• Non ci sono risultati.

Tabella 1 Distribuzione sul territorio dei migranti secondo il Piano di accoglienza

3.2 Aspetti Sanitar

3.2.1 ENA e Sanità

Durante l’ENA la situazione della sanità dei migranti è stata coordinata a diversi livelli dai principali attori coinvolti. Le basilari azioni da intraprendere sono state stabilite in itinere in una serie di incontri istituzionali, avvenuti a vari livelli:

Livello Regionale: il 3 marzo 2011 le autorità sanitarie della Regione Sicilia hanno istituito un tavolo di coordinamento con la partecipazione dei direttori dei Servizi Sanitari Regionali il cui obiettivo era di sviluppare un piano per provvedere agli effettivi bisogni sanitari e rispondere agli eventi in atto a Lampedusa.

Livello Nazionale: a febbraio 2011 la ripresa delle migrazioni provenienti dal Nord Africa e dirette a Lampedusa preoccuparono le istituzioni e hanno richiesto misure di risposta coordinate principalmente dall’ufficio del Primo Ministro e dal Consiglio dei Ministri

Livello Internazionale: il 13 aprile 2011 il Ministero della Sanità italiano ha organizzato a Roma un meeting di alto livello coinvolgendo l’Unione Europea con il supporto dei delegati regionali dell’OMS, i ministri della salute di Grecia e Malta, e i rappresentanti di Cipro, Ungheria e Spagna.

Il Dipartimento della Protezione Civile, dopo essere stato nominato Commissario Straordinario per la gestione dell’Emergenza Nord Africa, in una circolare del giugno 2011 sul coordinamento raccomanda quanto segue:

                                                                                                                         

85  Giusi Nicolini nel 2011 era un attivista di Legambiente, nel maggio 2012 è stata eletta Sindaco di

Lampedusa e Linosa.  

86  Giusi Nicolini con Marta Bellingreri, Lampedusa. Conversazioni su isole, politica e migranti. Ed.

o La gestione delle attività relative all’erogazione dei servizi di primo soccorso e all’assistenza sanitaria ai migranti devono essere coordinate dall’ambulatorio di primo soccorso di Lampedusa, sotto la giurisdizione dell’Azienda Sanitaria Locale di Palermo;

o I migranti in arrivo a Lampedusa sono assistiti dallo staff medico del Centro di Primo Soccorso dell’isola, supportati da INMP87, IOM, CRI, MSF, Cavalieri dell’Ordine di Malta, Save the Children e UNHCR;

o Lo scopo del triage consiste nell’identificazione delle principali criticità sanitarie e nell’implementazione delle attività del primo livello di assistenza sanitaria definite dal protocollo del Ministero della Salute;

o Dopo le registrazione, effettuata dalla Polizia, i migranti in evidente stato di necessità possono essere visitati una seconda volta dal personale medico del centro di primo soccorso e di accoglienza (CPSA);

:

                                                                                                                         

87 INMP: Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto

Lo schema riportato qui sintetizza molto bene come viene effettuato il triage medico all’arrivo dei migranti a Lampedusa

Piano di contingenza per la gestione dei migranti in arrivo a Lampedusa

Migranti con patologie

Dimissione Dimissione

Migranti che entrano nel territorio nazionale

- Trasferimento su barche (commerciali o militari) battenti bandiera italiana in acque internazionali

- Imbarcazioni entrano nelle acque territoriali italiane (12 miglia)

Migranti in buone condizioni di salute Le condizioni cliniche consentono il trasferimento al CpSA di Lampedusa? Identificazione Visite mediche Attività di sorveglianza sindromica Consegna di certificati medici SI Trasferimento al Centro di primo Soccorso e Accoglienza NO Trasfrimento a centri ospedalieri della Regione Sicilia

Trasferimento in nave Trasferimento alla terraferma Attività di sorveglianza sindromica, Consegna della cartella clinica

Fonte: rielaborazione su dati da Protezione Civile e Organizzazione Mondiale della Sanità

Per quanto riguarda lo sbarco sull’isola di Lampedusa e la sanità dei migranti è importante sapere che durante le operazioni di recupero in mare delle imbarcazioni dei migranti da parte della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza sono presenti a bordo anche i volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM). Il CISOM ha siglato nel 2008 un accordo con il Corpo delle capitanerie di porto per prestare le prime cure mediche alle persone recuperate in mare; durante l’Emergenza Nord Africa ha garantito le sue prestazioni fino al marzo 2012 quando i flussi migratori provenienti dall’area a sud del Mediterraneo si sono arrestati. Le attività del CISOM sono state riprese nel luglio 2013 in concomitanza con la visita di Papa Francesco all’isola di Lampedusa. A bordo delle navi di Guardia di Finanza e Guardia Costiera viene messo a disposizione personale volontario medico e para-medico che opera in

virtù della neutralità, dell'imparzialità e dell'internazionalità propria dell'Ordine di Malta88.

Il centro medico di Lampedusa opera senza la possibilità di ricoverare i pazienti. Ha uno staff medico residente altamente qualificato e professionale che include un direttore sanitario, tre dottori e cinque infermieri. Il Dottor Pietro Bartolo è il responsabile del presidio sanitario di Lampedusa e coordina tutte le attività sanitarie rivolte al fenomeno migratorio sull’isola. Questo incarico gli è stato assegnato dall’assessorato regionale alla salute e riconfermato in ultima istanza dal Ministero della Salute. Secondo il Dott. Bartolo il « servizio sanitario reso ai migranti risulta essere efficace ed efficiente

malgrado la esiguità del personale soprattutto in alcuni momenti particolarmente difficili ma che con grande sacrificio spirito di abnegazione grande professionalità e competenza siamo riusciti sempre a superare , dando origine a quello che da tutti è riconosciuto come " modello Lampedusa " 89».

Da lunedì a venerdì al centro lavorano inoltre 19 specialisti ed è attiva sull’isola un’unità operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 che copre le necessità sia di Lampedusa sia di Linosa. L’ambulatorio è composto da una camera iperbarica, una piccola sala chirurgica, attrezzata per esami cardiologici e radiografici. Altre attrezzature dovrebbero essere implementate in futuro. L’isola è inoltre servita da un’unità di pronto soccorso coadiuvata da un elicottero utilizzabile in caso di necessità di trasferimenti verso la terraferma. Durante l’Emergenza Nord-Africa il numero di professionisti della salute è                                                                                                                          

88  Citazione tratta dalla lettera inviata dal Presidente del Cisom al governo italiano per la candidatura della

presa in gestione del CPSA di Lampedusa, gennaio 2014.  

89  Per un approfondimento si rimanda al testo integrale dell’intervista contenuto negli allegati del presente

stato implementato per rispondere ai consistenti flussi migratori. Le principali patologie riscontrate ai migranti arrivati sull’isola sono quelle tipiche legate ai prolungati giorni di viaggio in mare come spiega il Dott. Bartolo: “ipotermia, disidratazione, ustioni

chimiche (da carburante) e confusione mentale” e, aggiunge il responsabile del

Programma Italia di Emergency, Andrea Bellardinelli, si riscontrano «patologie legate

anche alle condizioni di “accoglienza” in Italia come il PTSD ovvero Post Traumatic Stress Disorder, oltre a patologie strettamente connesse alle condizioni di vita, di lavoro e alle cattive condizioni alimentari.90»

Dopo i trasferimenti degli stranieri sul territorio nazionale e data l’eterogeneità della composizione dei flussi migratori giunti tra gennaio e ottobre 2011 si è dovuta diversificare la tipologia di accesso al Servizio Sanitario Nazionale a seconda dello status giuridico riconosciuto agli stranieri. Ai tunisini arrivati in Italia tra il primo gennaio la mezzanotte del 5 aprile 2011 è stato riconosciuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, con validità iniziale di sei mesi, beneficiando così dell’iscrizione all’SSN fino allo scadere del PST91, essendo così esentati dal pagamento delle

erogazioni ricevute. I cittadini stranieri giunti dopo la mezzanotte del 5 aprile che avevano presentato la richiesta di asilo politico o di protezione internazionale beneficiavano dell’iscrizione all’SSN fino a quando la domanda presentata non avesse ricevuto esito. È stato previsto il rilascio, ai cittadini stranieri non ancora identificati, della tessera con codice STP92 in quanto in situazione di momentanea irregolarità93. In caso di accoglimento della richiesta di permesso di soggiorno/domanda di asilo politico/protezione internazionale il titolare del permesso mantiene l’iscrizione al SSN fino alla scadenza e beneficia dell’esenzione dalla spesa sanitaria fino al 28 febbraio 2013, termine dello stato di emergenza decretato dal governo. In caso di rigetto della richiesta e di contestuale proposta di ricorso il ricorrente mantiene l’iscrizione al SSN e continua a beneficiare dell’esenzione entro i termini dello stato di emergenza decretato dal governo.

Oltre al Servizio Sanitario Nazionale anche molte organizzazioni non governative o associazioni hanno cooperato attivamente con la Protezione Civile e il governo durante l’Emergenza Nord Africa. La Croce Rossa italiana ha assistito complessivamente                                                                                                                          

90  Per un approfondimento si rimanda al testo integrale dell’intervista contenuto negli allegati del presente

lavoro.

91 PST Permesso di Soggiorno Temporaneo   92 STP Straniero Temporaneamente Presente  

93 Tratto dalle note inviate dalla Giunta della Regione Veneto contenenti le indicazioni operative

28.000 migranti tramite la gestione di centri d’accoglienza o di strutture d’accoglienza temporanee per i minori non accompagnati, coadiuvando le attività di ricongiungimenti famigliari, fornendo attività di mediazione culturale, di supporto giuridico, di supporto psicologico e ovviamente di tipo sanitario. La Croce Rossa Italiana ha inoltre prestato supporto alla Guardia Costiera nelle attività di assistenza agli sbarchi negli 8.000 km di tratto costiero del sud Italia94.

La CRI durante l’Emergenza Nord-Africa ha attivato il coordinamento a livello nazionale tramite la propria Unità di Crisi con l’obiettivo di garantire una risposta adeguata alla situazione emergenziale che si stava avverando in quel momento. Ha inoltre inviato un team di valutazione sul territorio finalizzato a comprendere al meglio la situazione, indagare le risorse strutturali disponibili e a valutare i possibili scenari futuri. Ha attivato un desk di coordinamento e di monitoraggio per gestire e osservare le attività di risposta attivate nel tempo; si è inoltre adoperata alla diffusione di linee guida per uniformare le attività di soccorso e accoglienza in tutto il territorio interessato95.

La dislocazione nel territorio nazionale della Croce Rossa Italiana si è concretizzato in differenti attività, a seconda delle esigenze locali e regionali che venivano a crearsi. A livello nazionale la CRI ha gestito 12 Centri di Prima Accoglienza e Transito, ha seguito, in vari modi, circa 30.000 migranti, ha distribuito in media oltre 5.000 pasti al giorno, è stata impegnata nelle attività di sbarco in 5 porti, è stata presente in 3 differenti regioni e contemporaneamente in 47 siti dove garantiva supporto e assistenza grazie al supporto quotidiano di oltre 5.000 unità tra volontari e dipendenti e 87 figure professionali. Uno degli interventi più importanti della Croce Rossa Italiana durante l’ENA è stata l’assistenza sanitaria e di primo soccorso durante le operazioni di sbarco, le attività di assistenza psico-sociale e la consegna ai migranti di materiale igienico- sanitario, oltre alla distribuzione di generi alimentari e vestiti. In particolare le attività di assistenza sanitaria che CRI ha erogato sono state di: primo soccorso, screening d’ingresso, farmacia, attività ambulatoriali specialistiche e il rinvio alle strutture sanitarie del territorio quando le condizioni lo rendevano necessario.

Le patologie che la Croce Rossa Italiana ha riscontrato maggiormente tra i migranti, oltre a quelle legate al viaggio già descritte precedentemente e quelle croniche che affliggono circa il 2% delle persone monitorate, sono malattie infettive come forme                                                                                                                          

94 Croce Rossa Italiana, Report Emergenze 2009-2012. 95 Ibidem.

influenzali, cistiti, funghi, congiuntiviti, gastroenteriti, otiti, pediculosi, varicella, condilomi ecc. che spesso prendono all’interno dei Centri nei quali vengono ospitati e che versano in pessime condizioni igienico-sanitarie.

La CRI si è avvalsa di figure professionali come psicologi e psichiatri per fornire supporto ai migranti più vulnerabili (donne, minori non accompagnati…). In particolare sull’isola di Lampedusa CRI è stata presente con un presidio medico ambulatoriale permanente diretto dal dott. Pietro Bartolo.

Anche l’organizzazione internazionale di Medici Senza Frontiere ha collaborato a Lampedusa per il superamento dell’Emergenza Nord Africa inviando un team composto da sei operatori ovvero un medico, un infermiere, 3 logisti e un mediatore culturale. Dal 2004 MSF non riceve più alcun sostegno dal governo italiano dopo il rapporto che l’organizzazione aveva stilato sui Centri di Permanenza Temporanea e anche nel 2011 ha dovuto finanziare le sue attività attraverso le donazioni di privati. Anche se non supportata in alcun modo dal governo, MSF ha mantenuto una clinica mobile presso la banchina del porto di Lampedusa dal 2004 al 2009 per fornire prestazioni mediche ed effettuare il primo screening ai migranti sbarcati sull’isola.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite i suoi delegati italiani, ha monitorato la situazione della complessa emergenza umanitaria in collaborazione con il Ministero della Salute e le autorità sanitarie della Regione Sicilia. Tra il 2011 e il 2012 l’OMS ha effettuato quattro visite sulle isole di Lampedusa e di Linosa per determinare gli eventuali rischi per la salute dei cittadini e dei migranti in relazione alle debolezze del Sistema Sanitario presente sulle isole. Secondo quanto rilevato il coordinamento concernente la salute dei migranti consiste in una collaborazione tra le autorità sanitarie del Paese, la Protezione Civile e i numerosi partner coinvolti (UNHCR, Save the Children, Cavalieri dell’Ordine di Malta, MSF, CRI e IOM)96 che va sicuramente implementata con adeguate misure tecniche ma che nel complesso sembra funzionare.

                                                                                                                         

96 World Health Organization, Second assessment of migrant health needs Lampedusa and Linosa, Italy,