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Capitolo 4: La produzione tipica

4.2. Analisi Swot

4.2.3. Opportunità (Opportunities)

Tra le opportunità che invece rendono attrattivo questo settore riscontriamo sicuramente il turismo enogastronomico. È sempre maggiore il turismo trainato dall’enogastronomia tipica di un territorio, un fattore molto importante che consente di valorizzare e sfruttare in particolar modo il patrimonio agroalimentare italiano. Si parla di un segmento trasversale e alternativo rispetto al turismo rurale, che permette al consumatore post-moderno di soddisfare le proprie esigenze di qualità, sicurezza e genuinità dei prodotti agroalimentari. Anche se ormai già ben affermato, tale fenomeno viene tutt’ora fortemente spinto e incentivato da quelle Regioni che, grazie alla loro importante cultura alimentare, vedono una concreta possibilità di rispondere alla crisi nonché di incrementare lo sviluppo economico e rurale delle stesse. Quindi, se dal lato della domanda turistica la produzione tipica permette di soddisfare alcune delle esigenze riscontrate dalla società attuale, dal lato dell’offerta ritroviamo un valido strumento competitivo finalizzato a valorizzare e sviluppare il territorio rurale (Lanfranchi M., 2008).

Per comprendere meglio il perché di quest’ultimo aspetto, è importante riprendere il passaggio dal concetto di agricoltura monofunzionale a multifunzionale. Come già ampiamente specificato precedentemente, se prima questo settore svolgeva la mera funzione di produzione di beni agricoli, ad oggi svolge altre diverse funzioni fondamentali. In particolare ritroviamo la tutela e la salvaguardia dei paesaggi e di altre zone ricreative facenti parte della domanda turistica di territorio rurale, contribuisce a favorire la protezione delle biodiversità, aiuta a previene i rischi naturali, consente lo sviluppo di alcune zone rurali in quanto settore trainante e non trainato e svolge un ruolo fondamentale per l’assetto del territorio nonché per la tutela dei beni e delle tradizioni culturali. Quindi si può ben capire come, oltre ad una funzione essenziale come quella produttiva, in un’ottica di multifunzionalità l’agricoltura ricopre anche

funzioni economiche, sociali e ambientali. Compreso tale aspetto, quello finora descritto può condurci a parlare anche di multifunzionalità delle produzioni tipiche, poiché se come esaminato precedentemente le tipicità sono fonte di attrazione turistica in quanto soddisfano le esigenze del consumatore post-moderno, d’altra parte ricoprono un ruolo di veicolo promozionale e di comunicazione, nonché di riscoperta dei valori e delle tradizioni culturali del territorio. È indubbio che per buona parte del segmento eco- turistico i prodotti agroalimentari siano un importante biglietto da visita, talvolta così grande da sostituirsi all’immagine del territorio stesso. Tale multifunzionalità è per lo più consentita grazie al fatto che al proprio interno le produzioni tipiche hanno una sorta di marketing naturale legato alla storia, cultura e tradizione delle stesse, il che permette di ottenere quella forza necessaria atta a promuovere il territorio di origine ed i suoi valori (Lanfranchi M., 2008).

Un’ulteriore opportunità è infine legata al sempre maggiore interesse riscontrato dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per il mercato delle produzioni tipiche, un canale che sempre più spesso privilegia prodotti certificati di qualità, genuinità e sicurezza provenienti dai diversi territori a discapito di tutti quei negozi tradizionali al dettaglio o comunque di altre forme distributive (Antonelli G, 2012). A conferma di ciò, basti considerare tutti quei casi in cui è lo stesso distributore ad offrire tipicità agroalimentari locali sotto il proprio marchio. Il perché della nascita di prodotti tipici a marca del distributore7 risiede principalmente in cinque motivazioni (Palomba P., 2009): diversificare l’assortimento; sviluppare la quota di mercato della Marca Del Distributore (MDD); rafforzare l’immagine, l’identità ed il posizionamento dell’insegna nonché acquisire una reputazione di marca8; creare un legame forte con il territorio dedicando una particolare attenzione a prodotti italiani; sviluppare innovazione di offerta e di prodotto al pari delle grandi marche industriali.

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Un esempio è dato da Conad con la linea ”Sapori e Dintorni”, una selezione di oltre 3.000 prodotti tipici.

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86 0   20   40   60   80   100   2000   2011   2012   2013   2014   46   57,7   58,7   59,4   60   42,1   29,8   28,7   27,9   27,2   11,9   12,5   12,6   12,7   12,8   Ambulatori,  Spacci,  VPC,  

Door  to  door,  Vendite   direLe,  Internet,…   Negozi  tradizionali   Distribuzione  moderna   0   20   40   60   80   100   2000   2011   2012   2013   2014   7,6   11,7   11,5   11,1   10,7   37,3   40,1   40,6   41,2   42,1   12   10   9,4   9   8,7   6,2   10   10,5   11,1   11,4   27,1   18,2   17,9   17,5   16,9   9,8   10   10,1   10,1   10,2   AmbulanP,  Vari   Negozi  tradizionali   Discount   Libero  servizio   SupermercaP  e   Superstore   IpermercaP  >  4.500  mq  

Come è possibile notare dalle Figure 4.1 e 4.2, questo canale di distribuzione nel corso degli anni risulta sempre più apprezzato ed utilizzato dai consumatori, anche se la crescita avviene a rilento rispetto altri paesi Europei, il che può fare ben comprendere le potenzialità e le opportunità che ne possono derivare per un mercato di qualità come quello connesso alle tipicità agroalimentari.

Fonte: FederDistribuzione (Dati 2014)

Fonte: FederDistribuzione (Dati 2014) Figura 4.1: Canali distributivi – Quote di mercato %

Per un produttore la grande distribuzione organizzata può rappresentare una duplice opportunità, poiché consente di espandere il proprio mercato al di fuori dei confini prettamente locali nonché permette di usufruire di una vera e propria vetrina nazionale e internazionale per i propri prodotti. Naturalmente non è così semplice riuscire ad entrare nella GDO, soprattutto se tenuti in considerazione i punti di debolezza sopra elencati in aggiunta ad un prezzo di vendita che deve essere naturalmente competitivo. Proprio per questo risulta molto importante per il produttore iscriversi ai Consorzi di tutela delle indicazioni geografiche Dop o Igp, poiché queste associazioni hanno saputo coniugare promozione, valorizzazione e tutela delle produzioni tipiche certificate riuscendo così ad abbattere i vari costi connessi alla certificazione e quindi ottenendo la possibilità di applicare un prezzo di vendita certamente maggiore rispetto a prodotti simili, ma pur sempre competitivo rispetto ad un negozio specializzato o esclusivo (Palomba P., 2009).