Il «bisogno» rappresenta una o più situazioni di difficoltà in cui una persona si viene a trovare in un determinato momento della propria vita.
Oramai da diversi anni, si riscontra che il problema-bisogno più frequentemente registrato è quello della povertà economica e dei problemi di lavoro. Tale realtà si deve confrontare con una forte difficoltà economica dovuta da una recessione persistente: ne consegue un difficile contesto occupazionale locale che ha visto esplodere situazioni di marginalità relativa, ha aumentato il numero di famiglie e persone che si sono trovate a vivere periodi, anche lunghi, di povertà e disagio sociale a causa di situazioni reddituali insufficienti e ne ha comportato l’impossibilità ad approvvigionarsi anche dei beni essenziali.
Anche il tema “casa”, il bisogno abitativo, ha sempre più frequentemente assunto il tratto di vera e propria emergenza per le famiglie che, in mancanza di stabili entrate, non hanno potuto versare le locazioni e sono giunte all’esecutività dello sfratto senza aver nel contempo reperito altra soluzione.
Nel 2018 si sono registrate 472 richieste di contributi economici. A parte la tipoligia “Altro” che riassume le richieste più svariate come ad esempio le spese di rimpatrio, spese per i funerali, etc, come si evince dalla tabella sottostante, anche quest’anno le più frequenti sono state quelle riguardanti le cosiddette “utenze domestiche” (32,8%) nelle quali rientrano beni considerati di prima necessità come acqua, luce e gas; poi troviamo “Spese di sussistenza”
(22,9%) e “servizi scolastici” (21,6%).
A fronte di queste problematiche, vanno aggiunte la scarsità di risorse economiche per fronteggiarle e gli strumenti di risposta del territorio.
Si auspica già nel 2019, che i servizi, fin’ora caratterizzati da logiche comunali diverse tali da aumentare la difficoltà nel contrastare efficacemente l’esclusione sociale, possano finalmente diventare integrati.
INCONTRO DI RIPIANIFICAZIONE 2019
Anche per l’annualità 2019, non emerge la necessità di apportare modifiche alla programmazione in quanto non ci sono risorse dedicate specificatamente a tali aree. Ogni singolo comune dell’Alta Padovana, in modo autonomo, promuove iniziative di sostegno alla
“marginalità” sia a supporto di cittadini stranieri residenti che dei cittadini autoctoni colpiti dalla crisi.
I dati demografici evidenziano che i cittadini stranieri residenti non sono certamente un fenomeno sottovalutabile in quanto rappresentano circa il 10% della popolazione dell’Alta Padovana. I numeri dimostrano, ancora una volta, che un fenomeno di tale proporzione non può essere ignorato; lo ribadisce il fatto che in soli 4 anni (dal 2006 al 2010) si è registrato un incremento dei residenti stranieri pari al 40%, facendo passare la numerosità totale da 15.369 a 25.854 che poi si è pressoché stabilizzato negli anni.
La persistente crisi ed il protrarsi del periodo di recessione economica ha colpito questa fascia di popolazione nei suoi bisogni primari (casa, cibo, utenze, scuola); inoltre, l’assenza di rete di supporto e la maggiore difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro ha fortemente compromesso la possibilità di continuare il proprio progetto migratorio. Diversamente, i cittadini italiani, pur colpiti dalla recessione economica dimostrano una flessibilità maggiore di risposta perché sostenuti dai parenti e con maggiore disponibilità di ammortizzatori sociali.
Entrambe queste fasce di popolazione sono presenti allo Sportello Integrato dei Servizi Sociali del Comuni nel richiedere supporti economici per poter fronteggiare il persistere di tali situazioni problematiche; tali richieste però trovano, con difficoltà, risposte continuative e strutturate da parte delle amministrazioni locali.
Nel territorio dell’Alta Padovana, la politica sociale di risposta ai problemi della marginalità/povertà è puntiforme e non permette di fronteggiare i problemi in modo condiviso e strutturale alimentando il fenomeno della migrazione dei nuclei multiproblematici da un Comune all’altro con conseguenti problemi connessi.
Pur consci delle difficoltà economiche che stanno vivendo le autonomie locali, si sottolinea la necessità di creare sinergia tra i diversi Comuni, i Servizi, la rete delle associazioni di volontariato locali che si occupano di fragilità sociale (Caritas, Cav) e il terzo settore per poter progettare concrete e fattibili risposte che non creino situazioni di assistenzialismo ma aiutino, laddove ci siano i presupposti, a sostenere i progetti di vita dei “nuovi” cittadini.
Si evidenzia come priorità il fenomeno delle emergenze abitative in seguito a sfratto;
nonostante l’impegno profuso a livello territoriale, non si riesce a concretizzare una proposta unica e condivisa fra più amministrazioni che risponda a tale problematicità e che possa essere valutata e validata dal Comitato dei Sindaci.
PIANO REGIONALE PER IL CONTRASTO ALLA POVERTA’
Nel territorio dell’Alta Padovana, afferiscono 28 Comuni e sono attive da molti anni le Funzioni Delegate Facoltative. A seguito del D.Lgs n.147/2017, è stata approvata la collaborazione tra il Comune Capofila di Carmignano di Brenta e l’A.Ulss 6- Distretto n.4- Partner, per la gestione delle Progettualità Rei (Reddito di Inclusione); da Settembre 2018 sino a Dicembre 2019 è operativa l’Equipe Rei, con Finanziamento Pon-Inclusione.
Il gruppo di lavoro è composto da 6 Assistenti Sociali che seguono le progettualità specifiche di contrasto alla povertà in stretta collaborazione con le colleghe di riferimento per le Amministrazioni Locali, i servizi Socio-Sanitari A.Ulss, i Centri per l’Impiego, l’Inps, il Terzo Settore, gli Istituti Scolastici e tutti gli Enti che a vario titolo si occupano di fragilità economica e sociale.
In prosecuzione a tale progettualità e, in seguito all’introduzione del Reddito di Cittadinanza L.26/2019, la Regione del Veneto ha pubblicato il Piano Regionale per il contrasto alla Povertà, con relativo finanziamento, e chiesto agli Ambiti un Atto di Programmazione Territoriale attuativo.
Per il territorio dell’Alta Padovana l’Atto è stato approvato in Comitato dei Sindaci il 26/6/2019 con partner l’A.Ulss 6 Euganea.
L’obiettivo principale è il contrasto alla povertà intesa sia come fragilità economica che sociale, educativa, lavorativa e di relazione; ciò permette di cogliere il fenomeno nella sua complessità e di intervenire con progetti di prevenzione e di supporto.
Le progettualità avranno le seguenti finalità:
• sostegno alla genitorialità;
• prevenzione e promozione dello sviluppo psico-fisico dei minori;
• attivazione di servizi di prossimità;
• mediazione linguistica culturale;
• assistenza domiciliare socio assistenziale a favore dei minori 0-3 anni affetti da disabilità gravissima;
• attivazione di percorsi occupazionali per le persone in condizione di vulnerabilità.
La modalità operativa consisterà nella gestione dei progetti da parte delle Assistenti Sociali dell’equipe, che già si occupano di povertà, con l’implementazione di personale formato ed il potenziamento delle reti già attivate: Amministrazioni Comunali, Servizi Socio Sanitari A.Ulss e territorio.