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Capitolo 5: Marketing e valorizzazione dei prodotti tipic

6.4. Le tipicità agroalimentari bassanesi

6.4.1. Asparago bianco di Bassano Dop

L’asparago bianco di bassano Dop è la tipicità agroalimentare per eccellenza del territorio bassanese, un prodotto ricco di storia, di tradizioni e dalle importanti qualità organolettiche.

L’asparago è un prodotto molto stimato, nonché considerato un alimento nobile, fin dall’epoca della Repubblica di Venezia; vi sono documenti che ne testimoniano un elevato gradimento anche da parte dei Padri conciliari già intorno al 1500, tra i quali vi fu anche chi scrisse degli importanti pregi sotto il profilo dietetico. Nel 1700 tra le quattro varietà di asparago bianco conosciute nel territorio Veneto, ovvero Bassano, Cimadolmo, Arcole e Chioggia, fu l’asparago bassanese quello a riscuotere un maggiore successo, tanto da essere menzionato da scrittori o addirittura rappresentato da artisti importanti dell’epoca.

Se un tempo l’asparago era particolarmente apprezzato e utilizzato come pianta farmaceutica per le proprietà che lo caratterizzano, con il passare del tempo ne sono state ammirate anche le particolari qualità organolettiche e nutrizionali. L’asparago ad oggi viene considerato un eccellente depurativo, in grado di facilitare il drenaggio epatico e renale e capace di favorire la digestione poiché ricco di fibre molto lunghe. Per questi motivi è un alimento particolarmente consigliato per diete dimagranti, a patto che ne siano moderati i condimenti tipici (olio, aceto, sale, pepe e uova).

Come evidenziato nell’articolo 3 del disciplinare di produzione, i comuni interessati alla produzione dell’asparago bianco di bassano sono Cassola, Bassano del Grappa, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano, Mussolente, Cartigliano, Tezze sul Brenta e Marostica, tutti comuni in provincia di Vicenza. Detto ciò, essendo Bassano solo uno dei dieci comuni in cui viene prodotto l’asparago bianco e la cui produttività risulta all’incirca dell’8% sul totale, una domanda che sorge spontanea è perché questo prodotto sia stato registrato, nel 2007, proprio come “Asparago bianco di Bassano Dop” e non abbia preso come riferimento altri comuni. La risposta è semplice, poiché la richiesta del marchio Dop esige una zona di riferimento specifica e la città bassanese, per la sua storia e per le altre tipicità, è sicuramente quella più rappresentativa e conosciuta nella zona della Pedemontana del Grappa. Inoltre, tutti gli

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altri comuni interessati alla produzione di questo prodotto si trovano nelle immediate vicinanze e sono caratterizzati da pressoché simili caratteristiche ambientali e climatiche.

Le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dell’asparago bianco di bassano devono la loro peculiarità a due fattori, ovvero alla particolare orografia del terreno ed alla presenza di uno specifico microclima che colpisce la zona di produzione interessata. Nello specifico:

• terreno: i terreni utili alla coltivazione dell’asparago bianco sono di natura alluvionale, poiché compresi nella zona in cui la Valsugana ospita il fiume Brenta, presentano una tessitura di tipo franco o franco-sabbiosa e un sottosuolo molto ricco di ghiaia, il che determina un buon drenaggio dell’acqua;

• clima: la zona di produzione è compresa, e quindi protetta, tra il massiccio del Grappa e l’Altopiano di Asiago, il che determina un particolare microclima favorevole a questo tipo di coltura. In particolare questa collocazione comporta una scarsa presenza di nebbie grazie al costante vento che dall’alta Valsugana soffia verso sud-est, una limitata umidità ed una minore incidenza sull’escursione termica dei suoli.

Sono proprio tali fattori che contribuiscono alle caratteristiche che tanto rendono apprezzato l’asparago bassanese, ovvero l’assenza di fibrosità ed un gusto leggermente amarognolo dovuto proprio alla mineralità dei terreni.

Per quanto concerne invece le caratteristiche estetiche del prodotto, il disciplinare di produzione è molto chiaro in merito e, a parer mio, un po’ troppo rigido e restrittivo, incidendo fortemente sulla quantità prodotta di asparago certificato. Precisamente, l’Articolo 2 recita che: “i turioni che possono fregiarsi della Dop Asparago Bianco di Bassano devono essere di colore bianco, ben formati, teneri, di aspetto e odore freschi, sani puliti, privi di terra o di qualsiasi impurità, privi di gocciolatura e sufficientemente asciutti dopo il lavaggio, esente da additivi chimici e la sezione praticata alla base deve essere il più possibile netta e perpendicolare all’asse longitudinale”.

Per valorizzare e proteggere questa assoluta eccellenza agroalimentare tipica del bassanese, agli inizi degli anni 2000 il Consorzio di tutela diede il via a tutti gli studi

necessari per registrare l’asparago bianco di Bassano come un prodotto Igp, poiché fino ad allora i prodotti ortofrutticoli non potevano essere registrati con il marchio Dop. A partire dal 2004 invece questa regola cambiò, quindi venne fatta richiesta al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MPAAF) la denominazione di origine protetta. Tre anni dopo, nel 2007, l’asparago bianco di Bassano venne definitivamente iscritto al registro delle Dop e vi fu, a partire dal 12 settembre, la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Successivamente, il Consorzio ha ottenuto dal Ministero il riconoscimento di “Consorzio di Tutela dell’Asparago Bianco di Bassano Dop”, le cui funzioni si esplicitano nel vigilare sulla produzione e la commercializzazione del prodotto, tutelare il prodotto dall’uso improprio della denominazione e da altre forme di concorrenza sleale, e nel valorizzare, promuovere ed informare i consumatori in ogni mercato con tutti i mezzi e le iniziative a disposizione.

Vi è da precisare che per sostenere la comunicazione e la valorizzazione dei prodotti tipici, come lo è ad esempio proprio l’asparago bianco di bassano Dop, la Regione Veneto rende disponibili dei fondi europei per un totale di 16,2 milioni di euro. Si tratta dell’Intervento 3.2.1, “Informazione e promozione sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari”, relativo alla Misura 3, “Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari”, del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Veneto. Tali fondi, utili al sostenimento dei costi pubblicitari e promozionali, possono essere beneficiati dai Consorzi di tutela Dop, Igp e Stg, Consorzi e associazioni dei produttori, organizzazioni dei produttori ed altri organismi collettivi. Nello specifico, il livello di aiuto comunitario si esplicita nella copertura del 70% dei costi per tutte quelle azioni di carattere informativo, come fiere, mostre ed altri eventi, diffusione delle conoscenze tecniche e scientifiche sui prodotti etc., ed una copertura del 50% dei costi per azioni promozionali di carattere pubblicitario, ad esempio pubblicazioni, creazione di siti web e acquisto di spazi pubblicitari sui mezzi di comunicazione. Si tratta di un intervento comunitario di notevole importanza, poiché consente di ottenere un robusto aiuto economico utile a risaltare e promuovere sia il prodotto che lo stesso territorio di produzione, influenzando positivamente quel ramo di turismo attratto

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dall’enogastronomia tipica di un territorio. Ciò nonostante rimane il fatto che molti organismi collettivi comunque non dispongono di risorse economiche sufficienti per sostenere il 30% o addirittura il 50% delle spese per una buona promozione del prodotto. A titolo di semplice esempio, la Coldiretti di Bassano per svolgere attività di vigilanza e promozione dell’asparago bianco di Bassano Dop richiede ad ogni associato 0,18 centesimi a metro lineare di asparagiaia certificata, per un ammontare annuo massimo di 8.000 euro. Si può ben capire quindi, considerando i costi che comporta l’utilizzo dei diversi strumenti di comunicazione, che con una tale somma non è possibile svolgere campagne promozionali di un certo spessore e, per di più, il tutto non si potrà che limitare ad un livello strettamente locale.

Come possibile notare dalla Tabella 6.4, attualmente il numero di aziende coinvolte nel sistema dell’Asparago Bianco di Bassano Dop sono 65, di cui 62 soci produttori singoli, 2 Cooperative produttrici e confezionatrici, ovvero la Cooperativa di San Zeno di Cassola e la Cooperativa di Rosà, ed un vivaista il cui compito è quello di riprodurre le zampe, o plantule, di asparago autoctone. Le altre 40 aziende risultano produttori di piccole dimensioni, e dalla ridotta capacità produttiva, che hanno deciso di non aderire al Consorzio di tutela dell’asparago bianco di Bassano e quindi non ottenere la certificazione, perché ritenuta una via troppo costosa e impegnativa.

Per quanto concerne i prezzi e le quantità medie prodotte negli ultimi tre anni, si nota che per gli asparagi bassanesi certificati Dop i prezzi si aggirano tra i 10-12 euro al chilogrammo e la quantità arriva ad un massimo di 800 quintali all’anno, per gli asparagi cosiddetti “di seconda”, ovvero per quegli asparagi prodotti da aziende certificate ma che non soddisfano a pieno le caratteristiche del disciplinare di produzione, il prezzo è tra i 7-8 euro al chilogrammo con una quantità media di circa 375 quintali l’anno e, per finire, gli altri asparagi bianchi prodotti nella zona del bassanese e d’intorni dalle restanti 40 aziende si ritrovano ad un prezzo che varia tra i 5- 6 euro al chilogrammo, per un quantitativo che si aggira intorno ai 500 quintali di prodotto.

Tabella 6.4: Tipologia di prodotto, prezzo, quantità e numero di aziende (prezzi e quantità indicative riferite al triennio 2013 - 2015).

Tipologia di prodotto Kg (Euro) Prezzo al (Quintali) Quantità N° Aziende Asparago bianco di Bassano Dop 10 - 12 700 - 800

65 Asparago bianco di Bassano non

certificato ("di seconda") 7 - 8 350 - 400

Asparago bianco 5 - 6 450 - 500 40

Fonte: Coldiretti Bassano del Grappa, 2016.