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Voci dell’Adriatico

IV.2 Autori e poetiche

IV.2.4 Anilda Ibrahimi: la narratrice dell’universo femminile

Anilda Ibrahimi, nata a Valona nel 1972, è una giornalista, poetessa e scrittrice pluripremiata, tradotta in più di sei lingue e paesi diversi. Si è laureata in Lettere moderne presso l’Università di Tirana, città dove ha lavorato come giornalista. Nel 1994 si è trasferita in Svizzera continuando il suo mestiere di giornalista. Verso la fine del 1996 è rientrata in patria per poi emigrare nel 1997 in Italia e stabilirsi a Roma, dove è stata consulente per il Consiglio Italiano per i Rifugiati e dove tutt’ora vive. Nel 1996 ha vinto il primo premio per la poesia albanese contemporanea e ha pubblicato per Eurolindja la raccolta di poesie Cristallo di tristezza per poi dedicarsi alla prosa. Il suo primo romanzo scritto in italiano si intitola Rosso come una sposa (2008), vincitore di

104 diversi premi, tra cui il premio letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima – Città di Milano, il premio nazionale Corrado Alvaro e il premio nazionale Giuseppe Antonio Arena- Città di Acri. Nel 2009 è pubblicato L’amore e gli stracci del tempo, vincitore del premio Paraloup della fondazione Nuto Revelli, di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici e, a seguire, nel 2012, Non c’è dolcezza con il quale la scrittrice riprende l’atmosfera degli esordi. In varie interviste,367

anche nell’edizione 2016 del Salone del libro di Torino Ibrahimi ha annunciato la prossima uscita del suo quarto romanzo, sempre per Einaudi, anticipandone il tema e le finalità: raccontare un’altra pagina della storia dell’Albania di cui si parla poco, ovvero l’accoglienza albanese degli ebrei fuggitivi durante la seconda guerra mondiale, focalizzandosi sulla storia di due sorelle separate alla nascita, tema che conferma la volontà della scrittrice di narrare l’universo femminile.

Il primo romanzo Rosso come una sposa,368 è una biografia familiare al femminile ambientato a Kaltra, un piccolo paese a sud dell’Albania. Intorno alla protagonista, nonna Saba che appare come una figura mitica, si intrecciano le storie di quattro generazioni di donne. Un romanzo dalla narrazione epica attraverso cui ripercorrere la storia dell’Albania a partire dai primi del ‘900 in un’atmosfera magica di questo piccolo paese. Il romanzo è diviso in due parti che sono diverse anche dal punto di vista narrativo: dalla narrazione iniziale in terza persona si passa a quella in prima persona. Divisione che corrisponde sia al divenire storico e culturale, sia ai luoghi dell’ambientazione in una doppia dialettica fra arcaicità e modernità, una dimensione sincronica e una diacronica.369 In quella sincronica, posta nella prima parte del romanzo, si realizza nell’opposizione fra città/campagna e nella contraddizione del capitalismo che assicura più ricchezza ma che ha eliminato la solidarietà e l’autenticità del passato.370 La dimensione diacronica si ha nella stessa organizzazione e struttura del romanzo nella seconda parte con la narrazione in prima persona ed ha la funzione di avvicinare il lettore alle vicende narrate e renderlo partecipe tramite la protagonista. Nella seconda parte anche il tono epico cambia, diventando sempre più ironico soprattutto laddove sono descritte usanze e culture differenti. Altrettanto diversa è l’impronta autobiografica che è più evidente se si considera la corrispondenza cronologica tra la biografia della scrittrice e il racconto in prima persona. La forza epica

367Cfr. Vanna Pescatori, Il “Paese giusto” di Anilda Ibrahimi, in «La Stampa », 28 gennaio 2014. 368Anilda Ibrahimi, Rosso come una sposa, Einaudi, Torino, 2008.

369

Cfr. Raffaele Taddeo, Rosso come una sposa - Anilda Ibrahimi, in «El-Ghibli», 1 dicembe 2009, http://www.el-ghibli.org/rosso-come-una-sposa/ (consultato il 2 settembre 2016).

105 del racconto al femminile e la centralità della figura della donna evidenziano l’altra faccia della società albanese dell’epoca, il matriarcato, in netta contrapposizione con il modo di vedere l’Albania come una società fortemente patriarcale.371

Il secondo romanzo L’amore e gli stracci del tempo,372 affronta temi complessi e dolorosi che riguardano i Balcani lacerati dai nazionalismi. Sullo sfondo della guerra del Kosovo, si intrecciano storie di amicizia e di amore segnate da un destino crudele che travolge la vita di Ajkuna e Zlatan. Lei kosovara, lui serbo crescono insieme, si innamorano e, senza rendersene conto, le loro vite si intrecciano con la storia. A differenza del primo libro in cui l’autrice racconta storie a lei vicine, nel secondo, parte dai Balcani, ma le storie narrate non le appartengono direttamente. Ibrahimi decide di scrivere questo romanzo che nasce dalla sua esperienza lavorativa con i rifugiati.373 È una narrazione serialmente ordinata, interrotta dal ricorso al flashback che crea suspense e nella quale viene riproposto il dramma della guerra, ma allo stesso tempo è una storia d’amore tra due giovani che riescono a superare i nazionalismi dei Balcani.

Raffaele Taddeo nota come nel romanzo ci sia una dicotomia tra sapere e conoscenza, fra cuore e coscienza, dove il regolatore è una obbedienza al sentire profondo di ciò che è giusto e ingiusto. In questo senso Taddeo sostiene che il romanzo si oppone a quella letteratura che invece ha come base dell’agire il cuore e il sentimento, al di là di ogni senso di responsabilità. Secondo lo studioso

È un po’ il tema che si era prefisso Vittorini col suo romanzo neorealistico Uomini e no scritto alla fine della seconda guerra mondiale. Nell’essere uomo non ci sono steccati di etnie, di appartenenze nazionalistiche; l’essere uomo non è appannaggio degli uni piuttosto che degli altri. In questo romanzo si pongono di fronte serbi e kosovari, e in tutte e due i campi ci sono atrocità come in tutte e due i campi ci sono azioni umane.374

Infatti L’amore e gli stracci del tempo parla dei Balcani, della sua quotidianità e delle relazioni umane senza sentimentalismi. Dall’altra parte nel romanzo non trovano posto il rancore o il sarcasmo, ma, con un linguaggio asciutto, è raccontato il conflitto che ha

371

Cfr. Carla Carotenuto, Figure di donna in Rosso come una sposa e Non c’è dolcezza di Anilda

Ibrahimi, in Tra innovazione e tradizione, un itinerario possibile. Esperienze e proposte in ambito linguistico - letterario e storico - culturale per la didattica dell'italiano oltre frontiera, a cura di Maria

Luisa Caldognetto, Laura Campanale, Edizioni Convivium, Luxembourg, 2014, pp. 283 – 297.

372

Anilda Ibrahimi, L’amore e gli stracci del tempo, Einaudi, Torino, 2009.

373Cfr. Anilda Ibrahimi: “italisht por me temë shqiptare”, in http://www.shqiptariiitalise.com/shqiptare-

te-italise/shqiptare-te-italise/shqiptare-te-italise/anilda-ibrahimi-italisht-por-me-teme-shqiptare.html (consultato il 2 ottobre 2016).

374Cfr. Raffaele Taddeo, L’amore e gli stracci del tempo – Anilda Ibrahimi, in http://archivio.el-

106 influenzato e stravolto i rapporti tra popoli e persone che fino a quel momento non si percepivano diversi.

Con Non c’è dolcezza375 la scrittrice torna alle atmosfere degli esordi per raccontare le relazioni umane ai tempi del comunismo che l’autrice ha avuto modo di conoscere da vicino. Al centro di questo terzo romanzo, raccontato in terza persona e ambientato prevalentemente in un villaggio albanese, Urta, si situano diversi temi, come la maternità, l’amicizia tra Eleni e Lila, le protagoniste, per le quali non c’è dolcezza ma solo sofferenza, il legame di sangue e l’arrivo di un figlio che rischia di far vacillare il loro rapporto. Lila, in nome della promessa fatta, dona il bambino all’amica, senza essere consapevole delle conseguenze di tale scelta, ma per mantenere la parola data, la besa.376 Anche se l’usanza di donare un figlio a chi non ha la fortuna di averlo esisteva già, in diverse società, l’adozione di un bambino costituisce una novità che rappresenta la rottura con i legami di sangue e un’apertura verso il nuovo. Ibrahimi offre la fotografia di un paese e dei suoi vorticosi cambiamenti, in cui le donne sono protagoniste a tutti gli effetti. Tuttavia, il romanzo è impregnato di fatalismo e la vita delle protagoniste è segnata dal destino al quale risulta impossibile fuggire.

Il lettore è portato a simpatizzare per Eleni, la madre adottiva, la quale circonda di amore sia il figlio adottato, Arlind, sia il marito, che si era illusa di poter cambiare, senza però avere da nessuno dei due l’amore che desidera: Arlind ha un rapporto viscerale con quella che crede essere sua zia fino a scoprire la verità sui suoi genitori; il marito, Andrea, vive nel ricordo della prima moglie che lo ha abbandonato. Il microcosmo in cui vive Eleni, creato attorno al suo falso nucleo familiare, la portano a costruire un proprio mondo ben chiuso che lei vuole far continuare, ma risulta essere un mondo in cui per poter continuare a vivere, bisogna mentire.

In questo romanzo particolare attenzione è posta sul rapporto femminile che supera le gerarchie imposte socialmente e sull’emancipazione della donna e sull’importanza del suo ruolo come principale agente nella società albanese. Le donne, capaci di imporsi anche sugli uomini, sono il motore delle vicende. Infatti il marito di Lila, seppur contro la volontà, accetta la decisione della moglie di cedere il loro figlio. Il loro rapporto di coppia, smentisce il luogo comune che vede prevalere la volontà del marito piuttosto che della moglie. Ibrahimi scardina lo stereotipo della subalternità della donna

375Anilda Ibrahimi, Non c’è dolcezza, Einaudi, Torino, 2012. 376

Cfr. Carla Carotenuto, Figure di donna in Rosso come una sposa e Non c’è dolcezza di Anilda

Ibrahimi, in Tra innovazione e tradizione, un itinerario possibile. Esperienze e proposte in ambito linguistico - letterario e storico - culturale per la didattica dell'italiano oltre frontiera, cit., pp. 283 – 297.

107 valorizzando la sua saggezza e il suo agire. In questo universo femminile trovano spazio anche le donne tsigane che con i loro canti, colonna sonora della narrazione, rappresentano un mondo di rispetto reciproco e di solide relazioni tra popoli diversi. Questo piccolo florilegio offerto dagli scrittori albanesi in lingua italiana è solo una parte di un mosaico composto dalla letteratura della migrazione che porta diverse sfumature e colori nel panorama letterario italiano. Nonostante il valore letterario, di molte opere, confermato dai vari premi ottenuti e dal crescente numero di lettori e lettrici, questa produzione risulta tutt’ora «in attesa della cittadinanza letteraria».377