Burotstavainequilibrio sul gradino,pronto a met-tersi le
gambe
al collo alprimopericolo.Lo
scosseroipassi leggerissimidiSanta.Sicacciò presto indietro.
Lagiovanetta passò. Eil’avevaravvisatainun at-timo.
Sicacciògiù ilcappello atraversosulla parrucca cresputa,
mandò
ungestodi sfidatrionfanteallostudio discultura in cuinon
v'era,alcuno, csiavviòsulleor-me
diSanta. .CAPITOLO X.
,Per caso.
Ilsignor Burotpedinò Santaadistanza discreta,e nonsiristettese
non
quandol’ebbevedutapassarela sogliadel palazzodiMaillepré.«
Vehl
vehI»disse frasè,«stanellanostracasal èpigionale del signorduca1...Megliocosi,mipiace...siamo capacidiaverla per
un
trimestre di pigione. »Posò
lamano
sulmartello...ma
nonlosollevò.«Ehi!
»
pensò, non facciamospropositi!quell’or-VOL.II. ' 3
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38
sacciodiportinaio vieneeglistessoapagareilfitto del-l’aladiritta...
E
laragazza dev’essere delFaladiritta, giacche l’Inglesenon hafigliuole...L’orsosuddetto sa-ràqualcosa sul gustodiprotettóre,dicerbero....non
va messoin sospetto !...)>In conseguenzadiquestoragionamento,lasciòil
mar-tello,edandò adimpostarsiall’angolo della via dei Franchi-Borghesi pervedere selabiondauscivauda ca-po o rimanevadefinitivamente.
Stettelà
un
belpezzo—
iltempo
da berediversi bicchieriniefumare dueVolteda cima a fondolapipa nuova,compratalamattina inluogoevecediquella collacanna lunga che ilgiuncodiRomeo
avevafatta saltarealterzo piano.Ad
onta della cravatta di raso turchinoafiori gialli edelfarsettodivelluto,non
erafuor del.suoposto sulcantodiunastrada collapipainbocca.Anzila pi-pagli siaddicevaperl’appunto;completavalasua te-nuta.Glisiaddiceva
come
gliocchialiaipedantidi colle-gioodilnastro rossoairagazzetti deinostri depu-tati...Gastone, avendo lasciataSantaall’ingresso del
nu-mero>26
inViaSanLuigi,sieraincamminatoalla bot-tegadaincisoreinlegno,dove lavorava.Ogni, matti-nacosivenivaacondurrela sorella,edogni seraa ri-prenderla.Sicchésenza badarvi, e
come
si faunastradaormai consuèta,^sidiresseallabottega.Ma
duranteil tra-gittogliassalseegliturbòilcervellounflussotumul-tuosodipensieri. .
'
, Forse giammai,neHenti anni della sua giovinezza tan-to afflittae sprovvistadiqualunque letizia,ho,
mai
raltoe coraggiososuonaturalenonera statosivicino alladisperazione.Inquellamattina sembrava chel’a-DigitlzedbyCoogle
39 nìmosnofòssesenza forzecontrolepene.Cedeva sot-toilpesodellasuatristameditazione;procuravadi chiu-dere l’occhiodelsuocriteriopernonpiù scorgereil lu-gubre velo distesosulsuostatoavvenire.
Ma
ilpresente erada meglio?—
Quelloe questo po-tevano,inpropositodisventura osCiiraesenza' confor-ti,stare a pettoaifunesti giorni del passato?...A
quindicianni Gastone aveva avutoilcuorediun
nomo. Vicinoalladilettasorella,trovava in sè talvolta leingenue dolcezzedellabeatagioventù;ma
ilfondo essenzialedelsuocarattereeralamaschilegravitàe laquietarass^nazionedelfòr^ che mirainfaccial’in-fortunio.
\
Ciò
non
escludevanelle-ore d’angoscia e d’isolamen-toicaldi rammarichi,gHmpeti
appassionati, special-mentelacolleracontroV
unicoautoredeiguaidisua famiglia.E
non sappiamonoi forsecherassegnarsinonè già morire?E
l’eco dellaTebaidenonudì spessolegrida edisingulti diquegli uomini'santificati,chepure ave-vanoinnalzatoilpensiero delcieloqualeusbergo impe-netrabile fraloroedilmondo
?E
poi,dalgiornodi ieriGastone avevanellasua pia-gadue pungolidi più.—
Coluiicuiprimi passi barcol-larono sul suoloumidoe freddodiima povera dimora,ilfigliodell’indigenzacheintesegemiti e querele pres-soallasuaculla, e del qualelafamiglia non haaltra storiase
non
levicende ereditariediunlavoro ingrato succeduto daoziiobbligatie famelici, puòinqualchemodo
affrontare senza rischio l’aspetto dei mondani splendori.Quellegioienon
furonomaisue.Non
ride-stano inluirimembranze o rammarico.Ma
l’uomo, che pers^opei padrisuoi, fuuno
dei principidi quella turbabrillante,echespogliatosi ce-lapienodivergognainfondoallapropria miseria;l’uo-mo,
diciamo, chedallaspadafiammeggiantedell’ange-DigitizedbyGoogle
40
lodel)e avversità venivascacciatoluridi dallasogliadel paradiso terrestre, e deplora,e-sirammenta... oh1si astenga,Timprudcnte,dall’accostarsi, a queilumi vi-vissimiche spargeasèd’intornolanobilericchezza1
Conservi qualbeneunico e prezioso quelsonno del-r-animo'in’cui ilsuo infortuniosiquieta e sisopisce nelTobblio del passato.
—
Perluiildestarsi è tutt’am-bascia. Ei’riconosce allorailsuo posto’fra tante ma-gnificenze,dacuiloseparaormaiun
argine insormon-tabile.Siriaprelasuaferita.Eisiconsumaalfuoco dei de-siderilegittimi,
ma
stolti.Urtadisperato efuribondo alleporte chiusediquelparadiso,d’onde lo esiliòla suacaduta.Per unasera,Gastonesierabagnato le'labbra nel nappodegli avventuratidiqòesto
mondo
;edincuore glienerimanevasoltantoprofonda amarezza, debolez-za dolorosa,scoraggiamento,disgusto,abbandono. 'Ilsuo
nome —
ilnome
diMaillepré,—
sinonimodi nobiltà,di gloria,diopulenza,glibatteva nel cervello.Le
suereminiscenzerisvegliate glifavellavanodi gran-dezza edifortune—
e poi calavalosguardosulla roz-zastoffadelsuoabito daoperaio.Ed
ilsuo pensiero tornavaverso Santa, chenello stesso istantevendeva perun
meschinosalariolepenosefatichediunagior-nata! . ;
Andavainnanzi.
La
febbregliacceleravailpasso. Gli occhi suoinon vedevano. Glioggetti bennotiche in-contrava per via nullaperluisignificavano.Non
sape-va dovefosse....La
sualìo'.teg'aera situatanellastradadelPasso del-laMula.Eraitoanchepiù inlàdiunbelpezzo.—
Ave-vadavantilalungalinea deibastioni.E
proseguiva....E
frailsuomalessere rhoralesorgeva un’altra in-quietudine...chegliprpYciiiYapuredall’Opera-, dalla seratadiricreazione.DigitizedbyGoogli
- V’era
un
marchesedi'MaillepréchenoneraIni.Un
altroportavailsuo
nome —
quelsupremo avanzodella nobile eredità della sua schiattagliera stato rubato!Come grimmensi
benicomponentiilpatrimonio del-lasua famiglia,come
glionori trasmessida padrea ti-gliodapiùsecoli,come
tuttoquantoera stato proprie-tà degli avi suoiIE
Gastonediceva:«Inqual
modo
trovarlo, coluichemi hatolto'il de-positòaffidatodalpadremio moribondo? È
ricco,di certo,ediosonopovéro.Le
nostre vienon
s’ incon-trano. Eglipotrà senza timore goderedel furtochefece delmionome.
Perme
trascorronoigiorni del lavoro...non
hotèmpo
dadifendere l’onor mio... » Molti,che passeggiavano,,guataronocuriosiil gio-vanettochecogliocchiasciuttiedardentipareva tras-portatonelrapidocammino
daun
idea funesta.' «
È
matto1»mormoravano
ipiù.-
Ma
sulbastione delTempio,grasso terrenodi allegri banchetti,v’hannopiù ubbriachiche maniaci, e v’era-110tantietantichereplicavano:, «
Ha
bevutoI»-- Gastone
non
vedeva,non
udiva.. .andavaavantisen-zasapere... • . ^
Neltragitto,ilsuocervello riscaldatoedin
moto
ri-chiamavainmente
gliaffanni passati,peraggiungerli spietatamenteaipresenti.£isimiravatransitare dinanziilletticciuolosucui suo padreagonizzante rivolgevaallafamiglia
L
ultimo addio.Udivail
nome
diWestern,gridosupremodiuna spe-ranza cheinqualcheguisa sopravviveva airesisteuzal...Western!
ilsalvatore annunziato,promesso, nonoramai
venuto!Mirava anchePolipio, l’usuraio implacabile,negare
un
asiloallavedova,ai figli-chevolevanopiangere at-tornoadunabara...9
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42
E
poilasignoradiMaillepré,suamadre, soccombe-realgrave pesodel dolore.E
sulciglio diGastone venivano lagrime—
-lagrime presto asciugate dal fuoco delle sue palpebre...Indiera Carlotta,lavivaceescherzosa ragazza, ca-ra
compagna
di.Santa,consolazione e letizia dei pa-renti...Carlotta,chefuggiva dallamiseriacomune, e gitta-vavialasua parte dellatrista
soma
diguai...Carlotta,ormaifattastranieraperquelliche
rama-vanoI...Gastoneera giàmoltolungi dai tranquilli bastioni
,
doveadessosiscorgelacolonna diLoglioeddisuo ge-nioinequilibrio;avevaoltrepassatiipopolati rionidel Castellod'
Acqua
eleportemonumentali,ilcuinero granito parladiLuigiilGrande,in latino, agli arrotini• delquartiereSanDionigi.
Ilmovimento,ilclamore,l’eleganza,,lo
circondava-no
perognibanda. Arrivavaall'altracolonna, gigante-scopiedistallo dìunaglòriache riempieilmondo.
Le
sue meditazioniglistendevanosempre una ben-dasugliocchi.Sismarriva conpiacere,contrasporto, nel sentiero percorso dalla passatasuavita.Contavai suoiaffanni,sommava
lesuepene.Pareva chevolesse, giungere,vuotandotuttol’amaroraccolto infondoalla propriamemoria,alparosìsmodelladisperazione,che allelagrime sostituisceilriso,e slanciaal cielo la sar-donicasfidadelsuo sguardo, gridandocome Oreste:—
GrazieIsonpago1
—
Ma non
eracosi.La
suacollera,primadiarrivarea Dio,trovava davantiasèun uomo,
unicoistrumento dellesciagure della-suàstirpe.—
Ifpadreelamadre,
mortientrambibel piùbasso della loro caduta, Car-lottaassente,Santacondannataallavoro dellesuema-ni, eglistessobalzato ail’ultimogradinodella scala so-ciale, taleera l’opera di colui,possenteormai
e
riccoDigilizedbyGoogle
ditutta l’opulenzaedi tuttoilpotere della rovinata fa-mi^lia.
Gastonepalpitòd’odioacerrimo.
— Aveva
sfuggito queiruomo,esempre perchè temeva ilviolento consi-gliodellasuaindignazione,edessernon
Volevaun
as-sassino...Nelle nottifebbrilichelosnervavano,fralevigiliein cuigliabbruciavailpettoed aveasete, etuttoilsuo corpo,molledisudorefunesto
,siagitavasotto tanto maloreimplacabile,l’ombradelducadi Compans-Mail-lepréeccosedeva,tormentosa,tenace, àcapodelsuo lettoa duplicareilsuomartirio.
Inluiesisteva un’idea,chescacciatadalriposo del giorno ritornava poi nelle ore della febbre notturna.
Uccidereilduca,
V
assassino dellasuaschiatta!D’altronde Gastonecredeva cheilduca,
non
con-tento delle conquistate spoglie,e cercandotogliersiun
restod’impaccio, intendesse privarlodi vita.—
Dovun-quequellidisua casasitrovassero
un
asilo momenta-neo,liseguiva un’ indagine’misteriosa.V’eraun uomo
che aveva interesse araggiungerli. Ilfattoera certo
,
poiché nelle abitazioni daessiabbandonate si presen-tava poi
sempre un
incognitoacercareconpazienza ovesifosserotrasferiti.L’incognitopotevaessereWestern;
ma
sebbeneGa»*stone ignorasse l’uccisione
commessa
nelmartedì gras-so del1826
all’albergo delSelvaggio,puredagran tem-ponon attendeva piùWestern.Per
luiWestern
era l’amico infidoe traditore delsuomandato.— Eran
già trascorsi sette anni: in coscienzanon
sarebbestata fol-liailcredereadun
ritardo di sette anni?L’indivìduochefaceva seguirelesue tracce,era II duca.
—
Perchè?—
Gastone avevaforsedirittodi so-spettareilprogettodiun
delitto?Comunque
fosse,inqueiristantenoh
l’occupavail duca soltanto.l suoirammarichiincrudelitiglimostra-H
vanotuttalabellafelicitàche avrebbe dovuto toccar-gli
come
sua parte nellavita.Ilducanon
siavevache
unaporzione deU’ira sua,laqualegli bollivain-petto confusa e senza oggettodistinto; l’altra sirivolgeva al*lasorte,aWestern,esopratuttiaquelnuovo soprag-giunto ueU’odio suo,alfalsomarchesediMaillepré.
BattevasulvisoaGastone
un
venticello fresco.— Ei
sidestòaduii-trattodaquello stranissimosonnodella distrazionechetoglieaU’occhioedall’orecchiala facol-tàdivedere ediudire.
Guardò. Aldisopra dellasuatesta,a guisadirete, sistendevano lecimesfrondate de’ grandi alberi dei
Campi
Elisi.Correndo macchinalmente, avevatraversatala piaz-zaLuigi
Xy
,che nonsubivaperancol’oltraggio delle escresci^nzeoscurechiamate, senon erriamo, colonne rostrali.Avevaoltrepassato l’ingressoove s’impennano ìmaravigliosi cavallidiCostou. Dinanzi aluì, all’oriz-zonte,sorgevailgrandeArcodiTrionfo, riflettendole rotondesue volte sul chiaro azzurro del cielo autunnale.. Era mezzodì.11tempo, freddoe sereno, invitava al passeggio.Arrivavanoin folla lecarrozze nelgran via-le,mentresull’arenadel terrenobassodelle parti ruz-zolavano1graziosicalessini in cui ilietifanciullettisi fannotirareda una
muta
dicapre.Trattotrattoqualchecomitiva a cavallo
—
un’amaz-zoneco'^suoiadoratori attorno—
giungevaaltrottosal-tellantedisuperbicavalli.
Un
sottilissimo tilburì sci-volava traunfiacredi alte ruoteelacassa gentilmen-te rotonda diun
landò chetoccava quasiilsuolo; qui ilcupè chiuso esolitariodiunammalato
che chiedevaun
pocod’ariapuraa quella vegetazione sopita, e rim-piattavalemembra
intirizzitesottotriplicecarico di abiti; làlacarrettellascopertache mostravaal sole degli ultimi bei giorniun amabile gruppodidonne leg-giadre.DigilizedbyGoogl
43 Gastone avevavoltosoltantonn'occhiata,aquesto
' nuovospettacolo,lacuieleganza facevasìacerba rispo-staalla suamiseria.Pareva cheleallegrezze' del ric-coloperseguitassero.
—
Sivolsedapartefuggendoi lietirumori, illusso sorridente,lebelledonnecolle pellicce bianche chedolcemente scotevansialcorso de’cocchi.In quel
momento
transitavauna
clamorosacavalca- « ta,compostadiuna donnascortatadaquattrocavalieri.La dama
era giovane ebenfatta. Gliuomini cari-candoall’eccessolamoda
britannica, trottavano piega-ticolla vita,e'come
selesellefossero stateimWtite
dilame darasoi.
Erano
vestitida genllemen puro san-gue, e nella favellacercavanodicontraffarela pronun-ziainglese.Erano
Felice Chapitàux,I.B.S.T.Sanguin, Arse-nioBon
da Montfermeil edilbarone Prunot, chesi pro-curavanol’onoreelasoddisfazionediaccompagnaremadama
diSanFaramondo
,laperladelle lorettedel quartiereBreda.
Loretteconpalazzo,cavalli,armigentilizie
—
lorette innalzataaldisópradellelorettecomuni, quantoun
maresciallodiFrancialoèalconfrontodiuncaporale.Nel
1833
forsenon
era inventatoilvocabololorette^ma
dovevaesserlonon molto dopo.Felice edisuoiillustriamici avevanosottocavalli bellissimi.
Erano
piediocri cavalcanti,tranneilbarone Prunot, che avevaavutaunagioventù burrascosa, eche dallaprotezione dellozio,valorosoducadiFarsaglia,
era statoavanzatoinpassatonell’esercitosino all’ im-portantissimo gradodimaresciallo d’alloggidei drago-ni. Isuoiballiprendevanoladata daquell’epoca bellicosa dellasuavita.
Glialtripoiandavano meglio chepotessero,mettendo a profittole lezioniavutedicavallerizza,odassumendo l’ariapiù affettata e pazzachefossepossibile.
3*
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46
La
donDettadistribuiva aciascuno diessiconequità sovrana unaparte ugualedimoineesorrisi,cd ognuno diloroincontraccamliio esaurivaperleiilproprio capi-tale dispiritoe galanteria.Accadde cheFeliceChapitauxfu ilprimo adaverlo finito.Sequesto giovanegentiluomosifossedato
l’in-comodo
di riflettere, di leggierisarebbesiconvintoqual-mente
essendofigliodiunafrazionediscusaledicambi, enipotealfamosoe rispettabilecapodellacasa Polipio eComp. —
provvidenzaairinteresse del dodici per cen-to del piccolocommerciodiParigi-r-non aveva d’uo-podipossederealtrimeritidiverunasorta.Ma nessu-no
vaesenteda qualchedebolezza:Feliceambivafarsi osservareperiospiritoedilbuongarbo,,come
chiun-quealtro.Questocapriccio dell’erede deiChapitauxcagionòun incidenteinapparenzavolgare,
ma
lecuiconseguenze dovevanoinfluireimmensamente
sui destinide’nostri principalipersonaggi.Tantoèverochelapiùmeschinacreaturahabell’c segnatalasuapartedafarenelgran
dramma
della vita!—
L’esistenzadiRoma,
laCittà eterna,dipeseun
giornodall’istinto diun’oca...Felice,non avendopiù nientedadire,assolutamente nulla, neppuredellesciocchezze, sidivertivacol fru-stino,e volle scherzaredaamabilegiovinetto qualesi crcdevTi.Ilsuo cavallo,che convien supporrefosse in unagiornatadimal umore,simossetuttodauna par-teconsaltistraordinaril.Chapitaux ebbepaura.Il de-striero corsequaelàsottogli alberi,all’estensionedi unacinquantina di passi.Gastone erali,vicinissimo.
Volgevalespalle.11pettodellabestialourtòdidietro.
Gastone andòinterradicolpo erimasesvenuto.
Indi apocoilcorsierocedealmorso. Chapitaux si guardò-atergo.Vide Gastonedisteso,immoto.
«Que’maledetticamiciotti,«borbottòalzandole spal-le,«sicacciano duppcrlulto!»
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47 Baggiunscgliamici chesieranofermatiad osser-varlo,elacomitiva siavviò dibelnuovo imprecando controquegli. impertinentissimi camiciotti.
I.B.S.T. Sanguin, ilcuipadre avevacominciato dalmestieredifacchino, asserìchei\popolodiventava insopportabile.
Prunot,ch’eranatoin
una
bottega nell’epoca in cui ilducadiFarsaglia erasolamentecaporale,siarricciò lebasette,e giuròche tuttaquella plebeglifaceva ve-nireilfuocoalleorecchie.Chapitauxeratroppoagitatoperdirelasua.
Ma
lavagaSan Faramondo
chiuseilcapitolo dicen-do chenon
sapevapiùdove andareper ischivarela ca-naglia.Era
contessa,ma
figliuolaunicadiunospazza*camino
savoiardo edi uiiafruttaiuola.Gastonegiaceva..privodisensisull’erba.
La
scena aveva avutoluogo aquarantapassidi di-stanza dalla strada .maestra,sull’orlodiunodeiviali trasversalichefinisconosullapiazza.—
Neidintorninon
esisteva alcuno.— Non
v’eranostatitestimonii, senon una
diquellepovere donne chevendonopanettipergli stradoni, edipadronidiunacarrettellascoperta, che.transitava nelpuntoch’era cascatoGastone.
Si
fermò
la carrettella.Sivideallosportelloun
dol-cissimoe
belvisodidopna,poiunafacciadiuomo
qua-sibellae dolce delpari.Ne
scaturirono fuoriduemani
inguantate, legarono ilnastrino diuna borsaattornoadun
bigliettoda visi-ta,edaccennaronoallapoverellachesiaccostasse!- «Eccovi da pagare qualchesoccorso,» disseil giova-ne;«
non
possiamotrattenerci... Dateaquel disgra-ziato la necessaria assistenza, editeglichesegli man-casse qualche cosa,potrebbeveqirda me...sulviglietto èilmio
indirizzo.»Quegli cheparlavain talguisasi guardò indietro,
' A])pariva incimaallostradone un’altra carrozza. Ei
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48
chiuse precipitosamenteicristalli,
^
ilsuo legnopartìchiuse precipitosamenteicristalli,