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L’analisi multimodale dell’Augenzeuge

Nel documento LINGUE , CULTURE , COMUNICAZIONE (pagine 106-109)

Capitolo 4. Analisi multimodale comparativa dei cinegiornali

4.4 L’analisi multimodale delle fonti

4.4.1 L’analisi multimodale dell’Augenzeuge

Nell’Augenzeuge sono state individuate e descritte dieci fasi visuali, con una lunghezza media di quattro frames ognuna mentre l’organizzazione testuale ha evidenziato l’esistenza di due fasi principali, un più lunga, che occupa la maggior parte del testo, ed una più breve che ne occupa invece il tratto finale e che fa da ponte con la notizia successiva. Come abbiamo visto nell’analisi della metafunzione testuale, il commento si concentra maggiormente sui rapporti di causa effetto, si cerca di attribuire un’origine e una responsabilità per le proteste, indicando i responsabili materiali. Questa struttura ricalca già quella del framing individuata da Lehnert e ciò di cui si occuperà questa sezione è stabilire se la commistione di immagini e commento riesca a creare nuove connessioni e dar vita a nuovi significati. Per quanto riguarda la prima fase, ovvero la definizione del problema, possiamo osservare che in questa edizione vi è una sorta di introduzione alla notizia delle proteste, infatti in apertura vengono raccontati i fatti, e mostrate le immagini, dei coniugi Rosenberg, condannati a morte dal governo americano. In questa prima fase non è presente l’elemento musicale, ma solo il commento e tra esso e le immagini riscontriamo una relazione addizionale ed una temporale. Infatti, i processi testuali – rispettivamente identificativo e materiale – servono a espandere il significato delle foto ma creano anche una successione temporale. Nella prima immagine vediamo infatti nel dettaglio le manette al polso dell’uomo, che ne suggeriscono l’arresto e la successiva morte, come spiegato nel commento. La seconda immagine, invece, mostra i due protagonisti – ripresi da vicino – mentre guardano lo spettatore direttamente negli occhi, con un significato di appello. Questa foto è collegata logicamente alla sequenza successiva tramite un rapporto di consequenzialità, infatti è come se l’appello fosse stato raccolto e sfociato in protesta. Vi è qui un ribaltamento delle aspettative, infatti le immagini potevano far pensare alle riprese degli scontri avvenuti durante il 17 giugno della DDR, ma il commento lascia invece intendere che si tratti di proteste contro l’uccisione di Ethel e Julius Rosenberg, che sono state soppresse dall’intervento della polizia, il che corrisponde al commento (trad. “Gli assassini non hanno tenuto

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conto delle milioni di proteste in America e in tutte le parti del mondo”). Qui viene inserito inoltre un primo elemento musicale: si tratta di un motivo strumentale, ritmato, che ricorda quasi una marcia militare e può quindi essere considerata un esempio di Incidenzmusik. Come abbiamo visto nel Capitolo 2 questa tipologia di musica serve a stabilire una connessione con l’evento rappresentato, creando un momento di tensione: in questo caso la musica crea un momento di tensione alto, perché corrisponde ad un momento maggiormente drammatico. In questa fase vi è quindi una prima definizione di un problema, la cui origine viene immediatamente attribuita agli americani, tramite delle immagini stereotipate della Statua della Libertà e dello skyline di una grande città: due simboli dall’alto valore culturale e fortemente riconoscibili. A tali immagini simboliche corrisponde quello che Lehnert (2014) chiama “impulso puntuale”, ovvero una variazione che serve a sottolineare un elemento importante a fini interpretativi. A questi due simboli segue l’immagine di Konrad Adenauer, accompagnata da un commento dove si implica la sua complicità nell’organizzazione del “Giorno X” nella DDR, sottolineata dall’uso di una struttura parallela, perché in entrambe le modalità semiotiche riscontriamo dei processi verbali. Successivamente, questa spiegazione viene precisata attraverso la progressione tematica e rematica che abbiamo analizzato e per rafforzare tale spiegazione viene fornito un indizio sull’autenticità e sull’attualità di quanto detto, ovvero viene mostrato un articolo di giornale il cui titolo denomina ugualmente lo sciopero “Giorno X”. L’evento viene classificato come “un attacco contro l’unità e la libertà”, due valori ideali che sono rispecchiati anche dal movimento di camera dall’alto verso il basso, con il palazzo che è progressivamente più vandalizzato man mano che si scende verso il livello del marciapiede. All’inquadratura del palazzo corrisponde anche un deciso cambiamento nella musica: il ritmo rallenta, la musica è più bassa ed ha un tono più drammatico. Subito dopo aver attributo la responsabilità si offre quindi una riparazione: grazie alla collaborazione tra i cittadini e lo stato si è riusciti a sventare il colpo di stato e ad arrestare i responsabili. L’attribuzione della responsabilità avviene anche grazie all’uso della deissi, infatti viene direttamente indicato un attore della protesta grazie all’indicazione deittica (trad. “come questo qui”) che si riferisce alla foto sul giornale. L’indicazione deittica si ritrova anche nella fase immediatamente successiva, quando con un processo relazionale identificativo ed il deittico das (ciò) si classificano le immagini, e quindi la protesta, come l’opera di banditi: il commento ha qui una funzione additiva perché spiega ciò che si sta vedendo, ma è vero anche il contrario, ovvero le immagini servono da referente reale al commento. Nella sequenza successiva, quando viene mostrato l’interno dell’ufficio, troviamo un ulteriore esempio di deittico: hier (qui) ha infatti sia la funzione di referenza anaforica, che si riferisce all’obiettivo della frase precedente, cioè l’ufficio per la progettazione delle nuove unità abitative (VEB Projektierung), sia di deittico perché indica ciò che viene mostrato sullo schermo. Il

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frame ed il commento successivi hanno tra di loro un rapporto additivo, infatti alla forma passiva (wurden vernichtet) corrisponde l’immagine di una macchina da scrivere distrutta; mentre le immagini ed il commento che chiudono questa fase hanno un rapporto additivo ma più metaforico: vi è una corrispondenza tra gli attori – i piromani – ed il fumo, e tuttavia gli oggetti, ripresi da vicino per mostrarne tutti i dettagli, sono definiti come delle prove non tanto dei vandalismi compiuti ma piuttosto “della mancanza di vie d’uscita, della paura e della debolezza” degli attori. Assumono quindi una funzione simbolica, che serve a fornire una valutazione degli attori e delle loro azioni, dettate non tanto da motivazioni logiche – come il malcontento per alcuni errori nella pianificazione economica – ma da sentimenti irrazionali, come la paura. Dal minuto 01:53:00 al minuto 02:22:21 l’interrelazione tra immagini e commento serve invece a ricostruire in successione temporale una vicenda, ovvero il rapimento e la liberazione del presidente Otto Nuschke. La sequenza si apre con un cambio nella musica, infatti i primi frame sono accompagnati da un tono misterioso, il quale introduce gli eventi, per poi salire in un crescendo che termina con l’applauso dei partecipanti ed il rientro a casa del presidente, con significato di esultanza. Le immagini mostrano infatti una serie di auto, prima immobili e distrutte, poi in movimento su uno sfondo di rovine, ed infine su uno sfondo urbano, le quali fanno da referente al racconto del rapimento di Nuschke, portato oltre confine e poi liberato dai mandanti del colpo di stato. Si può osservare anche una corrispondenza metaforica tra mandanti, cioè “Hintermänner”, letteralmente gli uomini che stanno dietro, ed il frame 29 dove quasi tutti i protagonisti vengono ripresi di spalle. Nel frame successivo il protagonista, riconoscibile grazie alla sua gestualità e al suo posizionamento, contrasta con due immagini presentate precedentemente. La prima, come abbiamo visto anche nel corso dell’analisi del visuale, è quella di Adenauer, che viene ripreso da solo e su uno sfondo decontestualizzato, la seconda è quella dell’arresto. In entrambe infatti vi è una disposizione di tipo centro-periferia ma le immagini sono in netto contrasto tra loro, anche grazie al commento che oppone: “wurde verhaftet” a “musste freigelassen werden”. La sequenza si conclude con il ritorno a casa del presidente, che viene descritto sia nel commento (er kehrte dorthin zurück) che nelle immagini: egli fa ritorno ad un luogo “calmo ed ordinato”, il che si ricollega immediatamente alla nuova fase dove viene mostrato un apparato industriale, che non ha mai smesso di lavorare durante le sommosse, per garantire energia al paese. Negli ultimi fotogrammi abbiamo una relazione comparativa con il commento, che precisa come i lavoratori continuino instancabilmente il loro lavoro: possiamo infatti vedere degli uomini al lavoro che, come un corpo unico, proseguono la costruzione della centrale elettrica. Qui la musica assume un tono celebrativo, che corrisponde alle riprese dal basso verso l’alto dei macchinari, per aumentarne le dimensioni e l’imponenza.

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Nel documento LINGUE , CULTURE , COMUNICAZIONE (pagine 106-109)