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Confronto tra le narrazioni della notizia

Nel documento LINGUE , CULTURE , COMUNICAZIONE (pagine 111-139)

Capitolo 4. Analisi multimodale comparativa dei cinegiornali

4.4 L’analisi multimodale delle fonti

4.4.3 Confronto tra le narrazioni della notizia

Riassumendo i risultati delle due analisi è possibile ricostruire la strategia di framing dei due reportage, che Lehnert indica come modalità di trasmissione della notizia dei Wochenschau, ed apprezzarne similitudini e differenze. Per quanto riguarda l’Augenzeuge, già la sola analisi linguistica aveva evidenziato una successione logica e consequenziale nello sviluppo del commento, che è stata poi rafforzata nel confronto con le immagini e la musica. Di conseguenza la struttura del reportage può essere suddivisa in quattro fasi, che di seguito andremo ad illustrare. La prima fase (00:36:04-01:13:02) rappresenta la definizione del problema e delle sue cause: il tema principale della notizia viene introdotto da un preambolo – ovvero l’uccisione dei coniugi Rosenberg – che si collega direttamente alla notizia del “Giorno X”. Grazie a questa introduzione si può attribuire la responsabilità dei fatti in questione a dei mandanti statunitensi, con la complicità del presidente della BRD, attenuando la vera origine delle proteste, ovvero il malcontento per le nuove misure economiche del governo della SED e la richiesta della riunificazione del paese. In questa narrazione si evince la ricerca di un capro espiatorio, ovvero la ricerca di un colpevole, che di solito è esterno alla società nella quale si sono verificati i problemi, a cui attribuire tutte le responsabilità. Siccome viene attribuita un’origine esterna alle sommosse, esse possono essere identificate non come uno sciopero contro il governo bensì come un colpo di stato ai suoi danni. Questo è rafforzato dal nesso tra il governo americano ed altri crimini – ovvero la condanna a morte dei Rosenberg – e dalla sua rappresentazione tramite stereotipi, che facilitano la comprensione. La ricerca dei responsabili continua anche nella fase successiva (01:13:03-01:52:59), dove essi vengono indicati tramite riferimenti deittici alla realtà e rimandi intertestuali autoreferenziali: degli autori e delle loro azioni viene inoltre fornita una valutazione che, pur presentata come oggettiva tramite l’uso dei processi identificativi, cela in realtà un’interpretazione, che si riscontra anche nelle scelte lessicali per designarli. Nel fornire una spiegazione delle loro azioni, l’autore impiega l’unico esempio di

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Appraisal (So erbrachten die Brandstifter allen anständigen Menschen den Beweis ihrer Ausweglosigkeit ihre Angst und ihrer Schwäche): queste non sono state dettate da motivazioni logiche, bensì da sentimenti irrazionali. In questa fase vengono inoltre suggerite le conseguenze della protesta, in termini materiali: infatti viene sottolineata la distruzione di alcuni piani del governo per la costruzione di nuove unità abitative. Tuttavia, si offre anche una riparazione: il commento suggerisce infatti che il colpo di stato è stato sventato velocemente grazie alla collaborazione tra la popolazione, la polizia e le forze d’occupazione sovietiche, creando un’identità tra questi tra attori. Nella terza fase (01:53:00-02:22:21) è invece individuabile una narrazione all’interno della narrazione principale, ovvero quella del rapimento del presidente Nuschke, ad opera dei mandanti americani, come suggerito dall’uso dell’embedding: le immagini – cariche di significato simbolico – aiutano invece a ricostruirne una sequenza temporale. Di questo avvenimento, importante per la narrazione del 17 giugno non viene invece fatta menzione nel cinegiornale della BRD. L’ultima fase (02:22:22-02:58:05), che si collega direttamente alla notizia successiva, mostra invece un aspetto alternativo del “Giorno X”, ma in linea con la vita consuetudinaria nella DDR, ovvero lo sviluppo industriale. Il lavoro degli operai può essere anche visto come un invito all’azione per gli spettatori, a identificarsi con i lavoratori rappresentati.

Lo stesso numero di fasi può essere individuato per il reportage del NDW, nel quale il solo commento – che punta maggiormente sull’aspetto emotivo – non ha evidenziato una netta strutturazione logica della notizia. Essa è emersa con più chiarezza dal confronto con le immagini, che pure hanno un carattere simbolico ad alto valore culturale, ma che ricostruiscono dei nessi causali ed espandono i significati del linguaggio. La strutturazione individuata per il Reportage B è dunque quella illustrata di seguito. Viene data innanzitutto una chiara definizione del problema (00:23:14-00:44:20), esemplificata dalle immagini della protesta – che non vengono mai mostrate nell’altra edizione – e attraverso la frase chiave “Der Aufstand, ein Protest gegen die Herrschaft der SED Regimes und ein Bekenntnis zur Wiedervereinigung wurde durch Maschinen-gewehrfeuer und Panzer niedergehalten” che fornisce una spiegazione non negoziabile, utilizzando però le strategie che abbiamo analizzato per raggiungere un certo grado di obiettività. La questione centrale dell’edizione non sono tanto le proteste in sé, quanto la loro violenta soppressione, infatti non vengono mai specificate le motivazioni economiche che hanno scatenato gli scioperi. Nella seconda fase (00:44:21-01:46:17) viene poi specificata l’origine del problema, ovvero l’intervento sovietico che con pesanti mezzi militari ha decretato la fine degli scioperi. Ciò non viene espresso direttamente attraverso il commento, ma viene suggerito dai titoli dei giornali internazionali che si alternano nelle riprese: essi sono un indice di polifonia, che suggerisce l’autenticità di quanto si sta comunicando ma anche una strategia di deresponsabilizzazione, in quanto si attribuiscono

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determinati sentimenti e comportamenti a categorie di soggetti ampi e indefiniti, segnalati nella metafunzione testuale da un climax ascendente. Nella terza fase (01:46:18-03:10:55) vengono invece evidenziate le conseguenze, non in termini materiali e burocratici come nell’Augenzeuge, ma sociali: vengono infatti evidenziate gli effetti dell’invio di truppe sovietiche sul territorio della DDR per la popolazione civile, esemplificata dai suoi strati stereotipicamente più deboli, come bambini, donne e anziani. In questa fase inizia a delinearsi l’opposizione tra i due settori della città, simboleggiata – sia nel commento, attraverso le ripetizioni lessicali, sia nelle immagini, ad esempio attraverso il framing – dal confine, diventato pericoloso e invalicabile. Queste immagini si contrappongono infatti a quelle di Berlino ovest – nella quarta fase, che termina al minuto 04:09:00, con l’introduzione al discorso del presidente Heuss – esempio di ordine e progresso, che viene affiancata ad immagini dai forti rimandi culturali e identitari, come le bandiere, le istituzioni ed i monumenti. Viene qui inoltre fornito un indizio sulle cause delle proteste ad est, sempre in contrapposizione con l’ovest: nel frame 65, infatti, le immagini della città, moderna e animata, vengono attribuite ad un’economia ordinata, lasciando intendere che le immagini precedenti erano invece frutto da problemi economici.

Queste due ricostruzioni finali ci permettono quindi di evidenziare come i due cinegiornali abbiano selezionato precisi aspetti di questo stesso evento, definendone, attraverso elementi culturali e strategie logiche differenti, diverse cause e diversi effetti e compiendo una valutazione diseguale: da un lato si parla di una protesta contro il regime dall’altro di un colpo di stato. In entrambi i cinegiornali vengono utilizzate delle strategie di deresponsabilizzazione che dovrebbero creare un’impressione di obiettività, che nel giornalismo viene tradizionalmente associata con la veridicità. Tuttavia, il fatto che strategie per la ricerca dell’obiettività simili, che abbiamo descritto nel corso dell’analisi, possano essere impiegate per comunicare affermazioni opposte smentisce l’idea stessa di obiettività.

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Conclusioni

“Die Kamera hatte möglichst objektiv zu sein42” così risponde Klaus Brandes, cameraman del Neue Deutsche Wochenschau nell’intervista con Quaas e Tsereteli (2003), alla domanda sulla propria funzione politica, considerata la partecipazione statale alla redazione del cinegiornale. L’operatore stesso si definisce apolitico e oggettivo, mentre considera le sue riprese “neutrali”. Le immagini non sono naturalmente l’unico elemento che contribuisce alla costruzione di un’edizione del cinegiornale, soprattutto perché il materiale subisce poi un processo di taglio e montaggio, costituendo un insieme con il commento e la musica. Tuttavia, è interessante notare come l’obiettività è ancora considerata la condizione ideale da raggiungere per trasmettere un reportage apolitico ed il più possibile vicino alla verità, che fornisca allo spettatore un’impressione simile a quella del cameraman. Questo smentisce già la pretesa di obiettività, infatti la scelta di cosa riprendere dipende dall’autore delle immagini, e corrisponde perciò alla sua prospettiva della realtà, ed è questo il massimo a cui lo spettatore può aspirare. La prospettiva della semiotica sociale – ovvero quella utilizzata nel presente elaborato – ha invece contraddetto questa pretesa di oggettività, asserendo che l’unica verità possibile è quella costruita socialmente da un particolare gruppo, secondo le proprie credenze, i propri valori ed i propri ideali. Lo studio condotto in questo elaborato ha avuto come scopo quello di analizzare due costruzioni di una stessa realtà, gli scioperi popolari del 17 giugno 1953 nella DDR, ad opera di due società particolari. Le due Repubbliche sono infatti nate in seno ad uno stesso stato ed a seguito di una serie di eventi traumatici, ovvero la guerra, i crimini nazisti, la fine del regime e l’occupazione da parte di potenze straniere, che hanno prima preso il controllo di ogni aspetto della vita della Germania, e che hanno poi portato alla nascita dei suoi stati, sui quali continuano ad esercitare la loro influenza. Tale influenza riguarda diversi aspetti delle società, da quello economico – con la contrapposizione tra il sistema capitalista e quello socialista – a quello culturale, che intercetta le stesse tendenze. Si tratta quindi di società la cui identità è ancora in fase di costruzione, ma nelle quali si continua a portare avanti la pretesa di riunificazione, ciascuna secondo modalità differenti ed inconciliabili. Questa identità passa anche attraverso i media che, come abbiamo visto, sono sia lo specchio della cultura che produce e consuma i suoi prodotti, i quali a loro volta servono a portare avanti istanze identitarie. I documenti presi in esame nell’elaborato, parte del sistema mediale contemporaneo, confermano questa tendenza verso una rappresentazione identitaria che contrapponga un “noi” ad un “loro”, pur trasmessa cercando di rispettare i criteri che solitamente corrispondono all’oggettività giornalistica.

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L’analisi multimodale delle fonti ha rivelato l’uso di precise strategie per il racconto degli eventi del 17 giugno, che elenchiamo brevemente: il framing, l’inserimento di stereotipi, immagini chiave e simboli culturali, la struttura narrativa con i legami di causa-effetto ed infine tutte le strategie linguistiche, dalla scelta dei processi, a quella del lessico, dal sistema di Appraisal alla modalità ed alle nominalizzazioni. Più o meno implicitamente, quindi, viene costruita una precisa narrazione, che corrisponde alle intenzioni degli autori e delle istituzioni a cui fanno capo – nel caso dei cinegiornali, direttamente ai governi – e che fornisce un’impressione molto diversa di uno stesso evento perché sottende ad un sistema valoriale differente. Secondo la prospettiva critica di van Dijk, la reiterazione di questi schemi di rappresentazione in diversi tipi di discorso, tra cui quello mediale, porta alla formazione di modelli mentali negli utenti che assumono una loro indipendenza e che agiranno ogni qualvolta gli utenti si trovano a dover interpretare un nuovo fatto, o una nuova notizia. Ovviamente questo studio è limitato all’analisi comparativa di due soli documenti, quindi non si può ipotizzare che essi abbiano avuto un’influenza diretta nella ricezione degli eventi e nella costruzione dell’identità. Come abbiamo visto, la questione dell’influenza dei media è complessa ed ha generato diverse teorie per cui non si può asserire una diretta influenza dei due reportage analizzati, considerando che la teoria del framing di Entman si basa su una serie di indizi che lo spettatore deve ricostruire attivamente e che, di conseguenza, l’impressione suscitata negli spettatori contemporanei potrebbe non corrispondere a quella di un’analisi effettuata quasi settant’anni dopo. Tuttavia, abbiamo osservato che le peculiarità dei due reportage rientrano nel quadro descritto da Lehnert, che si basa su indagini più ampie e approfondite, ed anche le differenze sono risultate significative, perciò i significati di queste edizioni sono in linea con le strategie di narrazione dei cinegiornali ed i loro obiettivi nella costruzione delle identità. Per valutare con maggiore accuratezza l’efficacia dei cinegiornali delle due Repubbliche nel rappresentare gli scioperi e quindi la loro influenza nella diversa ricezione di questo evento occorrerebbe ampliare il corpus d’analisi, così da confrontare diverse edizioni al fine di riscontrare dei pattern comuni di rappresentazione. Eventuali ricerche future potranno essere condotte sul materiale audiovisivo presente nei due archivi, in particolare per quanto riguarda l’Augenzeuge sono presenti due edizioni ricollegabili a quella analizzata, ovvero la 2743, che tratta di una manifestazione contro il colpo di stato e a favore della Repubblica, e la 2944 che invece presenta dei documenti a favore della teoria del colpo di stato; al contrario nelle edizioni del NDW immediatamente successive a quella analizzata – che aveva dedicato l’intera edizione a Berlino – non vi sono ulteriori riferimenti. Per questo motivo potrebbe essere utile ampliare la ricerca ad altri cinegiornali presenti nell’archivio, ad esempio il

43https://progress.film/record/4665: 28 marzo 2020

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Welt im Film, un cinegiornale distribuito e prodotto in occidente: il confronto tra due media di una stessa società e con quello del gruppo di opposizione potrebbe fornire nuovi ed interessanti risultati sulla questione della rappresentazione multimodale.

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Appendice

Reportage A – Der Augenzeuge, 26 giugno 1953

Minutaggio Frame Immagine Commento

00:36:04 – 00:39:00 1 Das Ungeheuerliche ist Wirklichkeit

geworden.

00:39:01 – 00:43:16 2 Ethel und Julius Rosenberg wurden auf

dem elektrischen Stuhl ermordet.

00:43:17 – 00:44:02 3

00:44:03 – 00:49:00 4 Über die millionenfachen Proteste der

Menschen in Amerika und in allen Teilen der Welt haben sich

00:49:01 – 00:50:12 5 die Mörder hinweggesetzt.

00:51:01 – 00:54:00 6 Ihr Verbrechen sollte die sich anbahnende

114

00:54:01 – 00:55:00 7 stören.

00:55:01 – 00:55:21 8

00:55:22 – 01:01:59 9 Zum gleichen Zweck hatten sie ihren

Helfershelfer Adenauer für die Organisierung des Tages x

01:02:00 – 01:03:14 10 in der DDR herangezogen.

01:03:15 – 01:11:50 11 Die Missstimmung einiger Teile der

Bevölkerung über Fehler, deren Korrektur bereits begonnen war, sollte für einen groß angelegten Anschlag gegen Einheit

01:11.51 – 01:13:02 12 und Frieden ausgenutzt werden.

01:13:03 – 01:18:00 13 Die Bevölkerung, Volkspolizei und

115

01:18:01 – 01:20:14 14 haben innerhalb weniger Stunden den

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