• Non ci sono risultati.

Aree naturali protette,obiettivi e funzioni.

Le aree naturali protette in Sicilia

2.1 Aree naturali protette,obiettivi e funzioni.

Quasi tutte le nazioni possiedono attualmente un sistema di aree protette estese fino al punto che il loro sviluppo è giunto a coprire circa il 12,65% della superficie del pianeta. La loro estensione lascia intuire l’importanza di tali porzioni di territorio. Il concetto di area protetta nasce e si sviluppa insieme alle società e collettività umane. In effetti, data l’influenza dell’uomo sull’ambiente , ovunque vi siano degli aggregati umani, lì nasce la necessità di elevare il rango e la natura di alcuni territori che vengono posti sotto tutela, in virtù delle loro peculiarità ambientali, storiche, culturali ed economiche. Prima di soffermarci sugli obiettivi e le funzioni delle aree naturali protette, sarebbe necessario dare una definizione per capire cosa sia realmente un’area protetta: “ Le aree naturali protette sono porzioni di territorio sottoposte ad uno speciale regime di tutela e gestione, per garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale (formazioni fisiche,geologiche,morfologiche e biologiche con un rilevante valore naturalistico e ambientale) del paese”85. Nel contesto europeo, il concetto di zona protetta si è precisato in

85

Questa definizione è stata estrapolata dalla norma statale relativa alle aree naturali protette, la legge 6 dicembre 1991 n.394, “legge quadro sulle aree protette”.

117 relazione alle caratteristiche di un territorio densamente popolato e diffusamente assoggettato alla proprietà privata. Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, alla finalità originaria della difesa della natura come wilderness86 (natura selvaggia), si sovrappone l’obiettivo della ricerca di un uso antropico del territorio, compatibile con la salvaguardia dei processi ecologici, dei valori estetici e storico- culturali. In Italia questo obiettivo è maturato soprattutto a partire dagli anni Sessanta, ed ha trovato un primo approdo legislativo con l’emanazione del cosiddetto decreto Galasso, d.m. 21.9.1984, poi convertito nella 1.8.8.1985,n.431,che , seppur finalizzato alla tutela del paesaggio, amplia gli oggetti della tutela a sistemi ed ambienti con una significativa connotazione naturale (i boschi,i fiumi, le coste etc.). Gli obiettivi volti alla realizzazione di un’area naturale protetta, sono raggiungibili attraverso:

-Conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotipi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici.

-Applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo pastorali e tradizionali;

86

118 -Promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;

-Difesa e ricostruzione degli equilibri idraulici ed idrogeologici.

Nel 1948, con la fondazione della UINC(Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), venne avviato un programma organico di studio delle aree protette, di quelle esistenti, ma anche delle regole per promuoverne di nuove e definire i criteri per la gestione di queste. Nel 1956 fu elaborata una proto-classificazione delle aree protette e la UINC non ha mai interrotto la sua ricerca sulla classificazione, anzi si è creato un gruppo di lavoro specifico definito come Commissione per i Parchi Nazionali e le Aree protette (WCPA) che con frequenza quinquennale si occupa di pubblicare l’elenco delle aree protette di tutto il pianeta. In Italia la classificazione delle aree protette è chiarita dalla legge n.394/91 “legge quadro sulle aree protette”87di cui si è accennato sopra. Questa classificazione per molti versi ricalca l’inquadramento della WCPA delle varie tipologie di parchi:

-Parchi Nazionali: si tratta di aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici. Sono zone di importante rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tanto da richiedere l’intervento dello

87

119 Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.

-Parchi Naturali Regionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed evidentemente da tratti di mare prospiciente la costa, di valore naturalistico ed ambientale che costituiscono un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi e dalle tradizioni delle popolazioni locali.

-Riserve Naturali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevante della flora o della fauna. Possono essere statali o regionali.

-Zone umide di interesse internazionale: sono aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d’acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina.

-Altre aree naturali protette: si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.

-Zone di protezione speciale(Zps): sono costituite da territori idonei per estensione e localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli.

-Zone speciali di conservazione( Zsc): sono costituite da aree naturali, geograficamente da aree un tipo definite e con superficie delimitata

120 che contengono zone terrestre e acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche e che mirano a conservare o ripristinare un tipo di Habitat naturale o una specie di flora e di fauna selvatiche.

-Aree di reperimento terrestri e marine:sono aree la cui conservazione è considerata prioritaria. Esse sono indicate delle leggi 394/91 e 979/82.

Quando si parla di aree protette, verrebbe naturale pensare ad aree lontane dalle città. Tuttavia numerosi ambientalisti si sono soffermati sulla presenza e sull’importanza di aree protette nei contesti urbani, nonostante l’opinione pubblica mostri difficoltà a percepire tale importanza. Soffermandoci sui benefici apportati dalle aree protette nei contesti urbani, da ricerche recenti si evince che tali benefici riguardano soprattutto tre punti: le città dipendono dalle aree protette, infatti una buona porzione di risorse idriche potabili delle città più grandi del mondo, derivano dalle foreste protette; le aree protette dipendono dalle città, infatti per vincere la battaglia ambientale, occorre il coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni; aumentano le strategie di connessione tra città ed aree protette volte a promuovere delle politiche che mirano a collegare sfera urbana e rurale, per legare, così come ha fatto e sta facendo Roma, le città al suo patrimonio ambientale. In questo modo la tradizionale distinzione tra urbano e rurale inizia ad essere superflua. Solo di recente i Parchi Urbani hanno iniziato ad essere considerati pienamente per il ruolo e

121 l’importanza che rivestono per la qualità della vita della città e per i loro residenti.

Soffermandoci sul concetto di Parco nazionale come forma di area protetta, ricordiamo che il più antico parco Nazionale del mondo è stato il Parco di Yellowstone che si trova negli Stati Uniti e più precisamente nell’estremo settore nord-occidentale dello stato del Wyoming; sconfina, per un piccolo tratto, negli stati del Montana e dell’Idaho, occupando un’ampia zona delle Montagne Rocciose. E’ il nucleo centrale dell’ecosistema di Yellowstone, uno dei più grandi ecosistemi intatti della zona temperata rimasto sulla terra. In Italia, il primo parco nazionale fu istituito cinquanta anni dopo l’istituzione del Parco di Yellowstone, nel 1922, con il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Da quella data sono seguiti il Parco Nazionale di Abruzzo (1922), il Parco del Circeo (1934), il Parco Nazionale dello Stelvio (1935) e dopo una stasi di ben trent’anni il Parco Nazionale di Calabria (1968). L’Italia si è affacciata piuttosto in ritardo rispetto agli altri paesi europei in materia di protezione dell’ambiente. Negli ultimi anni sono stati istituiti 23 parchi nazionali. Per far si che le aree protette riescano a raggiungere i suddetti obiettivi, occorre non soltanto proteggere le risorse, ma attuare degli appropriati sistemi di gestione capaci di promuovere fonti di sviluppo economico sostenibile, di avanzamento sociale, di nuova e qualificata occupazione.

122