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L’apprendistato professionalizzante

Con l’approvazione della Legge Regionale 30 del 2015, Regione Lombardia ha indivi-duato l’Apprendistato come il pilastro portante del nuovo sistema duale della forma-zione regionale. La nuova disciplina dell’apprendistato è entrata in vigore in Regione Lombardia a partire dal 28 dicembre 2015. Nello specifico, Regione Lombardia, con d.g.r. 4676/2015 “Disciplina dei profili formativi del contratto di apprendistato” del 23 dicem-bre 2015, è stata la prima Regione a recepire la nuova disciplina dell’Apprendistato, in particolare ha approvato:

 la disciplina dei profili formativi del contratto di apprendistato;

 lo schema di Accordo per la disciplina dei profili formativi dell’apprendistato di alta formazione e di ricerca, tra Regione Lombardia e PP.SS., Istituzioni formative e Enti di ricerca;

gli standard formativi per l’apprendistato di I e II livello a partire dalla data del 28

dicembre 2015111.

Il contratto di apprendistato finalizzato all'occupazione dei giovani e al primo inseri-mento lavorativo ha come principale caratteristica il contenuto formativo che prevede l’acquisizione sul posto di lavoro di competenze pratiche e conoscenze tecnico-profes-sionali che si aggiungono a quelle acquisite in ambito scolastico/universitario/di ri-cerca. In Italia il contratto di apprendistato prevede le seguenti tre tipologie:

 Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (I livello) che si rivolge ai giovani tra i 15 e i 25 anni.

 Apprendistato professionalizzante (II livello) finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale, riguarda i giovani tra i 18 e i 29 anni.

 Apprendistato per l'Alta formazione e la Ricerca (III livello) per i giovani tra i 18 e i 29 anni.

Il d. lgs. n. 81/2015 ha rivisto organicamente la disciplina dell’Apprendistato, rivedendo gli standard formativi dell’apprendistato e i criteri per la realizzazione dei percorsi di apprendistato (Decreto Interministeriale del 12 ottobre 2015, pubblicato in G.U., 21 di-cembre 2015).

111 Accordo per la disciplina dei profili formativi dell’apprendistato di alta formazione e di ricerca (ai sensi dell’art. 45 del D.Lgs. n. 81 del 15 giugno 2015) sottoscritto in data 9 maggio 2016.

109 In questa sede consideriamo il contratto di Apprendistato Professionalizzante, la tipo-logia prevalente di apprendistato e quella più direttamente mirata all’inserimento lavo-rativo. Le altre due tipologie sono analizzate invece nel cap. 6.1.

L’apprendistato professionalizzante è finalizzato al conseguimento di una qualifica pro-fessionale, a seguito della formazione prevista nel Piano Formativo Individuale. È ri-volto ai giovani di età compresa tra i 18 (17 per chi è già in possesso di una qualifica professionale rilasciata dal sistema di Istruzione e Formazione) e i 29 anni. La durata del contratto non può essere superiore a 3 anni, elevabili a 5 per particolari profili professio-nali nell’ambito dell’artigianato.

La formazione aziendale viene integrata dalla offerta formativa pubblica, finalizzata alla acquisizione di competenze di base e trasversali per un monte ore complessivo non

superiore a 120 ore per la durata del triennio per chi possiede il titolo di scuola dell’ob-bligo, di 80 ore per i diplomati, di 40 ore per i laureati.

Regione Lombardia programma e finanzia la formazione di base e trasversale, le attività formative e i servizi integrati per gli apprendisti assunti (come la certificazione delle competenze e la stesura del piano formativo individuale), attraverso Avvisi gestiti dalle Province.

Lo strumento utilizzato per l’assegnazione delle risorse è la Dote Apprendistato che consiste in una dotazione di risorse in capo all’apprendista/impresa per la fruizione dei servizi.

L’analisi dei dati di monitoraggio SISTAL mostra che l’apprendistato professionaliz-zante rappresenta la tipologia di apprendistato prevalente sul totale dei contratti di ap-prendistato. Dal 2012 in poi almeno il 95% dei contratti di apprendistato riguardano l’apprendistato professionalizzante, con un picco nel 2014 (97,6%) per poi scendere al 94,5% nel 2016.

Figura 5-9 - Incidenza dell’apprendistato professionalizzante sul totale dei contratti di apprendistato, Lombardia 2012-2016

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia I lavoratori avviati in apprendistato professionalizzante nel 2016 sono stati 41.471, in crescita del 25,9% rispetto al 2008 (Figura 5.9). Nel 2016 si registra anche un significativo calo delle cessazioni, dopo la crescita registrata nel periodo 2009-2014. Nel 2016, il saldo tra avviamenti e cessazioni si attesta sul valore più alto del periodo considerato (16.480).

95,2 96,8 97,6 97,2 94,5 92,0 93,0 94,0 95,0 96,0 97,0 98,0 2012 2013 2014 2015 2016

110

Figura 5-10 - Avviamenti e cessazioni di apprendistato professionalizzante e saldo, 2008-2016

13.325 7.145 6.920 7.033 11.340 8.490 12.017 3.980 16.480 32.943 26.393 28.870 31.627 38.911 37.764 42.791 34.339 41.474 19.618 19.248 21.950 24.594 27.571 29.274 30.774 30.359 24.994 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Saldo Avviati Cessati

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia Nel 2016, i contratti di apprendistato professionalizzante hanno riguardato prevalente-mente i giovani uomini (56,2%), di età compresa tra i 20 e i 24 anni (47,9%), e in possesso della qualifica professionale o di un diploma di scuola secondaria superiore (il 50,1%) (Figura 5.10).

Figura 5-11 - Avviamenti di apprendistato professionalizzante nel 2016 per caratteristiche socio – ana-grafiche

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia La maggior parte dei contratti di apprendistato professionalizzante sono stati avviati in imprese con sede operativa nella provincia di Milano (38,6%), mentre gli avviati in im-prese con sedi operative nelle provincie di Brescia, Monza e della Brianza, Bergamo e Varese contano insieme per un altro 35,2% (Figura 5.11). Per quanto riguarda il settore economico, quasi tre quarti dei contratti sono stati avviati nel “commercio e servizi”

43,4 56,2 0,4 18,5 47,9 31,9 0,7 0,5 0,5 28,7 19,1 50,1 2,0 0 10 20 30 40 50 60 Femmina Maschio n.a. Da 15 a 19 Da 20 a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 34 35+ n.a. Elementari/media Laurea/post laurea Professionali/superiori n.a.

111 (73,5%), e un 26,1% nell’industria (Figura 5.12). Residuale è la quota di avviati in appren-distato professionalizzante in agricoltura (0,4%).

Figura 5-12 – Avviamenti apprendistato professionalizzante nel 2016 per provincia

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia

Figura 5-13 – Avviamenti di apprendistato professionalizzante nel 2016 per settore di attività econo-mica

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia Considerando quanti, dalle Comunicazioni Obbligatorie, risultano essere stati avviati per la prima volta in apprendistato professionalizzante nel 2014 (1.984 individui), nel 32,1% si registra, come ultimo contratto di lavoro di questi individui, il contratto a tempo indeterminato, nel 29,2% quello a tempo determinato e nel 23,2% quello di apprendistato (Tabella 5.12). 38,6 13,6 9,7 6,2 5,9 5,7 5,3 3,8 3,0 2,6 2,2 2,1 1,3 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 Agricoltura; 0,4 Industria; 26,1 Commercio e servizi; 73,5

112

Tabella 5-12 - Tipologia dell’ultimo contratto di avviamento posseduto da coloro che sono stati avviati in apprendistato professionalizzante per la prima volta nel 2014

v.a. % Tempo indeterminato 636 32,1 Tempo determinato 579 29,2 Apprendistato 460 23,2 Somministrazione 122 6,1 Tirocinio 90 4,5 Lavoro intermittente 59 3,0

Lavoro a progetto/collaborazione coordinata e continuativa 16 0,8

Lavoro domestico 13 0,7

Lavoro autonomo nello spettacolo 4 0,2

LSU 3 0,2

Lavoro a domicilio 1 0,1

n. d. 1 0,1

Totale 1.984 100

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia Prendendo in esame le transizioni lavorative registrate nel 2016 per quegli individui il cui precedente contratto era un contratto di apprendistato professionalizzante, si rileva che circa uno su tre (il 30,3%) è passato ad un contratto a tempo indeterminato, il 27,7% è invece transitato verso un contratto a tempo determinato, mentre il 21,4% è rimasto in apprendistato professionalizzante. Il 10,3% è transitato verso contratti di somministra-zione, il 5,6% verso il tirocinio e un altro 4,1 verso forme di lavoro “precarie” (lavoro intermittente, collaborazione coordinata e continuativa e lavoro domestico) (Tabella 5.13).

Tabella 5-13 - Transizioni lavorative da apprendistato professionalizzante registrate nel 2016

v.a. %

Apprendistato III livello + ex art. 16 L. 196//97 10 0,03

Contratti di borsa lavoro e altre work experiences 10 0,03

Altri contratti 23 0,06

Lavoro autonomo nello spettacolo 57 0,16

LSU 64 0,18

Apprendistato I livello 98 0,27

Lavoro domestico 139 0,39

Collaborazione coordinata e continuativa 309 0,86

Lavoro intermittente 1.009 2,79

Tirocinio 2.023 5,60

Somministrazione 3.718 10,30

Apprendistato professionalizzante 7.721 21,39

Lavoro a tempo determinato 9.983 27,65

Lavoro a tempo indeterminato 10.920 30,25

n.d. 17 0,05

Totale 36.101 100

Fonte: Elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Comunicazioni Obbligatorie, SISTAL – Regione Lombardia L’apprendistato professionalizzante risulta dunque una buona forma di entrata nel mer-cato del lavoro per i giovani, e facilita la transizione verso il contratto a tempo indeter-minato per una quota rilevante di apprendisti.

113 Secondo stime recenti condotte a livello nazionale112, che confrontano l’apprendistato professionalizzante introdotto dalla Legge Biagi con il vecchio apprendistato, l’appren-distato professionalizzante, sebbene poco utilizzato dalle imprese, ha avuto effetti posi-tivi sulle carriere dei giovani.

Il tasso di sopravvivenza del contratto di apprendistato dei nuovi apprendisti è più ele-vato di quello dei vecchi apprendisti e il maggior attaccamento all’impresa indotto dal nuovo contratto è positivo perché consente di avere il tempo necessario per imparare un mestiere. Inoltre, al termine del contratto i nuovi apprendisti hanno una maggior

proba-bilità di vederlo trasformato in un contratto a tempo indeterminato. Infine, gran parte

delle trasformazioni avviene nella stessa impresa in cui è stato effettuato l’apprendistato, comprovando che le aziende hanno un forte interesse a trattenere il lavoratore dopo averlo formato e averne valutate le abilità.

Nonostante questi effetti positivi il contratto di apprendistato non si è diffuso adeguata-mente. La concorrenza di contratti che richiedono minori carichi burocratici e non pre-vedono alcun obbligo formativo (collaborazioni, partita Iva o contratto a termine) ha impedito la diffusione dell’apprendistato come contratto di inserimento lavorativo. Più recentemente il Jobs Act e la decontribuzione per due anni l’hanno ulteriormente pena-lizzato.

5.3 La gestione delle crisi aziendali: cassa integrazione, contratti

di solidarietà e licenziamenti collettivi