Erano
quattroo cinque anni dacclii^ perla prima .voltasiera udito parlare delmarchese Gastonedi Mail-lepré;ma
daquell’epoca, Pariginon aveva avuto cam-podirisaziarsi, d’infastidirsi di quella brillante e mi-steriosa esistenza,laquale manifestatasiadun
tratto, parevafosse quindifuggita-aicuriosi sguardi della mol-titudine.11marchese avevaviaggiato.
Nel 1830, reduce da un lungogiro,sieraimbarcato abordo d’una navedellaspedizione d’Africa. Il mare-sciallo
Bourmont
loavevamenzionatonelprimo bollet-tinodella conquista.PoisierafattovedereinIspagna, volontario nell’e-sercitocarlista,adarlebusse con entusiasmoai Cri-stinos.
Ma
le sue prodezze non avevano duratomolto. Gli veniva prestolanoia.Ilpericololochiamava,non
sa-peva trattenersi.Talmentechènellostesso
mese —
così almeno nar-ravalacronacadeinobilissimicrocchi oltre Senna—
avrestepotutoincontrarlo'correndo collaspingardain ispallapeimontidiNavarra,indi trovarloa ballare il
DigitizedbyGoogle
valsera
Badeu
oda
Parigi,eprocedere ad altre bat-taglie.Era un
bel farei molti eroidell’Opera-Comicanon
sonodi talforza.Ma
eraun
nulla,a confrontodelromanzo
dellasua gioventù.Figuratevi
uno
degliamabili paggichenelmedioe-vo
recavanoilmessaledellecastellane,un
visetto te-nero, vivace, grazioso, occhi grandiediun cupo az-zurro, capelli lunghi e neriricciuti, staturasnella;piùbellezza,più garbo, piùvezzi, che
non
ce ne vor-rebbero per adornaremezza
dozzina di leggiadre don-nette.Figuratevi tutto questo, e
non
abbiatetimoredi so-gnarvicosetropposeducenti opoetiche. Gastone era ai disopradiogninostrafinzione—
e cadeva d’ im-provvisotra quelle curiose società delie sale parigine.La
gentenon
loaveva veduto crescere;non
aveva potutoassuefarsiallepromessedellasuainfanzia.Sua madre non
sierafatto diluiun
oggettodiricchezza, di lusso...Sua
madre —
ohiguardateseaveva ragionela mo-danell’adottare quelfigliuolol—
lamadre
nonerauna
nobiledama,atuttinota, parte integrante ed inevita-bilediqualunquefesta,chevenisseafastidioafuria di farsivedere...Era
unabelladonnadelleimmense
praterie del Nuo-voMondo,
colseno purpureo,ilcollo vermiglio contor-natodaunacollana di minuterie.—
Un’eroinadi Fe-nimore Cooperse lo era portato sullespalleper lun-ghissimi viaggisupei sentierisolitariidelle vergini fo-reste; un’IndianadiChateaubriandloavevacullatoinuna
cimadiscorza d’albero,appesaai rami odoriferi del sassafrasso.£
pensato che perfarcorrere tutta Parigi bastano pochi Arabibrutti...!uigiiizeaoyGoogle
79 Figli del deserto,
non
aventitampocoilmeritodell’incognito, conciossìachè possediamo da molto
tempo
mercantiditorronediCostantina,iqualihanno
la tri-stausanzadiparagonartuttoall’Oceano, al sole,alla luna,inversicabaili.Ilnostroselvaggiononfacevaversi;erabello, civi-lizzato;aveva beniinquantità, e cinquecentomilalire di renditainprospettivadapartedisuozio^ilducadi Compans-Maillepré.
Era
marchese— non
giàmarchese dadozzina,co-me
il figlioprimogenitodel ducadi Farsaglia,chesifirmava senzarideremarchesediRubicone
— ma
mar-chese con armi e stemmididieci secolialmeno.Sisonoveduti degliziiportaredall’Americamilioni, maigenealogie.
Era
percertolaprimavoltachesipresentavatalfe-nomeno. Nè
sipresenteràpiù.Vi furonofurori.Ilmarcheseselvaggioebbe
un
in-contro strepitoso.E
doveva essere: in luiesistevano' tutti glielementi percuinascelavoga.Ed
ilbizzarrissimotitolodi marcheseselvaggio can-cellò inqualcheguisaancheilsilonome.Le
persone che di luifavellavano senza conoscerlo, esegnatamenteibas-siuUìzialidell’esercitodeglieleganti,siavvezzaronoa chiamarlocosì.Sisapevaessereegli nipote del duca GiovannidiMaillepré-Maillepré,
compagno
di Lafayet-te,emorto
prigioniero dellapopolazione deiCherokees.E
tutta cotesta storia intera riepilogavasi.egregiamente nelsoprannome
dimarcheseSelvaggio.Ma
a nessuno erannoteconprecisionelecircostanze dellasuavita.Ilpoco chesenesapesseproveniva dal-leciarlediun giovane procuratore pressoiltribunale diprimaistanza dellaSenna, messerEdmondo
Duran-din,ilqualeall’epocadelsuoarrivoin.Francia,aveva avutiindepositoisuoititoliedocumentidifamiglia pel caso possibile in cuiilsignorducadiCompaus-Maille-80
préavesse ricasato di riconoscere questo erede
manda-toglidalcielo.
Ilsignorduca
—
èobbligonostro dichiararlo subi-to— non
avevaaiFacciatoilminimo
dubbio,ma
anzi accoltocongratitudine questo accrescimento di fa-miglia. ’‘
Almeno
taleera l’opinione delmondo,
opinione tan-to più probabile, inquanto cheilsignorducanon
ave-vaprole.Inquei quattroo cinqueanniilmarcheseera rima-sto a Parigi tuttoalpiùseimesi.
. Eraquasi
sempre
inViaggio—
oppureviveva inco-gnito,e ciascunoignorava dove,perocchéparecchi as-serivanodiaverlo incontratoperl’appuntonell’epoche di quellesupposteassenze.Benché comparissediradoin società,si
amava
anzi dipiù,siadorava.Le
suddetteassenze ripetute, e mag-giormenteilmisteroinchesi avvolgevadi continuo,comunque
ostentassedivivereallachiara luce, frail lusso elostrepito,aumentavailsuopregio,efacevano ingrandire,anziché scemare,lasua voga.Una
circostanzache davaallasua situazioneuna for-teconsistenza erendevaimpossibilefinl’ombradiun
malignosospettorelativamenteallasinceritàdelsuoti-.tolo, e,
come
diceilcodice, delsuostato civile, siera cheilsignorducadiCompans-Mailleprénon
erauomo
daammettere unaparentèladubbiosa. Tuttisi ricorda-vano chenel1823e26
egliavevabattuta,oppressainun
conflittogiudiciario,un’intera famigliadi avventu-rieriche pretendevanoessere Maijlepré.Coloro eranospariti.
La
giustizia, cis’intende,aveva annientatoleloro allegazioninon
sostenutedaveruna provascritta.—
Senon
fosse i-tribunali, Diobuo-nol quanti onesti signori
comq
il duca diCompans
sarebberoogni giornoinbalia del primo, che capi-tasse1DigitizedbyGoogle
La
sentènza proferita in appello contro quegli impo-storiera contumaciale. Essiavevanopromessodi pro-durredeidocumenti' aspettati da Nuova-York.Ma
ilcapodicasaeramortoinuna stàmbergadimalafama dellagalleria diValois nelPalazzoReale,ilgiorno pri-
-ma
chenascesselasentenza.La
di luimadre,lamoglie,ifigli...Ehi perchè oc-cuparci tanto di quei disgraziati?Gastoneera giuntodaU’America
nn
anno o due dopo quellalite.11giovaneprocuratoreDurandin aveva fat-toda mediatorefraessoedilduca.Isuoititolierano statiscrupolosamenteesaminati.Ne mancava un
solo, cioèlafededimòrtedeirultimoduca, defunto presso iCherokees. In conseguenza Gastone,perunarara de-licatezza,non
posesiillesuearmialtroche lacorona dimarchese.Oltre questa straordinaria origine,chelomettevaad
un
trattofuordelcomune,oltreancoralasua ricchez-zaelashaimpareggiabile avvenenza, il marchesino possedevatutteleseduzioniche attraggono edincate-nano
ledonne.lidi luispiritoaudace, bizzarro, capriccioso all’ec-cesso,avevad’improvviso
vampe
dipoesiairresistibile.Davanti aU’esame,sicambiavae sfuggivailsuo aspet-to morale.Oggifreddo e schernitoreamaro,domanisi slanciavaversodivoicontuttoilcuore.
La femmina da
luidominata, oppressa conqualche dispotico ghiri-bizzo,lotrovava poisommesso,tenero è supplicò.Aveva
certemaniere chetrasportavano nel narrare lasuafanciullezza,perdutainrivaaigrandilaghi, le feroci gioie dellasua adolescenza,irischidellacaccia,le
marce
pazienti sul sentierodellaguerra.Indiil,repentinosuoingresso nellacivilizzazione,*
l’arrivoa Nuova-York,dove ad
un
trattosiera trovato frauominicol visobianco com’era il suo equellodi .suopadre,prima chel’avesse arrossato l’ocra caustica
deilatmggio, 5"
Dkjit!. 0
-82
Oh!
come
dolcementesognavano tntto,quelle,che, incantate dal rapido volo della sua narrativa,correvano seco nelle selve gigantesche delNuovo Mondol
Come
rabbrividivano nelVedereiltomahawk
diun
gigantedalla pellesanguinosagirargliintornoalla bel-lissima fronte, minacciargli le tempieriparate sol-tanto dalle anella dellachiomapastosa, graziosamente
agitatel "
Oppure,dinotte,dietroad
un
nerotroncod’albero—
-sparire sottole fogliedueocchiinfiammatiche bril-lanoun uomo
ignudo cheaspettatendendole orec-chiecome
unatigreinagguato— un
dito piegato sul grillettodiun
fucilecarico—
unfanciullochesi avan-za,ignaro delperiglio,cantandoun
ritornellochegli insegnavalamadre...Una
ven’era, nobile e dolcissimacreatura,cheIoa-mava
conpassioneprofondaetacita.Altre, nel passare,sieranoabbruciatelapunta del-l’alealla
fiamma
incostante di quel fuocofatuo, che chiamava,attraevae fuggiva.Altreavevanosospiratoungiorno,
un
mese,un
anno;sospiratoa lorobell’agio,
come
delleromanze, sospira-to fraduegiridi valser,.sospiratoquantoa lorone la-sciavanotempolegravicuredellatoletta.Altresieranopresentate, premurose, beate,
ripo-nendo
ogni gloria nell’esservinte.Altre scherzose, pazzarelle,vanealpari di lui, ave-vanoaccettata ridendola battaglia,ecombattuto con quellearmicortesiche scorronosuisensi,lungi dall’at-taccareilcuore.
Altrein fineavevano amatodavvero, e poi dimenti-cato.
Una
solaconservava ncH’animalaferitaanporviva;MariadiVarannes, cuorteneroedaltero, cui lacaduta avrebbeucciso,fervorosa cristianache
a
Dio chiedeva didarle forza contro l’amor suo.DigitizedbyCoogle
63 Eratuttaviapura,
ma
troppoamava
per non aver rimorsi.La
sua coscienzaleadditava Tabisso spalanca- ' to sottolasuadebolezza.Amava. Le donne
adessasimili,incuiTamoreè
u-na grandesventura piuttostocheun
fallo,non
sanno affettare l’ipocrisiachesalva tante colpevoliindegnedi perdono.Icontrasti,ne’qualisiesauriscelaloro virtù spirante,tolgonoallalorofrontelacalmaserena,alle lorolabbrailtranquillo sorriso,inchedipingesiilben esseredcl'doverecompiuto.La
fisonbraia—
libro scritto inlingua ignota,lecuipagine hannoper ognisguardoun
sensodiverso, e cheglisciocchi volgari si vantano di leggerecorrentemente—
lafisonomia non è una mascherautileperquei poveri cuori annichilati.La
fisonomia diceleloropene, ele loro pene,li accu-sano.La
moltitudinechepassa evedelasventura, suppo-neildelitto.È
lastoria deidodici bottegaiformatiingiurì prepo-stodallalegge a decidere della sortediunuqrno.Oltrecheidodici augusti giudici
non mancano
di a-vere talora nel loronegoziopesifalsie bilance accomo-dateperlamaggiorprosperità del lorodecoroso com-mercio, egli è notoriochenon abbondano di perspica-cia,eche dinanziallorotribunale,ancheun
-innocente, se fossemal
vestito,andrebbea rischiodiessere condan-nato.—
Incompenso,confessiamo che assolverebbero un Barabba,sequestoladrone avesse bottega sulla stra-da ebuonistabilialsole.Perciòvisonomille ragioni,elaprima siècheil
povero
non
è avventóre.E
poiruomo
cheha-fame
deve avere la tenta-zione di rubare: è.cosamanifesta, sicché v’èda scom-mettere...La
più sicuraèimpiccarlo.^Ma non
crediatecheisospetti inconsideratidellafol-DigitizedbyGoogl
la affliggesseroMaria de Varannes. Essali ignorava.
Non
sapevacheventi sguardi dileggiatori badavanoal rossore dellesueguance odalsuosorrisa, che dietro aiventaglisibisbigliavano perfide semiparolette,le qua-' licorronolietamentedauna boccaall’altra,sul princi-pioinnocuee scherzose,indi,nonsisacome, accusatH-ci,amare,micidiali...Soffriva,perchèl’animasuapura ecristiana' si sde-gnavaalsolo pensierodiunconflittocontro*aldovere;
soffrivaperchè richiamando il coraggio,
non
trovava dentrodisèchedebolezza;soffriva perchèilpresente urtavailsuosuperbo pudore, el’avvenire leincuteva spavento...Certo v’ erano nellesaledi
madama
di Pontle-vauparecchievezzose donnette per cui sìsolleciti scrupoli,siprematuri rimorsi sarebberostatiincom-prensibili. '
Queste donnette avevano avutodegliamanti, quanti amanti possono avere senzaoltrepassare quel limite ar-bitrariodopoilquale vien subito l’isolaraentoela sco-' municadella società.
Questedonnette portavano sul sembiantelabeata quietedelleproprie coscienze.Nessuno pensava a par-larediloro.
—
Sen’era parlato già tanto!...Ma
gliuomini,guardandoilbrillantemarcheseema-dama
diVarannes,dicevano:«Assolutamente èunaffar finito!»
Inquantoallesignore, inquesta sorta di faccende èimpossibile trascrivere la formola dellorodecreto.
Ciò che diconosignifica nulla,
ma
ellefraloro s’inten-dono.« Dacché ilsignor Spirito è capodelgabinetto del ministro
, » diceva
Leone
Duchesnelaldottoro Josefin, «mi
toccaduraremoltafaticacollaLea
Ve-rin..,» • ’
DigilizedbyGoogle
8»
«
È
contentadelsuomedico?»domandò
Josefin.,
«
Non
so.» ,« èegli? »
«IlprofessorGarance. »
«
Un
asino,e,perbaccollabisogna dev’essereter^ribilel» t
« Odiosal...
ma
v’èun
latobuono:madama
diVerin nonèunabelladonna...»«
Lo
credo, cospettonel »«
E
laduchessami perdonalamia assiduitàpresso dilei,mentrese fosseunabellezza...»Josefinguardò Duchesneldisottoagliocchiali.
«i\lasaich’è
un
mestieredafacchino,daAlvernie-se,quellochetufai?
».
-<c
Non me
ne parlare!»disseLeone stringendosinellespalle.
«
Da
setteannisempresegretario d’ambasciata...ed obbligatoatener carrozza...come
vivi?» •«Disperanza,»risposeildiplomatico; «puòvenire lavena buona...
ho
delleprobabilità...laduchessa, LeaVerin...»«
E madama
MelchiorZapata,»interruppeilme>
dico. . ,
Le
belle coppie, che passavano cambiando frivole ciarlee nobili sciocchezze,sisarebberomeravigliatedi udire nei salonidiPontlevau quellostravagantecollo-•juro.
In generalesisuol trattare
meno
rozzamente,èuso diadornareun
po’piìi leconfidenze..Ma
Leone edil dottoreerano buonie vecchi amici...Il
marchese
davabraccioallasignorade Varannes.‘Essisieranomescolatiaimoltichepasseggiavano.
Diana quasisull’atto sieraprovvedutadi
un
cavalier servwite,eliseguiva a certa distanza.—
Dianaera cu-riosa all’eccesso,e.forse cattivacome
tuttiicuori ino- -porosievuotichenon
sannoamare.DigilizedbyGoogle
m
l.due mariti, forse senza volérlo,furonotrascinati in quelmovimentoaguisadi satellitifatalmenteattratti dai lorocentri.'
Iduemariti nullascopersero.Taleèlaregola,
— Ma
Diana seppe chein quello stessogiornolasorella era itaa spasso colmarchese.Nè
civolle di più aquestofiordivirtù’persupporre ilmale.D’ondeleveniva quella scienza?
Non
losappiamo.La
nuovasetta, perguastarelamente
edinaridire ilcuoredellesue seguaci,deveestendere d’assaiisuoi insegnamenti...FattosiècheilsignordiBauloess’accorse
benissi-mo
dell’espressionedi gioiamaligna cheappariva sul visoallaconsorte.Dunque
ellaeracontentadell’intel-'ligenza esistente fra la sorellaedilmarchese.
— E
per-chè?
La
situazione eccezionale del signordiBaulnes apri-val’animosuo adogni sortadi sospetti.Nullagli dove-vasembrareincredibile.Eivideilsignor diVarannes, pureinosservazione.
Di Varannes, scorgendosi idi luiocchifìssiaddosso, sivergognò,,perchèreputò scopertalasuaferita segre-ta.Arrossì e chinòilciglio.
Di
Baulnes sifermòdibotto.Era
sortaun' idea inmezzo
allasua confusa gelosia—
ilsuosguardo, pieno d’odio,squadrò perun
istanteVarannes,poisidiresse precipitosamenteallaportaeduscìapigliararia.Si sentiva soffocare^..Madama
diPontlevan nonera statamaipiù avvenen-tee più briosa. Trattenneilmarchese che passava, e glidisselepiùgentilicosette. Siformòun
piccolo croc-chio attorno a quest’ultimo,ilquale fu garbato, e pro-vò anco unavolta-diesserel’uomo amabileinsupremo
grado.DigilizedbyGoogl
' 87
Dopo
un’ora,sìalzò,e percorselastanza quasi cer-cassealcunotralafolla.limarchese avevaparecchi adulatori, énessun ami-co
—
senon che
forseVarannesstesso, cuiavevafattoun
servizio,eche$ene
ricordava.Ma non
aveachefarecon Varannes.— Due
otre volte, rispondendoai salutidivaricompagnidi diver-timento,fu inprocintodìfermarli.—E
sifrenò.AlGne
adocchiòJoselin eDuchesnel,esife’adessi vicino.« Signori, » disse,«
mi
ò grato rincontrarvi... »«Signor marchese,»cominciòJosefin,« vipregodi crederecheio
mi
trovo anzi fortunatissimo...)><c
Ne
sonopersuaso, signor dottore.Avrò
bisogno divoi
domani
adieciore...»« Avete qualcunoammalato? »
<(
Non
ancora...sitrattadiun
duello,emi
figurochefavorireteservirmidapadrini?» a
Con
piacere, » disseDuchesnel.«
Come! un
ducilo?...»balbettòilmedico.11marchesesalutò, e sene andòdicendo:
«Signori,conto sopradivoi. »
Quando
egli fu partito, Duchesnel si-grattò la fronte.«Restadisapere, » osservò, «se è col signordì Baulnes o con Varannes.
Non Tho
mai vistofar la suapartecontanta freddezza.»«
Eh!»brontolò Josefin, «non
sono mai ^atoa
sfide, ed
ho
letto,non
sodove, chetalvoltaipadrini sonoobbligatiabattersi. »«GodardaccioI»feceDuchesnel;
a
discorridicento annifa...»«
Manco
male,»replicò Josefin, « sebisognkva bat-tersi, imieiprincipiinon mi
avrebbero permessodi andarvi. »DigilizedbyGoogle
88