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La radio

Nel documento LINGUE , CULTURE , COMUNICAZIONE (pagine 35-38)

Capitolo 2. Il panorama mediale degli anni Cinquanta in Germania

2.2 Lo sviluppo dei media dal primo dopoguerra agli anni Cinquanta

2.2.2 La radio

apposito organo (Verwaltung für Information). Quest’organo è responsabile di tutti i mezzi di informazione – non solo giornali, ma anche libri e documenti commerciali per citare due esempi – ed è quindi in grado di influenzare diversi aspetti della vita pubblica e politica del paese. In questa fase l’agenzia stampa ufficiale è la Sowjetisches Nachrichtenbüro bei der sowjetischen Militärverwaltung (SNB): benché i giornali non siano formalmente obbligati ad attingere le notizie da essa, a partire dal 1946 viene proibito l’utilizzo di fonti occidentali, per cui viene assicurato il monopolio delle notizie. Il processo di censura riguarda, in generale, quanto ritenuto propaganda fascista, militarista o razzista e riguarda tutti i giornali, rimanendo però circostanziato: può variare cioè non solo da giornale a giornale, ma anche da un numero all’altro della stessa rivista. Anche se il giornale ufficiale sovietico diventa il Tägliche Rundschau, i partiti ed i privati possono stampare un proprio quotidiano secondo le stesse modalità della Germania occidentale, ovvero previo il rilascio di una licenza statale, che permette il controllo su di essi (Strunk, 2011). Le licenze fungono infatti da linee guida nel regolare i rapporti tra la stampa e la SMAD, con l’obiettivo di evitare critiche sulla sua politica estera ed interna, in particolare riguardo alle condizioni di vita della popolazione e di convivenza con le truppe di occupazione. Con la fondazione della SED nel 1946 nasce un nuovo giornale dal titolo Neues Deutschland, che – fino alla nascita della DDR – detiene una posizione privilegiata, ma ancora subordinata rispetto al Täglische Rundschau. Il Neues Deutschland risponde direttamente alle direttive della SED e, successivamente, al Ministero per l’Agitazione e la Propaganda. Obiettivo del ministero è quello di istillare l’ideale marxista-leninista nel pensiero e nelle azioni dei cittadini della DDR, il quale consiste nella lotta di classe e contro la borghesia imperialista e la socialdemocrazia: il ruolo dei giornalisti risulta fondamentale per il raggiungimento di tale scopo. Il loro lavoro viene regolato tramite comunicati stampa emessi direttamente dal governo, chiamati Presseanweisungen, contenenti direttive e istruzione per la redazione dei testi sia giornalistici che di altre forme mediali. (Wilke, 2011).18

2.2.2 La radio

Fino all’avvento della televisione19, la radio è il canale di informazione più rapido, diretto ed immediato, ed è per queste sue caratteristiche largamente diffuso e ad apprezzato, sia dalla popolazione che dagli organi di potere. La radio, nata a metà degli anni Novanta dell’Ottocento come telefono senza fili, si afferma come mezzo di comunicazione nel periodo tra le due Guerre

18 Secondo Lenin stesso la stampa è infatti “l’arma più potente del partito” (Kuhn, 2014)

19 La televisione inizia a comparire nelle abitazioni tedesche della Germania orientale con il campionato mondiale di calcio del 1954, ma la sua diffusione non segue uno sviluppo lineare, infatti per molti la radio rimane il mezzo di informazione privilegiato fino agli anni Sessanta; e anche ove la televisione è presente la sua funzione è principalmente di intrattenimento, ad esempio con programmi sullo sport, (Marßolek 230)

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Mondiali: il mezzo d’informazione privilegiato era stato fino ad allora la carta stampata. Utilizzata prima come strumento militare, viene sottoposta a partire dagli anni Venti – in Germania come in altre nazioni tra cui la Gran Bretagna e l’Italia – sotto controllo statale che può concedere le licenze per la trasmissione alle imprese. Con la Repubblica di Weimar queste vengono riunite in un’unica società, la Deutsche Welle, incaricata di trasmettere programmi educativi e musicali di buona qualità che non prevedono pubblicità ma una tassa mensile sugli apparecchi radio (Jeanneney, 2003:157-162). Anche a livello tecnico, la radio di Berlino è la più avanzata al mondo e questo permetterà a Joseph Goebbels di sfruttarla nella sua massiccia ed esplicita campagna di propaganda dell’ideologia nazionalsocialista, tanto nella trasmissione di discorsi politici che nei programmi d’intrattenimento. Il ministro si assicura il monopolio delle trasmissioni via radio incoraggiando la produzione di apparecchi in grado di captare le onde di una sola emittente: questi vengono chiamati Volksempfänger perché si diffondono capillarmente nella popolazione, tanto che allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ne sono presenti dieci milioni sul territorio (ivi. 184). Il Volksempfänger diventa il simbolo della nascita di una società di massa nell’ideale nazionalsocialista, la quale non conosce dissenso interno e dove “la ricezione si sostituisce alla discussione”20. La consapevolezza della modernità di questo mezzo di comunicazione si rispecchia anche nei contenuti che devono rappresentare il progresso di un regime “moderno”: i programmi di maggior successo per il raggiungimento di questo scopo sono quelli che prevedono il coinvolgimento diretto degli ascoltatori, di cui di seguito verranno forniti due esempi. Innanzitutto, troviamo i programmi che vengono realizzati dal vivo intervistando la popolazione su determinate esperienze quotidiane: in questo modo si crea una comunità di ascoltatori virtuale, ma anche immaginata visto che le domande, e le relative risposte, sono controllate ed hanno l’obiettivo di creare consenso. Il maggior successo viene invece riscontrato dal cosiddetto Wunsckonzert, che permette agli ascoltatori di scegliere la scaletta musicale: ciò facilita la rappresentazione della radio come mezzo di comunicazione del popolo ma consente anche di ricostruire, di inscenare una società di massa. (Marßolek, 2001) Conoscendo l’alto potenziale di questo mezzo di comunicazione, gli alleati ne prendono il controllo ancora prima della capitolazione definitiva del regime nazista, dalla stazione radio di Amburgo, mentre ancora continua a trasmettere, nella vicina Flensburg, l’emittente nazionalsocialista. Nel primo periodo di occupazione la radio gioca un ruolo fondamentale di comunicazione tra i governi militari e la popolazione, non da ultimo per la penuria di carta con cui stampare i giornali: i suoi ulteriori sviluppi sono influenzati, come per gli altri media, dalle

20 Dröge, F. e Müller, M. Die Macht der Schönheit. Avantgarde und Faschismus oder Die Geburt der Massenkultur, Hamburg 1995:325 in Marßolek, 2001:218

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peculiarità dei due blocchi contrapposti, che perseguono l’obiettivo di democratizzare e rieducare la popolazione.

Nella BRD l’eredità degli alleati occidentali si attesta dal punto di vista giuridico, infatti viene applicato il modello della britannica BBC, che garantisce autonomia in materia legale ed economica nonché indipendenza nella scelta della programmazione, entro i limiti delle prescrizioni legislative nazionali e regionali (Weneger, 1988:54). Al contrario, nella DDR la radio viene sottoposta al controllo statale perché, come si è visto per la stampa, viene vista come un potente strumento di divulgazione culturale – fondamentale per portare a compimento il socialismo. Il controllo inizia sin da una fase preliminare, la formazione dei giornalisti: il progetto di sostituzione del personale legato al nazionalsocialismo, che doveva essere attuato in ogni ambito della vita pubblica del paese, si scontra però con la carenza di nuovi quadri con esperienza in campo radiofonico, per cui vengono reintegrati funzionari che vi avevano lavorato durante la repubblica di Weimar, mentre negli ambiti più tecnici si persegue la politica dell’integrazione di personale che avevano avuto ruoli minori nella struttura del regime. Questo processo viene perfezionato nel 1950 con l’apertura di una scuola specializzata (Rundfunkschule) a Berlino per la formazione di giornalisti “socialisti” affidabili e istruiti nel perseguire gli obiettivi della SED, ovvero avvicinare gli ascoltatori alle politiche ed ai valori di stampo piccolo-borghesi del partito. Si tratta quindi di una formazione in parte tecnica e in parte connotata ideologicamente, contraddistinta da una rigida disciplina e controllata da un sistema di spionaggio, denunce e sanzioni. La scuola forma anche personale femminile, anche se la parità di genere è solo apparente, dato che le posizioni di comando rimangono saldamente in mani maschili e nella maggior parte dei casi esse conducono programmi con un target di pubblico infantile e femminile. Infatti, mentre gli uomini hanno il dovere di costruire materialmente la società socialista a favore di tutta l’umanità, le donne detengono una responsabilità primariamente morale nei confronti della famiglia e della società, svolgendo tutte quelle piccole attività che possono migliorare la vita collettiva. Una rappresentazione dei generi analoga si riscontra anche nella Germania ovest, in cui il palinsesto si differenzia in base alla fascia oraria, e quindi di audience. Nei giorni lavorativi sono previsti infatti programmi dedicati in particolare alle casalinghe, con consigli di cucina, sulla cura della casa e l’educazione dei figli, mentre nel fine settimana gli ascoltatori sono prevalentemente uomini, per cui la programmazione si sposta su tematiche legate all’attualità, alla politica e allo sport. Accanto ai programmi d’intrattenimento, la radio gioca un ruolo importante anche nella vita culturale del paese, infatti importanti autori del dopoguerra come Heinrich Böll e Wolfgang Borchert lavorano in questi anni a programmi radiofonici (Wenger, 1988:51). L’avvento delle radio a transistor apporta dei cambiamenti nelle abitudini e nel profilo degli utenti: da simbolo di distinzione sociale, presente

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soprattutto nelle città, la radio si diffonde in modo capillare, tanto che si stima che alla metà degli anni Cinquanta, l’80% di tutta la popolazione della Repubblica federale ne possedesse almeno una. I miglioramenti tecnici e nella qualità del suono vengono intercettati anche ad Est, dando adito a proteste contro la scarsa ricezione delle tre emittenti e nella qualità della programmazione, che risulta spesso ripetitiva o suscettibile a cambiamenti inaspettati.

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