondi, respinse Gastone,esog-giunse: ,
‘
a
È
finita... nonrieparliamopiu, o chemi
arrab-bio...Un
soldatochepiange,capisci,non èunbell’ e-sempio...Torniamo adomani... Saimaneggiarela pi-stola?»«No. »
«Saimuoverelaspada?» a
No
davverol» Nazairefeceuna
smorfia.«
Non
importa...sisonoveduti deicoscritti... non moltospesso...ma
iosonosottomaestro discherma, perDio!ed avròtempod’insegnartiunabella botta....Vieniqua.»
VolevatrascinarsecoGastone;questivisioppose.
«Eh!vieni, »ripetè.
«Adessono,» disseGastone; «è l’ultima
mia
se-rata... saràpermia
sorella...»È
giusto...quantunqueio siasicurissimoclie domat-tinatorneremotUtt’edueafarcolazioneal Cappucci-no...T’invitoio...Ma
insomma, è giusto...primadi tuttolapiccina...Dunque'a rivedercidomani...alpiù tardialleotto,etidaròuna buonalezione...Appunto, haiilmioindirizzo?»Accadesoventeche dueamicidifabbrica,iquali
non
DigitizedbyGoo^U
107 siano nello stesso
tempo
compagnididivertimento, i-giiorinoilloroscambievoledomicilio;-labottega èun
luogodiconvegnodi tuttiigiorni,che rendeinutili.le visite.Gastonenon
sapeva doveabitasseNazailre.Entraronoinun’ osteria; Dragonescrissesopra
un
pezzettodicartaquesto complicatoindirizzo:Nazaire,dettoDragone,BastionediBeaumarckais
,
cosà nuova senza numero, laquarta