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IV.2 Archiviazione delle informazioni

IV.2.2 Analisi dei reperti

Lo studio sui reperti è inserito nell‟ambito di un approccio contestuale, che valuta il significato sia delle associazioni tra reperti, sia dei rapporti fra questi ed il contesto: l‟inserimento su piattaforma GIS ha facilitato la gestione informatizzata e l‟interrogazione per tematismi specifici. Il materiale rinvenuto viene studiato dal punto di vista tipologico e morfologico e successivamente i reperti sono analizzati dal punto di vista più prettamente archeologico per comprendere i processi di formazione dei contesti scavati e le dinamiche dell‟occupazione delle aree indagate. L‟approccio ai materiali si imposta su una metodologia comune, fondata sull‟analisi macroscopica di ogni reperto; in alcuni casi, si sono avviate analisi archeometriche di laboratorio, finalizzate all‟analisi dei pigmenti, alla caratterizzazione degli impasti ceramici, delle tracce organiche all‟interno di contenitori o delle componenti in traccia nei campioni di terreno. Le informazioni relative alle classi di materiali sono in via preliminare compilate contestualmente all‟indagine stratigrafica sul campo nelle tabelle dell‟Inventario del sistema di archiviazione ADA.

Come già ricordato, singoli specialisti coinvolti nel Progetto hanno l‟incarico di studiare i materiali recuperati nel corso delle indagini stratigrafiche svolte dal 2002 ad oggi. Per inserire tali informazioni nella piattaforma GIS “RILEGGERE POMPEI-R. VI, INS. 7-14; R. V, INS.3-4” è stato necessario prevedere delle soluzioni di archiviazione.

L‟archivio Pompei MATERIALI è stato realizzato per il laboratorio di Archeologia Classica. Il

software prescelto è MSACCESS, in dotazione presso le postazioni PC del laboratorio. Il database è incentrato sul catalogo dei reperti inventariati a seguito dalle attività di scavo insulae VI,7 e 14 e V,3 e 4 di Pompei, ed è stato progettato sulla base dei temi di analisi dei materiali nell‟ambito del Progetto “Rileggere Pompei”519, garantendo l‟omogeneità dei percorsi e del lessico. Per regolare le operazioni di inserimento dei dati, è stato necessario definire innazitutto le liste di valori o i lessici controllati (utili, ad esempio, per definire la caratterizzazione tipologica). Questa possibilità garantisce la sicurezza dell‟inserimento dei dati, soprattutto nel caso di definizioni ripetitive, e al tempo stesso

517 In una relazione “uno-a-uno”, ogni record di una tabella corrisponde ad un solo record di un‟altra tabella.

518 Con relazione “uno-a-molti” si intende una relazione tra tabelle di un database in cui una riga di ogni tabella

corrisponde a una o più righe di un‟altra tabella.

permette di scegliere agevolmente le definizioni appropriate da gruppi di opzione e menù a tendina - un vocabolario chiuso520-, funzionali alle operazioni di catalogazione: la standardizzazione delle definizioni è fondamentale ai fini del buon esito della ricerca all‟interno dei campi e delle tabelle.

Il database della ceramica nasce dagli studi specialistici condotti nell‟ambito del Laboratorio di Archeologia Classica - Analisi della Ceramica antica (a cura di D. Cottica, E. Tomasella e L. Toniolo, Fig. 27) come uno strumento ideato inizialmente per organizzare l‟inventariazione e gestire i risultati dell‟analisi condotta sui reperti ceramici recuperati nei diversi saggi operati a Pompei, con attenzione allo studio morfologico, tipologico e di natura statistico-quantitativa e alla caratterizzazione degli impasti. Si tratta di un archivio strutturato in MS ACCESS entro due tabelle (schedatura dei pezzi e schedatura degli impasti), articolate in distinti campi testuali corrispondenti alle voci di descrizione; è previsto anche il collegamento con le immagini pertinenti ai singoli oggetti. Sulla base di affinità di impostazioni metodologiche e di razionalizzazione dei tempi di archiviazione delle informazioni, la medesima struttura è stata adottata anche per la registrazione del catalogo dei frammenti vitrei, dei reperti metallici, dei pesi da telaio e delle terrecotte architettoniche.

Per l‟inserimento dei dati (testuali), i campi principali sono:

IDENTIFICAZIONE (US, CATALOGO, INVENTARIO)

comprende le informazioni circa le il numero di Inventario, di Catalogo e di US, il numero dei frammenti

DESCRIZIONE MORFOLOGICA

descrizione delle caratteristiche morfologiche del pezzo (basata sull‟osservazione macroscopica e al microscopio ottico, 10X-30X)

DECORAZIONE DELLA SUPERFICIE

descrizione delle caratteristiche delle superfici (strati di rivestimento, colore, stato di conservazione, decorazione, presenza di bolli o iscrizioni)

MISURAZIONI

sezione dedicata alla descrizione del diametro (cm) ed EVE (percentuale del vaso conservata), se il frammento appartiene ad un orlo o ad un fondo, e del peso (gr)

IMPASTO

numero di impasto CONFRONTI

520 Sull‟opportunità di creare un thesaurus dedicato, GAINES 1981;RICCI et al. 1984;CARANDINI -RICCI 1985;HØY 1988;

STEAD 1988; VORRIPS 1998;ARROYO-BISHOP 1990; REILLY -RAHTZ 1992;AZZENA 1997;CAGGIA -MELISSANO 1997; FERRI 1997;SEMERARO 1997; SIGNORE 1997; TAFURO 1997; WYATT 1999;CARAFA et al.2000;NICCOLUCCI 2000a; PARDI -VENTURI 2000; CARAFA -LAURENZA 2001; DI COCCO 2001; LAURENZA -PUTZOLU 2001;COLOSI et al. 2002; D‟ANDREA -NICCOLUCCI 2002; FORTE 2002; NICCOLUCCI -HERMON 2003; AZZENA 2004; BARCHESI -CECCARELLI

2004; CAMIZ 2004; D‟ANDREA 2004; DJINDJIAN 2004; GARCIA-SANJUÀN – MUÑOZ-CRUZ 2004; ORLANDI 2004;

SEMERARO 2004;ULISSE 2004; ZANINI 2004; CAVALIERI et al. 2005;LAUŽIKAS 2005;PIEROBON et al.2005;SIGNORE et

comparanda

TIPOLOGIA

repertori correntemente in uso per attribuire la tipologia della classe del materiale in esame CRONOLOGIA

la datazione precisa del frammento o, più frequentemente, l‟arco cronologico OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

campo libero per osservazioni

Figura 27 Catalogo dei reperti ceramici

Per ottimizzare questi dati nella piattaforma GIS è stato necessario integrare queste soluzioni di preliminari di archiviazione, impostando come riferimento principale (chiave primaria) l‟identificativo della Unità Stratigrafica (IDUS) -ai fini di un collegamento immediato con l‟entità di contestualizzazione (ossia l‟US)- ed intervenendo sui singoli campi. Le variazioni che più frequentemente è necessario apportare a questa prassi di archiviazione risiedono nella implementazione delle liste di valori o del thesaurus (lessico controllato) e nella definizione dei campi, non sempre corrispondenti. In riferimento altre classi di materiali, quali i frammenti di vetro, i metalli e le terrecotte architettoniche, è stato sufficiente apportare limitate modifiche, perlopiù concernenti la terminologia e alcuni campi legati alla tecnologia di produzione. Definendo i tipi di relazioni (generalmente uno-a-molti) è stato possibile impostare funzioni di indicizzazione, utili alla composizione di query, e anche le opzioni di completamento attraverso i menù a tendina. Altre soluzioni, come l‟impostazione di query di selezione (incentrate su caratteristiche utili alla determinazione di livelli tematici significativi per rappresentare le classi di materiali: caratterizzazione tipologica dei reperti , datazione, tipo di impasto, classe ceramica, parte morfologica) e query a campi incrociati (per ottenere tabelle riassuntive delle distribuzioni in rapporto a parametri significativi:

materiali datanti per US, tipo di metallo in rapporto alla destinazione d‟uso), saranno discusse dettagliatamente in seguito521.

Per l‟analisi dei reperti faunistici e degli antracoresti, in considerazione del differente approccio allo studio e alla catalogazione di queste classi di materiali, si è reso invece necessario provvedere alla realizzazione di archivi dedicati, progettati da chi scrive in collaborazione con gli specialisti che si occupano dell‟analisi di questi materiali. Il tipo di informazioni, più strettamente connesse con un approccio scientifico-naturalistico, e il procedimento di raccolta dei dati, unitamente alla considerazione del fatto che sono assai scarsi gli esempi di GIS di scavo che restituiscano percorsi incentrati sull‟analisi di queste categorie di reperti522, forniscono una necessaria giustificazione a questa scelta. Pertanto, il primo passaggio è stato quello di stabilire il lessico controllato e i campi in cui strutturare le tabelle. La chiave primaria è IDUS, che identifica il numero attribuito alla singola Unità Stratigrafica. Definendo i tipi di relazioni (generalmente uno-a-molti) è stato possibile impostare funzioni di indicizzazione, utili alla composizione di query, e anche le opzioni di completamento attraverso i menù a tendina. Molta attenzione è dedicata anche alla creazione di interfacce grafiche di utilizzo abbastanza intuitivo e di percorsi di ricerca automatizzati, che si basano sulla compilazione dei criteri di ricerca entro maschere specifiche, collegate a percorsi di consultazione dei risultati. I percorsi di interrogazione sono attivabili selezionando le opzioni attraverso le maschere di collegamento, così anche alla possibilità di compilazione di una nuova scheda e all‟implementazione di una già esistente. Ciascun percorso prevede inoltre la possibilità di stampare sia il catalogo delle schede, che i risultati delle ricerche. L‟interesse primario è infatti quello di coinvolgere anche utenti non esperti nell‟utilizzo di tali archivi, studiati per essere uno strumento di supporto alternativo ad altre soluzioni adottate (ad esempio la compilazione di fogli Excel), che ponevano considerevoli limitazioni alla consultazione dinamica dei dati e al riversamento di questi nella piattaforma GIS “RILEGGERE POMPEI-R.VI, INS.7-14;R.V, INS.3-4”. I percorsi di ricerca progettati rispondono agli interessi degli specialisti, ma sono previsti anche percorsi di implementazione, differenziati rispetto alla semplice consultazione dei dati (riducendo così le possibilità di intervenire involontariamente e causare la perdita dei dati). Alcuni di questi percorsi di selezione sono stati successivamente utilizzati per la realizzazione di livelli tematici nel GIS, come risultato di differenti tipi di query (ad esempio, la rappresentazione del Numero Minimo di Individui, la definizione dell‟età di morte o la distribuzione dei taxa per i reperti faunistici, oppure dei generi e delle specie di vegetazione, per US o su base areale più ampia), utili per la determinazione di livelli tematici significativi per rappresentare le classi di materiali e per ottenere tabelle riassuntive delle distribuzioni per numero di frammenti in rapporto a parametri significativi (come i taxa faunistici e floristici).

521 Sul funzionamento delle query e sulle analisi sviluppate, v. §. IV.4.1

Il database dedicato ai reperti faunistici (Figg. 28, 29) è stato realizzato per il laboratorio di Archeologia Classica da C. Maratini. Il software prescelto è MS ACCESS, in dotazione presso le postazioni PC del laboratorio. Per l‟inserimento dei dati (testuali) che risultano dall‟attività di schedatura, i campi sono stati organizzati nelle sezioni:

1-GENERALE TASSONOMIA

comprende le informazioni circa l‟identificazione del pezzo (US, saggio, numero catalogo, numero Inventario, foto) e l‟attribuzione tassonomica (da menù a tendina)

2-ANATOMIA

descrizione dell‟elemento anatomico (da menù a tendina), con l‟indicazione della lateralità e le note sullo stato di frammentazione

3-TAFONOMIA

registra eventuali osservazioni circa la presenza di tracce di ossidazione, combustione o macellazione

4-MORFOMETRIA

compilazione della tabella riassuntiva delle misure osteologiche 5-ETÁ DI MORTE

contiene le sull‟attribuzione dell‟età di morte degli individui in base ai differenti parametri

La sezione di RICERCA (Fig. 29) permette accedere a percorsi predefiniti di ricerca generica (1

parametro: US, taxon, età di morte, tracce di macellazione), o secondo interessi specifici (2 più parametri: US e taxon; US, taxon e età di morte , Numero Minimo di Individui, Morfometria).

Figura 28 Catalogo dei reperti faunistici

Figura 29 Database reperti faunistici: ricerca

Il database dedicato agli antracoresti (Figg. 30, 31) è stato realizzato per il laboratorio di Archeologia Classica da C. Maratini. Il software prescelto è MS ACCESS, in dotazione presso le postazioni PC del laboratorio. Per l‟inserimento dei dati (testuali) che risultano dall‟attività di schedatura, i campi principali sono articolati nelle sezioni:

comprende le informazioni circa la provenienza del pezzo (US, saggio, numero catalogo, numero Inventario) e la sua identificazione : la tipologia di campione botanico (da menù a tendina), il numero dei frammenti, il metodo di prelievo (flottazione o campionamento a vista)

2-DETERMINAZIONE

attribuzione tassonomica (genere e specie da menù a tendina), con l‟indicazione di eventuali osservazioni

3-COLLOCAZIONE

contiene le informazioni sulla collocazione attuale del campione conservato

Figura 30 Catalogo degli antracoresti

La sezione di RICERCA (Fig. 31) permette accedere a percorsi predefiniti di ricerca generica per distribuzione (1 parametro: US, taxon), o secondo interessi specifici (2 o più parametri: genere e specie, US, genere e specie; elementi di determinazione).