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Tasso di Disoccupazione (15-74)

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I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Tasso di Occupazione

(15-64)

Variazione tendenziale Variazione tendenziale (media mobile 4 termini)

-2 -1 0 1 2 3

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Tasso di Disoccupazione

(15-74)

31 La dinamica in corso nell’ultimo anno è positiva per tutte le componenti di cittadinanza e istruzione. Rispetto al 2008 il numero di occupati tra chi ha un titolo di istruzione ter-ziario è cresciuto di 28,4 p.p., mentre il numero di occupati tra i meno istruiti è calato di 13,8 p.p.

Figura 2-3- Occupati per genere, classi di età, titolo di studio e cittadinanza in Lombardia. Variazione percentuale 2016-2015

Fonte: elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Istat RCFL

Nel 2016 si intensifica la crescita dell’occupazione dei lavoratori italiani (+1,5%)38, anche se a ritmo più lento rispetto all’occupazione straniera (+3%). Tra il 2016 e il 2008 l’occu-pazione italiana è calata del 2,5%, ma tale perdita è stata più che compensata dalla cre-scita dell’occupazione straniera registratasi nello stesso periodo (+37%), che ha portato la crescita dell’occupazione totale in positivo. L’aumento dell’occupazione straniera è dovuta in larga misura al contributo di lavoratrici donne, occupate principalmente nelle professioni di cura alle persone.

La Figura 2-4 mostra le curve di occupazione per uomini e donne nel 2008, 2012 e 2016. Tra i giovani 15-24, solo il 17,8% è occupato tra le donne ed il 22,7% tra gli uomini (tassi così bassi riflettono anche un elevato tasso di scolarizzazione). Tassi di occupazione più elevati si registrano nella fascia 35-44, ma con ampie differenze di genere (il tasso di occupazione femminile è 75,8%, 16 p.p. in meno rispetto a quello maschile). Durante la crisi, il tasso di occupazione è aumento per gli uomini solo per la fascia 55-64, mentre per le donne è cresciuto nelle fasce 45-54, 55-64 e dal 2012 al 2016, anche nella fascia 35-44. La riduzione del tasso di occupazione giovanile ha invece coinvolto entrambe le com-ponenti di genere. Nel successivo paragrafo 2.2.2, viene approfondita la situazione dei lavoratori appartenenti a diverse fasce di età, con focus rivolto ai trend occupazionali più recenti di giovani e anziani.

38 Nel 2015 l’occupazione dei lavoratori italiani era cresciuto solo del 0,3%. 1,7% 1,7% 1,7% 4,6% 0,5% -1,5% 2,3% 6,8% 9,7% 2,7% 1,1% 1,6% 3,0% 1,5% -4,0% -2,0% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% Totali Maschi Femmine 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e più Fino a qualifica professionale Diploma SMS Laurea e post-laurea Straniero Italiano

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Figura 2-4- Tassi di occupazione per genere e classi di età in Lombardia. Anni 2008, 2012 e 2016

Fonte: elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Istat

Andamenti settoriali. La crescita dell’occupazione nell’ultimo anno ha riguardato

so-prattutto il settore del commercio (+4,8%) e in misura minore il settore degli altri servizi (+1,7%) e dell’industria in senso stretto (+1,6%). Rispetto al 2008, il settore manifatturiero segna una perdita di 31mila occupati (-2,7%), ma la Lombardia rimane in Europa la re-gione (a livello Nuts-2) con il maggior numero di occupati in valore assoluto nell’indu-stria in senso stretto. Il calo più consistente rispetto al periodo pre-crisi è però avvento nel settore delle costruzioni, dove gli occupati sono calati di quasi 78mila unità (-23,1%). La dinamica settoriale è stata accompagnata anche da un cambiamento della struttura dell’occupazione per professioni (Figura 2-5)39. Nell’ultimo anno l’incremento occupa-zionale riguarda tutti i raggruppamenti professionali, tranne quelli di operai e artigiani che continuano a registrare un lieve calo (-0,5%). Cresce l’occupazione nelle professioni non qualificate (+3,1%) e nelle professioni degli impiegati e addetti al commercio e ser-vizi (+4,4%), accompagnate da una più modesta crescita delle professioni qualificate e tecniche (+0,9%). Si registra quindi un fenomeno di polarizzazione del mercato del la-voro come evidenziato anche a livello nazionale dal Rapporto Annuale Istat (2017a)40. Crescono le professioni qualificate, esecutive nel commercio e servizi e le professioni non qualificate mentre calano le professioni intermedie degli operai. Le professioni qualifi-cate crescono soprattutto nel settore delle costruzioni e dell’industria in senso stretto. Le professioni impiegatizie crescono soprattutto nei settori dei servizi, mentre le professioni più qualificate crescono lievemente sia nei settori dei servizi sia nel settore dell’industria in senso stretto.

39 In questo caso non sono strati presentati confronti con il periodo pre-crisi, dato che dai micro-dati Istat della Rilevazione Continua delle Forze Lavoro non è possibile ricostruire stime comparabili degli stessi ag-gregati, essendo intervenute nel tempo modifiche sia nella classificazione Ateco delle attività economiche sia nella classificazione delle professioni Istat.

40 A livello nazionale si è registrata una polarizzazione nelle dinamiche occupazionali: rispetto al 2008 nel 2016 cresce del 14% l’occupazione nelle professioni a basso reddito e del 4% di quella ad alto reddito, mentre cala dell’11% la parte centrale della distribuzione.

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 Donne 2008 2012 2016 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 Uomini 2008 2012 2016

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Figura 2-5- Numero di occupati per settore di attività economica e per professione in Lombardia. Variazione percentuale 2016-2015

Fonte: elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Istat RCFL. Nota: le stime per il settore Agricoltura per professioni pre-sentano alti errori relativi e sono quindi da considerarsi meno affidabili.

Nell’ultimo anno continua a crescere l’occupazione dipendente (+2,5%) a scapito dei la-voratori autonomi e delle collaborazioni (-1,1%, Figura 2-6). Tra i dipendenti, si intensi-fica la crescita dell’occupazione a tempo indeterminato registrata già lo scorso anno (+2,4%), grazie anche agli interventi normativi intervenuti nell’ultimo biennio (in parti-colare grazie agli sgravi contributivi che hanno accompagnato la riforma del mercato del lavoro). L’occupazione dipendente a tempo determinato rimane comunque la più rile-vante nello spiegare la crescita del 2016, come lo è, in considerazione dell’orario di la-voro, la crescita dell’occupazione part-time. Il ricorso al lavoro part-time da parte delle imprese è stato particolarmente diffuso durante gli anni della crisi, come forma di ridu-zione del costo del lavoro. Il fenomeno non sembra essersi arrestato in questa fase di ripresa economica. Tra i soli lavoratori dipendenti, dal 2008 al 2016 l’occupazione part-time è cresciuta del 32,9%, a dispetto di una variazione quasi nulla dell’occupazione a tempo pieno (-0,2%). In larga parte si tratta di part-time involontario, ovvero di chi ac-cetta un lavoro a tempo parziale perché non è riuscito a trovarne un altro a tempo pieno. Nel 2016 il part-time involontario rappresenta il 54,4% dell’occupazione parziale (e il 55,8 tra i dipendenti a tempo parziale) mentre era il 30,6% nel 2008. Un segnale positivo è rappresentato dal fatto che nel 2016 continua la crescita (+5,2%) iniziata nel 2015 del part-time volontario, con una riduzione degli occupati part-time involontari (-1,4%).

-12,3% 1,2% -5,3% -2,3% 1,7% 0,9% -33,3% 0,2% -19,2% 2,5% 6,9% 4,4% -21,3% 0,9% 1,5% -0,3% -0,3% -0,5% -10,0% 9,9% 17,9% 7,5% 0,8% 3,1% -40,0% -30,0% -20,0% -10,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% Agricoltura

Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altre attività totale

Non qualificate Operai ed artigiani impiegati e addetti al commercio e servizi Qualificate e tecniche

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Figura 2-6– Occupati per tipologia di contratto e orario di lavoro. Variazione percentuale 2016-2015

Fonte: elaborazioni Éupolis Lombardia su dati Istat