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Individuazione di oggetti

In francese, l’individuazione di oggetti si svolge in senza episodi degni di segnalazione e senza che ci sia interazione verbale da parte del soggetto. Esegue, infatti, il compito senza chiedere spiegazioni, con una percentuale di successo del 100%. In italiano, invece, il soggetto risponde in una lingua diversa da quella usata dall’esaminatrice, non attendendo la fine della spiegazione della consegna e iniziando in automatico a denominare gli oggetti in francese. Nello svolgimento in dialetto, una risposta perviene fuori tempo massimo (5 secondi), per problemi di comprensione con l’esaminatrice. Infatti, la parola anello non è compresa dal paziente, abituato evidentemente a utilizzare il termine vera (fede nuziale). Anche se la risposta non è valida, quindi, segnaliamo che, una volta accordati sulla terminologia e compreso il referente, non mostra problemi a eseguire la consegna e a toccare l’oggetto giusto.

Francese Italiano Risposte corrette 5/5 4/5 Parole prodotte 0 7 Code-switching 0 2 Traduzione spontanea 0 1 Richiesta di spiegazioni No Sì

Risposte fuori tempo massimo 0 1

Tabella 11: Punteggi ed errori nel compito di individuazione di oggetti.

La discriminazione fonologica appare preservata in entrambe le lingue, così come la comprensione di semplici strutture sintattiche e la comprensione semantica di base. Non si rilevano problemi nella capacità di riconoscimento degli oggetti, né disturbi delle abilità visuo-spaziali. Il grado di riuscita dei soggetti sani bilingui si attesta normalmente intorno al 100% (Guilhem et al., 2013).

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Lo svolgimento in lingua italiana dà luogo a un’interazione con l’esaminatrice che non avviene durante la prova in francese. Riportiamo di seguito lo scambio di battute in modo che forniscano un riscontro dalle informazioni che abbiamo ricavato:

come vede ho messo degli oggetti sul tavolo. ora le chiederò di toccarne alcuni. bague, bouton-

prima attenda che io le dica quale toccare. devo toccà?

sì, esatto. tocchi l’anello.

[esita. poi tocca l’anello, ma ci ripensa]. l’anello.

la vera?

lì, la vera. tocchi la vera. [tocca l’anello] bague.

non c’è bisogno che mi dica il nome in francese, deve solo toccare l’oggetto che le chiedo di toccare. tocchi il bottone. tocchi i fiammiferi.

[apre la scatoletta e tocca i fiammiferi all’interno].

Estratto ALIBI 1

Oltre a rispondere alla sollecitazione in una lingua diversa da quella del contesto, notiamo che, anche dopo aver compreso il referente che aveva posto dei problemi di fraintendimento lessicale, procede a tradurre la parola in francese (bague). Come vedremo, questi episodi di traduzione spontanea sono frequenti e caratterizzano lo svolgimento del test in italiano. Un fenomeno simile, che “consiste nella compulsione a

tradurre immediatamente e senza alcuna necessità le proprie espressioni (o

comandi/richieste verbali di un eventuale interlocutore, invece che metterli in pratica, N.d.A) in un’altra lingua” (Fabbro, 1996) è stato osservato anche nei pazienti afasici bilingui (Fabbro, 1996), seppur non molto frequentemente. E. Perecman (1984), ipotizza che il fenomeno patologico della traduzione spontanea rifletta i normali processi di traduzione automatica che avvengono nell’elaborazione bilingue ma non di norma esplicitati. Ci sono precedenti anche tra i pazienti dementi, seppur rari (De Vreese, Motta & Toschi, 1988). Fabbro (1996) ed altri studi successivi (Paradis 2004) concordano ormai sull’ipotesi che tale comportamento sia da ricondursi a un problema di deficit di inibizione, interpretazione che ben si accorderebbe agli schemi che vedono la gestione di più lingue come resa possibile da un sensibile apporto del funzionamento esecutivo. Un’altra osservazione sul comportamento del paziente può essere indicativa delle sue modalità di comprensione: alla richiesta di toccare i fiammiferi, il soggetto interpreta alla

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lettera l’ordine ricevuto, denotando una competenza pragmatica deficitaria nell’instaurazione di relazioni referenziali e, quindi, nello sviluppo delle inferenze (vd. anche a proposito della comprensione di strutture sintattiche, nel prossimo paragrafo).

Comprensione di strutture sintattiche

Nella fase preliminare della versione francese, il paziente indica correttamente tutti gli elementi richiesti dall’esaminatrice, mentre in quella italiana tocca l’immagine del bambino laddove gli è richiesto di riconoscere “l’uomo”. Questo tipo di risposta si allinea con le osservazioni raccolte in anni di studi sul deficit di memoria semantica da cui sono affetti i pazienti AD, i quali mostrano una probabile semplificazione del proprio magazzino semantico che fa sì che il soggetto conservi solo gli aspetti più generali del significato (Silveri, 1993).

Per quanto riguarda la comprensione delle strutture sintattiche, le risposte corrette sono ben bilanciate; gli errori si equivalgono numericamente, ma si distribuiscono equamente tra le varie tipologie di struttura.

Francese Italiano

Risposte corrette 9/15 9/15

Risposte corrette, ma pervenute

fuori tempo massimo 2 3

Risposte errate 2 1

Risposte errate e fuori tempo

massimo 2 2

Errori nelle frasi attive SVO 0 0

Errori nelle frasi passive 0 1

Errori nelle frasi dislocate 2 2

Errori nelle frasi passive con

dislocazione 2 1

Errori nelle frasi negative 2 1

Errori nelle frasi con

complemento di specificazione 0 1

Tabella 12: Punteggi ed errori nel compito di comprensione sintattica.

Le strutture nelle quali troviamo errori di comprensione sono, in entrambe le lingue, principalmente quelle che vedono la dislocazione di un elemento, a destra o a sinistra e quelle che uniscono a questa caratteristica la forma negativa e la forma passiva, costrutti che richiedono una certa concentrazione attentiva e un certo sforzo mnestico per riuscire

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a trattenere l’informazione il tempo necessario per portare a termine il compito. Il fallimento in questo tipo di prove può portare a ipotizzare che subentri una diminuzione della capacità della memoria di lavoro di conservare le informazioni per un lasso di tempo adeguato e che ciò sia dovuto al generale danneggiamento delle risorse mnestiche. Tuttavia, si nota anche che i costrutti interessati sono quelli che maggiormente necessitano di elaborare informazioni che implicano processi di natura inferenziale. Sembra, quindi, plausibile prendere in considerazione il fatto che queste mancanze potrebbero essere collegate a una difficoltà nella comprensione delle connessioni semantiche tra le parole sulla cui base si generano poi le inferenze. Il mantenimento simultaneo di tutte le informazioni semantico-lessicali è un processo che avviene prevalentemente nel lobo temporale destro e che si integra con l’attivazione dei significati pertinenti da un punto di vista semantico e sintattico nell’emisfero sinistro, facendo sì che la corteccia prefrontale generi le inferenze e che si prosegua quindi alla successiva integrazione delle informazioni in entrata, frase per frase. In quei costrutti, quindi, la già stretta correlazione tra componente sintattica e componente semantica si fa pressoché inscindibile e il danno subito dalla memoria semantica ricade inevitabilmente sui processi di elaborazione sintattica, rendendo difficile analizzare le strutture sintattiche in maniera isolata.

Compito di fluenza semantica

Il numero di parole prodotte è molto esiguo in entrambe le lingue. Secondo i parametri illustrati in 4.3, anche una volta effettuata la taratura, si colloca molto al di sotto della media, denunciando un’indubbia condizione patologica. Come si è ricordato, pur avendo ricevuto un’istruzione di 8 anni, il signor R. non ha conseguito alcun diploma, pertanto si è deciso di applicare il punteggio di taratura corrispondente alla fascia di scolarizzazione inferiore (+2,67).

Francese Italiano

Parole accettabili prodotte 7 4

Parole totali prodotte 7 6

Parole prodotte nella seconda

metà del tempo 1 1

125 Traduzione spontanea 0 0 Fillers sillabici 0 0 Conduites d’approche 0 0 Parafasie fonologiche 0 0 Neologismi 0 0 Parafasie semantiche 0 1 Parole indefinite 0 0 Fillers frasali 5 2 Fillers lessicali 3 0

Lunghezza minima pausa <3 <3

Lunghezza massima pausa 8 11

Parole fuori tempo massimo 1 0

Punteggio tarato 9,67 6,67

Tabella 13: Punteggi ed errori del test di fluenza.

La produzione in entrambe le lingue è concentrata nella prima metà del tempo a disposizione (30 secondi e cessa quasi completamente nella seconda parte del tempo in sostituzione di esitazioni, riempimenti frasali e ripetizioni.La performance in entrambe le lingue risulta quantitativamente insufficiente, e molto al di sotto della soglia minima di normalità, secondo i parametri di Novelli et al. (1986), che ricordiamo, indicano come

range patologico un punteggio da 0 a 11,08. Il fattore bilinguismo non sembra costituire

una significativa differenza nella riuscita di questo tipo di compito: la media delle parole prodotte da soggetti sani nella fascia d’età che supera i 65 anni si attesta sulle 14, con un’oscillazione di 4.9 (Guilhem et al. 2013).

L’analisi qualitativa non mette in evidenza significative differenze tra le performance nelle due lingue a parte la differenza quantitativa: entrambe sono caratterizzate dalla presenza:

 di numerose pause talvolta anche lunghe (la più lunga è di 11 secondi nel compito in italiano)

 da riempimenti frasali e da interazioni con l’esaminatrice:  nell’italiano: [pèrsego +8+ ghe n’è eh + ghe n’è molto +]

 Nel francese: [abricot +4+ ehm ++ comment on appelle ça le +4+ citron ++ après +++ je me rappelle plus +3+ ehm + je me rappelle plus +6+ gland …? mh ? gland ? +5+ je me rappelle pas le nom si, c’est un fruit +8+ Mandarine j’ai le dit?]

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Nella produzione italiana si segnala un’occorrenza di code-switching (abricot) e una parafasia semantica: banana bonito è infatti una marca di frutta. Si può prendere visione del dettaglio della dinamica di produzione leggendo la trascrizione dello svolgimento del compito.

alors, maintenant je vais vous demander de me dire le plus de noms de fruits qui vous viennent à l’esprit. tous les fruits qui vous viennent à l’esprit, vous me les dites. allez, on y va !

pomme, orange, mandarine + banane ++ abricot +4+ ehm ++ comment on appelle ça le +4+ citron ++ après +++ je me rappelle plus +3+ ehm + je me rappelle plus +6+ gland …?

mh ?

gland ? +5+ je me rappelle pas le nom (chuchoté) si, c’est un fruit

+8+ Mandarine j’ai le dit?

oui, vous l’aviez dit, pas de regret. ananas…

adesso le chiedo di dirmi il maggior numero di nomi di frutta che le vengono in mente in italiano, o meglio, in dialetto se preferisce. pronto? pomi, uà +3+ banana + pèrsego +5+ (tra sé e sé) pèrsego +8+ ghe n’è eh + ghe n’è molto +5+ abricot +11+ banana bonito -

come? banana bonito.

Estratto ALIBI 2

È difficile in una così esigua produzione trovarne gli indizi di un’avvenuta sequenza di raggruppamento, verificarne l’esistenza, e stabilire se e con quali modalità avvenga lo

shifting tra una categoria e l’altra. Tuttavia, i soggetti sani tendono a conformarsi alle

sottocategorie individuate in 4.3 e su questa base possiamo tentare una classificazione delle poche parole prodotte e vedere se la produzione avvenga effettivamente secondo una continuità tipologica.

Francese Italiano

Pomme Frutti con semi Pomi (mele) Frutti con semi

Orange Frutti mediterranei uva Frutti con semi

Mandarine Frutti mediterranei banana Frutti esotici

Banane Frutti esotici Persego (pesca) Frutti con nocciolo

Abricot Frutti con nocciolo Abricot (non valida) Frutti con nocciolo Citron Frutti mediterranei

Gland Frutti non commestibili

Tabella 14: Classificazione degli elementi prodotti dal paziente nel test di fluenza.

Si osserva che in entrambe le lingue il paziente produce scarsi raggruppamenti, facendo supporre la presenza di un deterioramento dell’organizzazione della struttura semantica in entrambe le lingue, che risulterebbe di fatto semplificata. Inoltre, potrebbe essere

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interessato da deficit anche l’accesso ai magazzini semantici, come si osserva nei profili di pazienti affetti da altri tipi di demenza, quali, ad esempio, il morbo di Parkinson (Tröster et al., 1998). Lo shifting da un gruppo all’altro non appare sistematico né definito. Questo dato non stupisce, considerato che la flessibilità cognitiva richiesta per questo processo è danneggiata nei pazienti che con disfunzioni di connettività neuronale (Troyer et al., 1998) e con lesioni frontali.

Denominazione

Nella valutazione di questo compito abbiamo ritenuto opportuno valutare errate risposte di tipo parafasico, fenomeni di code-switching, oltre, ovviamente, di parole fonologicamente mal formate o assenza di risposte. Al fine di eliminare ogni ambiguità, abbiamo comparato le denominazioni delle figure cosiddette ambigue o supposte tali prodotte dal signor R., in francese e in italiano, con le risposte prodotte dal gruppo di controllo. Delle due prive d un precedente nel gruppo di controllo, abbiamo accettato fr:

ver/ven: biscio (verme), poiché attestato in entrambe le lingue l’uso indifferenziato. La

figura 10, invece, non risulta ambigua, poiché non si registra alcuna variante nelle risposte del gruppo di soggetti sani. Classifichiamo quindi la risposta del paziente come parafasia semantica. L’interpretazione è avvalorata dal fatto che nella, denominazione in italiano, il paziente non è in grado di recuperare la parola dal proprio lessico mentale e produce un neologismo non identificabile.

Grafico 2 : Il grafico illustra, le risposte del paziente nella denominazione delle figure (in francese, lingua dominante) risultate problematiche, a confronto con il gruppo di controllo.

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Fig. 2 Fig. 5 Fig. 10 Fig. 11

gr u p p o d i c o n tr o llo + p azi e n te Denominazione maggioritaria Varianti

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Il livello di riuscita in francese si attesta comunque intorno al 95,2%, in linea con i parametri elaborati su soggetti sani bilingui anziani da Guilhem et al. (2013), che segnala un indice di successo dal 95 al 100%. Inferiori sono le risposte corrette in italiano, che raggiungono l’80,2%, segnalando debolezza nel recupero semantico nella lingua che pure è la lingua madre del paziente, ma, evidentemente, non è la dominante.

Francese Italiano Risposte corrette 20/21 17/21 Code-switching 0 2 Traduzione spontanea 0 4 Fillers sillabici 0 4 Conduites d’approche 0 1 Fillers frasali 5 4

Fillers lessicali 0 2 (ripetizione)

Neologismi 0 3

Parafasie fonologiche 1 1

Parafasie semantiche 0 2

Tabella 15: Errori del paziente nel compito di denominazione di immagini.

Inseriamo la trascrizione dello svolgimento della prova al fine di consentire al lettore di seguire in maniera ottimale la valutazione relativa alla produzione del signor R. Come si può notare, il soggetto interpreta alla lettera la consegna (nella prova francese inizia con una descrizione anziché con una denominazione), manifestando ancora una volta un deficit di tipo pragmatico. In italiano, allorché non è in grado di recuperare il nome dell’oggetto, si affida alla lingua dominante, (dromadaire, scie, sifflet) oppure crea dei neologismi. Precisamente:

Granioto: il soggetto crea un neologismo adattando foneticamente crapaud

all’italiano.

Morti..morti*: attraverso questa conduite d’approche il paziente cerca di

recuperare la parola. Su quest’immagine ha mostrato delle problematiche anche nella lingua dominante, denominandola con una parafasia semantica: cafard

(scarafaggio). Non è possibile riconoscere la parola che cerca di produrre, e poiché

i tentativi di avvicinamento non corrispondono alla parola trevigiana per formica,

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Sifflet…soffia… per “fischietto”: il paziente cerca di dare una risposta metonimica,

sfruttando la propria competenza fonetica e semantica della lingua italiana per compensare il deficit di recupero.

 Un’altra parafasia semantica viene prontamente corretta dal paziente che risponde allo stimolo “uva” con vigna, ma cambiando subito la risposta.

alors, maintenant je vous montre une image et vous me dites ce que c’est.

c’est une bougie qui est tenue par…quelque chose qui la maintient allumée.

et là qu’est-ce que c’est?

c’est un chameau. chaussette ++ ver. une chèvre. chien. coeur. un paon. une feuille ++ de vigne, je crois.

mh?

de vigne. cafard. grenouille, crapaud. jambe + de femme. lunettes. maison. mouche. nez. poisson. pomme. raisin. une scie. sifflet.

ora le faccio vedere dei disegni e lei mi deve dire il nome di quel che c’è disegnato. comincio. candela. eeeeh ++ dromadaire. calzeto. eh ++ biscio + cavra mi *** e poii sul canal!

ah, ce n’erano sul canale?

mh! mi viene in mente ++ il canal, mi venevan **tar la man! cane. cuor. paòn. foja + di vigna. pfff++ morti +3+ morti*. granioto, rospo + (tra sé e sé) rospo. gamba. uciài, lunettes. maison, casa ++ villa. mouche + moscon. naso, nez. pesce. pomo. vigna+ ehm + ua! scie. sifflet, soffia...

Estratto ALIBI 3

Siamo di fronte a una probabile semplificazione delle conoscenze lessicali, che passa attraverso la perdita degli aspetti più dettagliati del significato e che colpisce in modo più pronunciato la lingua non-dominante. Resta da capire quanto di questa perdita sia da imputare all’effettivo impatto della patologia e quanto al normale processo di attrito linguistico. Nonostante la lingua madre sia, infatti, automatizzata nella memoria procedurale, gli aspetti dichiarativi restano comunque esposti all’erosione del tempo, del non utilizzo e dell’invecchiamento cerebrale, fattori che coinvolgono anche le persone sane. La produzione in una lingua non-dominante è spesso92 più difficoltosa rispetto a quella in una lingua in cui si è quotidianamente immersi, per i bilingui sani come per quelli cognitivamente danneggiati. Pertanto, alla luce dei risultati nei compiti che testano le altre competenze linguistiche, si potrebbe anche pensare che l’effetto della demenza sull’accesso lessicale sia la stessa in entrambe le lingue, dominante e non-dominante, e che la differenza di rendimento nelle due lingue sia riconducibile ad altri processi coinvolti.

92

130

Grafico 3: Il grafico illustra la differenza tra risposte corrette e incorrette, tra lingua dominante e non-dominante

Studi recenti sul lessico vanno nella direzione suggerita, a partire da valutazioni sulle modalità in cui la malattia di Alzheimer danneggia la capacità dei bilingui di accedere al lessico della loro lingua dominante e della lingua non-dominante, testando l’abilità nel portare a termine il compito di denominazione di immagini. Gollan et al., 2010, comparando i punteggi di bilingui precoci (inglese/spagnolo) e di bilingui tardivi (spagnolo/inglese) con quelli di soggetti bilingui di controllo, hanno osservato che la maggiore differenza tra soggetti Alzheimer e soggetti sani risiede nel punteggio ottenuto nella lingua dominante. In questa prova, gli autori hanno invitato i partecipanti a denominare le immagini nella lingua dominante. In seguito, hanno sottoposto loro le stesse immagini perché questa volta le denominassero nella loro lingua più debole. Per ciascun bilingue poi, si è calcolata la proporzione di figure denominate correttamente tenendo conto di quattro criteri differenti: (1) nomi corretti nella lingua dominante, (2) nomi corretti nella lingua non-dominante, (3) nomi corretti in almeno una delle due lingue, (4) nomi corretti in entrambe le lingue. Come abbiamo detto, la differenza maggiore registrata tra i bilingui affetti da Alzheimer e i soggetti sani è considerevolmente maggiore per i risultati ottenuti nella lingua dominante: infatti, i malati Alzheimer di lingua dominante inglese denominano correttamente circa il 24% in meno di immagini rispetto ai soggetti di controllo nella lingua dominante, ma solo il 7% circa in meno nella lingua più debole. Inoltre, riescono a trarre un maggior beneficio, o almeno pari beneficio

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Risposte corrette Risposte incorrette

Lingua dominante Lingua non dominante

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rispetto ai soggetti di controllo, dalla definizione del punteggio secondo il criterio numero (3): riescono cioè a compensare il fatto di non riuscire a produrre il termine in una delle lingue, producendolo nell’altra.

Discorso spontaneo

Abbiamo deciso di elicitare nel paziente la produzione di un discorso narrativo con argomento la sua infanzia, allo scopo di garantire il carattere di una normale interazione comunicativa e di facilitare il recupero delle informazioni, sollecitando gli avvenimenti custoditi nella memoria episodica che dovrebbero risultare più facili e, forse, anche più piacevoli da ricordare. Tali informazioni si adattano, inoltre, alle necessità di confronto tra le due lingue, poiché non richiedono il ricorso ad un vocabolario specifico e riducono l’influenza dell’eventuale differenza di competenza lessicale tra le due prima della malattia. Abbiamo reputato che la sola analisi, senza una possibilità di consultare e cercare un riscontro nella produzione di riferimento sarebbe potuta risultare difficoltosa da seguire. Pertanto si sono contestualmente inserite le trascrizioni delle conversazioni, sperando che oltre a rendere conto il più precisamente possibile delle caratteristiche linguistiche a cui siamo interessati e dell’intonazione dell’eloquio, facciano trasparire la gentilezza e la disponibilità del paziente. La durata della conversazione è cronometrata in modo da essere di circa 5 minuti. Tuttavia, in entrambe le sedute, si è sforato di un minuto o due per non interrompere la conversazione e per non rischiare di perdere informazioni preziose, considerata anche la scarsa loquacità del nostro interlocutore. Le parti considerate sono comunque di durata simile, complete nematicamente e, se non di identica lunghezza, non sbilanciate. Alcune frasi proferite al di fuori della prova risultano qualitativamente interessanti e, dunque, saranno citate a parte, ma non comprese nel conteggio.

Trascrizione compito 6 (discorso spontaneo), protocollo ALIBI versione francese

ok, maintenant, on va discuter un petit peu, d'accord? je vais vous poser une question pour commencer et puis...voilà...vous nous racontez en peu. est-ce que vous êtes né en france monsieur r.?

oui.

oui, vous êtes né en france. gibel.

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c’est le lieu de naissance? c’est où ça?

c’est + haute-garonne. a côté de l’ariège et de l’aude. d’accord. c’est un village?

mh.

alors, racontez-nous un peu, vous êtes né à gibel et puis ensuite, quelle a été la suite des