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L‟insula 7 della Regio VI (TAVV. 3, 4) è delimitata a est dalla via di Mercurio e ad ovest da via della Fullonica. Tali assi viari la separano, rispettivamente, dalle insulae 5193 e 9194. Sul versante meridionale l‟insula affaccia invece sul vicolo di Mercurio, che la separa dall‟insula 8195. A nord, essa culmina nella Torre XII del circuito murario, detta Torre di Mercurio196; sino da una preliminare osservazione della topografia generale si può facilmente osservare come l‟insula 7 si trovi in posizione più avanzata e adiacente alle mura rispetto alle insulae vicine: le ragioni di tale anomalia risiedono nelle vicende urbanistiche di questo isolato, che sono state in parte chiarite nel corso delle campagne di scavo 2005-2007197.

190 V. Parte III, §. IV.3.3.

191 Cui si aggiungono gli edifici I,12,8, bottega del garum e V,4,3, in collaborazione con UCA Cadiz. 192 MARATINI 2008a;MARATINI 2008b.

193 BORGHI-JOVINO 1984. 194 COARELLI -PESANDO 2006.

195 Presso il crocevia è ancora visibile in situ una fontana pubblica, detta di Mercurio, poiché sulla superficie della

porzione superiore è inciso a rilievo il volto della divinità.

196 PESANDO 1990, pp. 217-226; GUZZO 2007, pp. 69, 110-115; CHIARAMONTE 2008; PESANDO 2010. 197 V. Parte III, §. IV.5.1.

L‟isolato, spesso menzionato nella letteratura ottocentesca anche con il nome di fondo Minervini, è stato scavato tra gli anni „20 e gli anni „40 del 1800 (TAV. 2)198.

In merito alle operazioni di scavo, effettuate perlopiù seguendo gli assi viari, non si hanno informazioni precise, sia per la prassi di scavo dell‟epoca -più attenta al valore materiale del reperto che alla descrizione del suo esatto contesto di rinvenimento-, sia a causa della perdita dei documenti originali dei Giornali di Scavo durante il bombardamento del 1943, che causò consistenti danni agli edifici199.

Le strutture architettoniche attualmente presenti nell‟insula forniscono un quadro di insediamento documentato, senza soluzione di continuità, dall‟età sannitica sino all‟epoca imperiale, per concludersi tragicamente con l‟eruzione del 79 d. C. L‟ipotesi di una continuità insediativa protrattasi sino all‟ultima fase di vita della città è supportata anche dalla consistente presenza di oggetti di uso quotidiano, rinvenuti sui livelli pavimentali delle abitazioni nel corso degli scavi ottocenteschi (sebbene uno studio in merito non sia ormai più possibile, in quanto la prassi di scavo non prevedeva l‟inventariazione precisa e sistematica del reperto e del contesto di rinvenimento. Su tali considerazioni gravavano anche pregiudizi estetici dell‟epoca, che hanno portato in altri casi alla deliberata distruzione di reperti non ritenuti abbastanza di pregio per essere conservati).

Buona parte delle strutture murarie degli edifici è stata consolidata e restaurata sino dall‟epoca dello sterro borbonico, mediante interventi finalizzati ad una parziale ricostruzione o al consolidamento del paramento murario o della cresta200. Per quanto riguarda la morfologia del degrado degli edifici presenti nell‟insula 7, nel complesso il loro stato di conservazione è mediocre, seppure pregiudicato dall‟esposizione agli agenti di degrado atmosferici e ambientali, che accelerano lo stress meccanico cui sono sottoposte le strutture e gli arredi, aggravato da circostanze eccezionali, come il terremoto del 1980201. Le condizioni in cui versano il rivestimento pittorico e gli arredi pavimentali sono generalmente cattive (tranne che nel caso di alcuni ambienti di pregio della domus di Apollo, VI,7,23), e ciò è determinato sia dall‟insufficiente protezione, che dalla scarsa quantità di interventi di restauro recenti.

Le più antiche strutture architettoniche oggi visibili nell‟insula risalgono alla prima età sannitica202. Dei quindici edifici identificati come abitazioni (nove sin dall‟epoca delle relazioni di scavo

198 Durante la Direzione di M. Arditi (1807-1838) e, successivamente, di F. M. Avellino (1839-1850). Documentazione

d‟archivio conservata presso l‟archivio della Soprintendenza Archeologica di Pompei e l‟archivio della Biblioteca della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Napoli e Caserta.

199 CORTI 1963, pp. 233-234; GARCIA Y GARCIA 2006, pp. 76-77. TAV. 2. 200 PAGANO 1992.

201 ADAM FRIZOT 1983. Anche il continuo flusso turistico, l‟azione delle piante infestanti e il contatto con agenti

chimici e sostanze inquinanti costituiscono parametri da monitorare nella quotidianità del bene culturale. V. Parte III, §. IV.3.5; TAVV. 22, 24, 26.

202 Opus quadratum realizzato mediante la posa in opera di ortostati di calcare del Sarno. MAIURI 1942; ADAM 1988;

ottocentesche), sette corrispondono al modulo italico tradizionale della casa ad atrio con impluvium203

e due -dotati di maggior estensione- sono chiaramente risultato dell‟unione tra più nuclei abitativi preesistenti204. Nell‟insula 7 è presente anche un piccolo numero di esercizi commerciali, spesso annessi ad abitazioni205: dato significativo in un quartiere che, sino dalla prima età sannitica, è stato occupato prevalentemente da abitazioni di ceto patrizio206.

L‟insula 14 della Regio VI (TAVV. 3, 5) si trova nel quadrante nord-occidentale del sito di Pompei, all‟estremità orientale della Regio stessa. L‟isolato, di forma approssimativamente trapezoidale, è delimitato a sud da via della Fortuna e ad est da via Stabiana, la cui inclinazione verso nord-ovest ne ha condizionato il caratteristico assetto planimetrico. Il quadrante sud-orientale culmina nello spazio del “quadrivio di Orfeo”, che ospita un compitum, un castellum aquae secondario, una fontana ed un piccolo portico, di cui si conservano solo le basi di alcune colonne207.

L‟insula 14 comprende 44 edifici, che sono stati scavati in più fasi tra gli anni 1833-1836, 1839- 1845, 1874-1877, 1885, 1894 (TAV.2)208.

Anche in questo caso, parte della documentazione originaria degli scavi ottocenteschi, operazioni condizionate dalla prassi dell‟epoca e che raramente consentono di ricostruire contesti originari di ritrovamento dei reperti, è stata distrutta nel 1943.

Le strutture visibili in situ testimoniano la continuità insediativa nell‟area dalla prima età sannitica209 al 79 d. C. Fermo restando quanto già accennato circa il degrado delle strutture, nel complesso lo stato di conservazione degli edifici presenti nell‟insula 14 è generalmente mediocre. Le condizioni in cui versa il rivestimento pittorico sono abbastanza cattive, come testimonia il paradeisos della domus di Orfeo (VI,14,12-20).

Dei sedici edifici210 identificati come abitazioni, otto corrispondono al modulo italico tradizionale, della casa ad atrio211 e tre, dotati di maggior estensione, appartengono alla tipologia della domus ad atrio e peristilio212; gli altri cinque complessi non sono identificabili con una tipologia codificata213. A questi si aggiungono tre appartamenti al piano superiore214. Nell‟insula 14 è rilevante la presenza di

203 VI,7,3; VI,7,6; VI,7,7; VI,7,16; VI,7,19; VI,7,23; VI,7,25. 204 VI,7,18 e VI,7,20-22.

205 VI,7,8-14 e VI,7,4-5.

206 V. Parte III, §. IV.5.1. A questi dati si aggiunga la presenza di un appartamento al piano superiore (VI,7,24) ed uno

stabulum (VI,7,26), entrambi da attribuire alla metà del I secolo d.C.

207 Quest‟area pubblica, originariamente di dimensioni maggiori, fu progressivamente inglobata nel corso delle dinamiche

di espansione della domus d‟Orfeo e dalla domus VI,14,12 verso sud e verso est, lasciando libero il piccolo spazio trapezoidale che ancora oggi è visibile; BdI 1874, pp. 261-268.

208 BullNap 1844-1846; GdS III, 1874-1875; BdI 1875-1878; PAH II; NSc 1876-1878; CTP II, 263-264; ESCHEBACH

1993, p. 208.

209 Opus quadratum realizzato mediante la posa in opera di ortostati di calcare del Sarno. MAIURI 1942; ADAM 1988;

RICHARDSON 1988; ESCHEBACH 1995; PESANDO 1997; PETERSE 1999; ADAM 2008.

210 V. Parte III, §. IV.3.4; TAVV. 16, 19.

211 VI,14,5; VI,14,12; VI,14,22; VI,14,30; VI,14,34; VI,14,39; VI,14,40; VI,14,41-42. 212 VI,14,20; VI,14,38; VI,14,43, dotata di lupanare privato.

213 VI,14,2; VI,14,8; VI,14,9; VI,14,25; VI,14,27. 214 VI,14,23; VI,14,35; VI,14,37.

esercizi commerciali215, spesso annessi ad abitazioni216, dato acuito dalle installazioni nella fase post 62 d.C.217.

III.3 Campagne 2002-2007: schedatura degli edifici, saggi di scavo, analisi specialistiche sui