CAPITOLO 3 SVILUPPO E SOCIALITÀ
3.1 Sviluppo e socialità del cane
3.1.1 Sviluppo comportamentale
3.1.1.4 Periodo di socializzazione (da 3 a 12 settimane)
“Il periodo di socializzazione viene definito periodo sensibile perché il sistema nervoso è, appunto, particolarmente sensibile in questa fase e subisce enormi trasformazioni. Del gran numero di sinapsi (…) presenti fino a questo momento, resteranno in funzione solo quelle che verranno stimolate, mentre le altre verranno distrutte. (…) In pratica il cucciolo in questo momento viene a contatto con una serie di stimoli che di per sé sono capaci di attivare e consolidare i collegamenti nervosi atti a riconoscerli. Questa particolare forma di apprendimento è molto stabile, resterà cioè per tutta la vita, e può realizzarsi solo in questo particolare momento dello sviluppo. (…) Da qui si capisce dunque l‟importanza di far crescere i cuccioli in ambienti arricchiti di ogni tipo di stimolazione presente nella nostra vita quotidiana (casa, auto, contesto urbano, spazi verdi aperti, spazi chiusi e altro ancora) affinché essi possano, qualsiasi sia l‟ambiente in cui andranno a vivere, adattarsi nel modo migliore.” (Antoni- Tarricone, 2002) Il periodo di socializzazione è caratterizzato da quattro elementi fondamentali:
gli autocontrolli la comunicazione
le regole sociali con la gerarchizzazione alimentare il distacco
In questo periodo le azioni vengono associate ed articolate fino a comporre sequenze comportamentali; il completamento di queste è contrassegnato da una fase di arresto, il cui momento terminale viene definito “segnale di arresto”. Tale
segnale esprime la possibilità di interrompere volontariamente un‟azione, ne è un esempio l‟acquisizione dell‟“inibizione del morso”33
che si realizza grazie al riconoscimento dei segnali rappresentati sia dalle grida di dolore del fratellino morsicato nel gioco, sia dalla correzione esercitata dalla madre sul cucciolo aggressore. In mancanza dell‟acquisizione del “segnale di arresto” si sviluppa la grave patologia rappresentata dalla sindrome di ipersensibilità-iperattività. L‟acquisizione degli autocontrolli prosegue fino attorno al quarto mese, è difficilmente identificabile l‟età della sua conclusione. (Pageat, 1999) Durante il periodo di socializzazione i cuccioli esibiscono un vasto repertorio mimico facciale e si allenano ad una grande varietà di forme comunicative vocali e posturali che fanno parte del comportamento34 sociale e sessuale degli adulti. Diminuiscono i contatti con la madre mentre aumentano le interazioni giocose con gli altri cuccioli. (Shepherd, 2004) Attorno alle sei settimane di età la madre inizia
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Beaver (1999) ha osservato la presenza del morso nell‟87% delle interazioni tra cuccioli. L‟intervento umano inappropriato in queste fasi di gioco tra i cuccioli, provoca l‟incapacità di interpretare ed emettere i segnali adeguati capaci di ridurre l‟aggressività in tali contesti e il rinforzo delle manifestazioni di paura favorisce l‟insorgenza di riposte fobiche. (Shepherd, 2004)
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“In uno schema sviluppato da Scott e Fuller (1965) e delineato da Borchelet (1984b), è stata descritta una classificazione funzionale del comportamento che include sette sistemi. Il primo sistema è il sistema investivo, che comprende nutrirsi ed abbeverarsi. Il secondo sistema, riposo e sonno, include le attività connesse alla creazione di un giaciglio o di un rifugio. Il terzo sistema s’incentra sulla cura del corpo (grooming), inclusi l’autogrooming (auto leccamento) e l’allogrooming (leccamento reciproco). Il quarto sistema, il sistema riproduttivo, contempla i comportamenti di preparazione del nido, i comportamenti dell’accoppiamento (inclusi il corteggiamento e l’atto copulatorio), la cura della prole, la nutrizione e le cure parentali degli altri piccoli. Il sistema eliminatorio include i comportamenti associati all’urinazione e alla defecazione. I comportamenti riferibili al sistema del contatto sociale contemplano il comportamento investigativo, il comportamento giocoso, e i comportamenti di attaccamento (comportamenti di richiesta di cure e di resistenza alla separazione). L’ultimo sistema, il sistema agonistico, annovera lotta, aggressività, comportamenti associati allo sviluppo di strutture di dominanza-sottomissione e il sistema di difesa (paura e fuga). I sistemi di comunicazione e di gioco comprendono l’integrazione di segnali inerenti a tutti i sistemi. Il ruolo del gioco è stato ampiamente discusso da Fagen (1981). Il gioco ha la funzione di: 1.Stimolare i comportamenti che determinano coesione degli individui, 2. Facilitare l’interazione sociale, 3. Formare il comportamento dell’adulto, specificamente attraverso il ruolo della curva di apprendimento, 4. Stabilire relazioni sociali precoci, salde, sebbene il ruolo della gerarchia sociale e del suo sviluppo nel gioco sia meno chiaro, 5. Aumentare la destrezza fisica e mentale, 6.Migliorare la coordinazione, 7. Fornire la possibilità di esercitarsi senza danni e di dare le prime dimostrazioni dei rituali e dei comportamenti ritualizzati, 8. Fornire ai cuccioli un’opportunità per apprendere circa i ruoli sociali e la loro previsione nel futuro attraverso le sequenze di eventi, 9. Fornire ai cuccioli un’opportunità per l’esplorazione, 10. Fornire loro un’opportunità sicura per risolvere problemi di crescente complessità.
La maggior parte dei normali comportamenti dei Canidi riferiti agli animali da compagnia sono appresi durante il periodo di gioco. Poiché i riflessi sono attivi entro le 6-9 settimane d’età e lo sviluppo neurologico viene completato nei pochi mesi successivi (Czarkowska, 1983), non si deve sottovalutare il ruolo del gioco nella comunicazione.” (Overall, 2001)
ad impartire la gerarchizzazione alimentare ai cuccioli, ringhiando quando cercano di sottrarle il cibo, questo insegnamento è basilare per la sana interazione sociale del cucciolo (Antoni-Tarricone, 2002). Si riscontra un‟ampia variabilità individuale e di razza nei riguardi della capacità di socializzare anteriormente alle 12 settimane di età e della sua persistenza posteriormente a questa data. Peraltro se non si verifica un rinforzo sociale periodico, la corretta socializzazione all‟età di 12 settimane può regredire fino allo sviluppo di fobie. L‟attitudine nella generalizzazione del comportamento sociale nei confronti dei tipi diversi di individui appartenenti alla stessa specie, è soggetta ad una certa variabilità razziale (Dehasse, 1994; Shepherd, 2004)
“Scott e Fuller (1965) trovarono un rapido aumento nella tendenza ad
avvicinare persone sconosciute fino all’età di 5 settimane. Dopo quell’età, i cuccioli diventano sempre più prudenti verso persone o situazioni sconosciute, ma la motivazione sociale all’avvicinamento e all’interazione supera la paura fino all’età di 8 settimane. Oltre a questa prudenza nell’avvicinamento e all’aumento della paura, è stato identificato un periodo attorno alle 8 settimane in cui i cuccioli sono particolarmente sensibili a stimoli psicologicamente e fisicamente angoscianti (Fox e Selzner, 1966). I cuccioli erano facilmente impauriti a partire dall’età di 12 settimane ed è stato concluso che, dopo tale età, questa crescente tendenza a reagire con paura alle novità poneva termine ad una socializzazione efficace. L’emozione della paura e la sua manifestazione comportamentale di fuga compromettono pertanto seriamente le opportunità del cucciolo cresciuto ad abituarsi o a formare associazioni gradevoli con stimoli nuovi, anche se i meccanismi di apprendimento sono ancora intatti.” (Shepherd, 2004)
“Le principali scoperte di Scott et al. hanno condotto alla definizione di
periodi di sviluppo nel cane: dalle 3 alle 8 settimane d’età i cani imparano meglio ad interagire con altri cani; tra le 5 e le 7 settimane fino alle 12 settimane i cani imparano meglio ad interagire con le persone; nell’intervallo dalle 10-12 settimane alle 16-20 settimane, i cani sono formidabili nell’esplorazione dei nuovi ambienti.” (Overall, 2001)
“L’importanza dell’esposizione di giovani cuccioli a una grande varietà di
stimoli ambientali, compresa la manipolazione da parte di persone di età e sesso differenti, è stata ben dimostrata e sembrerebbe che l’elemento essenziale sia la
qualità piuttosto che la quantità dell’esposizione (Wolfe, 1990). Vivere in un gruppo e avere la capacità di adattarsi a una molteplicità di ambienti richiede un livello di stabilità emotiva che è possibile ottenere solo attraverso l’abituazione e la scomparsa delle reazioni ad alcuni stimoli. Viceversa, la mancanza di stimolazioni precoci può avere come conseguenze una ridotta capacità di apprendimento, ipereccitabilità e iperattività, probabilmente collegate a una mancanza generale della capacità di abituarsi a nuovi ambienti. Può inoltre essere osservato l’iperattaccamento ai proprietari, con i sintomi associati alla ricerca di attenzione e intolleranza all’isolamento (Dehasse,1994).” (Shepherd,
2004)