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Legislazione siciliana in materia di aree protette

Le aree naturali protette in Sicilia

2.5 Legislazione siciliana in materia di aree protette

La Sicilia, anche se con qualche anno di ritardo rispetto alle regioni ordinarie, è intervenuta nel settore dei parchi e delle riserve naturali mediante una normativa innovativa che è stata approvata con un anticipo di dieci anni rispetto alla legge quadro sulle aree protette promulgata dal Parlamento nazionale nel 1991. In particolare le politiche ambientali in Sicilia iniziano ad affermarsi con la legge regionale n. 98/- del 06 maggio 1981- “ Norme per l’istituzione nella

Regione siciliana di parchi e riserve naturali”. All’interno degli

articoli venne definito il “ Piano delle Riserve e dei parchi” e fu prevista l’istituzione di 19 riserve e la nascita di 3 parchi naturali: l’Etna, i Nebrodi e le Madonie, segnando così l’inizio della via siciliana ai parchi. Con tale legge quadro, la regione Sicilia, decise di avviare un’azione organica di tutela del territorio che si completa nel 2001 con la nascita del Parco dell’Alcantara. In realtà questa legge costituisce una normativa speciale con la quale si è voluto porre rimedio al problema della lentezza, o meglio, dei ritardi che

142 presentava la pianificazione generale; questo perché in attesa della pianificazione, alcune aree potevano essere deturpate da una serie di interventi, pubblici o privati, che potevano modificare il territorio. Il periodo seguente l’entrata in vigore della legge n.98 è caratterizzato da una fase di stasi dovuta a una serie di difficoltà riguardo la lentezza burocratica degli iter procedurali, i ritardi nella definizione delle autorità delegate alla gestione, l’incapacità di destinare alla gestione delle aree protette personale qualificato, l’esistenza di varie forze di resistenza locali. Tuttavia, fra il 1984 e il 1985 si aggiunsero alla Riserva dello Zingaro, l’unica ad essere istituita con la legge n.98/81, altre 18 riserve naturali, che consentirono di raggiungere un totale complessivo di 24.507 ettari di territorio protetto pari all’1% dell’intera superficie regionale. Sette anni dopo l’emanazione della prima normativa in materia di protezione ambientale, viene approvata all’Assemblea regionale la L.R.14/88 recante “modifiche ed integrazioni alla L.R. del 6 maggio 1981”. Le principali modifiche attengono principalmente alla composizione del Consiglio Regionale, alla tipologia delle aree protette, alla costituzione degli Enti Parco, alla riorganizzazione degli articoli riguardanti i parchi e le riserve naturali e a molti altri aspetti. Gli effetti positivi sortiti dal susseguirsi di queste due leggi regionali riguardanti la protezione del patrimonio naturale attraverso l’istituzione di parchi e di riserve, si evincono dall’incremento della superficie territoriale protetta che dall’1% del 1985 raggiunse, nel 1989, il 5% della superficie regionale. Nel 1991 l’emanazione del Decreto Assessoriale n.970 di approvazione del

143 Piano Regionale dei parchi e delle riserve naturali, elaborato dal Consiglio regionale, ha segnato una svolta decisiva nei confronti della tutela ambientale. Si tratta del primo documento ufficiale di pianificazione territoriale delle aree protette, mediante il quale si cerca di inserirle efficacemente nel contesto di governante del territorio; in particolare esso include 79 riserve, individuate nell’ambito di ogni singola provincia regionale e ricadente nei comuni specificati. Questo documento, unitamente alla legge quadro n. 349, approvata nel medesimo anno, costituiscono due fattori determinanti che generano un effetto moltiplicatore nel settore delle aree protette. Infatti, negli anni compresi tra il 1993 e il 2000 venne istituita la quasi totalità delle riserve previste dal Piano regionale e si raggiunge, così, il 10% di superficie territoriale protetta, seppur con notevoli differenze tra le province regionali siciliane in termini di territorio tutelato. Ma il 10% non costituisce però il traguardo definitivo poiché è attualmente in fase di revisione, da parte del C.R.P.P.N( Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale), il Piano regionale dei parchi e delle riserve, che mira da un lato, ad uno sviluppo quantitativo delle aree protette siciliane e dall’altro lato ad una migliore gestione delle organizzazioni stesse finalizzate ad un’intensa opera di valorizzazione e di fruizione ecocompatibile delle stesse. Nel corso degli anni si sono tenuti diversi convegni che hanno via via presentato progetti volti alla salvaguardia del territorio siciliano; di notevole importanza è stato il convegno tenutosi nel gennaio del 2005 a Sant’Agata Militello con la presentazione della versione definitiva del PIR, Progetto Integrato

144 Regionale “ Rete ecologica Siciliana” (www.siciliaparchi.com). Il progetto costituisce uno strumento di intervento per l’attuazione di una politica di conservazione della natura e della biodiversità e per la promozione di uno sviluppo sostenibile nei contesti territoriali ad elevata naturalità, cercando così di promuovere le economie del territorio, soprattutto quelle dei centri minori a rischi di scomparsa, secondo le linee programmatiche contenute nella delibera della Giunta Regionale 21 maggio 2011. Per la realizzazione di questo progetto sono state proposte delle specifiche “ tipologie d’intervento” tra cui:

 Recupero del patrimonio tradizionale sociale fisso finalizzato alla pubblica fruizione delle aree;

 Recupero dei percorsi e della sentieristica minore dismessa legati all’esercizio dell’attività tradizionale;

 Salvaguardia e creazione di corridoi ecologici;

 Realizzazione e completamento della rete sentieristica regionale;

 Tutela della biodiversità;

 Realizzazione di centri di visita, eco-musei, laboratori didattici e formativi, punti di informazione;

 Recupero ambientale dei centri storici interessati da iniziative di ospitalità diffusa o di valorizzazione delle botteghe artigiane;

 Ricettività ecosostenibile e ristorazione tipica;

 Recupero paesaggistico ed ambientale dei fiumi e delle zone umide etc. non è un caso che la programmazione FERS 2007-2013

145 individua come Obiettivo specifico quello di “rafforzare la rete ecologica siciliana, favorendo la messa a sistema e la promozione delle aree ad alta naturalità e conservando la biodiversità in un’ottica di sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo, mediante due obiettivi operativi: rafforzare la valenza e l’identità naturalistica dei territori (obiettivo operativo 3.2.1) ed incentivare lo sviluppo imprenditoriale che opera nel settore della valorizzazione dei beni ambientali e naturalistici e della correlata promozione del turismo diffuso coerentemente con i modelli ed i piani di gestione e conservazione dei siti Rete Natura 2000 parchi e riserve (Obiettivo operativo 3.2.2)”.

Un alro importante evento risale al 25 febbraio 2005, si tratta di un incontro organizzato dall’Ente Parco dei Nebrodi e dal FORMEZ sull’esperienza del PIT 33 Nebrodi. I risultati del PIT 33 Nebrodi , di cui l’Ente Parco dei Nebrodi è il soggetto coordinatore, sono un “modello “ efficace di come sia possibile coniugare l’integrazione in senso istituzionale, sociale e settoriale, avendo come principio guida la valorizzazione degli ambienti locali in tutte le sue componenti. Il PIT Nebrodi, infatti ha assunto il paradigma della sostenibilità, essendosi organizzato secondo le regole dell’Agenda 21 locale. In questo senso il PIT è stato definito come modello olistico che genera un sistema circolare di relazioni tra le risorse del patrimonio naturale e le risorse umane e organizzative dell’area. Va inoltre ricordato che in Sicilia il primo progetto di area vasta è stato il Piano Territoriale Parco

146 delle Madonie. I comuni interessati e l’Ente Parco hanno unificato i loro sforzi per il rilancio di tutta l’area territoriale e questa collaborazione ha dato impulso ad altre azioni più strategiche per superare gli elementi di incoerenza e spontaneismo insiti nel modello di programmazione e con il conseguente processo mirato allo sviluppo. Alla gestione dei Fondi strutturali e alla programmazione europea è stato presentato il Progetto Pit-Reti-Madonie, il più ambizioso strumento di pianificazione strategica attuato nel territorio per l’attuazione di un sistema turistico integrato, diffuso e sostenibile. Dunque le recenti normative regionali, nazionali ed europee mirano sempre più a coniugare la conservazione della natura con lo sviluppo economico sostenibile. Il percorso passa attraverso progettazioni integrate che tengono conto delle caratterisitiche, delle esigenze e delle aspettative locali.