CAPITOLO 2 PRINCIPALI CARATTERISTICHE E DIFFERENZE TRA
2.3 I sensi e la comunicazione nel gatto
In passato ha prevalso la tendenza a dare poco risalto ai sistemi di comunicazione del gatto domestico, ritenendo che questa fosse semplicemente finalizzata alla demarcazione territoriale e all‟interazione sessuale; solo la relativamente recente consapevolezza delle caratteristiche sociali e sorprendentemente variabili dei gatti, ha promosso la doverosa attenzione ai mezzi ed ai moduli comunicativi di questo affascinante animale. Il gatto domestico è un animale eccezionalmente dotato di “surplus di abilità ecologiche”, ovvero della facoltà di risolvere problemi inattesi, causati da modificazioni dell‟ambiente; tale capacità è evidenziata anche dalla sua plasticità comportamentale che si manifesta ad esempio con la possibilità di passare da uno stato di totale dipendenza dall‟uomo a quello di relativa indipendenza nell‟arco di poche generazioni e talvolta nell‟arco della sua propria vita. Il gatto infatti si adatta ad una vastissima gamma di densità di popolazione ed il sistema sociale varia in dipendenza delle condizioni offerte dall‟habitat; all‟occorrenza è infatti perfettamente in grado di formare stabili gruppi sociali di tipo collaborativo. (Bradshaw, 1996) Il gatto è l‟unica specie addomesticata dall‟uomo che non sia sociale. I gatti si sono evoluti per realizzare una vita solitaria, di conseguenza la loro la struttura sociale è meno sviluppata rispetto a quella dei cani e la loro esigenza comunicativa è altresì inferiore, ne consegue pertanto che anche la loro abilità comunicativa è meno elevata o talvolta solo meno esplicita (Tarricone, 2008). Nonostante questa limitante eredità filogenetica, tra i gatti esistono fini sistemi comunicativi la cui decodificazione permette interazioni e confronti pacifici anche in situazioni di antagonismo; infatti attraverso l‟uso di posizione corporea, voce, odore e contrassegno i gatti riescono a comunicare efficacemente con i cospecifici e spesso anche con gli eterospecifici (Fogle, 2002). “Il
comportamento del gatto in relazione all’uomo è straordinariamente vario e complesso: adattativo e capriccioso, affettuoso e circospetto, socievole e ritroso,
arrendevole e distaccato. La sua intelligenza è un amalgama di estremi: istinto ferreo e apprendimento adattativo. I gatti si sono diffusi tra le comunità umane del mondo intero più rapidamente di quanto non abbia mai fatto l’uomo stesso, pur tenendo sempre una zampa nella giungla. Tra le specie domestiche, i gatti rappresentano quella meno addomesticata, ma che gode del maggior successo, quella che ha subito meno alterazioni intrinseche, pur avendo visto mutare nel modo più drastico le proprie condizioni ambientali.” (Budiansky, 2003) La
comunicazione coverbale e paraverbale è evidentemente prioritaria, per il gatto, rispetto a quella verbale, di conseguenza mentre noi cerchiamo di inviare al nostro beniamino un messaggio, non ha rilevanza il contenuto di questo ma la forma, ovvero il modo in cui comunichiamo con il nostro gatto, che è molto abile a leggere in noi gioia, tristezza timore o collera (Dehasse, 2001).
2.3.1 Comunicazione visiva
I segnali visivi sono costruiti da una vasta gamma di posture e di segnali territoriali (marcature urinarie e graffiature), è però importante precisare che i segnali territoriali sono composti anche da una componente di comunicazione olfattiva conseguente alla deposizione di feromoni, che agiscono sia su chi riceve che su chi emette i messaggi. La comunicazione non verbale ha una notevole importanza nella socialità felina e consiste nel linguaggio corporeo che si avvale di comportamenti ereditari ma anche di una componente appresa. I gatti sono dotati di strategie comunicative che hanno la funzione di manifestare i loro atteggiamenti, le loro intenzioni e le loro emozioni. (Fogle, 2002) La comunicazione visiva nei gatti domestici include l‟atteggiamento degli occhi, delle orecchie, della coda e del mantello; naturalmente la mimica facciale varia molto più rapidamente della postura del corpo e fornisce le informazioni tempestive legate alla risposta dell‟altro interlocutore. La postura è rappresentata dalla posizione del corpo, il portamento della testa e la posizione del dorso. (Overall, 2001) Secondo Leyhausen (2001) si possono identificare numerose posizioni intermedie e la postura può repentinamente modificarsi in seguito a variazioni dello stato emozionale.
Fig.2.4 Posture feline classiche tratte da Leyhausen (1975). Le interpretazioni differiscono dall‟originale.
A0B0 rappresenta un gatto rilassato, pacifico che sta controllando l‟ambiente.
Come ci si sposta da A0B0 verso A3B0 (lungo l‟asse delle ascisse) il gatto diventa più
determinato, più confidente e più provocatoriamente aggressivo. Si noti che qui anche l‟aggressività offensiva è passiva, ed è legata più all‟evocazione di un comportamento deferenziale piuttosto che a un vero combattimento. I fattori da osservare includono la completa estensione degli arti posteriori, il posteriore sollevato e la coda con il pelo eretto, la posizione della testa e del collo, e le orecchie che sono leggermente portate all‟indietro.
Spostandosi da A0B0 verso A0B3 (lungo l‟asse delle ordinate), il gatto diventa più
introverso, evita maggiormente di interagire, è potenzialmente più pauroso e con una maggiore aggressività difensiva. L‟aggressione si verificherà solo se il gatto non ha la possibilità di fuggire.
Il gatto rappresentato in A3B3 sta mostrando segnali misti ed è in uno stato di estrema
reattività. La coda è eretta, indicando che lo scontro è una possibilità. Il dorso è arcuato in una classica postura di timore (notare che il dorso è arcuato anche in A0B3, ma il gatto è
sdraiato). Il collo è ripiegato, la parte inferiore del collo e tutti i denti sono in mostra. La completa esposizione è un segnale che viene usato per affrontare una situazione indesiderabile. Questo gatto sta segnalando che resta sul posto ma non cerca una vera e propria aggressione, se non vi è costretto. Sarebbe inopportuno definire questa postura o quella ritratta in A0B3 come aggressività da paura: mentre il secondo preclude
l‟introversione, il ritiro e l‟elusione sono la prima scelta del primo. Si noti che il gatto ritratto in A3B3 non è fiducioso come quello in A3B0. Il gatto in A3B0 farà indietreggiare
qualsiasi sfidante e lo inseguirà se non abbandonerà la contesa; il gatto in A2B3 non
cercherà né sceglierà di interagire con uno sfidante, avendone la possibilità. (Overall, 2001)
Fig.2.5 La posizione delle orecchie, del collo, della testa, la linea delle spalle, la posizione della bocca e delle narici, la forma e la dimensione delle pupille sono tutti segnali importanti nella comunicazione felina.
A0B0 rappresenta un gatto rilassato che sta controllando l‟ambiente.
A2B2 rappresenta un gatto che è più disposto verso un‟aggressività offensiva e
determinata come rappresentato dalla postura del corpo A3B0 in figura 2.4. Si noti la
posizione del collo e delle spalle, la testa leggermente abbassata, i movimenti dei padiglioni auricolari, la dilatazione delle narici e la chiusura della bocca. Questo è un gatto molto confidente e sicuro.
A2B0 rappresenta un gatto pauroso e che sta tentando di scappare. Questo gatto eviterà
possibilmente lo scontro. Si noti la posizione degli occhi e lo sguardo obliquo (non diretto). Le orecchie del gatto sono rivolte posteriormente ma sono erette, e il collo e la testa sono più incassati rispetto ad A2B2, in cui sono portati in avanti. Questa è
l‟espressione facciale del gatto in A0B3 della figura 2.4.
A0B2 rappresenta un gatto che persegue l‟aggressione, ma solo come ultima risorsa.
Notare che il collo, la gola e i denti sono tutti esposti, contrariamente a A2B2. Si osservi
anche che i padiglioni auricolari sono totalmente ruotati e rovesciati: questa è l‟espressione facciale del gatto in A3B3 della figura 2.4. (Espressioni facciali feline
classiche tratte da Leyhausen, 1975. Le interpretazioni differiscono dall‟originale). (Overall, 2001)
“(…) il tipo di relazione che intercorre tra un animale e il suo ambiente è un fattore decisivo nel determinare il modo in cui si comporta quando incontra un altro animale, sia esso conspecifico o eterospecifico.” (Leyhausen, 2001)
Le orecchie erette indicano che il gatto è in attenzione verso un determinato stimolo, quelle leggermente flesse denotano un certo grado di rilassatezza. Le orecchie ruotate rostralmente manifestano un incremento dell‟aggressività passiva o dell‟atteggiamento offensivo, ovvero assertivo; quelle ruotate verso il basso e lateralmente indicano una condotta difensiva, deferenziale, mentre quelle appiattite completamente sulla testa e dirette caudalmente esprimono una netta ostilità ed un‟alta probabilità di aggressione. La pupilla descrive molto chiaramente lo stato emotivo del gatto, (naturalmente bisogna tener conto delle influenze dello spettro luminoso sulla dilatazione di questa), la midriasi indica infatti uno stato di ansia o di paura, ovvero una disposizione di estrema allerta. Lo sguardo diretto ha il significato di sfida o di minaccia ed è generalmente addotto in una circostanza di sicurezza o di fiducia o nel caso in cui il gatto si percepisca di rango elevato, provoca infatti la ritirata dei gatti insicuri o di rango inferiore. La coda tenuta lateralmente e posteriormente costituisce un segnale amichevole, la coda eretta e leggermente ricurva esprime rilassatezza ed espansività. Nell‟andatura di camminata o di trotto, il gatto è solito tenere la coda a 40° e se aumenta la velocità del passo questa viene abbassata probabilmente solo per un‟esigenza funzionale. La postura offensiva implica la posizione della coda appoggiata al terreno o perpendicolare a questo. Quando la coda è eretta e rigonfia manifesta una condizione di estrema reattività in cui si ha la concomitanza di condotte offensive (passive) e difensive (attive). Bradshaw(1996) rielaborando le osservazioni di Leyhausen (1979), di Kiley-Worthington (1976) e di Brown, ha riconosciuto sei posizioni della coda: verticale, semisollevata, orizzontale, concava, abbassata e tra le gambe. Il significato di tali posture è ben riassunto nella seguente tabella:
Posizione Interpretazione del segnale
Verticale - gioco
- saluto, spesso con movimento - approccio sessuale delle femmine - Frustrazione (se sferzata)
Sollevata a metà - Approccio sessuale delle femmine Orizzontale - approccio amichevole
- approccio sessuale delle femmine
Concava - comportamento difensivo
Abbassata - aggressività offensiva (se rigida e mossa velocemente) - aggressività difensiva (se più rilassata)
- rilassamento e controllo dell‟ambiente se coda immobile o mossa blandamente e nuovamente tonica Tra le gambe - Sottomissione
- Paura
Tab. 2.5: Posizioni della coda del gatto (Overall, 2001)
Bisogna aggiungere alcune precisazioni riguardo alla coda ad U:
talvolta i gatti, specialmente i giovani, la esibiscono senza essere in una condizione difensiva
la coda portata ad U sopra il dorso potrebbe preludere una modificazione della distanza
la coda portata ad U sopra il dorso potrebbe servire ad aumentare la distanza
la coda portata ad U rovesciata e lontana dal dorso manifesta l‟intenzione di interagire, aggressivamente o meno, ma in uno stato d‟incertezza
Bernstein e Strack (1993) classificano le posizioni della coda nel seguente sistema:
coda posteriore e leggermente abbassata, associata ad una situazione di raccolta di informazioni
coda ricurva all‟altezza del dorso, in movimento o meno, associata ad approcci di controllo
coda alta sul dorso con punta leggermente ricurva e all‟indietro o eretta, associata all‟inizio di uno scambio amichevole
coda ricurva verso il basso e tra le gambe, associata ad un atteggiamento difensivo che può comprendere la fuga
coda interamente mossa rapidamente, associata ad un‟attiva manifestazione aggressiva imminente o anticipatoria di un comportamento di fuga attiva e difensiva oppure espressione di uno stato di frustrazione spesso accompagnato dal battere i denti e dal miagolio
Altre posture significative sono:
testa eretta con linea del dorso dritta e coda portata all‟esterno e posteriormente: rivela uno stato di rilassamento e attenzione.
arti estesi con posteriore sollevato e coda abbassata: indica un atteggiamento offensivo.
accovacciamento sternale, spesso con coda a terra vicina al fianco: manifesta una condizione difensiva.
posizione supina: esternata nel gioco dei gattini e nella lotta, con valore referenziale dorso arcuato: associato a reattività elevata di tipo offensivo o difensivo. (Overall, 2001)
“Leyhausen (1979) ha classificato i comportamenti amichevoli in sei
gruppi:
1) Dormire assieme 2) Pulirsi
3) Strofinarsi a vicenda e condividere marcature olfattive (è stato ipotizzato che questo sia un fattore molto importante nelle situazioni di gruppo e possa essere uno dei fattori che irritano gli altri gatti di casa quando uno di loro viene portato dal veterinario)
4) Saluto amichevole dopo un’assenza prolungata (...)
6) Comportamento giocoso
(...) Lo strofinamento o lo strofinamento reciproco (allorubbing) è un comportamento chiave che consolida la struttura sociale. (...) il soggetto che per primo è in grado di evocare lo strofinamento è l’animale di status più alto. (...) Gli animali che riescono a costringere gli altri animali (compresi gli umani) sostenere lo strofinamento sono generalmente gli animali più sicuri di sé.”
(Overall, 2001)
I comportamenti agonistici sono rari qualora i gatti vivano in un gruppo in cui le “regole” sociali sono chiare, ovvero secondo osservazioni di Podberscek et al. (1991) possono rappresentare meno dell‟1% di tutte le espressioni comportamentali. Secondo Hart (1980) il modo più frequente per risolvere i conflitti è rappresentato dalla ritirata, come reazione ad una minaccia, ossia la manifestazione di un comportamento di deferenza. (Overall, 2001)
“I segnali di dominanza (Overall, 1997; Leyhausen, 1979) includono:
orecchie erette e rigide, ruotate lateralmente; fissare;
base della coda inarcata con l’estremità penzolante, arti posteriori completamente estesi;
ruotare lentamente la testa da un lato all’altro.
I segnali di sottomissione (Feldman, 1994b; Bradshaw e Cameron- Beaumont, 2000) includono:
distogliere lo sguardo;
orecchie girate verso il basso; coda bassa;
sdraiarsi e rotolarsi sulla schiena27.
I gatti che mostrano aggressività da paura tengono le orecchie, la coda e il corpo abbassati, ma aprono anche la bocca per mostrare i denti e possono fissare con gli occhi (...).
27
Il comportamento di rotolarsi sulla schiena ha la funzione di lasciare il proprio odore nell‟ambiente e di apporre su di sé l‟odore dell‟ambiente abitativo, può avere anche il valore di esibizione (Tarricone, 2008).
Sia i gatti dominanti che si avvicinano sia i gatti sottomessi che si ritirano mostrano piloerezione e frustano l’aria con la coda. Questi sembrano essere pertanto segnali di reattività generale più che segnali specifici.”. (Crowell-Davis,
2004)
Quando due gatti tra loro estranei si incontrano in un ambiente sconosciuto ad entrambe, inizialmente reagiscono ignorandosi e dedicandosi invece ad esplorare il territorio. Se in tale circostanza finiscono per incontrarsi, si annusano naso contro naso, per breve tempo e riprendono subito l‟esplorazione dell‟ambiente; una volta terminata tale esplorazione cominciano ad interagire iniziando di nuovo ad annusarsi reciprocamente a livello del naso, senza toccarsi, portando la testa il collo ed il treno posteriore protesi in avanti, mentre le orecchie sono erette e rivolte rostralmente. Dopodiché iniziano ad odorare e ad esplorare con le vibrisse, prima la nuca, poi i fianchi ed infine la regione anale, dell‟altro. Se entrambe lasciano che l‟altro completi tale esplorazione, eseguono il flehmen, ma se intendono fiutare la regione anale dell‟altro senza lasciar ispezionare la propria, iniziano a muoversi in circolo l‟uno seguendo l‟altro. Se le intenzioni sono amichevoli uno dei due cede per primo, sollevando la coda e lasciandosi esplorare. Molto frequentemente però questa sequenza viene interrotta quando uno dei due, per primo, si spinge ad esplorare la nuca dell‟altro. Il soggetto che per primo promuove una conoscenza ravvicinata, manifesta una maggiore sicurezza ed induce nell‟altro un atteggiamento difensivo espresso accovacciandosi, raggomitolandosi su se stesso, spostando lateralmente il treno posteriore, appiattendo le orecchie ed infine guardando dal basso verso l‟alto, l‟altro soggetto, percepito a questo punto come un avversario. Se il più sicuro di sé prosegue la sua esplorazione, il più timoroso reagisce soffiando e sferrando un colpo sul naso dell‟altro. Quindi il subordinato inizia ad allontanarsi prima lentamente, mantenendo il corpo abbassato sul terreno, poi più velocemente, si ferma ancora a breve distanza mettendosi seduto ed osserva l‟avversario. Il gatto dominante intanto annusa il terreno dove l‟altro si era accovacciato e poi lo segue per riprendere l‟esplorazione olfattiva ravvicinata. Questa sequenza può ripetersi ancora e la conclusione viene determinata soprattutto dall‟atteggiamento del dominante che può perdere interesse nell‟interazione od insistere costringendo l‟altro ad arrendersi ed a lasciarsi ispezionare oppure può lanciarsi in un attacco,
più probabilmente se entrambe sono maschi adulti. Se invece i due animali si incontrano in un ambiente ben conosciuto da entrambe, il contatto non viene interrotto per esplorare l‟ambiente ed più facilmente anticipabile se la risoluzione finale dell‟interazione volgerà ad una modalità bellicosa o pacifica. Quando invece solo uno dei due conosce già l‟ambiente, è questo, almeno inizialmente, a comportarsi come un dominante e si avvicina all‟altro più o meno lentamente a seconda di quanto si sente sicuro di sé, mentre l‟altro appare insicuro e cerca di sottrarsi al contatto con l‟altro per esplorare l‟ambiente. Quindi il gatto che si sente “a casa propria” cerca di annusare la regione anale dell‟estraneo, che a questo punto generalmente si volta con solo il treno anteriore e soffia, talvolta sferzando alcuni colpi nell‟aria, con la zampa. Quindi il gatto che finora si è comportato da dominante, si siede, osserva l‟altro e dopo un po‟ cerca di nuovo di avvicinarsi per gradi, lentamente, per annusare l‟altro. Ad ogni suo tentativo di avvicinamento, l‟altro reagisce sedendosi o accovacciandosi, preferibilmente in una zona sopraelevata o che almeno permetta protezione alle spalle, poi inizia a “guardarsi intorno” lentamente, evitando scrupolosamente lo sguardo del gatto assertivo, per manifestare la propria intenzione pacifica. Se il gatto residente continua nel frattempo, a tentare l‟avvicinamento, il “timoroso” cambia posizione oppure soffia e mima l‟azione di colpire l‟altro. Questa dinamica può ripetersi per giorni a meno che il gatto estraneo non riesca ad occupare una superficie sopraelevata, tale circostanza infatti invalida la superiorità del gatto residente che se continua ad avvicinarsi, lo fa con un atteggiamento più insicuro, cosicché l‟altro reagisce con una modalità più distesa e finalmente lo guarda dritto negli occhi, pur continuando a guardarsi anche attorno28, poiché permane un certo senso di disagio. Se l‟incontro tra i due gatti avviene nel territorio di uno dei due, il residente frequentemente attacca l‟estraneo immediatamente, inseguendolo; solo
28
Quando un gatto si accorge di essere osservato, sospende l‟attività che sta svolgendo e la riprende in seguito ma con fare inibito. Se un gatto che si avvicina furtivamente, per gioco, ad un‟altro viene scoperto, si alza subito sulle zampe e simula indifferenza “guardandosi attorno”. Il “guardarsi attorno è espressione di una condizione di subordinazione sociale, ovvero di un atteggiamento remissivo e pacifico. Secondo Chance (1962) i segnali finalizzati all‟interruzione del contatto servono: 1) a ridurre il senso di provocazione nell‟altro animale, 2) ad abbassare nell‟animale che distoglie lo sguardo, la tensione ad attaccare od a fuggire indotta dall‟atteggiamento dell‟altro, dandogli quindi la possibilità di non cedere all‟altro senza peraltro dover attaccare. Durante un‟interazione di tipo sessuale, il partner che ha promosso l‟approccio, lo interrompe se viene fissato negli occhi dall‟altro; fa naturalmente eccezione il contatto naso a naso. (Leyhausen, 2001)
se l‟animale residente è giovane o molto insicuro capita che questo ceda l‟iniziativa all‟intruso. (Leyhausen, 2001) Nel comportamento di aggressione difensiva viene effettuata la flessione degli arti accompagnata dall‟appiattimento delle orecchie sulla testa, queste vengono direzionate lateralmente, il corpo invece oscilla fino a porsi su di un fianco o in posizione supina mentre la coda viene raccolta tra gli arti posteriori. “Quando un gatto effettua un comportamento di
aggressione offensiva (o territoriale), il tronco si solleva sempre più, grazie all’estensione degli arti anteriori e posteriori, il dorso assume lentamente la forma di u rovesciata, le orecchie sono appiattite sulla testa e portate all’indietro. La coda è inizialmente abbassata, mentre in seguito si solleva sempre più, fino ad assumere la posizione concava. Se l’intruso non si allontana, il gatto può avvicinarsi rapidamente di traverso, effettuando la corsa del granchio, così come viene chiamata dalla maggior parte degli autori. (...) Secondo Pageat, è possibile suddividere le posture in posture di sottolineatura e posture significative di per sé. Le prime aumentano la probabilità di percezione di un segnale di natura differente: il dorso ad u rovesciata, il movimento ritmico dei piedi e le oscillazioni della coda indicano l’esecuzione di una marcatura urinaria, mentre l’estensione in verticale degli arti segnala la realizzazione di una graffiatura. Il messaggio portato dal rotolamento effettuato sul terreno da parte delle femmine in calore non è stato ancora completamente chiarito: infatti, potrebbe invitare i maschi ad avvicinarsi, oppure evidenziare i vocalizzi emessi e i feromoni depositati. Le posture significative di per sé portano direttamente l’informazione principale, come la sequenza del comportamento di aggressione territoriale.” (Colangeli-
Giussani, 2004) Un altro segnale amichevole è rappresentato dall‟“abbraccio” con la coda, in cui il gatto arcua la sua coda sopra il corpo di un conspecifico, mettendola a contatto con il corpo dell‟altro. A volte, mentre i gatti si strusciano tra di loro, intrecciano addirittura la coda l‟uno con quella dell‟altro e si accarezzano vicendevolmente i corpi con le code. L‟“abbraccio” con la coda può