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Coordinamento e aspetti sanitari dell’Emergenza Nord Africa

«Coordination is vital in emergencies.» World Health Organization

Lo “stato di emergenza” dichiarato dal Governo italiano nel febbraio 2011 per l’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dal Nord Africa si inserisce all’interno di una più ampia “emergenza immigrazione” dichiarata nel Marzo 2002 dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Lo “stato di eccezione” è stato teorizzato e studiato da molti intellettuali nel corso del XX secolo. Due dei principali pensatori a riguardo sono stati Carl Schmitt e Walter Benjamin, ripresi e riformulati all’inizio degli anni 2000 da Giorgio Agamben59. Mentre Carl Schmitt sosteneva che lo stato di eccezione rientrasse sempre in un ordine giuridico ben definito, di diverso parere era Benjamin che invece affrontava lo stato d’emergenza come un momento politico completamente estraneo al diritto. Agamben, di parere più vicino a quello di Walter Benjamin, ritiene invece che esso venga utilizzato per sospendere temporaneamente le leggi vigenti estendendo così i poteri dell’esecutivo senza che vi sia un’effettiva verifica sull’operato del governo. Questa forma di gestione della res publica è diventata, dopo gli attentati terroristici del 2001, la regola delle cose a discapito dell’ordinamento di diritto non limitando così i governi all’utilizzo della violenza di potere. A tal riguardo Agamben scrive: «L’aspetto normativo del diritto può essere così impunemente

obliterato e contraddetto da una violenza governamentale che, ignorando, all’esterno, il diritto internazionale e producendo, all’interno, uno stato di eccezione permanente, pretende tuttavia di stare applicando il diritto». La diretta conseguenza di questo

metodo di governo è un progressivo e inesorabile logoramento dello stato di democrazia in tutte le sue sfaccettature.

                                                                                                                         

3.1 Coordinamento

A partire da inizio gennaio 2011 si sono registrati arrivi di migranti in cifre consistenti rispetto all’anno precedente e il continuo flusso di sbarchi ha portato il Presidente del Consiglio dei Ministri a decretare il 12 febbraio 2011 lo “stato di emergenza umanitaria

nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa” 60 successivamente integrato il 30 marzo dal Piano di

accoglienza previsto dal Dipartimento della Protezione Civile.

Il 18 febbraio, su provvedimento giurisdizionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, viene nominato «Commissario per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza» . Al Commissario scelto vengono conferiti estesi poteri ed un’immediata disponibilità di fondi economici e di risorse umane, 200 militari delle forze armate61, per affrontare l’emergenza in questione. Fino alla prima metà di marzo la situazione a Lampedusa, dove vengono deviate dalla Guardia Costiera le barche intercettate al largo delle isole Pelagie, vede un continuo aumento di presenze mentre i trasferimenti sul resto del territorio nazionale e i rimpatri previsti in Tunisia avvengono sporadicamente e in modo non sistematico e organico. Il 23 marzo 2011 iniziano i primi consistenti trasferimenti verso la terraferma, parte infatti la prima nave della Marina militare verso la Sicilia per trasferire da Lampedusa a Mineo circa 600 migranti. I trasferimenti degli stranieri nei vari Centri d’accoglienza dislocati sul territorio nazionale avvengono sia con traghetti che con ponte aereo. Nel frattempo l’isola di Lampedusa è diventata ormai un CPSA (Centro di Primo Soccorso e Accoglienza) a cielo aperto poiché il Centro di Contrada Imbriacola non può “ospitare” così tante persone quante ce ne sono effettivamente sull’isola che devono così trovare “sistemazioni di fortuna” sulle colline, sul molo, per strada o sotto i camion come hanno ampiamente mostrato i media nazionali.

Il 5 aprile c’è stato un cambiamento di direzione nella situazione emergenziale quando è stato emanato il Decreto che ha statuito la concessione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di sei mesi ai migranti giunti in Italia dai paesi del nord Africa tra il primo di gennaio e la mezzanotte del 5 aprile 2011, in seguito agli accordi presi tra il governo italiano e le autorità tunisine62.

                                                                                                                         

60 Vedi allegati

61 Rapporto di Associazione A Buon Diritto Onlus, Lampedusa non è un’isola. Profughi e migranti alle porte dell’Italia. Pag. 257

Il 6 aprile 2011, durante una conferenza organizzata dal Governo con i rappresentanti delle Regioni, dell’UPI e di ANCI63, si decide come affrontare la cosiddetta “Emergenza” siglando un piano d’intesa, i cui punti rilevanti includono un sistema d’accoglienza diffuso in modo capillare su tutto il territorio nazionale, la consegna di un Piano di Accoglienza attraverso il sistema della Protezione Civile64 nazionale, la responsabilità del Governo di avviare un’iniziativa verso l’unione Europea per ottenere per i migranti in oggetto la concessione di una protezione temporanea e lo stanziamento di un fondo pluriennale a favore dei Comuni che prendono in carico i minori65.Il 7 aprile 2011 è stato dichiarato lo stato d’emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa, autorizzando pertanto deroghe ai normali processi anche per gli interventi nella zona indicata dal decreto. Il 13 aprile 2011 con l’ordinanza n. 3933 il Dipartimento della Protezione Civile viene nominato “ Commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dell’emergenza” in sostituzione del Prefetto di Palermo. Il dipartimento della Protezione Civile ha redatto il Piano d’accoglienza degli stranieri su tutto il territorio nazionale, indicando la distribuzione per regione dei migranti in base alla densità della popolazione locale (v. tabella pagina successiva). L’intervento della Protezione Civile ha permesso rapidi e consistenti trasferimenti dei migranti giunti a Lampedusa. I migranti vengono portati in altri centri prescelti dalle Regioni e dagli Enti locali sul territorio nazionale o trasferiti in strutture alberghiere, alimentando così gli affari di privati.

La maggior parte degli stranieri trasferiti nel resto d’Italia sono principalmente migranti provenienti da Nigeria, Ghana, Mali, Costa d’Avorio, dal Corno d’Africa e persone native del sub continente indiano in particolare originari del Bangladesh.

                                                                                                                         

63 UPI ovvero Unione delle Province Italiane, ANCI ovvero Associazione Nazionale dei Comuni Italiani 64 La Protezione Civile è un organo della Repubblica Italiana facente capo alla Presidenza del Consiglio

dei Ministri che si occupa principalmente della prevenzione, della gestione e del superamento di emergenze ambientali o umanitarie sul territorio nazionale.

Tabella 1. Distribuzione sul territorio dei migranti secondo il Piano di