• Non ci sono risultati.

3. Jules Bonnot l’anarchico

3.2. Anarchici e letteratura

La mia tesi è che il libro di Pino Cacucci In ogni caso nessun rimorso, pur partendo dalla base storica sopra descritta, s'inserisca in un lunghissimo percorso di narrazione dell'anarchia iniziato a fine '800. Vorrei ora delineare molto brevemente e in modo tutt'altro che esaustivo, alcuni momenti chiave di questo percorso rimandando ad altri lavori per la loro disamina completa, che richiederebbe ben altro spazio e ben altra attenzione. Il mio scopo è individuare quelle costanti nella descrizione del personaggio anarchico che si ritroveranno anche nel testo di Cacuccci. È chiaro che nell'ottica del seguente paragrafo, l'anarchismo sarà considerato

As much as cultural as a political phenomenon – more rhetoric than reality -, less a movement than a myth.304

Stiamo quindi passando dal campo del racconto storico al campo del racconto mitologico, retorico, letterario e in particolare alle sue versioni più pervasive dell'immaginario collettivo. Al riguardo è bene

303 J. PRÉPOSIET, Storia dell'anarchismo, cit., p. 424.

304 D. WEIR, Anarchy and culture: the aesthetic politics of modernism, University

datare la nascita la sua accoglienza nell'Inghilterra fin de siècle dove l'accoglienza dell'anarchia tra le pagine dei giornali dedicati alla

middle class stigmatizza la figura dell'anarchico in uno stereotipo

accettabile dal lettore medio e la fissa nell'immaginario di una larga parte dell'Inghilterra.

Al contrario di quanto accade tra le pagine della stampa sovversiva, dove l'ottica esclusivamente ideologico-filosofica e la balcanizzazione del pensiero anarchico ricoprono un ruolo rilevante per quantità e qualità dei contenuti teorici pubblicati, sulla stampa popolare tardo vittoriana l'atmosfera sediziosa e politicamente schierata della Londra fin de siècle è veicolata dalla narrazione letteraria e da un gruppo di narratori dell'anarchia che preferisce assecondare i lettori/compratori middle class piuttosto che rivendicare una precisa appartenenza politica degli atti sovversivi descritti.305

Va inoltre considerato il ruolo che il racconto dell'anarchia aveva in una strategia più o meno consapevole di gestione della paura e del conflitto. Come nota Melchiori:

The novel before the birth of the cinema, and television, served most of the purpose of modern mass-media and the dynamite novels played their part of frightening their readers not only of terrorism but of socialism, and helped in this way to perpetuate existing institution and the interest of the privileged classes.306

In particolare, il ritratto composto da Eugène Moret in An anarchist sullo Strand Magazine del 1893 è reso più appetibile per il lettore grazie all'espediente del dramma famigliare: in Francia un lavoratore

305 E. MONEGATO, Anarchici (su carta). Narrazioni anarchiche dalla cultura

inglese tardo-vittoriana alla contemporaneità, Libraccio, Milano 2012 p. 29.

306 B. ARNETT MELCHIORI, Infernal machines and peccant engines: terrorism

in the novel of the eighteen-eighties, in V. GENTILI e P. BOITANI (a cura di), L'età vittoriana: l'immagine dell'uomo tra letteratura e scienza – atti del IV congresso dell'associazione italiana di anglistica. Perugia 9-11 ottobre 1981,

radicalizza le sue idee politiche dopo il suo licenziamento dalla fonderia ma a fare le spese della violenza rischieranno di essere sua moglie e i suoi figli. Il crescente odio provato da Jacques verso il suo ex datore di lavoro conduce, infatti, alla pianificazione di un attentato dinamitardo alla residenza del capo fonderia. Solo dopo aver posizionato alcune cariche esplosive lungo il perimetro della villa Jacques viene a sapere della festa di Natale che si sta svolgendo all'interno dell'abitazione, a cui sono invitati tutti i figli degli ex dipendenti della fonderia e, dunque, anche tre dei suoi bambini. La moglie di Jacques, una volta saputo dell'attentato fissato per mezzanotte, rientra in villa e, tra lo stupore della folla, riesce a far evacuare tutte le persone presenti al party. L'epilogo della storia descrive il corpo dell'unica vittima dell'esplosione illuminato dalla flebile luce di un lampione a gas:

She [la moglie di Jacques] wished to reach this body, to see whether she recognised it – praying to God that it might be him, preferring rather to know that he was dead than a living assassin.307

Il lettore è a sua volta portato a condividere questa condanna inappellabile verso la figura dell’anarchico. Anche solo da questi brevi accenni si possono individuare alcuni elementi che diventeranno topoi del genere: la rabbia per un'ingiustizia subita, la follia distruttiva in cui degenera, la violenza che si ritorce contro l'attentatore segnandone il destino tragico, la donna che simboleggia l'altra via che il protagonista non ha il coraggio e la forza di seguire. Già nello stesso anno Grant Allen scrive sempre sullo Strand un altro racconto che riprende alcuni dei temi di Moret: The Dynamiter's Sweetheart. Qui una giovane

studentessa del New England, Essie Lothrop, s'innamora di un anarchico, forse polacco, Stanislas Laminski. Lei cercherà di sventare il piano dinamitardo di lui ma la bomba esploderà comunque a St. Germain provocando però solo due vittime: gli amanti stessi. Ancora una volta la donna è quindi colei che tenta di dissuadere l'uomo dalla sua violenza. Il tentativo è di nuovo quello di addolcire la narrazione

della violenza politica «with a comedy of a hasty man's

misunderstanding and a romantic tragedy of an innocent woman in order to expel the shadow of the same anxiety towards dynamite terrorism».308

Come accade spesso nella letteratura del periodo, il personaggio nato nelle short stories delle riviste trova un approdo nella penna di un grande autore, in questo caso Henry James che con The Princess

Casamassima (1886), presenta una visione particolare e parodica del

movimento anarchico. Il testo di James, infatti, ha per protagonisti una nobile annoiata che si avvicina ai movimenti sovversivi e un giovane libertario che si appassiona all'arte e al godimento estetico. La prima verrà sedotta ed ingannata da un altro anarchico, il secondo si ucciderà per non tradire il suo nuovo amore per la bellezza compiendo l'omicidio che aveva promesso di commettere ai compagni.309 Si usa

dire che quando un topos viene parodiato è perché esso è ormai stato assorbito dall'immaginario. Se così è possiamo dire per certo che nel 1886, data di pubblicazione del romanzo di James, l'anarchico era

308 Y. HASHIMOTO, Victorian biological terror: a study of the stolen bacillus, in

The undying fire: the journal of the H.G. Wells society, The Americans, 2003, n°2

p. 36.

ormai un personaggio stereotipico. Questa ipotesi è confermata anche dal racconto di Stevenson, di un anno precedente a quello di James,

More New Arabian Nights: The Dynamiter. Nati, pare, come un divertissement tra Stevenson e la moglie,310 i racconti, che hanno per

sfondo un'ambientazione analoga ai New Arabian Nights di Stevenson del 1882, hanno come fil rouge nel fatto d’essere ispirati ai falliti attentati dinamitardi riportati dalla cronaca dell'epoca. L'unico anarchico del volume è il protagonista della storia aggiunta da Stevenson in occasione della pubblicazione, lo Zero di The explosive

bomb, un dinamitardo goffo e imbranato che porta il lettore ad

affrontare in chiave comica gli avvenimenti dell'epoca.311 Anche un

altro grande autore, Conrad, si è preoccupato di raffigurare in chiave parodica il personaggio dell'anarchico. Nei racconti brevi di A set of

six312 intitolati The informer e An anarchist, l'anarchia viene

tratteggiata «as a gallery of grotesque, pathetic or absurd creatures who are the objects of a derision that never lets up».313 In Conrad il

tenebroso Sevrin, all'apparenza il classico anarchico di cui la giovane s'innamora, si rifiuterà d'agire e «si pone come il vero anarchico (nei sentimenti, nelle modalità espressive, nella struttura psicologica), pronto a morire per la causa, in questo caso incarnata nel sentimento dell'amore passionale.»314 Altro importante personaggio all'interno del 310 E. MONEGATO, Anarchici (su carta), cit., p. 57.

311 R. L. STEVENSON, More new arabian nights: the dynamiter, Nabu Press

2010.

312 J. CONRAD, A set of six, Gutenberg ebook-project, 2012.

313 J. RIGNALL, Conrad and anarchism: irony, solidarity and betrayal, in H. G.

KLAUS (a. c.) To hell with culture, University of wales press, Cardiff 2005.

racconto è il Professore che ancora una volta incarna uno stereotipo classico, già visto nella figura di Zero: il dinamitardo come chimico. Bisogna considerare che l'ironia e in particolare il topos dello scienziato bombarolo che finisce per far del male a sé stesso, aveva la precisa funzione di esorcizzare la paura:

The growing concern and awareness […] of the dangers of the new trends in applied science, particulary science applied to the art of destruction.315

I n An anarchist, il testo suggerisce un'ancora più didascalica lettura morale delle vicende anarchiche: Paul, anche detto Coccodrillo, si guadagna la simpatia e la stima del lettore proprio perché pentito delle sue azioni:

«I shall die here» he said. Then added moodily, «away from them».316

Dove quel them si riferisce chiaramente ai cattivi consigli ricevuti quando, giovane operaio, si era fatto convincere a compiere una fallita rapina in banca, conseguenza della quale era stata la deportazione. Molto più complessa e per molti aspetti interessante è la rappresentazione resa sempre da Conrad in The secret agent (1907)317

dove Verloc, un collaboratore della polizia, viene incaricato di provocare un attentato che indigni la middle class. Per farlo Verloc affida un ordigno esplosivo al fratello minore della moglie affetto da disturbi mentali che sarà l'unica vittima dell'attentato. Quando la moglie si renderà conto delle responsabilità del marito nell'accaduto lo pugnalerà andandosene con Ossipon, un suo corteggiatore anarchico,

315 B. ARNETT MELCHIORI, Infernal machines and peccant engines, cit., p. 215. 316 J. CONRAD, A set of six, p. 137.

il quale però la deruberà e la tradirà quando si renderà conto che lei ha accoltellato Verloc. L'interesse di questo romanzo è dato da un lato dalla descrizione de «l'ambiguo e particolare rapporto simbiotico tra metropoli, sistema politico e anarchia […] le devastanti tensioni e repressioni che una tale configurazione produce a livello di coscienza individuale»,318 dall'altro dall'uso metodico dell'ironia con cui il testo

filtra gli avvenimenti della cronaca contemporanea. La trama utilizzata da Conrad riprende, infatti, un avvenimento del 1894 quando Martial Bourdin venne rinvenuto morto nei pressi dell'osservatorio astronomico di Greenwich. Come le indagini acclararono Bourdin era stato mandato a compiere la sua missione dinamitarda da H. B. Samuel, agent provocateur della vicenda.319 Ciò

che distacca il testo narrativo dal puro resoconto dei fatti è la voce narrante che si presenta come «sarcastico visitatore di un universo urbano degradato e ripugnante».320 Questa ironia da un lato permette

all'arte di entrare in contatto con il potere politico,321ma d'altro canto

rischia di portare ad una esagerazione grottesca e a un appiattimento delle differenti istanze anarchiche su di un narcisistico nichilismo:

318 M. R. CIFARELLI, Degrado metropolitano e forme della politica: “The Secret

Agent” di Joseph Conrad in G. CIANCI e M. R. CIFARELLI (a cura di), La città 1830-1930. Atti del seminario interdisciplinare. Genova 2-3 maggio 1988, Schena

Editore, Fasano 1991, p. 136.

319 C. BANTMAN, The french anarchists in London, 1880-1914. Exile and

transnationalism in the first globalization, Oxford University Press, Oxford 2013,

pp. 103-131.

320 C. PAGETTI e M. BIGNAMI, La coscienza narrativa tra vecchio e nuovo

secolo, in G. CIANCI (a cura di), Modernismo, modernismi: dall'avanguardia storica agli anni Trenta e oltre, Principato, Milano 1991, p. 73.

Conrad descrive i suoi ribelli come interpreti di un indistinto pensiero anarchico […] ma anche di un narcisismo personale che nulla ha a che fare con i nobili fini della rivoluzione anarchica.322

In questo modo il testo presenta l'anarchia come «una rete di interessi ridotta parodicamente a comportamenti di una serie di individui moralmente e fisicamente abietti, ovvero, nel caso del Professore, costretti a motivare la loro esistenza con una volontà totale di distruzione e di autodistruzione.»323

Forti analogie con il testo di Conrad possono essere riscontrare nel testo di Chesterton The Man Who Was Thursday324 (1908). Qui la

chiave di lettura è tanto ironica quanto allegorica ed è interessante ai fine del seguente lavoro solo in quanto esempio di demonizzazione del personaggio. Gli anarchici del «consiglio dei giorni» , o i presunti tali, presentano tutte le caratterizzazioni tipiche dei diavoli: l’aspetto grottesco, le deformazioni eccessive, le capacità sovrumane etc. Del tutto staccato da ogni volontà di verosimiglianza, il testo utilizza un topos letterario consolidato per costruire un racconto filosofico. Chiusa la fase fin de siècle, l'interesse verso la figura del sovversivo continua ma ancor più importante si rivela l'atteggiamento anarchico dei movimenti artistici e culturali che si scoprono più utili a un arricchimento del pensiero che a un rovesciamento del sistema politico contribuendo a dare deall'anarchia un'immagine «less compelling as a social program then a cultural condition».325 Lo 322 E. MONTEGATO, Anarchici (su carta), cit., p. 77-78.

323 Ivi, p. 83.

324 G. K. CHESTERTON, The Man Who Was Thursday, Penguin, London 2011. 325 D. WEIR, Anarchy and culture: the aesthetic politics of modernism, cit., p.262.

stereotipo dell'anarchico è però ormai del tutto stabilito e fissato nei suoi caratteri fondamentali così come nelle sue deformazioni grottesche. Durante tutto questo periodo è chiara la condanna diffusa verso l’anarchia, presentata sempre come minaccia sovversiva e violenta. Nel prossimo paragrafo si vedrà come anche il testo di Cacucci, che pur non cerca per nulla la condanna delle teorie anarchiche, e anzi fa dei loro fautori i protagonisti della vicenda, non sia privo di rimandi e riusi di quest'immaginario.