Il fine ultimo del Piano di Gestione è quello di garantire la conservazione della naturalità generale dell’area e la presenza in condizioni soddisfacenti al suo interno di specie ed habitat di interesse comunitario, individuando un insieme di misure di gestione di tipo attivo, amministrativo, contrattuale e regolamentare, tra loro coerenti.
In questo modo, la tutela della biodiversità non è affidata esclusivamente ad un regime vincolistico, ma è legata anche e soprattutto ad una gestione attiva del SIC che veda coinvolte sia le amministrazioni competenti che i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio.
E’ evidente come questo obiettivo possa essere raggiunto soltanto attraverso una stretta concertazione e la partecipazione di tutti i soggetti interessati alle scelte gestionali.
Durante la redazione del PdG sono stati svolti alcuni incontri volti ad informare le Amministrazioni coinvolte e i diversi portatori di interesse sulle finalità generali del Piano, sugli obiettivi di conservazione e sulle metodologie adottate per la sua redazione del documento.
In occasione dell’Evento Borsa Verde del 20 ottobre 2007, organizzato dalla Provincia di Salerno a Vallo della Lucania, l’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ha predisposto uno stand dedicato alla presentazione dei Progetti Comunitari e del Progetto LIFE “Cilento in rete”, con pannelli informativi (90 x 1,30 in 4 colori).
Nell’ambito di un Workshop, mediante una presentazione in Power Point sono stati presentati agli amministratori e ai portatori di interesse gli obiettivi del Progetto LIFE.
Un primo incontro partecipativo con la comunità del Parco è avvenuto in data 23/04/2008 presso l’Happy Village di Marina di Camerota. In questa occasione, sono stati illustrati a tutti partecipanti i contenuti e le azioni del Progetto LIFE “Cilento in rete”, nell’ambito del quale è prevista anche la redazione dei Piani di Gestione di tutti i siti Natura 2000 ricadenti nel PNCVD. Alla riunione, oltre allo staff tecnico del Parco, erano presenti l’allora Presidente Dott. De Masi, il Direttore Ing. De Vita, e numerosi rappresentanti dei comuni del Parco.
Un secondo incontro con la Comunità del Parco, svolto presso la sede del PNCVD in data 28/04/2009, è stato organizzato per illustrare nel dettaglio la struttura dei Piani di Gestione ed i loro contenuti, secondo quanto previsto dalle linee guida del MATTM, e per aggiornare i rappresentanti delle amministrazioni sullo stato di avanzamento delle attività inerenti la loro redazione.
Successivamente sono stati svolti altri incontri partecipativi con le Amministrazioni comunali interessate dal Piano di Gestione. In particolare:
‐ Con il Sindaco del Comune di Tortorella, Nicola Tancredi, in data 7 Aprile 2010;
‐ Con il Comune di Buonabitacolo (Roberto Garone), Caselle in Pittari e Casaletto Spartano (Maurizio Tancredi) e Morigerati (Cono D’Elia) in data 17 Giugno 2010.
Gli incontri, volti a condividere i contenuti del Piano hanno permesso di:
‐ presentare i risultati delle attività di definizione del Quadro conoscitivo, delle metodologie utilizzate per le indagini di campo, delle criticità emerse e dello stato di conservazione
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riscontrato per habitat e specie di interesse comunitario;‐ condividere i contenuti del Piano e della regolamentazione;
‐ discutere sulle misure di conservazione e gli interventi di gestione attiva previsti per la conservazione di specie ed habitat;
‐ stimolare una discussione ed un confronto su scenari e prospettive future riguardo la realizzazione degli interventi di conservazione di specie ed habitat di interesse comunitario individuati dal Piano di Gestione.
In questa occasione è stato possibile recepire segnalazioni sulla presenza di eventi e criticità specifici per la tutela di specie ed habitat, di raccogliere suggerimenti, richieste e indicazioni utili alla pianificazione degli obiettivi e delle strategie di conservazione, di individuare interventi sito specifici e ricavare elementi utili per definire le misure di conservazione da adottare.
Le indicazioni e i suggerimenti gestionali emersi sia durante gli incontri partecipativi che nel corso degli incontri tecnici con il PNCVD sono stati integrati nel PdG.
10 Valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie
Il Sito Natura 2000 “Montagne di Casalbuono” è caratterizzato dalla presenza di ambienti di prato/steppa, arbustivi, rupicoli, ipogei e boschivi (cfr. Studio Generale, sez. 3.2). Data la varietà degli habitat presenti, il sito ospita una comunità florofaunistica ricca e diversificata. Tuttavia, gli habitat presenti sono soggetti a perturbazioni di varia natura ed intensità, che possono essere indotte ed accelerate dalle attività antropiche in atto sul territorio. Per individuare le criticità specifiche che minacciano realmente e/o potenzialmente la conservazione di habitat e specie del SIC “Montagne di Casalbuono”occorre innanzitutto determinare quali siano le loro esigenze ecologiche, ovvero le condizioni che, se modificate, nuocerebbero allo stato di conservazione delle specie florofaunistiche e degli habitat a cui tali specie sono legate. La conoscenza delle esigenze ecologiche di habitat e specie permetterà di stabilire quali siano gli obiettivi principali da perseguirsi per una buona gestione del SIC, che garantisca la tutela delle specie florofaunistiche e degli habitat che lo caratterizzano.
10.1 Valenze vegetazionali
Come già descritto nello Studio Generale, il SIC “Montagne di Casalbuono” è caratterizzato dalla presenza dei seguenti habitat di interesse comunitario:
• Arbusteti termo‐mediterranei e pre‐steppici (cod. 5330);
• Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco‐brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) (cod. *6210);
• Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero‐Brachypodietea (cod. *6220);
• Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica (cod. 8210);
• Faggeti degli appennini con Taxus e Ilex (cod. *9210);
• Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia (cod. 9340);
• Grotte non ancora sfruttate a livello turistico (cod. 8310);
• Foreste di Castanea sativa (cod. 9260).
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La conservazione a medio‐lungo termine di questi habitat è strettamente connessa alle pressioni ed alle minacce presenti nel sito.Uno dei fattori di rischio a cui sono esposte le comunità boschive ed arbustive è la semplificazione della struttura e il decremento di specie proprie di queste cenosi, con conseguente ingresso di specie prative e/o infestanti, che può essere indotta da un eccessivo carico di pascolo e/o dal passaggio del fuoco. Proprio l’incendio, insieme ad una gestione forestale non ecosostenibile, rappresenta la principale criticità per la componente vegetazionale legnosa, sia arbustiva che arborea. Si sottolinea che è importante per questi habitat attuare una gestione forestale che consenta di mantenere o ricreare le condizioni che favoriscano uno sviluppo spontaneo e naturale della vegetazione.
Le formazioni erbacee di origine secondaria presenti nei siti rappresentano habitat prioritari che dipendono dal pascolamento per la propria esistenza. Lì dove, però, questo si riveli eccessivo, assumono un aspetto degradato sia a livello di copertura sia di composizione floristica.
Quest’ultima viene alterata dall’ingresso di specie nitrofile e competitive che tendono a sostituire quelle tipiche della comunità. L’abbandono del pascolo, invece, innescando il naturale dinamismo, causa una più o meno rapida sostituzione delle praterie con arbusti e poi comunità arboree.
Le fitocenosi erbacee sono molto importanti sia per la ricchezza floristica in generale sia per la presenza di numerose specie meritevoli di protezione per diversi motivi; è quindi fondamentale applicare una corretta gestione degli ambienti prativi in modo da regolare il pascolamento ai fini del mantenimento degli stessi. Anche azioni di riforestazione in aree prative ormai consolidate sono assolutamente da evitare, poiché causano una drastica perdita di habitat molto importanti, sia per le specie vegetali presenti che per quelle della fauna, e un impoverimento a livello di diversità biologica ed ecosistemica.
Per quanto riguarda le pareti rocciose calcaree e gli ambienti ipogei, l’esigenza principale di questi habitat è non subire in maniera eccessiva l’impatto di turismo ed escursionismo. Inoltre, è essenziale per la tutela di questi ambienti una gestione del bacino che consenta di non alterare il bilancio idrico delle acque.
10.2 Valenze faunistiche
Le biocenosi presenti nel SIC oggetto del Piano di Gestione si presentano ricche e diversificate, riflettendo l’eterogeneità degli habitat presenti. In particolare, si riscontra la presenza di specie faunistiche tipiche degli habitat presenti: ambienti aperti e/o prativi (pascoli, prati, coltivi, cespuglieti), ambienti rupicoli, arbusteti mediterranei e superfici boscate. Le specie faunistiche presenti sono legate ad uno solo o più di questi habitat per le loro necessità trofiche e riproduttive.
Di seguito si riporta una trattazione sintetica, ma esaustiva, delle esigenze ecologiche della fauna del SIC, suddivise in base alla classe sistematica di appartenenza.
Avifauna
La fauna ornitica di importanza comunitaria presente nel SIC è composta da 21 specie nelle quali predominano rapaci e passeriformi. Tra le specie nidificanti troviamo tottavilla (Lullula arborea), calandro (Anthus campestris), averla piccola (Lanius collurio) e pellegrino (Falco peregrinus). Le specie ornitiche presenti, ed in particolare quelle nidificanti, necessitano innanzitutto della prevenzione del degrado degli habitat a cui esse sono legate. Rapaci e passeriformi necessitano di ambienti aperti per esigenze trofiche. Particolare attenzione dovrà essere posta anche nella tutela degli
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ambienti seminaturali eterogenei e dei cespuglieti, ovvero i siti di nidificazione prediletti da tottavilla, calandro e averla piccola, e delle pareti rocciose dove nidifica il pellegrino.Mammiferi
Data la natura carsica dell’intera area e la conseguente abbondanza di ipogei, nel territorio occupato dal SIC è presente una ricca chirotterofauna che comprende sette specie elencate nell’allegato II della Direttiva Habitat. Si noti che la tutela e la corretta gestione degli ambienti ipogei non è sufficiente a garantire la viabilità delle popolazioni di chirotteri. Molte specie, come il barbastello (Barbastella barbastellus), usano gli ipogei esclusivamente per lo svernamento e necessitano pertanto di ambienti trofici e riproduttivi rappresentati da ampi spazi aperti ed eterogenei per la caccia e cavità di alberi per la nidificazione ed il riparo. Altro mammifero di rilievo presente nel SIC è il lupo (Canis lupus), canide che ha subito un notevole declino negli ultimi decenni a causa della progressiva frammentazione dell’ampio territorio su cui la specie ha bisogno di muoversi e del rapporto da sempre conflittuale con gli allevatori ed i residenti locali. La necessità primaria per questa specie è rappresentata dalla disponibilità di spazi ampi boscati su cui muoversi, possibilmente ricchi di prede (ungulati e piccoli mammiferi) e di una folta copertura vegetale sotto cui ripararsi. Le indagini di campo hanno rilevato inoltre la presenza della lontra (Lutra lutra), mustelide che ha subito negli ultimi anni un forte declino in tutto il territorio nazionale. Per garantire la tutela di questa specie è necessario preservare gli ambienti fluviali a cui essa è legata per alimentarsi e riprodursi.
Erpetofauna
L’erpetofauna di interesse comunitario presente nel SIC è perlopiù rappresentata da specie legate ad ambienti umidi, quali la salamandrina meridionale (Salamandrina terdigitata), il tritone crestato (Triturus carnifex) e l’ululone a ventre giallo (Bombina pachypus). La conservazione dell’erpetofauna del sito richiede dunque la conservazione degli ambienti umidi, essenziali per la riproduzione degli anfibi. Tali ambienti devono mantenere al massimo le loro caratteristiche di naturalità, ovvero una folta vegetazione ripariale, spesso utile quale sito di deposizione delle uova, ed acque limpide e di buona qualità. Nel sito risulta presente anche il cervone (Elaphe quartuorlineata), legato ad ambienti eterogenei ricchi di copertura arbustiva, entrambe essenziali per la caccia ed il riparo.
Invertebrati
Nel sito Natura 2000 oggetto del Piano di Gestione si registra la presenza un odonato (Coenagrion mercuriale), due lepidotteri (Melanargia arge e Callimorpha quadripunctata) ed un coleottero (Cerambyx cerdo) di interesse comunitario. Per la conservazione di Coenagrion mercuriale è auspicabile tutelarne i siti riproduttivi, rappresentati da corsi d’acqua anche esigui e, in certi casi, anche da acque ferme e stagnanti. Per creare le condizioni ottimali per la riproduzione, sarà necessario garantire la presenza nei siti riproduttivi di una fitta copertura vegetale. Tale copertura, assieme alla presenza di acque non inquinate, è la condizione necessaria per il corretto sviluppo delle larve. Melanargia arge necessita d’altro canto di steppe aride con cespugli sparsi ed alberi radi per l’alimentazione degli adulti; le larve necessitano inoltre della presenza di graminacee di cui nutrirsi durante lo sviluppo. Per la tutela di Cerambyx cerdo sarà necessario garantire la presenza di boschi ricchi di tronchi marcescenti nelle cui cavità possano svilupparsi le larve; infine Callimorpha quadripunctata necessita di ambienti con vegetazione folta e un microclima umido, ben rappresentato nel SIC in corrispondenza delle valli fluviali.
127 10.3 Valore del sito Natura 2000 e aree contermini
Nel SIC oggetto del Piano di Gestione sono presenti un alto numero di specie ed habitat rari e/o minacciati che ne determinano un alto valore naturalistico (cfr. Studio Generale).
Il SIC è inoltre inserito in un contesto paesaggistico che ne esalta la spettacolarità ed accresce il valore del singolo sito. Infatti il sito, in quanto parte di una più vasta area protetta (il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano), acquisisce caratteristiche di naturalità che prescindono la semplice presenza di specie ed habitat di interesse comunitario poiché dipende dai rapporti con i siti contermini, con i quali si possono instaurare delle connessioni di rete ecologica che creano un valore aggiunto. In particolare, il sito oggetto del Piano di Gestione, situato nella zona sud‐est del PNCVD, si trova in connessione (ovvero parzialmente sovrapposto o ad una distanza minore di 5 Km) con i seguenti siti Natura 2000 oggetto del Progetto LIFE “Cilento in Rete”:
Siti fluviali
• SIC “Alta Valle del Fiume Bussento”
• SIC “Grotta di Morigerati”
• SIC “Basso corso del fiume Bussento”.
Siti montano‐collinari
• ZPS “Monte Cervati e dintorni”
• SIC “Monti Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino”.
Sono inoltre presenti:
SIC Bosco Mangarrone (Rivello), adiacente al confine sud‐orientale del SIC;
SIC Acquafredda di Maratea, localizzato lungo la costa dell’omonima località.
La prossimità geografica del SIC ai siti adiacenti determina la presenza di connessioni potenziali attraverso le quali i popolamenti faunistici e floristici possono spostarsi e/o espandersi naturalmente.
Infine il contesto gestionale di tutela garantito dal PNCVD e l’integrazione delle valenze naturalistiche del SIC con quelle storico‐culturali e produttive del territorio costituiscono una importante risorsa economica del territorio in un’ottica di sviluppo sostenibile legato al turismo e alla qualificazione dei prodotti agricoli e zootecnici.