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Il turismo sostenibile in Italia

Il patrimonio naturale e culturale italiano è talmente vasto e variegato che l’Italia è stata spesso definita come museo all’aperto. “Città d’arte […], borghi e castelli, paesaggi, aree naturali protette, musei, chiese, ma anche locande, trattorie e ristoranti […], puntellano il Paese con un’intensità e un’estensione che hanno certamente pochi uguali al mondo” (Cicerchia,2009,p.52). Tra gli 851 siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’ Unesco72, ben 42 si trovano sul territorio nazionale, rappresentando l’insieme più numeroso all’interno dei confini di uno stesso stato. Tutti questi posti splendidi di cui l’Italia è piena fanno del “ Bel Paese” una tra le mete preferite dai turisti di tutto il mondo. Negli ultimi vent’anni, però, il turismo è stato poco considerato nel paese e , proprio per questa scarsa attenzione verso il settore, esso è cresciuto in maniera spontanea. Solo da qualche tempo si è compresa la reale importanza del turismo come fonte di economia e, di

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Ibidem

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Unesco- United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization- Fondata nel 1945, è un ’agenzia delle Nazioni Unite per la quale l’educazione, le scienze umani e sociali, la cultura e la comunicazione sono i mezzi per conseguire l’ambizioso fine di costruire la pace nelle menti delle donne e degli uomini. Cicerchia, 2009,p.50

100 conseguenza, di lavoro: così lo sviluppo turistico è diventato parte integrante della politica italiana( De Carlo, Caso, 2007, p.73).

Però, non è solo la bellezza che costituisce l ’attrattività di una meta turistica: negli ultimi tempi, infatti, le esigenze dei visitatori sono cambiate poiché essi richiedono sempre più la qualità ambientale dei luoghi che visitano e la possibilità di usufruire di prodotti e servizi sempre più rispettosi dell’ambiente. In Italia, la domanda di sostenibilità nello sviluppo turistico sta crescendo sempre più e si sta anche registrando una maggiore consapevolezza verso questo tema, anche se ancora i risultati sono poco rilevanti. “ Ma questo trend è ormai inarrestabile e ha raggiunto un punto tale che quando si considera che il 49 % delle imprese si stanno muovendo nella direzione della sostenibilità non si può che confermare che il percorso che si sta sviluppando è molto confortante” (De Carlo, Caso, 2007,p.73). Quello del turismo sostenibile è un fenomeno in continua crescita nel nostro paese, anche se ancora riguarda una percentuale esigua del mercato turistico complessivo. Inoltre, sono molti gli interventi che devono essere fatti nel settore per raggiungere alcuni obiettivi specifici, tra cui: aumentare le certificazioni ambientali nel settore turistico e, quindi, le strutture ricettive contraddistinte da marchi di qualità ambientale; sostenere iniziative a favore della diversificazione dell’offerta turistica, con una redistribuzione dei flussi e una valorizzazione delle aree meno fragili; garantire lo sviluppo di un turismo di qualità salvaguardando l’ambiente e

101 l’identità culturale e sociale dei residenti; tutelare e promuovere il patrimonio storico-culturale; sensibilizzare una gestione ecologica delle strutture ricettive. Prima che si diffondesse a livello internazionale l’esigenza di una nuova forma di turismo, proprio l’Italia si è contraddistinta per la nascita di molti movimenti locali che hanno evidenziato gli impatti del settore, cercando di proporre modelli alternativi. Infatti, ciò che era sotto gli occhi di tutti, in particolare, erano i danni ambientali ed è questo proposito che, nel 1990, viene istituito il Comitato Etico Internazionale Turismo e Ambiente, su iniziativa del Touring Club Italiano. Però, la prima associazione su territorio nazionale a proporre un nuovo stile di viaggio è stata Roba dell’altro Mondo (RAM), “ fondata nel 1991 come punto di vendita di prodotti del commercio equo e solidale ma sensibile anche ai principi del turismo responsabile” (Colombo, 2005, p.23). L’associazione ha dato poi vita ad un Centro di Attenzione al Turismo che ha avuto poi un ruolo determinante nella creazione del Forum Italiano sul Turismo

Responsabile, “ primo organismo a riunire le diverse correnti

promotrici di un modo di viaggiare più attento e partecipato”(ibidem). Nel 1994 il Forum ha elaborato un decalogo etico, conosciuto come

Carta d’identità per i viaggi sostenibili, in cui vengono indicati i

principi che devono guidare il comportamento dei turisti, degli organizzatori del settore e delle comunità locali ospitanti, durante il viaggio ma anche prima e dopo di esso. Questa carta è stata molto importante poiché ha favorito la crescita dell’interesse nei confronti

102 dei nuovi principi del viaggiare etico. L’Italia si contraddistingue nel settore turistico per molte iniziative nell’ambito della sostenibilità nel turismo: “ circa il 30% dei progetti riguarda il raggiungimento di una qualità turistica nel rispetto dell’ambiente naturale, il 17% dei progetti opera mediante la sensibilizzazione degli operatori turistici, il 14% è volto a garantire le identità culturali, a tutelare il patrimonio artistico e a differenziare l’offerta turistica, infine circa il 6% dei progetti punta a ottenere le certificazioni ambientali di qualità” (Bruscino,2011,p.34). Una delle mete preferite sia a livello nazionale che a livello europeo è la provincia di Rimini, la quale, negli ultimi anni, si è impegnata molto in questo settore, per esempio organizzando la Conferenza Internazionale del 2001 (con la stesura della Carta di Rimini per il Turismo Sostenibile), o ancora attraverso del progetto LIFE Strategies and Instruments for a Sustainable Tourism in the Mediterranean coastal areas, rivolto alle aree di turismo di massa. Un altro progetto coordinato dalla provincia a partire dal 2005, nato dai risultati della rete di località di massa del Mediterraneo “ Network of cities for Sustainable Tourism” , è il Sustainable & Vocational Tourism (SUVOT), che, tra gli obiettivi principali, si prefigge di promuovere un turismo sostenibile nelle aree partner del progetto, sviluppando “ buone pratiche di turismo sostenibile” che includono la certificazione Ecolabel, i Sistemi di Gestione Ambientale ISO/EMAS e l’applicazione di tecniche volte ad accertare la sostenibilità delle destinazioni turistiche ((Bruscino,2011,pp.34-35). Sempre nel nostro paese ritroviamo il

103 primo sito turistico di tutta l’Europa ad aver ricevuto la Certificazione Ambientale EMAS , il polo turistico di Bibione, in provincia di Venezia, che ha rappresentato “ un esempio di riferimento cui si sono ispirate le altre organizzazioni che hanno avviato un percorso di registrazione EMAS” (Bruscino, 2011,p.35). Anche il Parco Regionale Veneto del Delta del Po ha promosso un progetto che include una serie di interventi volti a migliorare l’ambiente, l’economia, le infrastrutture e le occupazioni nel settore turistico nei paesi dell’Alto Adriatico, con l’obiettivo di innescare un flusso turistico culturale, ambientale e formativo. Il progetto , che è stato denominato Coast to Coast, prevede alcuni interventi rivolti alla “diversificazione delle risorse turistiche mediante lo sviluppo della Pesca Turismo e la creazione di un Parco archeologico diffuso, ampliando l’offerta turistica delle due aree territoriali a un arco temporale maggiore nel corso dell’anno, consentendo un abbinamento di fruibilità turistica e culturale.” (Bruschino,2011, p.36). A livello nazionale, le iniziative di turismo sostenibile sono organizzate e gestite principalmente da due associazioni importanti, l’ACTA e l’AITR. La prima, Associazione Cultura Turismo Ambiente, è un’associazione che opera nel settore della ricerca e sperimentazione di servizi e prodotti innovativi per il turismo. Essa ha dato un contributo importante all’elaborazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile e fa parte della rete europea Ecotrans; inoltre collabora con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la

104 Ricerca Ambientale)73 “ nella promozione e nel supporto dell’applicazione dell’Ecolabel europeo, mediante la ricerca dei criteri di attribuzione e l’organizzazione di iniziative di divulgazione pubblica” . (Ivi,p.26) La seconda associazione che svolge un ruolo fondamentale a livello nazionale è l’AITR, Associazione Italiana

Turismo Responsabile, nata nel 1998, a Milano, al fine di diffondere

queste idee della sostenibilità; è “ un organismo laico e senza scopo di lucro, che ha come simbolo un cuore in valigia perché esorta il turista a mettere in gioco e a portare con sé durante il viaggio non solo denaro e aspettative ma anche i sentimenti e la sua sensibilità” (Ivi,p.28).L’associazione propone un nuovo tipo di viaggio che tenga conto della coscienza di sé e delle proprie azioni, riprendendo la definizione di turismo sostenibile apparsa nella carta: <<un viaggiare etico e consapevole che va incontro ai paesi di destinazione, alla gente, alla natura con rispetto e disponibilità. Un viaggiare che sceglie di non avallare distruzione e sfruttamento, ma si fa portatore di principi universali; equità, sostenibilità e tolleranza>>.L’AITR, ispirandosi ai principi di democrazia ed etica, opera per promuovere, diffondere e tutelare i contenuti culturali e le azioni pratiche connesse al concetto di turismo responsabile, sostenendo la cultura e la pratica del viaggio etico e responsabile, con iniziative di solidarietà verso questo tema, “ al fine di elevare la coscienza e la crescita personale dei cittadini, per la promozione di stili di vita e comportamenti di

73 ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale- è un ente di

ricerca italiano nato nel 2008 dall’accorpamento di tre enti controllati dal Ministero dell’Ambiente: l’APAT(Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), l’ICRAM (Istituto Centrale per la ricerca scienti

105 consumo e vita solidale”74. A partire dal 1999 sono state individuate dal consiglio direttivo dell’associazione quattro aree di intervento, definite come tavoli di lavoro, che riguardano principalmente: 1) il turismo in uscita dell’Italia,2) il turismo incoming, che ha il nostro paese come destinazione, 3) il rapporto tra scuola e turismo, 4) il legame tra viaggi e informazione. L’AITR opera anche al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ai temi della sostenibilità e del turismo responsabile: a tal proposito va ricordata l’iniziativa

Viaggiare ad occhi aperti, un progetto promosso tra il 1996 e il 1998

dall’Icei, Istituto di Cooperazione Economica Internazionale di Milano, con l’obiettivo di accrescere tra i viaggiatori la consapevolezza delle conseguenze negative che il loro modo di viaggiare può avere sia sulle destinazioni, sia sulle persone che ci vivono, cercando anche di determinare un cambiamento nel proprio atteggiamento di turisti (Colombo, 2005, pp.28-29).

Altra iniziativa dell’AITR è stata la promozione di People, rassegna svoltasi nel gennaio del 2000 a Bologna che ha visto la partecipazione di tutti i sostenitori di un tipo di turismo attento e qualificato, non solo i tour operator che organizzano viaggi etici, ma anche i rappresentanti dei paesi (soprattutto del sud del mondo) che vivono gli effetti peggiori dell’invasione turistica, e le ONG (organizzazioni non governative) che operano per difendere i diritti dell’ambiente e dei popoli delle destinazioni preferite dai flussi del turismo di massa. Pertanto, People ha rappresentato “ un’occasione di dibattito e un

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106 modo per analizzare l’operato discutibile delle grandi multinazionali del settore e reagire al loro strapotere” (Colombo, 2005,p.29). Nella consapevolezza che la responsabilità nel turismo non sia solo un atteggiamento pratico ma soprattutto una linea di pensiero che tutti devono far propria in ogni occasione di viaggio, non solo nei luoghi esotici e lontani, ma anche, e soprattutto, “ a casa propria”, l’AITR, nell’aprile del 2002, ha promosso la redazione di un codice etico pensato proprio per il turismo italiano, intitolato Bel paese Buon

Turismo. Esso può essere considerato come un rifacimento, in chiave

nazionale, della Carta d’identità per i viaggi sostenibili poiché, anche in questo caso, si fa riferimento alle responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nel settore, “ nelle tre fasi cruciali del prima, durante e dopo il viaggio, segnalando il comportamento più corretto che ognuno dovrebbe tenere e mettendo in luce l’importanza della relazione tra i diversi attori turistici” (Colombo, 2005,p.30).

Alla luce di tutte queste iniziative possiamo capire come l’AITR opera al fine di contribuire a diffondere una nuova sensibilità turistica e una coscienza ambientale, valorizzando le risorse naturali e contribuendo a rafforzare le culture locali, come sostiene l’ex presidente Alfredo Somoza. Pertanto, si deve promuovere un nuovo tipo di viaggio, “ un modo per viaggiare sulla terra in punta di piedi, salvaguardando il patrimonio della biodiversità per le prossime generazioni” ((Galli,Notarianni,2002,p.13).

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