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CAPITOLO 4 MANIFESTAZIONI AGGRESSIVE DEFINIZIONE E

4.5 Aggressività del cane

4.5.8 Anamnesi dell‟aggressività

Secondo Pageat (1999) la visita clinica comportamentale, generica, può rilevare eventuali patologie tramite l‟indagine di quattro differenti tipi di comportamento: comportamento esplorativo, aggressività, stereotipie, attività di sostituzione, rituali e manifestazioni allucinatorie. Il colloquio con i proprietari deve analizzare le caratteristiche emozionali e reattive del soggetto, l‟organizzazione gerarchica del gruppo in cui vive e l‟evoluzione del suo sviluppo comportamentale. La valutazione delle caratteristiche dell‟individuo prende in esame la frequenza, la sequenza e la reversibilità delle risposte emozionali. Le modificazioni che hanno rilievo per il clinico sono spesso sottili e riguardano più la struttura sequenziale50 che la natura dei comportamenti osservati. I comportamenti indagati appartengono a tre gruppi:

I comportamenti centripeti che possono subire inibizione od iperproduzione in conseguenza di disturbi emotivi e prendere quindi il

50

“Ricordiamo che ogni sequenza comportamentale è un sistema omogeneo e che dispone di una regolazione interna. Questo approccio sequenziale è particolarmente adatto quando si tratta di risposte emotive, poiché le sequenze prodotte hanno caratteristiche di comportamenti innati.”(Pageat, 1999) Per l‟osservazione delle fasi appetitiva, consumatoria, di stabilizzazione o di appagamento e di arresto, si rimanda al capitolo 2.

significato di attività di sostituzione51. I comportamenti centripeti sono equivalenti ad attività autocentrante.

I comportamenti centrifughi che causano una modificazione dell‟ambiente dell‟animale e corrispondono a stati produttivi.

I comportamenti misti implicano un‟azione sull‟ambiente, come nel caso dei centrifughi, ma sono associati anche a modificazioni della fisiologia del soggetto. (Pageat, 1999)

Nella visita comportamentale dove si siano individuate problematiche relative all‟aggressività, è importante considerare dal punto di vista anamnestico la produzione di :

comportamenti di sottomissione comportamenti di evitamento posture di minaccia

comportamenti di minaccia quali il ringhiare o il mostrare i denti morsi effettuati a vuoto

morsicature effettuate

Il comportamentalista necessita di una osservazione o di una descrizione esatta, “fotografica”, analitica, del contesto e della modalità in cui si è verificata l‟aggressione, ai fini diagnostici e terapeutici. Devono essere esaminati, rispetto all‟aggressione:

la postura, la mimica e la posizione del cane prima, durante e dopo la posizione, prima, durante e dopo, di persone ed animali coinvolti nel contesto

interazioni verificatesi tra individui presenti

51

Attività di sostituzione: “(sinonimo: attività sostitutiva, attività di spostamento) Fenomeno scoperto simultaneamente ma separatamente da Kortland e Tinbergen nel 1940. Quando un organismo si trova in uno stato di ipereccitazione, senza che possa reagire secondo la consueta modalità, risponde eseguendo un’attività che non ha diretta relazione con il contesto, che stimola molto frequentemente tali comportamenti. In genere i contesti scatenanti sono conflittuali in quanto capaci di stimolare comportamenti antagonisti come l’attacco o la fuga. Si tratta anche di situazioni senza uscita.” (Pageat, 1999) Se l‟animale si trova in una situazione conflittuale in cui dovrebbe scegliere tra l‟effettuare l‟uno o l‟altro comportamento, ne sceglie un terzo che non ha alcuna relazione con il contesto, spesso si tratta di attività legate a scaricare la tensione (es. il leccamento che deriva dal comportamento di groooming)

interventi delle persone, prima e dopo

circostanze ambientali (rumori, novità, visitatori) fattori interni (farmaci o problemi medici)

Inoltre è importante conoscere il comportamento complessivo dell‟animale e le sue interazioni con i proprietari. (Mertens, 2004)

Voith e Mugford ritengono l‟osservazione del cane nel suo ambiente abituale, il modo migliore per raccogliere i più completi dati comportamentali. (Pageat, 1999)

Secondo Overall (2001) è necessario determinare: se il comportamento era appropriato

in quale contesto si è verificato

se il comportamento implicava minaccia, combattimento o deferenza la risoluzione finale

Secondo Pageat (1999), stabilito che l‟aggressività è parte integrante delle funzioni comportamentali, bisogna però intendere tale comportamento, come uno stato reattivo particolare, in cui l‟individuo ha una maggiore tendenza a produrre comportamenti aggressivi. Questo concetto di aggressività secondo Pageat (1999) è però poco idoneo all‟approccio clinico poiché induce a focalizzare tali manifestazioni dal punto di vista funzionale e sequenziale; secondo Pageat (1999) il percorso del comportamentalista deve essere quello di identificare, nell‟ordine:

il tipo di aggressività,

di verificare l‟integrità della sequenza aggressiva di evidenziare il livello di controllo del morso

“Qualunque sia il tipo di aggressione, la sequenza deve essere integra, non

modificata. L’integrità della sequenza testimonia la normalità del comportamento. Un comportamento la cui sequenza è rispettata, è prevedibile per i cani e per gli uomini che possono quindi adattarvisi. Se la sequenza è alterata si deve prendere in considerazione una patologia comportamentale. In tal caso, il comportamento non è più prevedibile da altri e mette a rischio la comunicazione in seno al gruppo. (...) L’analisi di un comportamento deve descrivere:

ognuno dei quattro elementi della sequenza aggressiva;

le modificazioni della sequenza con il tempo.” (Dehasse, 2006)

La mancanza di controllo del morso si evidenzia nella potenza con cui il morso viene inferto, un morso controllato lascia solo un leggero segno od al massimo un piccolo livido. I morsi forti possono essere diretti alle prede od a rivali che non appartengano al proprio branco. La mancanza di controllo del morso indica una Dissocializzazione oppure può essere dovuta ad un forte stato di paura, a disturbi neurologici o endocrini, all‟apprendimento relativo alla necessità di usare una certa intensità per ottenere ad esempio l‟allontanamento di un soggetto indesiderato, all‟aggressione predatoria. Un‟aggressione rivela il suo stato patologico se:

non permette all‟individuo il ritorno all‟equilibrio emozionale non si ha integrità delle 4 fasi della sequenza comportamentale

il morso non risponde a criteri adattativi rispetto al contesto (Dehasse, 2006)

Una diversa interpretazione del controllo del morso viene data da Anne Schuster, TTeam™ Practitioner, che rifacendosi alle più recenti teorie di David Mech e sostenendo l‟interpretazione di Barry Eaton riguardante il legame tra il cane e la famiglia umana in cui vive, concepisce, come del resto Turid Rugaas, il rapporto cane-proprietario come una relazione figlio-genitore. Secondo Rugaas e Schuster, qualora la madre sia un soggetto equilibrato, ovvero in grado di trasmettere insegnamenti appropriati su tutta la gamma comportamentale, se il cucciolo resta con lei ed i fratelli fino ai 3 mesi d‟età, si realizzerà il migliore processo di socializzazione e a tale età il cucciolo avrà compiuto una prima parte dell‟apprendimento di inibizione del morso che dovrà però essere completato dall‟educazione fornita dai proprietari (i quali dovranno imitare la madre, dicendo “ahi!” quando ricevono un morso troppo forte e smettere per qualche minuto, di giocare con il cucciolo). Infatti secondo Rugaas e Schuster, l'insegnamento di inibizione del morso si consolida verso i 4 mesi e mezzo - 5 mesi d'età e non consisterebbe solo nell‟efficienza del cane nel conoscere l‟opportuna intensità del proprio morso in relazione ai danni che questo può provocare, ma anche nella

capacità di discriminare tra la frangibilità di un cane e di una persona e soprattutto nell‟attitudine ad usare la bocca come mezzo di difesa in ultima istanza, e nel cercare, anche in questo caso, di apportare la minima lesione possibile. In altre parole secondo Rugaas e Schuster un cane ben socializzato deve avere delle motivazioni molto serie per ricorrere al morso in un‟interazione, sia questa con un conspecifico che con un eterospecifico ed il controllo del morso si caratterizza in un‟altissima soglia di percezione della pertinenza ad usare questo comportamento.

(Schuster, 2005 – Rugaas, 2007)

Pageat (1999) attribuisce ai comportamenti aggressivi un determinato valore semiologico, come ad esempio:

I morsi non coordinati (impulsivi) associati ad aggressività da irritazione devono indirizzare verso una diagnosi di Dissocializzazione primaria.

La comparsa improvvisa di aggressività da irritazione deve portare verso la diagnosi di Aggressione reattiva da stati algici.

La presenza di aggressività da dominanza unita ad aggressività da irritazione ed ad aggressività territoriale, con la comparsa finale di quest‟ultima, indirizza verso la diagnosi di Sociopatia.

L‟aggressività da irritazione/paura associata ad aumento della frequenza delle manifestazioni organiche indica l‟affezione di Ansia intermittente. La presenza di aggressività da irritazione associata ad aggressività materna deve spingere a verificare i livelli di T4 di cortisolo e degli ormoni sessuali. (Pageat, 1999)

Secondo Pageat (1999), al fine di identificare il tipo di aggressività nelle forme diverse da quella da paura e da quella predatoria, bisogna innanzitutto verificare l‟integrità della sequenza aggressiva:

la scomparsa della fase intimidatoria e dell‟acquietamento, indica un‟aggressività strumentalizzata come nel caso dell‟iperaggressività secondaria e della sindrome confusionale

la scomparsa dell‟inibizione dell‟aggressività in seguito alla sottomissione della vittima indica la sindrome confusionale