La
seguivaRomeo,
tenendotuttaviainmano
il fo-gliosu cuiDragone avevascrittoilgiorno prima,in dettaglio e senza abbreviature:Nazaire,dettoDragone,bastione Beaumarchais, ca-sa naovà senza numero,laquarta dopoilcaffè, la sca-ladi fondo, in cima,ilterzo uscio nel corridoio:c’è
so-pra
ilnome.Romeo
avevascopertoquestoindirizzo rivoltando a caso lacartadovelamano
tremantediGastone avea vergato:Addio.Primo
suopensiero fuche ilfratello diSantasibattesseconNazaire.Questa idealo domi-nò,tantopiùch’eiconosceva Nazaireper.puntiglioso inDigilizedbyGoogl
matèriad’ouore;edinoltreessaglidava grande speran-za, ónd’eglivi siattenne.
Nazaire, dalsuoritornodaU’Àfrica,aveva conserva-to colsuoanticocapitano rapportidirispettosoe cal-dissimoaifetto. Perlui
Romeo
eral’idealedelbuono*delbello,del valoroso.
Lo
avrebbeseguito incapoalmondo.
Romeo,
che sapevatutto questo,doveva immaginar-siche unasolaparoladibocca sua basterebbea calma-relatempesta.Correndosu perlaviadeiFranchi-Rorghesi per giun-gerealbastione,diceva trasè:
«Ah,
ahi.. Gastoneè altero... peggio per Drago-ne!.. bisognerà chefacciale scuse... eiefarà...Ha
tanto
buon
cuorel...io glidirò:Questo ragazzoè ami-comio,mio
parente...laprima cosachemi
si affac-ci...perchèquel diavolo diNazaireselomangerebbe
inun
bocconel..Almeno,
ch’iogiunga a tempol»E
trottavaquantopotesserolesuegambe.Fu
alfinenelcortile,e vi trovòunportinaio sul gu-stodiJalambot.«
È
incasalisignorNazaire?»domandò
egli.«AIsestopiano, piusudelmezzanino,« rispose quel secondo Jalambot.
«Vi
domando
s’èin casa.»«Andatea vedere, » replicòilportinaio;jkTultimo uscio nel corridoio.
Sisonoveduti di questi funzionari pervenireall’età decrepita senzache
mai
fosse rotto loroun
bastone sul-le spalsul-le.È
caso raro— ma
basta per pruovadella sorpren-dente mansuetudinede’nostri costumi.Romeo non
avevanèvoglia,nècomodo
di pigliarse-lacol portiere. Si slanciò sulla scala,esalìigradinia quattroallavolta.Mignonne
portavaillattedicolazionecantarellando,DigilizedbyGoogl
121 eneppursifigurava cheia‘soffittasirecitasseil prolo-go d’un
dramma
disangue.Romeo
lasorpassò,efuilprimo adentrare.aSia lodato Iddio!» eglisciamò; «giungo a tem-po! »
«
Rd
a proposito,» risposeDragone; « questaè sorte!»E
prima cheRomeo,
tuttoansante, potesse dir nul-la, eglicontinuò:« Capitano,hol’onoredipresentarvi...Gastone, det-toilPàlot,
mio
amico...non
amico.dadozzina, però!...amiconelverostile,che nonvorreibene
un mozzichi-no
dipiùalmio
propriofigliuolo...»Per pronunziaretaleesordio. Dragonesiera
messo
in attitudinemilitare.Romeo
loascoltava attonito,e perdevaogni lusinga."«
Ve
lopresento,»proseguì Nazaire, «inun
brut-to impiccio...
un
affareloreclama',!come
sisuol dire, ediomi
emanciperòadomandarviSe avrestedadarci un’orao duepercompletareilgiustonumero
deipadri-ni...» ' >
«Signore...» cominciava Gastone, chesalutòcon civiltàe freddezza.
. « Sperapure, Pàlot! »Dragonelointerruppe;«si tratta,
come
vipenserete, capitano, d’andare immedia-tamentesul prato...La
cosaèperledieci...enon èmolto
presto,secondolamiaopinione,avendopercostu-manza,
permioconto,difarquelle funzioni nelsaltar fuori daletto...Ma
igustisonovariabilinellanatura,come
icolori.;.»Romeo
avevachinatoilcapo, enonrispondeva.Era
entrataMignonne.Stavasull’uscio, colvasodi latteinmano,
curiosa, intendendo permetà,etre-mando.
«Signore, » disseGastonea
Romeo;
« l’oraavanza, csenon
potete accordarcilavostra assistenza... »DigitizedbyGoogle
122
«
Come!
»feceIoscultoresconcertato; «non
vi bat-tete voidue?»«Noiduel gridòDragone;«
ma
zitto!ecco Mignon-ne... Si0no,capitano?»«Ahi perchè
non
possofar di più! »pronunciòRo-meo come
parlando frasè;<(almenosaròlà... vi se-guo.»«Viringrazio,» risposeGastonecon
un
nuovo sa-luto.«Andiamo!»Passòlasoglia
i
<
Romeo
posòlamano
sullaspallaaNazaire,egli dis-se qualcosa all’orecchio.«Ah! » fecequesticonattidel
massimo
stupore;«dunque
non
èpercombinazione?... »«
Lo
cercavo...ma
lameschinafanciulla resterà so-la...neppur saprà s’iosonoalfiancodisuo fratel-lo...»<(Sì, si...eccoMignonne.
»
Romeo
aprivabocca perreplicare,erimasezittoe confuso.Nazairesife’rossosinoalleorecchie.
«
È
miamoglie...»disse,tuttoimpettito; «non
ab-biatepaura,capitano...E
poi,Mignonne
èun buon
corichioedunaragazza onesta...a segno chel’ho spo-sata...»Proferì questi ùltimi accenticondignità'sìveracee franca,cheloscultorenonfupiù perplesso.
Andò
ver-soMignonne,laquale,imbarazzataed indovinando che siparlavadi lei,facevafinta dioccuparsiad accendere unbelfuocodilegna.«Signora, » ledisse,«Nazaire
mi
permettedi chie-derviunfavore.»Mignonne
sialzò,e feceuna
riverenza.«Scusate, capitano... » interruppeDragone;«sento
ilPàlotchégridadigiù...faròpiù prestodi voi...
Ec-coilcasocom’è, Mignonne... c’èunasignorina, cheDl-j'l-trJbyGoogic
I
123 bisogna andareavedersubito...econsolarla...averne ' cura...èlasorella delPàlot, delmiomiglioramico...
edèqualchecosa pel capitano,perilquale
mi
farciin pezzisenzabrontolare...»«
E
chelesihaa dire? » chieseMignonne.« Che
tuttovabene, » disseRomeo;
«ch’iosono vi-cinoa suofratello...non
viscordate di questo... eche abbiasperanza...»« Così,giusto... andiaraol»sciamò Dragone; «il
Pàlotè giù,chefaildiavoloaquattro... Sai pure, Mi-gnonne...parolettedolci, lusinghe...alpalazzonesul cantodelle strade deiFranchi-BorghesieCultura. ..Ma-damigella...»
«SantadiNaye,finì
Romeo.
«Farò
,m^Hó
chepotrò,»risposeMignonne.Romeo
principiavaun
ringraziamento; Nazaire lo spìnse fuorisenzacerimonie,ed ambiduescesero ve-locemente.Gastoneliaspettava, col piede suimontatoiodi
un
fiacre.Fu
pronunziatalaparolamancia.Le
due carogne, frustate-a.rotta di collo, misero inmoto
igarretti magri e quasi privi di articolazione.La
vettura si scosse,e sbalzò di trotto serrato sullastrico del ba-stione.Si feceiltragittoin silenzio.
Gastone stavaimmòbileefreddoin
un
canto della carrozza. Vicinoadesso Nazaire, ritto ritto,temendo di appoggiarsialleparetisupposteimbottite del legno, si manteneva in positura adattataaliai circostanza.Romeo
era agitato; adognipoco sembravasolpunto dì parlare, e tacevasempre.Quando
ilfiacre siavviòperla strada delsobborgo delTempio, Nazairetossì,e disse:«Si salaregola:itestimonidevonosaperedichesi tratta,lo
mi
sono impegnatoamaneggiare TafTareal-DigilizedbyGoogl
124
lacieca, perchè fosemprequelchevuoleilPàlotqui presente...
ma
perilcapitano^tutt’altro.»«
Come,
Dragonel... » sciamòRomeo;
« ignora-te?...»«
Non
so nulla e poi nulla, capitano... senon
cheilPàlot èdiritto
come
un1, edincapacedicosa qualun-que che nonsiadigiustizia; sicché staa vederesesi vuole spiegare. »«
È
impossibile,»risposeGastone.«
Ecco
capitano...prima dr andarepiùin là, tocca avoiatastarlo...»
- «Saròtestimonio delsignore, checché Succeda, » disse
Romeo.
« Sietepur generoso!»disseGastone
commosso;
«vi ringrazio un’altra volta, e dalfondodel cuore.»Romeo
schiuselelabbra; su questeavevaparoleche volevanosfogo:lericacciòaddentro.E
infatti,che aveva dauire? 11passofattoda Santa eraunadiquellecose fuori dailimiticonvenuti, chenon
sispiegano inpochidetti;parlare, sarebbestato risvegliarediffidenze,chenonsiavrebbetempo
da di-struggere,perchésifacevatardi,ed erano per varcare labarriera.•.
Una
parola sconsideratapotevafarperderea Gasto-neilsanguefreddo etoglier gli laforza.Romeo
sitacque.Siamo
suipoggettidiSanChaumont.
-IIcieloera chiarissimo, evicorrevanoveloci nuvo-loni nericonbellefrangedineve. .
Soffiavailvento conviolenza, abreviraffiche, che spiegavano pressochéorizzontalmente quei grossi goc-cioloni dipioggia cui la procella scagliaa scariche improvvise, per indi seccarle colsuosoffioacre e pos-sente.
Ilsolesimostravain
un
subito, tingendo l’acquaz-zonecoi colori delprisma;poisituifava sottounaden-DigitizedbyGoogle
128 sanube, esulloscuro orizzonte apparival’
immensa
curvadiunarcobaleno.Da
lungi,sullacampagna,sivedevanolalucee l’om-bra aconllitto,mescolarsi ecambiarluogo a vicenda, e darealmedesimo
posto aspetti diversi.—
Larghe zone illuminate strisciavano perlapianura, seguiteda altre listecupe, e tingendoinnerotuttociòcheil rag-giosolare,aveatesté rischiaratoedimbiancato.SiscorgevaParigiinfondoalla salita,nero, confuso, immoto.
—
Poi veniva repentinaunascappatadiluce.Parigisianimava.
La
lucetremolante dava unaspecie singolaredi vita alFimmensacittà.Tuttoagitavasi...L’ombra ed illume siurtavanofrai muri innume-revoli, che,ora celatiedorpalesi all’occhio
come
per magia, sembravano in baliaa scotimenti gigan- ,teschi.
Era
magnifico spettacolo, or giocondo,ortremendo, esempre
grande, imprevisto enuovo.Liavrestedettiimobili capriccidiventicambiamenti discena,eseguitisu proporzionicolossali, abbraccian-tituttoilvastoorizzonte nel capriccio inaudito dellelo*?
ro fantastiche evoluzioni.
Anche
ipoggetti,deserti,spalancando quaelài lo-ro burlo-ronicosparsidiargilla,rendevanoilquadropiù stupendo.Pochi
anni sono, quei monticellicheconfinano adue barrierepopolose, conservavano ancoraun
carattere singolarmente campestre, edavederesoltantole im-provvisevariazionidel terrenodiquelle Alpi in minia-tura,tappezzate dovunque d’unavegetazionepoverac selvatica,visareste creduti lontani dallecittà.-Certo
l’illusione non poteva durar,molto.A
sini-stra,lebianchecaseaggruppatee sovrastanti l’una al-l’altrasullo spianatodiDelleville;davanti avoi,Parigi intera, dalla cupoladella Polveriera ai loggiati biellaMaddalena,
dalletorri sottilidiSan VincenzodiPaoliDigitizedbyGoogle
126
ai tettiossidatidegl’invalidi; adiritta, lacaserma ro-tondadiBellevilleedimolinidiMontmartre;didietro,
ilcampanile dìSanDionigi: tuttoviavrebbeindicato cheanzibenlontana eràlasolitudine.
Ainostri giorni,l’illusioneneppurha
tempo
di nasce-re.—
Dall’altodellacollina,scavata,minata, utilizza-ta,ilnostrosguardo. Volendoslanciarsiversoilpiano, s’imbatte nellacurvadelrecintocontinuato, e in quelle bruttecittadelle,che condupliceminacciavolgonoi lo-ro cannoniverso Parigi davvero,epercelia versola frontiera.Romeo,
NazaireeGastone eranosulpoggettodacircaun
quartod’ora.Aspettavano.—
L’oriuolo delprimo
di essisegnavalediecie venti minuti.«Forse
non
verràl» disseRomeo,
incuilavoce, piùcheleparole,esprimeva unatalqualesperanza.Nazaire, che aveanascostisotto
un
cespuglioisuoi duefìoretti, da’quali avevastaccatiibottoniprima
di partire,frugava quaelà, collemani
dietroalla schie-na, in traccia diunsitolargoedugualedaservire pel combattimento.«Verràl» risposeGastone; «ioloinsultai.»
«
Eppure
è passatal’ora,edin similiaffari...»« Verràl...vipijomettocheverràl »
La
vetturasierafermataa mezzopoggio. - ,Gastone e
Romeo
sitrovavanosullacima, edilventolisferzava forte sul viso. ,
Romeo
prese Gastone permano,
e lò trascinò dietroun
muricciuolocheliriparò alquanto.Spessefiatebastaun
movimento
diquesta specieperrompere
ilghiaccio, e servire di esordioaduna confi-denzascabrosa.Romeo non
avevalasciatoandareladestradi Gasto-ne, siaccingevaa parlare,non
v’ha dubbio...ma
si udìlavoce sonoradiNazairedall’altraparte delpendio.Nazaire
amava
ditutto cuore Gastone, el’ottimaDigitizedbyGoogl
127 indolesuasimpatizzavacontutto ciòch’erageneroso, delicatoebuono; avrebbevoluto acosto del proprio sangue proteggeree difendereilgiovanecamerata che l’inesperienza e l’apparente debolezza,asenso suo, ren-devanoquasi
una
vittima.Ma
per Nazaireun
duello avevain sèqualchecosadiattraente. I preparatividi quello scontroavevanoin luiridestatolecare rimem-branzediconsimilicircostanze, e stuzzicatoenergica-mente
isuoiistintiguerrieri.Quel ventofrescodelmattino peressoavevaodori già noti.
—
libuon vento cheilcacciatore attivo anna-saconallegrezza,perchè glifavelladellelunghegite albosco, delletracceaccortamentescoperte,edelle milleprodezzedello sporty Nazairelorespirava tutto lieto,enetraeva caldissimememorie.Svestitor uniforme, colla sciabolainpugno, sotto qualchealtopalmizio, glipareva d’essereancorain Africa,
uomo
contr’uomo, apièfermo,occhiobuono, lestoa parare...Ognuno
haisuoidifetti.Ed
eraormai dadilettante,è d’uopodirlo,che accu-divaaipreliminari dellalotta,cercandoun
sitocomodo e ben
adatto.«
Che
gioiellol»sciamò, dietroilpendiodell’erta;« chegioielloditerrenol v’è dastendersi...
ma non
troppo... unito,duro,danonisdrucciolarvi...un vero gioiello!...»Siarrampicò perl’erta,esaltò vicinoa
Romeo,
che glivolseuno sguardodirampogna.Ma
Nazairenon
vide lo sguardo.«Sicché,»ripreseadire,«eccocialposto...
stare-mo
comodissimi... cimanca
solamenteil nostro uo-mo...Or
via,Pàlot,»proseguì cambiandotuono, « po-canzicipensavo...siamo d'accordochenoncidiraiilperchetibatti,gìacchèlatua idea èlatua idea...ma bi-sogna che sappiamo un pochinoil
numero
dell’insulto...»DigllizedbyGoogk
128
«L’hopercossoin viso,»disseGastone.
Nazairefeceunasmorfia...
Romeo
abbassògliocchiedinarcòle ciglia.«
Numero
primol»brontolò Nazaire; «vabene...Allora, siccome èl’altroTinsultuto, sesicontentadi primosangue... »
« Ionon
me
necontenterò,-»interruppeGastone con calmae freddezza.« Eppure...»voleva dire Nazaire.
Gastoneglitroncòda capoildiscorso
.
«
Uno
dinoidue deverestarqui, » gli disse;«è duel-lo amorte. »Questi accenti feceroin
Romeo
un’impressione dolo-i*osa;Nazaire,che provavaun
sentimentoquasi eguale, l’occultò sottoun
aspetto d’indiflerenza,esalìsul pog-gio zufolando.Crescevailvento.
—
Scorrevanolenubipel cieloco-me
fannoleondeagitate delmare
intempo
di burra-sca, lasciando, traleloro mobilimasse,larghi spazidiun
turchino cupo.Le
raffichefischiavano peirami sfron-dati deipochi arboscelli dei dintorni.Romeo
cavòfuoril’oriuolo,che segnavalediecie tre quarti.E non
v’eraancoraindiziochevenisse l’avversario diGastone.Romeo
cominciavaa sperare.«Potrebbeessere quellolà!»fecead
un
tratto Na-zaire dalsuo posto di osservazione.Stendevala
mano
nelladirezione opposta a quella ch’eglinoavevanoseguitaperarrivare.Romeo
guardò. Nulladistinse.Ascesesullavetta.
Un’elegante carrettellaconduesuperbicavallidi pe-lomischio,galoppava sullastrada della barriera della Villette,evelocementeavvicinavasi.
Romeo
sisentìstringereilcuore.DigitizedbyGoogle
129
CAPITOLO
VII.bisnonne.
L'elegantecarrettella si
fermò
inmezzo
alla sali>ta, alla
medesima
altezza delfiacre,ma
dal lato op-posto.Smontarono
trenomini...Uno
simisesottoil brac-cioun
paiodispadenell'astuccio dimarocchino.Un
altro presein
mano
unacassetta dapistole.Ilterzo^avvolto in
un
pesantesoprabito impellicciato,non
por-tava nulla.Cominciaronoad ascenderetuttie tre sulcolle.
Quegliche andavainnanzi,scorgendoincimaal
mon-ticello
Komeo
eNazaire, fece lorodalontanoun
civilis-simosaluto,edessi vicorrisposero.«Orsù,Pàlot,ragazzo mio,» disseNazaire,c<ecco
ilnostro uomo. So benioche
me
loinghiottireiinun
boccone,quelmarchese...ma
tuvuoi fareletue fac-cende date...locapisco.« Abbreviateipi^eliminariquantopotete,v^ene pre-go, » replicòGastone; «hofretta diGnirla...»
Inquell’ora,Gian-MariaBiot.ingrandelivrea, servi-va acolazione
madama
laduchessa,vedovadi Maille-pré.Era
sempre, daparte delbuon domestico, ilsolito rispetto, lesoliteattenzioni;ma
sembrava adempies-se all’obbligosuo macchinalmente ecome
per abitu-dine.La
rozzasuafacciaesprimeva cupocordoglio.Quando
lasignorasifurimessa accantoal caminet-to,Biotpose dentroaquestolelegna, e poi altre legna nella stufa,onde mantenerequel calore soffocanteche impedivaalpigrosanguedell’ottuagenariadi coagu-larsi.VOI.II. 8
DigitizedbyCoogle
130
La duchessa
non
siera accorta dell’assenzadiSanta ediGastotie. In lei lo spirito eramorto primadella carnedecrepita.; dalunga pezzaessanon
avea più cuore.Si adagiòsulseggiolone, s’incrociòlemani intirizzi-tesullasetaneradellaveste, c rinchiusegliocchiper faroilchilo.
Biotsiavviava versol’uscio. '
«
Dove
sono Gastone e Santa?» giidomandò
piano Berta.((
La
signoraSantastapiangendo,» disse Biot; ail signormarchese...»Gli
mancò
la voce;volse l’occhioal pendolo, che segnavaundicioremeno un
quarto.— Non
occorronotrequarti d’oraperbattersil—
eipensò.
«Ebbene!»feceBerta;«eGastone?
«Bisognaaspettare,» risposeGian-Maria
mestamen-te;«aspettare un’ora
,persapere seilsignor marche-sesiavivoomorto. » '
Bertatremòtutta
—
perocché nel suo cuorestra-yiatoera tuttavia
un amore
che dormiva. Sottola ge-lidaangoscia della sua solitudine,un
urto improvvi-so potevaestinguereoridestarei suoi sentimenti as-sopiti.«Santapiangel»balbettò; «si
amano
tantol voglio andarepressodilei.»La
pallidaguancialesicoloriva diun
riflesso di vita, esisentiva esserviun’animadietroallebelle lineedi quelle fattezze di alabastro.Mosse un
passo versolaporta.«MadamigelladiMaillepré,» chiamòin talpunto collasuavoce
monotona
lavecchia,«venitedigraziaa farmilalettura.» ,
Bertaristette,quasiuna
mano
invisibile le inchiodas-seilpiedesulpavimento.DigitizedbyGoogle
i31
Le
sìspenseillievefuoco dellepupille;ilvisotornò dimarmo.
La
catena,dimenticataunmomento,
lestringevadinuovo
attornoalcuoreangustiatoilfreddocerchiodeisuoianelli dighiaccio. '
Biotse'ne andò.
Trovò unaragazza incognita sedutaaccantoal letto di Santa.
Tornatoalsuo casotto,sibuttòsulloscabello.
Ivi loavresteritrovato nelleorochesuccedettero, immobile,collebraccia incrociate sul petto robusto, da-vantialsuolavoroincominciato.Avevale cigliain for-tissima contrazione,disopraallepalpebre chinate.
Non
simoveva,non
silagnava.Non
pregava—
egliche purvenivadaquella provin-ciacristiana e credente,doveilvillico, preservato dal suobuon
sensopiùchedallasua ignoranza,nonsi ver-gogna delrosariodifamiglia,e chiede più volentieri lesue consolazioni a CristodiealNume
dellabuonagenie!Non
pregava—
egli che venivadiBretagna, terravalorosa, in cui
non
siradicanolecattiveerbedcHari-do
scetticismo, deirecletismoimpossente, odel vecchio-deismoricopiatodaVoltaire,emessodirecente a por-tata deifilosofi dapiazza,che credono accarezzareilCreatore,mentreinsultanoisuoi pontefici, dal più
Creatore,mentreinsultanoisuoi pontefici, dal più