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Letteratura della migrazione: attualità e prospettive future

II.4 L’educazione interculturale

La riflessione a margine nel precedente paragrafo rimanda ad una considerazione della potenzialità della letteratura della migrazione ad educare e formare i nuovi cittadini. Tale riflessione costituisce una scintilla che fa accendere il dibattito su tale letteratura e sulla valenza didattica di una scrittura che, come ricorda Fulvio Pezzarossa, «non pretende l’intenzione estetica e la funzione di intrattenimento come unici elementi motivanti, ma mette in scena la caotica sordità di una nazione mai veramente maturata».197 L’ormai riconosciuta forza innovativa e l’impatto sociale fanno sì che questa letteratura diventi uno strumento utile allo sradicamento di alcune convinzioni comuni acquisite dal messaggio mediatico per una mediazione e interazione tra le culture. La letteratura, quindi, diventa «a possible agent of social change, able to articulate what is absent from dominant narratives».198 Il suo utilizzo in processi educativi è limitato ad alcune materie specifiche di corsi di laurea o master universitari che costituiscono un importante contributo all’educazione interculturale. Tuttavia si avverte la necessità di una maggiore diffusione della letteratura della migrazione a più livelli, a partire dalle scuole luogo di educazione e formazione per eccellenza delle giovani generazioni.

Sul piano scolastico si percepisce la necessità di reimpostare il sistema pedagogico poiché le azioni finora rivolte essenzialmente agli immigrati per facilitare la loro integrazione non sembrano efficaci. Nonostante il fatto che il fenomeno migratorio abbia posto l’accento su una ricerca pedagogica che fosse più attenta alla formazione della persona in relazione alla presenza di culture e tradizioni diverse, essa risulta ancora insufficiente, motivo per cui diviene necessaria la revisione del sistema culturale. A partire dagli anni Novanta si comincia a parlare di pedagogia interculturale, come rivela lo studio di Mauro Catarci in cui egli traccia le diverse strategie di costruzione di una didattica interculturale secondo un modello teorico vigente.199 Da questo studio realizzato nelle provincie dove si concentra la più alta percentuale di alunni stranieri, risulta che spesso sono gli stessi insegnanti ad occuparsi dell’orientamento interculturale della didattica. I dispositivi più comuni sono per lo più volti all’inserimento degli allievi

197

Fulvio Pezzarossa, Altri modi di leggere il mondo. Due decenni di scritture uscite dalle migrazioni, cit. p. XV.

198Graziella Parati, Migration Italy: The Art of Talking Back in a Destination Culture, Toronto University

Press, Toronto, 2005, p. 89.

199Cfr. Mauro Catarci, L’inclusione dell’altro. Una ricerca sulle strategie di costruzione di una didattica

59 stranieri tramite la formazione dei docenti, il protocollo di accoglienza, l’insegnamento della lingua italiana. È necessario dunque «considerare i percorsi didattici interculturali non come attività “supplementari” al normale curricolo, ma – al contrario – azioni educative ordinarie, che debbono, quindi, essere dichiarate nella programmazione, incluse nel Piano dell’Offerta Formativa».200 In quest’ottica la letteratura della migrazione potrebbe essere uno strumento efficace all’educazione interculturale a più livelli. Anzitutto si avrebbe un intervento che coinvolgerebbe non più solo gli studenti stranieri ma anche quelli italiani non solo a livello linguistico ma anche interculturale. Anche se esistono importanti documenti di organismi internazionali in termini di pedagogia interculturale, come la Dichiarazione Universale dell’UNESCO, che fa della «diversità culturale, patrimonio comune dell'Umanità»,201 e il Libro bianco su dialogo interculturale, che promuove la comprensione reciproca e l’idea di un approccio interculturale offrendo un «modello di gestione della diversità culturale aperto sul futuro, proponendo una concezione basata sulla dignità umana di ogni persona (e sull’idea di una umanità comune e di un destino comune)».202

Il dialogo interculturale ha la capacità di far capire meglio diverse abitudini e visioni del mondo rafforzando la cooperazione e la partecipazione. Tale dialogo, quindi,

indica un processo di scambio di vedute aperto e rispettoso fra persone e gruppi di origini e tradizioni etniche, culturali, religiose e linguistiche diverse, in uno spirito di comprensione e di rispetto reciproci. La libertà e la capacità di esprimersi, la volontà e la facoltà di ascoltare ciò che gli altri dicono, ne sono elementi indispensabili. Il dialogo interculturale contribuisce all’integrazione politica, sociale, culturale ed economica, nonché alla coesione di società culturalmente diverse. Favorisce l’uguaglianza, la dignità umana e la sensazione di condividere obiettivi comuni.203

Il Libro bianco sembra essere in linea con ciò che lo studioso Theo Sundermeier ha indicato un decennio prima nell’opera Comprendere lo straniero. Una ermeneutica interculturale, in cui afferma che l’alterità dello straniero non si può comprendere se viene assimilata sottolineando il fatto che l’Europa ha cambiato atteggiamento nei confronti dello straniero talvolta vedendo se stessa, altre, partendo dall’idea di uguaglianza ha insistito sull’assimilazione e laddove sia stata accettata la diversità essa è servita «alla legittimazione della schiavitù, dell’oppressione o dello sterminio di

200Ivi, p. 202.

201Cfr. Dichiarazione Universale dell’UNESCO sulla Diversità culturale, Parigi, novembre 2001. 202

Libro bianco sul dialogo interculturale. Vivere insieme in pari dignità, Ministri degli Affari Esteri del

Consiglio d’Europa, Strasburgo, 7 maggio 2008, p. 5.

60 massa».204 Lo sguardo verso lo straniero è cambiato nel nostro secolo ma, come suggerisce Sundermeier, si deve sviluppare una sorta di identificazione, bisogna «imparare a togliersi per un tratto le scarpe della propria cultura e a camminare “a piedi scalzi” sotto la guida di altri».205

Un’autentica comprensione dello straniero esclude l’integrazione assimilatrice, l’omologazione o la negazione dell’altro; motivo per cui è preferibile parlare di interazione piuttosto che di integrazione anche perché la comprensione presuppone la continuità, «è come un pellegrinaggio», comprendere significa «ascoltare e rinarrare la vita dello straniero come una storia infinita».206 Lo studioso si interroga su quali discipline possano servire all’incontro con l’altro senza però citare la letteratura. Una risposta a queste riflessioni può essere invece fornita proprio dalla letteratura della migrazione, in connessione con il processo di decolonizzazione da se stessi come ci ricorda Glissant. Non è questa la sede più opportuna per discutere sulle modalità di impiego di tale produzione nella didattica interculturale, ma è necessario spiegare i motivi della sua importanza nell’ambito dell’educazione interculturale. Come hanno dimostrato Duccio Demetrio e Graziella Favaro nel loro studio sulla pedagogia interculturale,207 i fattori spazio-temporali sono elementi fondamentali del processo educativo in quanto mettono in discussione molti aspetti della tradizione culturale. La letteratura della migrazione ha il ruolo di catalizzatore di attività didattiche interculturali poiché essa è l’ambito più significativo dove le dimensioni di spazio e tempo di un individuo vengono ribaltate, rivisitate, riconsiderate dalla forza sovversiva della stessa esperienza migratoria. La letteratura della migrazione è impregnata di temi cari all’educazione interculturale, a partire dalla libertà dell’uomo da qualsiasi vincolo con il suolo, e dal concetto di identità plurima. Queste opere rispondono ai principi e agli obiettivi generali dell’educazione interculturale finalizzate al rafforzamento dell’identità individuale o di gruppo in comunicazione con gli altri, allo sviluppo di una personalità curiosa, attenta, disponibile e rispettosa dell’altro; alla capacità autocritica e quella di riflettere su di sé, e sugli altri lontano da stereotipi e pregiudizi; la presa di coscienza della complessità, della relatività dei punti di vista ed essere in grado di cambiare il proprio; l’accettazione e la convivenza con il diverso riconoscendone i diritti. La letteratura della migrazione aiuta a percorrere «la via italiana per la scuola interculturale» che vuole

204Theo Sundermeier, Comprendere lo straniero. Una ermeneutica interculturale, cit., p. 34. 205Ivi, p. 35.

206

Ivi, pp. 171-172.

207Cfr. Duccio Demetrio, Graziella Favaro, Immigrazione e pedagogia interculturale: bambini, adulti,

61 adottare la prospettiva interculturale – ovvero la promozione del dialogo e del

confronto tra le culture – per tutti gli alunni e a tutti i livelli: insegnamento, curricoli, didattica, discipline, relazioni, vita della classe. Scegliere l’ottica interculturale significa, quindi, non limitarsi a mere strategie di integrazione degli alunni immigrati, né a misure compensatorie di carattere speciale. Si tratta, invece, di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze (di provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica). 208

Tale documento evidenzia anche l’esigenza di un rinnovamento dei curricoli e segnala la necessità di superare le proposte marcatamente identitarie e eurocentriche nel campo dell’insegnamento della storia, concettualizzando il nesso storia-cittadinanza; di considerare la geografia un’occasione quanto mai privilegiata per la formazione di una coscienza mondialistica.209

In una realtà educativa in cui gli alunni stranieri sono sempre più presenti e dove i progetti di integrazione messi in atto nelle scuole non soddisfano più le esigenze della società odierna, la letteratura della migrazione, di per sé portatrice di varie culture, può dare risposta alle questioni attuali. Ad oggi, però, più della metà dei testi adottati nelle scuole non dedica alcuna attenzione al tema delle migrazioni internazionali, nonostante la percentuale considerevole dei bambini stranieri presenti nella scuola italiana.210 Di fatto la legislazione italiana garantisce pari diritti a tutti e ha messo in atto vari progetti di integrazione linguistica tramite i progetti di facilitazione; nel 2015 è stata istituita una nuova classe di concorso, A23, specifica per l'insegnamento dell'italiano agli stranieri nella scuola pubblica, provvedimento che, seppur con le sue criticità, segna un passo importante quanto meno nel riconoscimento dell’esigenza di un cambiamento del sistema educativo italiano. In questo scenario si inserisce anche la legge di stabilità per il 2016 con il Bonus cultura che prevede un contributo destinato ai neodiciottenni da impiegare in attività culturali. Ma sembra che non tutti i diciottenni siano uguali,211 poiché il bonus non era previsto inizialmente per i giovani extracomunitari frequentanti le scuole italiane, molti dei quali nati e magari cresciuti in Italia. Un tentativo, dunque, che fa pensare ad una mossa politica più che a una possibilità concreta offerta ai giovani (italiani e non) ad appassionarsi alla cultura italiana e alle altre diverse culture. A tal

208Documento di indirizzo interculturale del Ministero della pubblica istruzione, La via italiana per la

scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri, ottobre 2007, pp. 8-9.

209

Ivi, p. 18.

210Cfr. Marina Medi, La sfida della complessità: un'indagine sull'educazione allo sviluppo nella scuola

italiana, CRES - Edizioni Lavoro, Roma, 2003.

211

Alessandro Toppeta, Bonus cultura: non tutti i diciottenni sono uguali, in «La Voce», 8 febbraio 2016, http://www.lavoce.info/archives/39298/bonus-cultura-non-tutti-i-diciottenni-sono-uguali/ (consultato il 9 febbraio 2016).

62 proposito il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia ha precisato:

Sul bonus ai diciottenni inserito in legge di Stabilità è mancato il coraggio di estenderlo anche ai ragazzi stranieri residenti in Italia anche se nati altrove. C’è stata una presa di posizione netta delle opposizioni che si sono mostrate contrarie e la maggioranza non ha avuto il coraggio di forzare la mano. È una carenza che va colmata, non penso si riesca a fare in questa legge di Stabilità, ormai in dirittura d’arrivo, ma certamente in uno dei prossimi provvedimenti.212

A distanza di diversi mesi è stato proposto un emendamento per modificare la legge di stabilità, estendendo l’erogazione del bonus ai diciottenni non comunitari. Tale emendamento è stato approvato, e il bonus è stato esteso anche ai diciottenni «in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità».213

Ci si augura che i prossimi provvedimenti comprendano iniziative più inclusive e più valide volte ad incentivare la conoscenza, il dialogo e l’educazione interculturale. In quest’ottica l’introduzione della ‘letteratura della migrazione’come materia o comunque come oggetto di studio nel sistema scolastico italiano contribuirebbe a creare una società in cui la diversità e l’incontro con l’altro diventano un’occasione di scambio e arricchimento. Un modo per conoscersi e scoprire il “Mondo-tutto”, come dice Glissant, nell’incontro «di elementi culturali provenienti da orizzonti assolutamente diversi e che realmente si creolizzano, che realmente si stratificano e si confondono l’uno nell’altro per dare vita a qualcosa di assolutamente imprevisto e di assolutamente nuovo».214

212Stefano Iannaccone, Bonus 500 euro ai 18enni, ma non a quelli extracomunitari: “Discriminazione di

Stato, si tratta di una legge razziale”, in «Il fatto quotidiano», 18 dicembre 2015.

213

Redazione, Governo, il bonus cultura da 500 euro sarà esteso anche ai 18enni extracomunitari, in «La Repubblica», 4 maggio 2016.

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PARTE II

ITALIA E ALBANIA TRA