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Approfondimento relativo ad alcune patologie comportamentali:

CAPITOLO 4 MANIFESTAZIONI AGGRESSIVE DEFINIZIONE E

4.5 Aggressività del cane

4.5.7 Approfondimento relativo ad alcune patologie comportamentali:

4.5.7.1 Sociopatia

Vengono definite sociopatie le patologie in cui si verificano aggressioni verso il proprietario in un contesto di dominanza. Il soggetto ammalato non è il cane ma il gruppo sociale in cui vive, pertanto solo intervenendo sul sistema si potrà arrivare ad una soluzione. Le sociopatie si verificano se nel gruppo sociale c‟è una situazione ambigua, ovvero quando l‟uomo mantiene alcune prerogative di dominanza in particolari situazioni socialmente significative, mentre in altre queste prerogative sono concesse al cane. La conseguenza di questa contraddittorietà è che il cane cade in uno stato ansioso mentre il proprietario vive un conflitto interno tra autorità e affettività.

Sociopatia tra cani

La sociopatia tra conspecifici si instaura in un gruppo di due o più cani e può portare all‟eliminazione di un membro del gruppo. Può verificarsi per l‟introduzione di un nuovo individuo, per la raggiunta maturità sessuale di un giovane cane o per l‟invecchiamento del dominante. In questo genere di aggressività l‟intervento del proprietario peggiora la situazione. È necessario che ci sia lo spazio adeguato per il ritiro del vinto e che il proprietario rispetti le gerarchie del gruppo dando maggiori attenzioni e precedenze al dominante. Questo tipo di aggressività rende basilare una buona leadership del proprietario. La castrazione può disturbare la comunicazione feromonale.

Nella sociopatia tra cani si riconoscono due stadi:

- Stadio 1 o Reattivo: il cane presenta una completa sequenza di aggressione.

- Stadio 2 o di Iperaggressività secondaria: si ha un processo di strumentalizzazione della sequenza aggressiva con scomparsa della fase di intimidazione prima e della fase di acquietamento poi. I morsi diventano più sostenuti e profondi. Vi è associato forte stato ansioso.

4.5.7.2 Aggressività legata a cause organiche

Un qualsiasi disturbo organico determina una variazione di comportamento; infatti una modificazione dell‟ambiente (in questo caso interno) determina una risposta comportamentale per raggiungere un adattamento (concetto dell‟equilibrio dinamico).

Il comportamento aggressivo motivato da cause organiche, pur esprimendosi spesso con sequenze comportamentali tipiche, non presenta una logica comportamentale e una prevedibilità.

Possiamo classificare l‟aggressività legata a disturbi organici in: 1) da alterata percezione dell’ambiente:

alterazioni a carico del SNC (neoplasie, focus epilettici o epilettoidi, alterazioni funzionali, alterazioni anatomiche, tossici o medicamenti, ischemie, traumi, protozoi, virus, batteri etc.)

alterazioni degli organi di senso (vista, udito)

disendocrinie (ipotiroidismo, ipertiroidismo, alterazioni degli ormoni sessuali)

2) da stati algici

1) Aggressività da alterata percezione dell’ambiente

In un‟alterazione di percezione, l‟aggressività non è anormale, ma semplicemente inappropriata. L‟aggressività non è mai patologica in sé, ma è solo una forma di comunicazione; la risposta è comunque normale nei confronti dello stimolo che però viene percepito alterato. È infatti comunque una risposta adattativa.

Può quindi comprendere: Alterazioni della vista:

Eidolie:

- panteidolie (segmentazione dell‟immagine come se fosse una piccola preda in movimento): viene emessa una sequenza aggressiva di tipo predatorio

- proteidolie (flash visivi-deformazione dell‟immagine): viene emessa una sequenza aggressiva di tipo irritativo

L‟animale, al contrario dell‟uomo, sembra percepire come reali le informazioni errate trasmesse dalla retina. A differenza delle allucinazioni, l‟animale resta recettivo agli stimoli ambientali. Le reazioni aggressive compaiono nel periodo degenerativo della retina e scompaiono quando l‟animale è diventato cieco.

Aggressività da irritazione:

L‟aggressività da irritazione è provocata da gesti o movimenti ed è rivolta spesso verso la persona che si occupa di più del cane. È un genere di aggressività che si strumentalizza facilmente. Viene considerata più grave se si presenta una vera e propria aggressività da paura con manifestazioni vegetative (minzione, defecazione, vomito). Questo genere di aggressività non presenta la fase di intimidazione e il morso è grave. Quest‟aggressività si verifica in condizioni di scarsa luminosità o in zone di luce-ombra.

Disendocrinie, ipotiroidismo:

Nell‟ipotiroideo aggressivo si rileva una forma di ipotiroidismo ben distinta. Rappresenta l‟1‟7% dei comportamenti aggressivi e raramente si hanno altri segni clinici di ipotiroidismo (non c‟è letargia, aumento di peso etc.).

L‟ipotiroideo aggressivo è un individuo nervoso e imprevedibile; non c‟è costanza nelle reazioni, quello che in un dato momento scatena una reazione aggressiva può non determinarla in un altro, manifesta infatti incoerenza dei segni comportamentali. Può colpire cani di mezz‟età e cani giovani. Si riscontra una predisposizione razziale per questa patologia. Bisogna porre una particolare attenzione anche ai soggetti ipotiroidei iperattivi, fobici o depressi. Per accennare alle implicazioni organiche ricordiamo che con l‟abbassamento dell‟ormone tiroideo si ha l‟aumento del cortisolo (stress cronico) ed una funzione mentale ridotta. Si ha infatti un‟alterata percezione ed è possibile il presentarsi di allucinazioni. L‟ipotiroidismo non determina uno specifico disturbo comportamentale, ma ne predispone l‟insorgenza.

2) Aggressività da stati algici:

Aggressività correlata alla memoria del dolore:

In concomitanza di condizioni dolorose (acute e croniche) si creerebbero a livello centrale delle “tracce mnemoniche dolorose” in grado di condizionare e rafforzare successive percezioni sensitive anche per stimoli sub-liminali. L‟esperienza dolorosa (memoria del dolore) condiziona l‟atteggiamento di fronte a successive analoghe situazioni.

Sottolineiamo l‟alta probabilità di causare questa patologia con l‟addestramento all‟attacco che usa un condizionamento doloroso per il cane.

Aggressività da dolore:

Il dolore provoca un‟aggressività da irritazione. È normale che un cane reagisca aggressivamente al dolore, ma alcuni soggetti sviluppano risposte aggressive di intensità crescente e, come al solito, la persona più aggredita è quella che sta più con il cane, quella che ha con lui più relazione (è più facile che cadano i

meccanismi inibitori). Inizialmente il cane ringhia quando qualcuno si avvicina o fa gesti bruschi, poi le aggressioni diventano più frequenti e a volte può bastare solo guardarlo o rivolgersi a lui; si può anche sviluppare anticipazione. Si tratta di una vera e propria fobia complessa (associazione tra dolore e persona, poi anticipazione etc.) Cause frequenti di dolore: artrosi, displasia, lesioni perianali, dermatosi, otiti medie.

Questa genere di aggressività si strumentalizza facilmente a causa del rinforzo negativo.

(Antoni, 2003; Antoni e Tarricone 2006)