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Tabella 1 Distribuzione sul territorio dei migranti secondo il Piano di accoglienza

3.1.1 Analisi dei cost

Il Piano di accoglienza dei migranti, concordato il 6 aprile 2011 in una conferenza unificata fra Stato, Regioni ed enti locali aveva tre obiettivi principali ovvero:

1. Assicurare ai migranti la prima accoglienza

2. Garantire l’equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale 3. Provvedere all’assistenza

Questo accordo ha previsto una distribuzione dei migranti nelle varie regioni italiane71 in proporzione alla densità di abitanti residenti e una ripartizione degli stranieri sul territorio italiano in base alla tendenza degli arrivi sulle coste72. Gli stanziamenti

previsti per gestire l’Emergenza Nord Africa sono risultati essere molto consistenti ed hanno riguardato più aspetti della gestione dell’ENA73.

Tipologia interventi Importo in euro Percentuale %

Assistenza 634.580.704,72 41,70 % Forze e mezzi 583.527.864,06 38,33 % Accordo Italia – Tunisia 179.005.000,00 11,76 % Assistenza/Forze e mezzi 51.934.946,00 3,41 % Detenzione 41.256.890,00 2,71 % Lampedusa 28.698.730,28 1,89 % Rimpatri 1.809.584,80 0,12 % Aiuti umanitari 1.000.000,00 0,07 % Ambiente 100.000,00 0,01 % TOTALE 1.521.643.719,86 100 %

Fonte tabella: rielaborazione dei dati da parte dell’Associazione Lunaria contenuta all’interno del dossier

I diritti non sono un “costo”. Immigrazione, welfare e finanza pubblica.

La voce “forze e mezzi” ha riguardato in particolare il rafforzamento del personale afferente a CRI (Croce Rossa Italiana), ai corpi dei Vigli del Fuoco, di Polizia, di Forze Armate, alla Capitaneria di Porto e alle commissioni per la valutazione delle domande di protezione internazionale istituite in via del tutto straordinaria. Ha inoltre tenuto conto del rimborso delle missioni della Croce Rossa in Tunisia, del personale della                                                                                                                          

71 Ad eccezione della Regione Abruzzo ancora colpita dal terremoto del 2009.

72 Associazione Lunaria, I diritti non sono un “costo”. Immigrazione, welfare e finanza pubblica. 73 ENA è l’acronimo di Emergenza Nord Africa

Protezione Civile occupato nei gruppi di monitoraggio e assistenza (GMA)74, del ripristino e della manutenzione delle attrezzature utilizzate da CRI e dai vigili del fuoco. Alla voce “forze e mezzi” fanno anche riferimento ai costi della rimozione delle imbarcazioni utilizzate dai migranti per giungere sul territorio italiano e si riferiscono altresì all’utilizzo delle unità navali per il trasferimento dei migranti da Lampedusa alla terra ferma.

Il 5 aprile 2011 è stato siglato l’accordo tra Italia e Tunisia, sottoscritto dal Ministro dell’interno Roberto Maroni e dal suo omologo tunisino Habib Essid per rafforzare i controlli sulle partenze dalla Tunisia verso l’Italia e per definire le modalità di rimpatrio diretto per i tunisini sbarcati dopo il 5 aprile 2011. Oltre all’accordo firmato da entrambe le parti, il Governo italiano ha donato alla Tunisia sei motovedette, quattro pattugliatori e un centinaio di fuoristrada.

Tra le spese conteggiate per la gestione dell’ENA rientrano anche i fondi utilizzati per la detenzione di migranti non beneficiari della protezione umanitaria temporanea e per la manutenzione e la gestione dei tre nuovi centri di Identificazione e Accoglienza (CIA) ovvero il centro di Palazzo San Gervasio in Basilicata in provincia di Potenza, quello di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta e quello di Kinisia in provincia di Trapani.

All’amministrazione di Lampedusa è stato devoluto l’1,89% del totale dei costi di gestione dell’Emergenza Nord Africa per un totale di 28. 698.730, 28 euro, utilizzati anche per il supporto della riqualificazione ambientale e per assicurare rifornimenti di acqua potabile all’isola.

Alla voce “ assistenza” che rappresenta il 41,70% del totale dei fondi impiegati nell’affrontare la gestione della situazione emergenziale in corso sono state raggruppate diverse varietà d’intervento come le misure di primo soccorso, l’accoglienza secondo la distribuzione territoriale prevista nel Piano delineato dal Dipartimento della Protezione Civile, l’ospitalità in alcune strutture alberghiere del territorio, e le spese per i vari enti che hanno collaborato per la gestione dell’Emergenza Nord Africa quali: Croce Rossa, associazioni, cooperative sociali e ditte private.

                                                                                                                         

74 «I gruppi di monitoraggio e assistenza (GMA) sono stati costituiti con il decreto del 27 luglio 2011 con l’obiettivo di supportare i Soggetti attuatori regionali e verificare le modalità di accoglienza adottate. Oltre al personale del Dipartimento di Protezione civile, ai GMA hanno partecipato rappresentanti del ministero dell’Interno e di ANCI, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Oltre all’organizzazione regionale, alle strutture e al vitto è stata monitorata l’erogazione di servizi quali la mediazione linguistico culturale, l’informazione e l’orientamento legale, l’inserimento della lingua italiana, l’orientamento ai servizi sul territorio, l’assistenza socio-sanitaria, etc.» (cit. ibidem)

Il 20 giugno 2011 con un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri sono stati nominati i “soggetti attuatori” di protezione civile per ogni regione con l’obiettivo di trovare strutture adeguate ad ospitare i migranti secondo il piano dell’ENA. I soggetti responsabili sono stati altresì abilitati a stendere accordi e contratti con soggetti pubblici e privati al fine di garantire un’adeguata accoglienza sul territorio regionale. I soggetti attuatori devono sottostare o alle linee guida dello SPRAR o al regolamento per la gestione dei CARA. A seconda della scelta tra le due possibilità di gestione si è verificato anche un diverso livello di qualità dell’accoglienza75: coloro i quali hanno seguito le linee guida dello SPRAR hanno incluso nel loro progetto anche percorsi volti a favorire l’indipendenza e l’inserimento dei soggetti nella comunità locale mentre i soggetti attuatori che hanno scelto il regolamento per la gestione dei CARA hanno garantito ai migranti una tipologia di accoglienza basilare e senza la lungimiranza indispensabile per integrare i migranti nelle comunità locali. Con l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2011 n. 394876 il governo prevede

lo stanziamento di 46 euro al giorno per ogni rifugiato adulto, mentre per i minori stranieri non accompagnati è prevista l’assegnazione di 80 euro pro capite. Inoltre l’OPCM n. 3948 ha specificato che “compatibilmente con la situazione di emergenza in

atto” i soggetti attuatori hanno la possibilità di non rispettare né le linee guida dello

SPRAR né quelle dei CARA con il rischio implicito di degenerare in un livello scadente di accoglienza. La situazione “emergenziale”, come teorizzato da Giorgio Agamben77, permette una sospensione delle consuete procedure e un’elusione dai normali controlli delle autorità. Come diretta conseguenza di questa ordinanza si sono verificati sul territorio nazionale situazioni completamente diverse: a titolo esemplificativo l’accoglienza data ai migranti in Val Camonica comprendeva una serie di percorsi e attività volti all’integrazione e all’interazione dei migranti con le popolazioni locali78 mentre altre realtà, come quella di Chioggia (VE), prevedevano esclusivamente vitto e alloggio presso strutture alberghiere senza personale adeguatamente formato e senza un programma di inclusione sociale.

                                                                                                                         

75 Associazione Lunaria, I diritti non sono un “costo”. Immigrazione, welfare e finanza pubblica. 76 Per la consultazione del testo integrale di tale ordinamento si rimanda al link della Protezione Civile:

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_prov.wp;jsessionid=72BC10A52EB2416535411EFDCA 15AB10?toptab=2&contentId=LEG25906#top-content (link consultabile al 13 gennaio 2013)  

77  Giorgio Agamben, Stato d’eccezione,  Ed. Bollati Boringhieri, Torino 2003.

Non sono mancati i casi di “malaffare” come il caso della cooperativa Domus Caritatis79 che a Roma gestiva 8 comunità in cui ospitava, almeno formalmente, minori stranieri non accompagnati. L’ong Save the children e il garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio hanno verificato le effettive condizioni di accoglienza di queste persone all’interno delle strutture gestite dalla cooperativa e hanno trovato una situazione di sovraffollamento e, soprattutto, un numero considerevole di adulti. La maggior parte delle persone intervistate risultava essere palesemente maggiorenne e non provenienti dall’ ENA ma arrivati in Italia ben prima. La cooperativa Domus Caritatis spacciando per minori gli adulti che accoglieva nelle sue strutture incassava il doppio di quello che avrebbe potuto ottenere se avesse dichiarato il vero.