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La metafunzione esperienziale

Nel documento LINGUE , CULTURE , COMUNICAZIONE (pagine 79-87)

Capitolo 4. Analisi multimodale comparativa dei cinegiornali

4.2 L’analisi linguistica

4.2.2 La metafunzione esperienziale

4.2.2 La metafunzione esperienziale

La seconda prospettiva d’analisi è quella esperienziale, grazie alla quale può essere indagato il modo in cui la realtà viene concettualizzata e rappresentata attraverso il linguaggio. La struttura principale è la Transitività, che studia il testo in termini di processi e partecipanti, a cui si aggiungono le circostanze. Le scelte compiute in questi termini sottendono a precise strategie che sono ad esempio indizio di una mitigazione dell’enunciato o di una maggiore o minore presa di responsabilità da parte dell’autore. Siccome l’elemento principale in questa prospettiva è il processo, questa sezione è strutturata nel seguente modo: verranno innanzitutto presentati i dati quantitativi ricavati da una prima analisi dei due testi, per quanto riguarda i processi ed i relativi partecipanti, oltre che alle circostanze e successivamente ci si soffermerà su determinate frasi che presentano elementi particolari, ad esempio le metafore grammaticali. I dati quantitativi rivelano delle somiglianze tra le due rappresentazioni, infatti in entrambi i testi dominano i processi materiali: nell’Augenzeuge abbiamo 16 occorrenze, mentre ne sono state individuate 15 nel NDW,

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il quale presenta istanze di tutti i processi riconosciuti da Halliday, a differenza dell’altro cinegiornale, dove non abbiamo esempi di processi comportamentali. Questa realizzazione è tipica del racconto giornalistico perché, come sottolinea Halliday (2004:179) quelle materiali sono le frasi dei fatti e delle azioni, frasi che “costruiscono un cambiamento nel corso degli eventi che avviene grazie al contributo di un qualche tipo di energia” ed infatti il contenuto delle notizie – e di questa in particolare – riguarda fatti inusuali rispetto al normale corso degli eventi. Tuttavia, la scelta di un processo materiale non comporta necessariamente una rappresentazione non marcata, infatti di seguito – a partire dal NWD, il Reportage B – verranno mostrati alcuni esempi di come l’uso di particolari partecipanti contribuisca a creare determinati significati. Una di queste strategie è l’uso di una forma passiva invece di una attiva, il che permette all’autore di non specificare l’attore che compie il processo materiale, ma solo l’obiettivo: secondo Antelmi (2006:107) questa è una strategia di “cancellazione dell’ego” e di deresponsabilizzazione, perché appunto non viene attribuita la fonte dell’azione. Nel Reportage B abbiamo tre esempi di forma passiva, di cui uno si ritrova nella prima frase, che è particolarmente interessante perché raccoglie diverse delle strategie che prenderemo in considerazione. In questa frase „Der Aufstand, ein Protest gegen die Herrschaft der SED Regimes und ein Bekenntnis zur Wiedervereinigung wurde durch Maschinen-gewehrfeuer und Panzer niedergehalten“ (La sommossa, una protesta contro il dominio del regime della SED ed un’ammissione di colpa verso la riunificazione, è stata soppressa con mitragliatrici e carrarmati) abbiamo quindi solamente l’obiettivo (Aufstand), il quale viene modificato posteriormente attraverso una forma di embedding, ovvero attraverso un epiteto che qualifica il gruppo nominale, che viene presentato come asserito senza essere negoziato, e per questo investe l’autore di minore responsabilità. Inoltre, in quest’ultimo elemento sono presenti due esempi di nominalizzazione (Herrschaft e Bekenntnis), una metafora grammaticale che trasforma il processo in nome eliminando quindi – ancora una volta – la sua componente umana, la fonte del discorso e reificando la notizia (ivi. 108). L’autore identifica quindi già in apertura gli eventi come una protesta contro il regime, e attraverso le strategie illustrate fornisce una spiegazione che non può essere messa in discussione: pur non indicando esplicitamente il governo della DDR e quello sovietico come responsabili della soppressione della protesta con mezzi violenti – esplicitati attraverso la circostanza di mezzo introdotta da durch – lo implica grazie all’embedding. Il secondo esempio di processo materiale passivo (“25000 sowjetische Soldaten wurden im Ost-Sektor zusammengezogen”, ovvero “25000 soldati sovietici sono stati concentrati nel settore est”) non presenta altrettante particolarità: possiamo solo notare che il gruppo nominale che ha la funzione di obiettivo ha due pre-modificatori, uno classificativo ed uno numerativo, l’unico presente nell’intero Reportage B, che funge quasi da gradiente, per aumentare le dimensioni dell’obiettivo il quale,

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come vedremo è anche collocato in posizione tematica. L’ultima forma passiva (“In den Krankenhäusern werden die Verwundeten des Aufstandes, die im West-Sektor Zuflucht fanden, gepflegt” cioè “Negli ospedali i feriti della sommossa, che hanno trovato la fuga nel settore ovest, vengono curati”) è interessante perché anche qui troviamo un esempio di embedding, questa volta di una frase relativa, e di nominalizzazione. La frase relativa, introdotta da die, è un esempio di embedding che va a modificare l’obiettivo – i feriti – e, attraverso l’uso di una nominalizzazione conferisce una sfumatura particolare alla frase. Sarebbe infatti potuta sussistere una forma non metaforica, ad esempio “die im West-Sektor geflohen sind” ovvero “che sono fuggiti nel settore ovest” tuttavia trasformare il verbo “fuggire” nel sostantivo “fuga” ha permesso all’autore di utilizzare il verbo “trovare”, un processo materiale che però è maggiormente involontario rispetto a “fuggire” e conferisce una maggiore incertezza e senso di insicurezza all’intera frase. Possiamo inoltre osservare che tra le due frasi esiste una relazione ipotattica, visto che la frase relativa dipende da quella principale: secondo Antelmi (ivi. 86) questa è una strategia di presupposizione perché il contenuto non viene presentato come asserito. Un’altra strategia di presupposizione elencata da Antelmi (ivi. 85) è l’uso di avverbi iterativi, di cui troviamo un esempio – in corsivo – nella frase “Selbst nach Tagen noch irren Menschen an der Grenze umher” (dopo giorni ancora le persone vagano al confine): anche in questa frase è interessante vedere che abbiamo un processo materiale (umherirren) che è metà tra l’intenzionalità e l’involontarietà, infatti vagare trasmette un senso di incertezza perché è un movimento senza una meta precisa e la circostanza di luogo (al confine) accentua questo senso di insicurezza perché suggerisce un ostacolo impenetrabile che rende vano il movimento. Un altro processo materiale involontario, ma dal significato in un certo senso ibrido, si ritrova nella frase “Die Flaggen wehen auf halb Mast”, ovvero le bandiere sventolano a mezz’asta: è involontario perché naturalmente il movimento non è intenzione delle bandiere, tuttavia la circostanza di modo – a mezz’asta – lascia intendere un diverso tipo d’intenzionalità, quella dell’uomo che ha abbassato le bandiere in una posizione fortemente evocativa dal punto di vista culturale. Tuttavia, questo significato rimane più implicito proprio perché è stata nascosta l’intenzionalità umana, che avrebbe potuto essere espressa ad esempio tramite un altro processo materiale, ad esempio “le bandiere sono state abbassate a mezz’asta”. Nel corso dell’analisi delle immagini e poi di quella multimodale vedremo infine che le bandiere ricoprono un ruolo molto importante e per il loro valore culturale possono essere definite delle immagini chiave.

Ritornando invece alle circostanze di luogo, notiamo che sono tra le più sfruttate con questo tipo di processo, infatti ne troviamo otto esempi e servono sempre a contrapporre i due settori della città di Berlino, tuttavia abbiamo un esempio dove le due indicazioni spaziali sono

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modificatori dei partecipanti e non circostanze: “Die Augen der Welt richten sich auf die Vorgängen in Berlin” (gli occhi del mondo si rivolgono verso gli avvenimenti di Berlino). Esse servono per qualificare il gruppo nominale, e non per localizzare l’azione, e contrappongono due dimensioni opposte ovvero il mondo, in generale, e Berlino, in particolare. L’attore – evidenziato in corsivo – è inoltre una forma di personificazione, una figura retorica che ricorre anche nel finale (“In der Spree spiegelt sich das traurige Gesicht der Stadt”, nella Sprea si riflette il viso triste della città) e che analizzeremo meglio nel corso dell’analisi multimodale vera e propria. Nella frase immediatamente successiva a questa (“Trauer zieht über das Land”, trad. “la tristezza si estende sul paese”) e collegata ad essa paratatticamente, troviamo anche l’unico caso in cui una componente del sistema di Appraisal – Trauer – viene usata come attore, infatti negli altri casi vengono usate come epiteti, come circostanze o come obiettivi.36

Spostandoci invece sugli altri tipi di processi presenti nel Reportage B, vediamo che Trauer è stato utilizzato come partecipante in un processo esistenziale: “Nicht nur in Deutschland herrschen Trauer und Empörung” (trad. “non solo in Germania regnano la tristezza e l’indignazione”). In questa frase, simile ad un altro processo esistenziale collocato più avanti (“in Ost-Sektor aber beherrscht Standrecht”, trad. “nel settore est invece domina la legge marziale”), viene sancita l’esistenza di questo sentimento, attribuito poi ad una vasta categoria, grazie alla circostanza di luogo. Essendo classificati come “esistenti”, questi partecipanti non possono essere messi in discussione, quindi possiamo affermare che l’autore fornisce una valutazione implicita ma prescrittiva degli effetti delle proteste sulla popolazione, infatti le frasi seguenti usano una strategia di generalizzazione tramite l’uso di soggetti indefiniti (“weit über den ganzen Kontinent hinaus horcht man auf”, trad. “in tutto il continente si rizzano gli orecchi”) o omnicomprensivi (“die Menschen aller Nationen sind erschüttert von dem brutalen Vorgehen des Sowjets”, trad. “le persone di tutti gli stati sono sconvolte dal brutale comportamento dei sovietici”). Con questi due processi, rispettivamente comportamentale e relazionale attributivo, l’autore sembra farsi portavoce del mondo intero, ascrivendo ai suoi abitanti gli stessi comportamenti e gli stessi attributi, di cui viene specificata l’origine attraverso la circostanza di causa, ovvero il comportamento del regime sovietico. Questo può essere interpretato anche come una strategia di deresponsabilizzazione perché permette all’autore di esprimere la propria opinione – o quella dell’istituzione a cui fa capo – presentandola però come un’opinione pubblica, condivisa, e quindi legittima. Vi è poi un caso in cui Trauer viene utilizzato come parte di un processo, nella frase “West-Berlin trägt Trauer”, ovvero Berlino ovest è in lutto. Questo è un processo tipicamente umano, infatti potrebbe essere 36 Alcuni esempi: das traurige Gesicht, (il volto triste) è un’istanza di epiteto; Furcht und Hoffnung (paura e speranza) hanno il ruolo di obiettivo; verängstig und unentschlossen (impauriti e indecisi) sono invece esempi di circostanze di modo, in particolare di qualità.

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identificato sia come mentale, perché coinvolge la sfera emotiva ed emozionale, sia come comportamentale perché l’essere in lutto richiama alla mente dei rituali e dei comportamenti specifici. Per lo scopo di questa analisi è stato identificato come mentale, e tuttavia è interessante come ancora una volta troviamo un esempio di personificazione, ovvero l’attribuzione di qualità umane all’ambiente, ed in particolare alla città. La personificazione è una figura retorica tradizionalmente molto diffusa e si basa su un pregiudizio cognitivo chiamato antropomorfismo, che ci consente di attribuire agli oggetti caratteristiche tipicamente umane. Può essere inoltre considerata una forma metaforica perché implica una comparazione tra l’oggetto e la persona, per poter attribuire al primo le qualità della seconda. Diversi studi sulle pubblicità hanno dimostrato che l’uso di personificazioni, soprattutto nelle immagini, contribuisce alla creazione di metafore visuali che sono più difficili da elaborare e di conseguenza più raramente vengono messe in discussione la fonte dell’informazione ed il contenuto in sé (Delbaere, McQuarrie e Phillips, 2011:121-122). Nell’ultimo paragrafo analizzeremo se la combinazione delle immagini e del commento possono dare origine a questa forma di metafora visuale. Per il momento possiamo affermare – riassumendo i risultati di questa prima analisi – che dal punto di vista esperienziale l’autore ricerca l’obiettività non presentando mai le proprie opinioni in modo esplicito, ma attraverso generalizzazioni, che ascrivono determinati comportamenti e attributi alla popolazione più ampia, attraverso diversi esempi di embedding, che formano un presupposto di esistenza e attraverso nominalizzazioni, che trasformano un processo in un oggetto non negoziabile.

Passiamo ora all’analisi del secondo documento, indicato come Reportage A, partendo nuovamente dai processi materiali, che costituiscono la maggioranza dei verbi all’interno del commento. La prima frase materiale è particolarmente interessante perché presenta una struttura molto simile a quella del Reportage B, come si può notare dalla Tabella 4.1

Reportage A Reportage B

Ethel und Julius Rosenberg wurden auf dem elektrischen Stuhl ermordet.

Trad. Ethel e Julius Rosenberg sono stati uccisi sulla sedia elettrica

Der Aufstand, ein Protest gegen die Herrschaft der SED Regimes und ein Bekenntnis zur Wiedervereinigung wurde durch Maschinen-gewehrfeuer und Panzer niedergehalten.

Tabella 4.1

Entrambi i processi – intenzionali e trasformativi – sono realizzati mediante la forma passiva che comporta l’omissione dell’attore, ovvero la cancellazione dell’ego, ma l’enfasi sull’obiettivo e sul mezzo con cui è stato realizzato il processo, attraverso una circostanza di modo, che nel Reportage

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A è la sedia elettrica. Nella sezione seguente vedremo che questa struttura presenta delle similitudini anche nella struttura testuale e nel posizionamento delle sue componenti che implica un certo ordine di progressione, un’osservazione che ci guiderà poi nella definizione dei risultati dell’analisi multimodale. Ritornando invece all’analisi dei processi, vediamo che l’uso del passivo è mediamente ricorrente in quelli materiali, infatti sono presenti 6 istanze su un totale di 16 frasi, mentre non viene mai usato per gli altri processi. Allo stesso modo, nel Reportage B troviamo solo processi materiali nella forma passiva, anche se meno frequentemente, ovvero sono presenti 3 istanze su un totale di 15 frasi. Nel Reportage A, in nessuna di queste forme viene specificato l’attore, ad eccezione di una “Der stellvertretende Ministerpräsident Otto Nuschke, dem Rowdies über die Sektoren verschleppt hatten, musste nach weniger Stunden wieder von den amerikanischen Hintermännern der Ereignisse des 17. Juni freigelassen werden” (Il presidente in carica Otto Nuschke, che i teppisti avevano rapito e portato nel settore ovest, è stato obbligatoriamente37

liberato dopo poche ore dai mandanti americani degli eventi del 17 giugno) dove l’attore è in corsivo. L’introduzione dell’attore nonostante l’uso di un processo alla forma passiva è significativa perché ci permette di introdurre la questione delle scelte nella nomenclatura. Secondo Van Dijk (1988:89), la scelta di un determinato lessico non è semplicemente una scelta stilistica, bensì denota l’atteggiamento dell’autore – e quindi delle istituzioni cui fa capo – verso il testo e di conseguenza le sue ideologie. Egli riporta l’esempio della contrapposizione tra “terrorista” e “combattente per la libertà”, due termini che indicano lo stesso referente reale, ma che sono espressione più o meno diretta dei valori che sottendono questi due termini. Di seguito verranno quindi riportati i termini scelti per riferirsi agli eventi del 17 giugno e ai suoi attori nei due Reportage. Partendo dal primo termine si può osservare che nella BRD viene indicato come Aufstand (sommossa, due istanze), Protest (protesta) ma anche con termini all’apparenza più neutrali come Vorgänge e Geschehen (avvenimenti); al contrario nella DDR vengono designati come Putsch (colpo di stato), Tag X (il nome che viene diffuso per indicare il colpo di stato) e Anschlag (attentato). È evidente, da questi primi esempi, che queste scelte vadano a delineare un panorama differente perché mentre quelle del NDW enfatizzano la dimensione della protesta, che è scaturita da problemi esistenti nella DDR, l’Augenzeuge relativizza l’importanza di questa dimensione, concentrandosi invece sulla dimensione violenta degli eventi. Ciò è sostenuto anche dal modo in cui vengono definiti i manifestanti: Provokateure (provocatori), Brandstifter (piromani), Rowdies (teppisti), Banditen (banditi). Il termine “piromani” è usato con la funzione di attore materiale di un processo che è maggiormente involontario, infatti viene suggerito che l’effetto ottenuto dagli attori non è quello

37 Il verbo modale müssen, cioè dovere, presente nella versione originale è stato tradotto con l’avverbio “obbligatoriamente” per maggiore chiarezza.

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sperato: allo stesso tempo viene fornita un’interpretazione dell’autore, simulata da “fatto” grazie all’espressione Beweis, ovvero “prova”. Ciò è però ancora più evidente nella frase “Das war nicht das Werk demonstrierender Arbeiter, das war das Werk von Banditen” (Questa non è stata l’opera di lavoratori dimostranti, questa è stata l’opera di banditi) in cui abbiamo due istanze di processi relazionali identificativi in cui, mediante due esempi di deissi (das), si fornisce una spiegazione delle immagini non come il risultato di una protesta di un gruppo di lavoratori, ma come l’opera di banditi. Come sostiene Thompson (2014:117) i processi identificativi sono utili per capire il panorama culturale e valoriale di riferimento per l’autore, che qui sembra essere espresso esplicitamente, attraverso una spiegazione degli eventi mostrati. Operando un confronto con il reportage del NDW, inoltre, possiamo vedere che tra i due c’è una tendenza a presentare i protagonisti come criminali, attraverso le scelte lessicali sopraindicate, o come vittime: nel Reportage B, infatti, i dimostranti di Berlino est non vengono mai indicati come attori/autori di crimini ma piuttosto come feriti (Verwundeten des Aufstandes) o come “fratelli caduti” (die gefallen Bruder im Osten). Sul piano della ricezione, abbiamo quindi due effetti diversi, perché se da un lato le proteste vengono screditate come colpo di stato ad opera di un gruppo di banditi mandati dall’ovest, dall’altro si punta sulla sfera emotiva concentrandosi sulle conseguenze della protesta, soppressa violentemente causando morti e feriti. Anche la popolazione civile, che non ha partecipato direttamente alla manifestazione, viene designata in due modi diversi: da un lato Menschen e dall’altro Bevölkerung. Secondo il Digitales Wörterbuch der Deutschen Sprache (DWDS, il dizionario online della lingua tedesca) il termine Mensch indica “la forma più sviluppata di esseri viventi, che vive e lavora in società, che ha la facoltà di pensare e di parlare, che riconosce il mondo nella sua totalità e che riesce a modellarlo e cambiarlo nella misura delle sue capacità38”, mentre Bevölkerung “la totalità degli abitanti di una particolare area politica o geografica39”. Il primo termine dà quindi una definizione più ampia ed unitaria della popolazione, accomunata da facoltà intellettive sociali e cognitive, mentre la seconda la designa solo in quanto appartenente alla Repubblica Democratica, ed è quindi meno generale. Inoltre, ad essi viene attribuito un ruolo diverso nella protesta, come si può intuire dai due esempi riportati nella Tabella 4.2

Reportage A Reportage B

Die Bevölkerung, Volkspolizei und sowjetische Besatzungsmacht haben innerhalb weniger Stunden den Putsch zerschlagen.

Verängstig und unentschlossen stehen die Menschen an den Sektorengrenzen.

38https://www.dwds.de/wb/Mensch#1: 13 marzo 2020

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Tabella 4.2

In entrambi la popolazione è attore di un processo materiale, tuttavia nel Reportage B – che si concentra sulle conseguenze della protesta – il processo è meno intenzionale rispetto al Reportage A, che evidenzia il contributo attivo dei cittadini nella sua soppressione, in collaborazione con le istituzioni statali. Se, quindi, il reportage della BRD designa unitariamente la popolazione di Berlino Est come vittima della soppressione delle proteste, in quello della DDR si contrappongono due parti della popolazione, una minoritaria colpevole del colpo di stato, ed una maggioritaria che ha invece collaborato con lo Stato per ristabilire l’ordine. L’altro caso in cui viene utilizzato Bevölkerung è il seguente “Die Missstimmung einiger Teile der Bevölkerung über Fehler, deren Korrektur bereits begonnen war, sollte für einen groß angelegten Anschlag gegen Einheit und Frieden ausgenutzt werden” (trad. “il malcontento di alcune parti della popolazione in merito ad errori, la cui correzione era già iniziata, è stato sfruttato per un grande attentato contro l’unità e la pace”). Qui il termine viene usato come post-modificatore dell’obiettivo (il malcontento) ed è quindi un esempio di embedding, il quale diventa poi soggetto di una frase relativa che è una presupposizione usata per mitigare, o riparare, l’enunciato grazie all’uso di un processo intenzionale e creativo (iniziare) e di una circostanza di tempo (già), ovvero l’inizio immediato della correzione degli errori che hanno generato malcontento. Un altro indice di mitigazione è l’uso dei verbi modali come l’esempio evidenziato dal corsivo nella frase, già menzionata, “Der stellvertretende Ministerpräsident Otto Nuschke, der Rowdies über die Sektoren verschleppt hatten, musste nach weniger Stunden wieder von den amerikanischen Hintermännern der Ereignisse des 17. Juni freigelassen werden”: l’uso di müssen implica che la liberazione del presidente non è stata una scelta dei rapitori, ma è stata influenzata dall’esterno. L’aspetto dell’influenza esterna si ritrova anche in una struttura che era già stata riscontrata nel primo cinegiornale, ovvero l’intenzionalità di un processo materiale che ha come attore un oggetto: nell’esempio evidenziato nel NDW l’attore erano le bandiere, mentre in questo secondo cinegiornale troviamo la frase “Die Schornsteine des Kraftwerks Klingenberg rauchten auch am Tage X” ovvero “I fumaioli della centrale elettrica

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