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IV.3 Architettura del GIS dedicato al sito di Pompei

IV.3.4 Questione di scala: elementi di analisi territoriale e del paesaggio urbano

Sinora si è solamente fatto cenno ad un altro aspetto di notevole interesse sviluppato nel corso della sperimentazione del nostro modello: si è ritenuto opportuno inserire anche dei livelli che esulano dall‟inquadramento usuale dell‟approccio intra-site ai contesti di studio, ma che permettono invece l‟approfondimento di elementi di analisi del paesaggio urbano. Alcune delle informazioni utilizzate sono funzionali all‟inquadramento territoriale (TAV. 1)579, altre rispondono a criteri di caratterizzazione dei siti archeologici vesuviani e si limitano alla digitalizzazione di evidenze note dalla letteratura scientifica, in modo da offrire una visione più completa possibile (TAVV. 1, 2, 16-21, 34)580. Più articolata -e ai nostri fini notevolmente più interessante- è la sperimentazione di soluzioni di modellazione e di analisi di temi incentrati sulla restituzione dell‟area della città antica: alcuni di questi spunti sono commentati nel paragrafo sulle analisi statistiche e spaziali581, perciò di seguito si dedicherà maggiore attenzione ai risultati dell‟analisi del paesaggio urbano.

Citiamo come esempi di digitalizzazione di evidenze archeologiche attraverso Feature dedicate: la rappresentazione della Storia degli scavi dell‟area di Pompei (incentrata sulla classificazione cronologica delle attività di disseppellimento del sito. TAV. 2); i livelli che rappresentano temi inerenti l‟Eruzione

del 79 d.C. (posizionamento dei calchi, ubicazione dei siti vesuviani noti, distribuzione dei surges

piroclastici e dell‟andamento del deposito di pomici mediante curve di livello. TAV. 1); la distribuzione delle strutture connesse con gli Impianti commerciali e artigianali, l‟analisi degli Edifici e delle Pitture.

Le tecniche GIS di calibrazione, georeferenziazione e trasformazione di proiezione, senza necessariamente procedere alla vettorializzazione dell‟immagine raster, rendono possibile il confronto tra cartografie storiche e cartografie attuali. La georeferenziazione della cartografia storica d‟archivio ha permesso di integrare il livello incentrato sulla storia degli scavi (Fig. 43; TAV. 2): le planimetrie d‟archivio582 riproducono lo stato di avanzamento dei lavori di sterro ottocenteschi e talvolta contengono anche alcune annotazioni sullo stato di conservazione degli edifici.

579 Come ortofoto di precisione, immagini satellitari, cartografia amministrativa, cartografie tematiche (mappa dei suoli,

carta geologica, carta del rischio sismico, mappatura degli eventi sismici, carta del rischio idrogeologico, classi di rischio vulcanologico); i dati sono resi accessibili dai portali degli enti pubblici nazionali e di organizzazioni di ricerca internazionali (Regione Campania, Autorità del Bacino del Sarno, ISTAT, Istituto di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Vesuviano, European Soil Bureau Scientific Commettee, ESA, NASA).

580 La planimetria raster di base dell‟area degli scavi di Pompei proviene da DOBBINS - FOSS 2008, Plan 1-3. La

modellazione degli accumuli di pomici e l‟andamento dei surges da SIGURDSSON 2008, Figg. 4.3-4.5. Altre informazioni desunte da LA TORRE 1988; LAURENCE 2005; SCHOONHOVEN 2006; BERRY 2007.

581 V. anche Parte I, §§. II.2.1-5 e qui §. IV.4.1.

582 Materiale raccolto dalla consultazione di: Archivio Disegni della Soprintendenza Archeologica di Pompei; portale

Figura 43

La georeferenziazione è avvenuta attraverso la correzione geometrica di planimetrie (acquisite in formato digitale) dell‟area degli scavi o delle zone di interesse, cui sono state attribuite le coordinate necessarie alla collocazione topografica mediante l‟identificazione di un sufficiente numero di punti omologhi di riferimento (almeno quattro) opportunamente distribuiti sulla superficie di interesse (control points)583 e invariati nella posizione registrata dalla cartografia numerica attuale (A

RCGIS GEOREFERECING TOOLS).

La componente Spatial Analyst di ARCGIS fornisce una serie di strumenti particolarmente evoluti (Map Algebra) per l‟analisi statistico-territoriale, utilizzando come dati di riferimento le superfici raster continue (immagini e modelli digitali del terreno, a base cellare, come quelli realizzati per le insulae VI,7 e V,3 e 4, v. sopra) integrate con la cartografia vettoriale (rilievo celerimetrico e piante di dettaglio realizzate in ambiente CAD). Si tratta di un applicativo che riscuote molto successo nella pianificazione ambientale e nella gestione del territorio (analisi della densità; analisi della distanza e dei percorsi ottimali; interpolazioni statistiche utili a definire l‟andamento del terreno e le relazioni spaziali). Alcune di queste funzioni sono utilizzate anche nel GIS “RILEGGERE POMPEI-R.VI, INS. 7-14;R.V, INS.3-4”. Tra queste, la sperimentazione di un modello idrologico, utile ad individuare i bacini di accumulo o i flussi di scorrimento preferenziali dell‟acqua (Fig. 44; TAVV. 13-15, 29).

583 Attraverso tali punti, definiti Ground Control Point (GCP), avvengono le operazioni di traslazione, rotazione e

dimensionamento della carta, che portano finalmente alla sua georeferenziazione. Mediante tale processo, le coordinate locali del file di input vengono convertite in coordinate cartografiche ricavate dai corrispondenti punti di una base già georeferenziata o di misurazioni topografiche ottenute da stazioni totali o GPS: FORTE 2002, pp. 157-171; BIANCHINI

Figura 44

Pur riconoscendone l‟ambito piuttosto settoriale di applicazione (generalmente oggetto di studi idrogeologici) e i ridotti dati a nostra disposizione, il nostro scopo è quello di collegare le informazioni -parziali e discontinue- raccolte dai singoli contesti indagati nelle Regiones V e VI che abbiano restituito strutture di canalette, condutture, strutture di drenaggio (alcune di queste in restauro al 79 d.C. e in condizioni di difficile lettura), con strutture meglio visibili o già chiaramente identificate (scoli sulla crepidine, fontane pubbliche, castellum aquae). Mediante la proiezione di queste informazioni “sparse” (i dati raccolti sul campo) entro il modello matematico-statistico elaborato in funzione dell‟andamento altimetrico del terreno, si intende creare uno strumento utilizzabile anche ai fini dell‟interpretazione del contesto archeologico.

Le indagini svolte sul campo hanno avuto luogo in settori assai diversi: questo ha spinto ad utilizzare il GIS come elemento di analisi del tessuto urbano (TAVV.16-21,34). È stato dimostrato584 anche come la presenza delle fontane pubbliche e dei sacelli dei Lares compitales siano elementi utili alla definizione dei quartieri cittadini, così come possiamo analizzare attraverso le funzioni di

geoprocessing (TAVV.18,28-30).

584 LAURENCE 2005; ANNIBOLETTI 2008.

La piattaforma GIS “RILEGGERE POMPEI-R.VI, INS.7-14;R.V, INS.3-4”sviluppa anche aspetti inerenti la metrologia e la logica della distribuzione spaziale degli ambienti585 in rapporto alla strada, secondo la formula:

RA = 2 (MD-1)/K-2586

dove RA = Relative Asimmetry, MD = Mean Distance e K = number of spaces

Dalle TAVV. 19 e 20 risulta immediatamente percepibile la differente composizione delle insulae indagate, direttamente confrontabile con la classificazione tipologica degli edifici (TAVV. 16 e 17). Il risultato di questo tipo di approccio è particolarmente eloquente nel caso di complessi di natura artigianale/commerciale, che si sviluppano poco in profondità, sfruttando invece il rapporto immediato con la crepidine (come per il thermopolium-caupona V,4,6-8, che esprime un indice di RA particolarmente basso). Secondo questa lettura, nel caso di edifici residenziali di alto livello i valori più elevati dell‟indice di RA sono invece sintomo di esigenze di natura opposta rispetto a quanto sopra esemplificato, e si traducono in planimetrie più complesse, articolate in vani di rappresentanza e di servizio e sviluppate in profondità.

Un ultimo aspetto si ispira alla simulazione del paesaggio antico attraverso le forme della percezione587 e riguarda l‟impatto degli esercizi artigianali. Pur riconoscendo la frammentarietà dei dati a disposizione e l‟esito certamente parziale di queste considerazioni, a ciascuna attività commerciale sono stati associati (in via del tutto empirica) parametri che descrivono la sfera di influenza sul tessuto urbano circostante, che definiscono tanto più impattanti quelle attività che: si esercitano non solamente in fascia diurna; sono associate all‟evidenza di stabula; si inseriscono entro un tessuto urbano prevalentemente residenziale; coinvolgono in modo più completo la percezione sensoriale (vista, udito, olfatto), secondo distanze crescenti. Sulla base dei primi risultati, si operano funzioni di buffer e di overlay per valutare caso per caso la sfera di pertinenza per classi produttive e la percettibilità cumulativa dei differenti settori interessati (TAVV.21,34).

585 RAPER 1977; DE LELLIS et al.1988; BON -JONES 1997;LAURENCE WALLACE-HADRILL 1997;LAURENCE 2005;

SCHOONHOVEN 2006; ALLISON 2007; KASTENMEIER 2007; WEISS 2010

586 LAURENCE 2005, p. 115

587 WHEATLEY 1996; FORTE 2002, pp. 100-107; CHAPMAN 2006; WITCHER 1999. Sull‟astrazione di modelli concettuali

per la rappresentazione della realta archeologica e delle interazioni cognitive (Mindscape), CLARKE 1977; BLANKHOLM

1991; CASTLEFORD 1992; BAILEY - GATTRELL 1995; BERNHARDSEN 1999; BARCELÒ 2001; CONSTANTINIDIS 2001;

IV.3.5 Per una valutazione del rischio e della vulnerabilità archeologica: GIS e Cultural