• Non ci sono risultati.

In assenza di precise definizioni relative all'approccio e alla metodologia seguita, per descrivere questo aspetto, si è optato di ricorrere a delle interviste con i professori Mohamed Toumi160, Fadhel Souissi161 ed un/a loro collega162, che hanno collaborato alla redazione

dell'ultima edizione del manuale dell'Istituto, e si è tentato di delineare un quadro dell'insegnamento dell'arabo da esso proposto.

Il metodo si basa principalmente sull'esperienza dei docenti dell'Istituto in classe e si evolve tramite essa. La storia del metodo comincia nel 1963 con la fondazione della classe di arabo all'Istituto, nella quale si proponeva un metodo basato sulla grammatica e la traduzione con il francese come lingua di mediazione. Con il passare del tempo e l'aumento dell'attenzione verso le soluzioni più moderne nell'insegnamento delle lingue in campo internazionale, l'Istituto ha progressivamente modificato il suo metodo.

Dal metodo basato sull'approccio grammatico-traduttivo, si è passati all'audio-orale, con l'ascolto di registrazioni audio e video. Si è poi accolto il contributo dell'approccio comunicativo, per giungere, attualmente all'approccio comunicativo-integrato.

Come ricordato, l'esperienza diretta dei professori gioca un ruolo fondamentale, in quanto da essa parte ogni proposta di modifica del metodo, la cui efficacia viene verificata in classe. Ad esempio unità integrative, scelte in risposta ai bisogni degli studenti, vengono preparate dai professori e testate in classe; in seguito all'esperienza in classe si valuterà se includere queste unità nel momento della composizione di un nuovo volume (per esempio, il sesto livello è stato caratterizzato da un abbondante ricorso a fonti autentiche, esterne a quelle presenti nei libri e scelte accordandosi con gli studenti, su cui i professori hanno organizzato batterie di esercizi per la classe; allo stesso modo le unità del volume del primo livello sono state

160 Professore all'Istituto dal 2008 ad oggi, ha partecipato alla formazione dei nuovi professori all'Istituto Bourguiba nel 2010 e 2012. Ha inoltre partecipato alla composizione dei volumi del primo livello della nuova catena dell'Istituto (a. 2008-2009).

161 Professore associato all'Istituto Bourguiba di Tunisi, si è occupato della supervisione nella composizione del libro del primo livello della nuova catena dell'Istituto (a.2008- 2009)nonché della composizione dei volumi del quinto e sesto livello della stessa. Ha inoltre partecipato alla supervisione di vari corsi di formazione per l'insegnamento dell'arabo come lingua straniera,. Dal 2007 al 2009 e dal 2011 al 2013 è stato capo del dipartimento di arabo e delle lingue orientali all'Istituto.

162 Non è stato possibile contattare il/la professore/essa per ottenere un consenso sul testo finale dell'intervista nonché per autorizzarne la pubblicazione col suo nome. Per cui si è optato per pubblicare comunque il testo in forma anonima.

integrate da una dispensa163).

Non si ritrova una chiara delineazione degli scopi dei singoli volumi, in quanto è presente solamente un'indicazione delle finalità generali del corso nell'introduzione ai manuali del primo livello della nuova edizione (del 2009)164, che attesta come, per la redazione dei volumi,

si sia tentato di integrare i più moderni metodi per la didattica delle lingue, con particolare riguardo al Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER)165, con la

decennale esperienza dell'Istituto, dei suoi professori e studenti, mentre nessuna indicazione è data nei libri degli altri livelli. Questo perché, come affermato dal professor Souissi, dal 2005 non è stata eseguita una revisione di questi volumi, per problemi amministrativi. Anche per quanto riguarda il primo volume però, la definizione degli obbiettivi rimane parziale, non si ha una chiara indicazione di quale sia il livello di padronanza linguistica che lo studente dovrebbe raggiungere né una delineazione degli obbiettivi didattici delle singole unità e del volume.

In accordo con quanto detto dai professori, lo scopo dell'attività didattica rimane comunque la comunicazione. Il metodo procede dalla comprensione di testi scritti, che forniscono allo studente il lessico necessario, la riflessione grammaticale, partendo dalla grammatica incontrata nel testo studiato per arrivare alla produzione, prima guidata poi libera. Secondo il professor Mohamed Toumi la produzione viene inserita in un contesto di situazioni comunicative autentiche, che rispondano ai bisogni immediati dello studente appena arrivato a Tunisi, come la gestione dei rapporti con l'amministrazione o ordinare un caffè al bar166. A

questo proposito il professor Souissi insiste sul ruolo che l'ambiente in cui lo studente vive ha

163 Esperienza diretta a.a. 2013-2014.

164 Maǧmūʿa min al-asātiḏa, al-ʿarabīya al muʿāṣira, 1: Fahm al-Maktūb wa ’Intāǧi-hi (Tunis, Institut Bourguiba des Langues Vivantes, 2009).

Maǧmūʿa min al-asātiḏa, al-ʿarabīya al muʿāṣira 1: Fahm al-Masmūʿ wa al-’Intāǧ al-šafawī (Tunis, Institut Bourguiba des Langues Vivantes, 2009).

Maǧmūʿa min al-asātiḏa, al-ʿarabīya al muʿāṣira 1: Al-luġa (Tunis, Institut Bourguiba des Langues Vivantes, 2009).

165 Vedi Council of Europe, Common.

166 Si ritiene comunque opportuno evidenziare come questi scambi avvengano all'interno della classe in lingua standard, cosa che avviene difficilmente in situazioni comunicative autentiche, dove, solitamente, prevale l'uso del dialetto. Ciò nonostante è effettivamente possibile per lo studente comunicare con

l'amministrazione in arabo standard, così come nel bar sotto l'Istituto (dove spesso gli studenti si riuniscono per un caffè nell'intervallo tra le lezioni) dove il personale è solitamente disponibile a comunicare in arabo standard con loro.

nel suo percorso di apprendimento e sul tentativo dell'Istituto di fornire allo studente gli strumenti per integrarsi in questo contesto, che diviene così una fonte di input esterna alla classe e un aiuto alla motivazione. Il metodo, sempre secondo il professor Souissi, tenta di affiancare allo sviluppo delle quattro abilità linguistiche, lo sviluppo delle abilità socio- culturali, fondamentali per la comunicazione. Questo tentativo è condotto tramite la scelta di argomenti vicini al vissuto dello studente e, specialmente nelle sessioni estive, con l'apertura di workshop di cultura e civiltà.

Il corso è organizzato in trimestri ed ogni livello viene completato in un trimestre, ad eccezione del primo, che ne copre due. Le lezioni giornaliere del corso intensivo cominciano alle otto del mattino e si concludono alle tredici e dieci e sono strutturate in slot di tre quarti d'ora ciascuno e intervallate da una pausa di cinque minuti tra uno slot e l'altro, tranne una pausa più lunga, di un quarto d'ora dopo le prime due ore e mezza. I professori che seguono la classe sono due, uno per le prime due ore e mezza che si occupa delle attività orali e uno per le altre due ore e mezza che gestisce la parte di grammatica e scrittura (anche se in quest'ultimo anno accademico si stanno introducendo delle novità riguardo alla gestione dell'orario). La lingua di comunicazione all'interno della classe è l'arabo, e non viene utilizzata alcuna lingua di mediazione; ad eccezione, come indicato dal professor Fadhil, nei primi livelli, qualora gli studenti non capissero la consegna degli esercizi, si può utilizzare una lingua di mediazione per aiutarli nella comprensione, fermo restando la predilezione per il solo utilizzo dell'arabo in classe.

I professori hanno quindi un ruolo centrale in classe, costituiscono una fonte di input, guidano lo studente nella comprensione, nell'acquisizione della grammatica e del lessico e nella pratica. Dovendo interagire con studenti provenienti da diverse nazionalità necessitano di una formazione specifica, non solo per quanto riguarda gli aspetti prettamente linguistici ma anche per quanto riguarda gli aspetti interrelazionali. I nuovi professori vengono formati tramite corsi appositi organizzati dall'Istituto che prevedono un preparazione teorica, in cui vengono spiegati alcune regole, anche amministrative, dell'Istituto, seguita dalla partecipazione alle lezioni dei professori dell'Istituto, la preparazione di una lezione e la sua pratica in classe. La gestione della classe durante i lavori di gruppo, ad esempio, deve essere efficiente per garantire la partecipazione di tutti gli studenti, aspetti quali la gestualità, la distanza interpersonale possono costituire una fonte di incomprensione tra i docenti e gli studenti di

nazionalità varie. Gli aspetti psicologici dell'apprendimento dello studente167 giocano un ruolo

fondamentale, non solo nella scelta degli argomenti, come abbiamo visto, ma anche nella gestione delle relazioni in classe; per cui il professore tenderà ad evitare le lezioni frontali, anche posizionandosi fisicamente vicino al gruppo di studenti, cercando allo stesso tempo di rispettare la diversa percezione delle distanze interpersonali. La gestualità, che viene utilizzata, specialmente nei primi livelli, come aiuto per la comprensione è però facilmente fraintendibile da studenti stranieri e il docente deve essere consapevole di questo.