III.5 Campagne 2008-2009: schedatura degli edifici, saggi di scavo, analisi specialistiche sui reperti
III.5.1 Casa della Soffitta, V,3,4
L‟edificio V,3,4 (TAV. 6)408 è stato riportato in luce a partire dal 1898 con lo sterro della facciata sulla via di Nola, e procedendo negli anni successivi all‟interno della casa dal 1901 al 1905409. In epoca più recente, negli anni 1987 e nel 2006 sono stati effettuati saggi di scavo da parte della Soprintendenza Archeologica di Pompei e dell‟Università di Siena410. L‟edificio ha un impianto ortogonale rispetto alla strada e si sviluppa in profondità: gli ambulacra (A411 e B) sono fiancheggiati da una sequenza di vani domestici e di servizio. Sulla destra, la cucina con latrina (C) ed un piccolo giardino (F)412. Sul lato opposto, i vani D ed E conservavano, al momento dello scavo, chiare tracce di un cantiere di restauro attivo. Da qui si passa direttamente all‟area “di rappresentanza” dell‟abitazione, come è segnalato dalla soglia di accesso al vano G, lo spazio su cui converge l‟articolazione planimetrica del complesso. Alla ricchezza della decorazione in IV Stile di questo atriolo (dove è presente anche un larario ad edicola) si deve la denominazione moderna dell‟edificio413. Più semplice è l‟allestimento del vano immediatamente ad ovest (H). A nord di
405 A cura di E. Cappelletto, L. Toniolo, E. Tomasella (Resp. Scient., prof.ssa D. Cottica).
406 In collaborazione con il Laboratorio di Paleobotanica e Bioarcheologia dell‟Università del Salento (Resp. Scient. Prof.
G. Fiorentino). In particolare, v. qui §. III.5.4.
407 Le informazioni esposte riassumono gli esiti dell‟analisi architettonica e stratigrafica condotta all‟interno dell‟edificio.
Il complesso architettonico è stato studiato da F. Marri (Università di Siena ), PUCCI et al.2008, pp. 231-233. Le indagini stratigrafiche si sono svolte nel giugno 2008 sotto la responsabilità di C. Maratini, che ne ha realizzato la documentazione finale (Dir. Scientifica prof.ssa A. Zaccaria Ruggiu); i risultati preliminari di queste attività sono in corso di pubblicazione su Rivista di Studi Pompeiani, ZACCARIA-RUGGIU et al. (c.s.).
408 NSc 1898, pp. 134-135; 1902, pp. 375, 387-381; ESCHEBACH 1993, p. 137; PPP II, pp. 69-72; PPM III, pp. 875-899;
PUCCI et al.2008, pp. 231-233. 409 NSc 1898, 1902, 1905.
410 Nei vani D e G affacciati sull‟ampio spazio verde:PUCCI et al.2008, pp. 231-233. 411 Che si ipotizza originariamente pavimentato in legno, in PPM III, p. 875.
412 Lo spazio, seppur assai ristretto, conserva tracce di un grazioso arredo: un basso pluteo ingloba due colonne rivestite
in stucco scanalato, sulla cui superficie –al momento dello scavo- si osservarono graffiti di scene di lotta tra gladiatori, in NSc 1898, pp. 134-135; 1902, pp. 375, 387-381; PPM III, p. 875.
413 Il fondo a pannelli rossi, decorato da festoni, cigni e maschere, era movimentato da nicchie romboidali e lunette con
grifi gialli. Gli schemi decorativi e la trattazione dei particolari hanno fatto propendere per l‟attribuzione alla Bottega dei Pittori di Via di Castricio, attiva negli ultimi anni di vita della città: PPM III, pp. 876; PPP II, pp. 69-73.
questo, il triclinium O414 è segnalato dal grazioso davanzale in marmo. Ad est si ha accesso nella sequenza di vani I, K (cubicola ad uso domestico, decorati a pannelli rossi), L ed M (vani di servizio con funzione di ambulacrum e apotheca o cella penaria), che hanno finestre aperte verso l‟area a giardino e sono stati chiaramente incorporati nel perimetro dall‟edificio nel corso di trasformazioni che si datano al I secolo d.C. Il piccolo ambulacrum N415 immette nella pars postica, ancora parzialmente da disseppellire. Il giardino (P) occupa lo spazio centrale, su cui si affacciano (dal lato est) gli ambienti R, S, T, U. Attualmente la pars postica dell‟edificio versa in condizioni di conservazione abbastanza difficili: trovandosi al limite del perimetro dell‟area della città messa in luce dagli scavi, subisce il deterioramento causato dalla vegetazione infestante e dallo scorrimento di materiale inerte dalla collina retrostante e dall‟abitato soprastante.
Il saggio 1 dello scavo 2008 (TAV.10) è stato realizzato nell‟area centrale dell‟ambiente P (A 59), adibito a giardino. Gli obiettivi dell‟indagine si sono rivolti alla comprensione delle dinamiche di allestimento dell‟area postica.
Immediatamente al di sotto dell‟humus e dei riporti attuati dagli scavi del 1905, è stato possibile identificare almeno tre sequenze principali di attività nell‟area. La prima di queste corrisponde ai pacchi limo-sabbiosi (UUSS 1482, 1466, 1484) di sedimento vulcanico privo di inclusi, individuato in depositi di formazione naturale nei livelli più profondi intercettati416.
La seconda sequenza di azioni è particolarmente articolata e concerne l‟allestimento dell‟area (I a.C. - metà I d.C.) Al rinnovamento dell‟architettura del giardino, da inquadrare nel generale riassetto delle strutture edilizie della pars postica della domus, si collega infatti la posa in opera della struttura ES 511417. Questa consiste in una struttura muraria (residuale al momento dello scavo e solo parzialmente esposta nel corso delle indagini), realizzata in opus incertum mediante caementa di pezzatura irregolare, di calcare del Sarno e trachite; il legante si presenta grigiastro con inclusi nuclei di calce di dimensioni millimetriche. L‟osservazione della modalità di posa in opera e dell‟allineamento orientato in senso est-ovest (compatibile con il paramento divisorio tra gli ambienti T ed U, a ridosso del limite orientale dell‟area del saggio), fanno propendere per la lettura di tale struttura come traccia di un precedente allestimento del vano P/A 59, in connessione con la disposizione dei vani nel settore a nord-est dell‟atrio.
414 La decorazione pittorica in questo ambiente comprendeva originariamente un quadretto con Arianna abbandonata,
PPP II, p. 72.
415 Le descrizioni edite ne ricordano la decorazione a soffitto a volta ribassata e a solaio, PPP II, pp. 69-73, PPM III, pp.
875-899.
416 Come è stato confermato dalle osservazioni sul posto della sedimentologa dott. ssa Senatore (Lab. Ricerche
Applicate, Soprintendenza Archeologica di Pompei).
417 ES 511, con andamento nord-est sud-ovest, occupa interamente la larghezza del saggio (150 cm): la struttura risulta
(spessore: 46 cm, altezza conservata 45 cm) potrebbe riallacciarsi ad est con i muri nord ed ovest dell‟ambiente T, affacciato sul giardino P.
Si assiste quindi alla realizzazione di interventi finalizzati all‟impianto di colture arboricole, le cui tracce sono da leggere nelle buche circolari418. Tuttavia, da queste, che pure sono evidentemente finalizzate all‟innesto degli arbusti stessi e dei pali per il loro sostegno (oppure alle palizzate di delimitazione) non è emerso alcun dato utile alla ricostruzione filologica del giardino419). Solamente US -1505, che risulta riempita da un‟anfora segata inserita nel sedimento, sembra pertinente all‟inserimento di un vaso di sostegno per l‟impianto di alberi o arbusti, dal momento che è circondata da pietre disposte in modo da fermare l‟anfora stessa. In seguito, si dovette provvedere a nuove soluzioni, di cui rimane traccia nella stesura di strati di livellamento, composti prevalentemente da materiale edilizio di risulta (caementa di calcare, trachite e cruma, leganti di malta e frammenti ceramici anche di grandi dimensioni) 420.
Attorno alla metà del I sec. d.C. si data una forte cesura, attuata mediante pesanti interventi di demolizione421 sulle soluzioni precedentemente adottate; la rasatura di ES 511422 va posta in connessione con l‟esigenza di ricavare maggiore spazio. Nuove buche, di diametro compreso tra 8 e 25 cm423, sono compatibili sia con l‟inserimento di pali di sostegno oppure all‟impianto / espianto di arbusti. Infine si realizzò una copertura quasi uniforme su tutta l‟area424, mediante scarichi di terreno argilloso, con abbondanti inclusi, per livellare e obliterare i precedenti tagli per l'impianto di alberi o arbusti nel giardino/hortus.