Le aree naturali protette in Sicilia
2.2 Il turismo nelle aree protette
Nelle aree naturali protette, la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali rappresentano delle priorità e tra le attività valorizzate, il turismo se opportunamente gestito, può contribuire al conseguimento di tali obiettivi ed allo sviluppo economico dell’area. Il turismo naturalistico, il turismo sostenibile e l’ecoturismo sono delle forme di turismo adeguate alla conservazione della natura nelle aree protette. Già da diversi anni, organizzazione di diversa natura(organismi internazionali sul turismo, agenzie di protezione dell’ambiente, tour operator..) si stanno confrontando a livello internazionale per promuovere strategie di sviluppo sostenibile e conseguentemente di turismo durevole. La Carta Europea del turismo durevole, definisce tali strategie come “ qualsiasi forma di sviluppo, pianificazione o attività turistica che rispetti o preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo e positivo, allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano e soggiornano nelle aree protette.”
Uno dei presupposti fondamentali per preservare le risorse naturali, è la rinuncia della promozione di un turismo di massa. Più intensa è la pressione dei visitatori sulle aree protette, più cresce il rischio di degrado, infatti il turismo nelle aree protette è quantitativamente assai inferiore agli altri “turismi di massa”, quale per esempio quello balneare, ma ciò non toglie che la situazione sia già preoccupante e
123 che sia necessario quindi intervenire in modo appropriato per evitare danni irreparabili nel prossimo futuro. Non tutte le aree protette sono uguali: ci sono aree protette marginali, generalmente interne e soggette a fenomeni di spopolamento per ridotte possibilità di svolgere attività economiche che garantiscono un livello adeguato di qualità della vita, e aree soggette ad una forte pressione antropica, localizzate per lo più sulle coste e caratterizzate da un turismo di massa. Nelle prime data l’assenza di complessi residenziali e produttivi, che sicuramente inciderebbero negativamente sul paesaggio, l’applicazione di strategie volte a promuovere il turismo sostenibile appare più realizzabile; nel secondo tipo di aree protette, la promozione di tale forma di turismo appare più ardua, poiché uno sviluppo incontrollato ha già portato a un depauperamento dell’ambiente e delle bellezze naturali ed a una perdita della propria identità culturale. In entrambe le tipologie di aree protette, per porre in essere politiche di turismo sostenibile, il nodo cruciale per assicurare il successo è rappresentato dalle risorse umane, sia locali che estranee. Innanzitutto occorre individuare i promotori per la realizzazione di un programma di interventi e attività. La Carta Europea del turismo durevole individua tali soggetti nei gestori delle aree protette, ma anche altre figure sono fondamentali, come operatori sociali o economici, associazioni ambientaliste o culturali, comunità montane etc. Occorre poi sensibilizzare la popolazione sui temi dello sviluppo sostenibile e sui vantaggi che la promozione di un turismo durevole apporterebbe alla comunità nel suo complesso. Altra fase importante è
124 quella del monitoraggio e della valutazione di tali progetti e qui l’aspetto finanziario svolge un ruolo importante. E’ fondamentale finanziare, allorché siano disponibili risorse di fonte comunitaria, nazionale o regionale, solo programmi e progetti di qualità in modo da evitare la dispersione di risorse. Altro compito dell’amministrazione centrale dovrebbe essere quello di favorire il collegamento tra le diverse aree protette e tra queste ed il resto del territorio nazionale o regionale, non solo attraverso opere di infrastrutturazione, ma soprattutto mediante attività tese a sensibilizzare la comunità locale e a creare una rete per lo scambio di esperienze. E’ evidente che promuovere il turismo nelle aree protette, porta con se costi e benefici: occorre chiaramente minimizzare i primi e massimizzare i secondi. E’ chiaro che le aree protette sono state costituite per preservare qualche habitat, qualche specie, qualche tradizione culturale ed i turisti visitano tali aree per ottenere benefici personali. A questo punto ci si può soffermare sui benefici ed i potenziali rischi del turismo nelle aree protette. Tra i benefici:
a) Favorisce opportunità economiche con un aumento di posti di
lavoro per i residenti locali, l’aumento delle entrate, lo stimolo di nuove imprese turistiche e la diversificazione dell’economia locale, l’incoraggiamento di produttori locali, l’apertura di nuovi mercati etc. b) Protegge il patrimonio culturale e naturalistico favorendo così
125 valore per i residenti o costituirebbero un costo piuttosto che un beneficio.
c) Migliora la qualità della vita delle comunità ospitanti
attraverso la promozione di valori di tipo estetico, spirituale o comunque connessi al benessere, la creazione di attrattive ambientali nelle destinazioni, sia per residenti che per visitatori, capaci di sostenere nuove attività compatibili, dalla pesca a industrie di servizi etc.
d) Esistono anche effetti negativi legati alla visita da parte dei
turisti delle aree protette, ma generalmente è possibile gestirli e risolverli .Si parla di rischi di natura finanziaria, economica, socio- culturale e ambientale come :
a) Costi economici e finanziari: il turismo porta con se
un’accresciuta domanda di beni, infrastrutture, servizi di base(polizia,vigili del fuoco, strutture sanitarie, tutela aree protette), con necessariamente maggiori costi per l’ente locale e probabilmente un maggiore carico fiscale per i residenti.
b) Costi sociali: un accresciuto numero di turisti può disturbare le
altre attività della comunità e competere con i residenti per i servizi ed i luoghi di svago. Si possono così creare dinamiche negative (congestione del traffico, atti di vandalismo, etc.). Altra questione da considerare è l’esistenza di enormi differenze di tenore di vita tra turisti e residenti.
c) Costi ambientali: citiamo ad esempio l’impatto delle
126 erosione del suolo, aumento della domanda di acqua potabile, inquinamento di mari, fiumi e laghi per attività umane, inquinamento atmosferico per emissioni dovute ad attività umane, pesca , caccia etc.
2.3 Politica nazionale e comunitaria nella gestione delle aree