6 Caratterizzazione biotica
6.1.3 Caratterizzazione degli habitat di interesse comunitario
La vegetazione potenziale è costituita da mosaico catenale di faggeta e subordinatamente bosco misto di latifoglie mesofile, e cerreta; localmente aspetti di vegetazione erbacea di cresta.
6.1.3 Caratterizzazione degli habitat di interesse comunitario
Il Formulario Standard Natura 2000 indica per il SIC IT8050022 – Montagne di Casalbuono la presenza di sette habitat di interesse comunitario di cui tre prioritari:
− Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex (cod. 9210*);
− Arbusteti termo‐mediterranei e pre steppici (cod. 5330);
− Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero‐Brachypodietea (cod.
6220*);
− Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco‐Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) (cod. 6210);
− Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica (cod. 8210);
− Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia (cod. 9340);
− Grotte non ancora sfruttate a livello turistico (cod. 8310).
Di seguito sono elencati gli habitat di interesse comunitario segnalati dal Formulario Standard Natura 2000 con le relative caratteristiche principali.
Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex (cod 9210*)
Caratterizzazione generale e localizzazione nel SIC
Questo habitat è costituito da foreste di faggio con presenza di tasso (Taxus baccata) e agrifoglio (Ilex aquifolium) tipiche dell’Appennino e localizzate prevalentemente lungo la fascia montana o submontana. Nell’ambito di questi boschi possiamo distinguere su base altitudinale due aspetti principali: faggete termofile, presenti generalmente a quote comprese tra 900 e 1400 m e faggete microterme, caratterizzanti la fascia montana superiore.
Difficilmente è possibile ritrovare insieme Taxus baccata e Ilex aquifolium: il tasso è una conifera ad ampia distribuzione (sia in Europa che in Italia) ma piuttosto rara e presente sempre con popolazioni piuttosto esigue e frammentate.
Addensamenti di questa specie si ritrovano più frequentemente dove affiora il substrato roccioso calcareo. L’agrifoglio, al contrario, è specie maggiormente frequente e abbondante nelle faggete appenniniche, in particolar modo in quelle termofile della fascia montana inferiore. È proprio in questa fascia che è possibile rinvenire seppur raramente faggeti caratterizzati dalla contemporanea presenza di tasso e agrifoglio.
Tra le altre specie vegetali che caratterizzano questo habitat si segnala inoltre la presenza di Acer platanoides, A.
pseudoplatanus, Anemone apennina, A. nemorosa, A. ranunculoides, Aremonia agrimonioides, Cardamine bulbifera , C. chelidonia, Cephalanthera damasonium, Corydalis cava, Daphne mezereum, Doronicum columnae
,
Euphorbia amygdaloides, Galanthus nivalis, Galium odoratum, Lathyrus venetus, L. vernus, Melica uniflora, Mycelis muralis, Polystichum aculeatum, Potentilla micrantha, Ranunculus lanuginosus, Rubus hirtus, Sanicula europaea, Scilla bifolia, Viola reichembachiana, V. riviniana, V. odorata, Athyrium filix‐femina, Dryopteris filix‐mas, Convallaria majalis, Paris quadrifolia, Polygonatum multiflorum.
Per questo habitat, tra le possibili minacce si segnalano le seguenti criticità:
− Incendi;
− tagli eccessivi e ravvicinati,
− sovrapascolo;
− raccolta delle specie d’interesse comunitario (Ilex aquifolium);
− erosione dei suoli lungo i versanti maggiormente acclivi.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 20%, con una rappresentatività buona, una superficie relativa compresa tra il 2,1% e il 15%
della popolazione nazionale e un grado di conservazione buono. Ne deriva una valutazione globale di valore buono.
Arbusteti termo‐mediterranei e pre‐steppici (cod. 5330)
Caratterizzazione generale e localizzazione nel SIC
Questo habitat è rappresentato da formazioni arbustive caratteristiche del piano bioclimatico termo‐mediterraneo. Si tratta di cenosi piuttosto discontinue la cui fisionomia è determinata sia da specie legnose (Euphorbia dendroides, Chamaerops humilis, Olea europaea, Genista ephedroides, Genista tyrrhena, Genista cilentina, Genista gasparrini, Cytisus aeolicus, Coronilla valentina) che erbacee perenni (Ampelodesmos mautitanicus). In Italia questo habitat è presente prevalentemente negli ambiti caratterizzati da un termotipo termomediterraneo, anche se laddove è rappresentato da cenosi a dominanza di Ampelodesmos mauritanicus può penetrare in ambito mesomediterraneo. Cenosi ascrivibili a questo habitat sono presenti lungo le coste rocciose dalla Liguria alla Calabria e nelle isole maggiori. In particolare sono presenti lungo le coste liguri, sulle coste della Sardegna settentrionale, della Toscana meridionale e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del Lazio meridionale e della Campania, a Maratea, sulle coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare diffusione nella zona più meridionale della regione.
Tra le possibili minacce si segnalano le seguenti criticità:
− localizzati episodi di erosione del suolo (idrica incanalata).
− frammentazione;
− incendio non controllato;
− pascolo non regolamentato con progressiva desertificazione dei suoli;
− variazioni d’uso, con prevalenza di attività turistico‐ricreative.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 20%, con una rappresentatività significativa, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2% della popolazione nazionale e un grado di conservazione medio. Ne deriva una valutazione globale di valore significativo.
*Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero‐
Brachypodietea (cod. 6220*)
Caratterizzazione generale
Praterie xerofile discontinue, meso‐ e termo‐mediterranee, ricche di terofite, che si sviluppano su suoli oligotrofici e alcalini, spesso su substrati calcarei. Questo habitat riunisce sia le praterie perenni con abbondanza di terofite che le formazioni costituite da sole terofite. Le prime si insediano preferibilmente in corrispondenza di tasche di suolo
relativamente profonde; le seconde sono comunità effimere, pioniere, che si insediano su suoli sottili, non o poco evoluti, con scarsa ritenzione idrica, su substrati prevalentemente carbonatici.
Per quanto riguarda gli aspetti perenni, possono svolgere il ruolo di dominanti specie quali Lygeum spartum, Brachypodium retusum, Hyparrenia hirta, accompagnate da Bituminaria bituminosa, Avenula bromoides, Convolvulus althaeoides, Ruta angustifolia, Stipa offneri, Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus. In presenza di calpestio legato alla presenza del bestiame si sviluppano le comunità a dominanza di Poa bulbosa, ove si rinvengono con frequenza Trisetaria aurea, Trifolium subterraneum, Astragalus sesameus, Arenaria leptoclados, Morisia monanthos. Gli aspetti annuali possono essere dominati da Brachypodium distachyum (= Trachynia distachya), Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza maxima, Trifolium scabrum, Trifolium cherleri, Saxifraga trydactylites; sono inoltre specie frequenti Ammoides pusilla, Cerastium semidecandrum, Linum strictum, Galium parisiense, Ononis ornithopodioides, Coronilla scorpioides, Euphorbia exigua, Lotus ornithopodioides, Ornithopus compressus, Trifolium striatum, T. arvense, T. glomeratum, T. lucanicum, Hippocrepis biflora, Polygala monspeliaca.
Le principali minacce a cui è soggetto questo habitat sono le seguenti:
− localizzati fenomeni di degradazione del suolo per compattazione, dovuti a calpestio;
− localizzati fenomeni di degradazione del suolo per erosione (idrica incanalata);
− carico zootecnico o sfruttamento agricolo eccessivo, con perdita diversità ambientale;
− interventi di rimboschimento con specie esotiche;
− incendi, indotti per favorire il pascolo.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 15%, con una buona rappresentatività, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2%
della popolazione nazionale e un buon grado di conservazione. Ne deriva una valutazione globale di valore buono.
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco‐Brometalia) (*stupenda
fioritura di orchidee) (cod. 6210)
Caratterizzazione generale e localizzazione nel SIC
Praterie aride e semi‐aride, anche con facies arbustive, che si sviluppano su substrati calcarei. Include le praterie steppiche e subcontinentali inquadrate nell’ordine Festucetalia valesiacae, in Italia presenti soprattutto nelle valli più continentali e interne delle Alpi, e quelle relativamente più oceaniche della regione sub‐mediterranea ascrivibili all’ordine Brometalia erecti, ampiamente diffuse in tutto l’Appennino. L’habitat deve essere considerato prioritario se costituisce un sito importante per le orchidee, cioè se soddisfa almeno uno di questi criteri:
‐ ospita un ricco corteggio di orchidee;
‐ ospita un’importante popolazione di almeno una specie di orchidea considerata non comune sul territorio nazionale;
‐ ospita una o più specie di orchidee considerate rare, molto rare o eccezionali sul territorio nazionale.
La specie fisionomizzante è quasi sempre Bromus erectus, ma talora il ruolo è condiviso da altre entità come Brachypodium rupestre. Tra le specie frequenti, già citate nel Manuale EUR/27, possono essere ricordate per l’Italia: Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, Carlina vulgaris, Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre, Koeleria pyramidata, Leontodon hispidus, Medicago sativa subsp. falcata, Polygala comosa, Primula veris, Sanguisorba minor, Scabiosa columbaria, Veronica prostrata, V. teucrium, Fumana procumbens, Globularia elongata, Hippocrepis comosa. Tra le orchidee, le più frequenti sono Anacamptis pyramidalis, Dactylorhiza sambucina, #Himantoglossum adriaticum, Ophrys apifera , O. bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. insectifera, O. sphegodes, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O.
pauciflora, O. provincialis, O. purpurea, O. simia, O. tridentata, O. ustulata.
Tra le principali criticità si segnalano:
− localizzati episodi di erosione del suolo (idrica incanalata).
− pascolo non regolamentato; oltre all’eccesso di carico zootecnico è da evitare anche un abbandono totale del pascolamento, che potrebbe determinare una generalizzata ripresa delle dinamiche successionali naturali, con conseguente riduzione dell’habitat;
− incendi.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, per quanto riguarda il territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 15%, con una rappresentatività buona, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2% della popolazione nazionale e un buon grado di conservazione. Ne deriva complessivamente un buon stato di conservazione globale.
Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica (cod. 8210)
Caratterizzazione generale e localizzazione nel SIC
Questo habitat è costituito da vegetazione tipica delle pareti rocciose carbonatiche delle regioni mediterranea e euro‐
siberiana, dalla pianura alla fascia alpina, appartenente essenzialmente agli ordini Potentilletalia caulescentis e Asplenietalia glandulosi. Si tratta di comunità vegetali caratterizzate dalle casmofite, piante erbacee cespitose e pulvinate radicate nelle fessure e nelle piccole cenge delle pareti e rupi.
Per quanto riguarda il territorio del Cilento all’interno di questo habitat vi sono incluse le comunità delle falesie costiere a Dianthus rupicola, Primula palinuri, Iberis semperflorens ecc, e quelle delle rupi interne a Portenschlagiella ramosissima, Campanula fragilis ecc, e le cenosi delle rupi altomontane presenti su Alburni e Cervati.
Tra le possibili minacce si segnalano le seguenti criticità:
− apertura di cave;
− uso turistico e/o ricreativo;
− localizzati fenomeni di erosione idrica incanalata.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 5%, con una rappresentatività buona, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2%
della popolazione nazionale e un buon grado di conservazione. Ne deriva una valutazione globale di valore buono.
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia (cod. 9340)
Caratterizzazione generale
Questo habitat è rappresentato da boschi dei Piani Termo‐, Meso‐, Supra‐ e Submeso‐Mediterraneo (ed occasionalmente Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da calcicoli a silicicoli, da rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con ampia distribuzione nella penisola italiana sia nei territori costieri e subcostieri che nelle aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli aspetti di macchia alta, se suscettibili di recupero.
Tra le possibili minacce si segnalano le seguenti criticità:
− Incendio non controllato;
− tagli eccessivi e ravvicinati;
− erosione dei suoli in prossimità dei versanti più acclivi;
− pascolo e brucatura eccessivi di ungulati selvatici e domestici;
− localizzati fenomeni di degradazione del suolo per compattazione (pratelli terofitici), dovuti a calpestio.
Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa il 5%, con una rappresentatività significativa, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2% della popolazione nazionale e un grado di conservazione buono. Ne deriva una valutazione globale di valore buono.
Grotte non ancora sfruttate a livello turistico (cod. 8310)
Caratterizzazione generale e localizzazione nel SIC
Si tratta di grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei, che ospitano specie
altamente specializzate, rare o endemiche. habitat è di primaria importanza nella conservazione di specie animali dell’
Allegato II quali pipistrelli e anfibi.
I vegetali fotosintetici si rinvengono solo all’imboccatura delle grotte e sono rappresentati da alcune piante vascolari, briofite e da alghe.
Allʹingresso delle grotte possono rinvenirsi poche piante vascolari sciafile, si tratta soprattutto di pteridofite quali Asplenium trichomanes, Phyllitis scolopendrium, Athyrium filix‐foemina, Cystopteris fragilis, Polystichum aculeatum, Dryopteris filix‐mas, Polypodium cambricum, P. vulgare, P. interjectum.
Tra le possibili minacce si segnalano le seguenti criticità:
− Inquinamento delle acque (distruzione totale per cave).
− Eccessiva frequentazione (spesso dovuta a “valorizzazione” turistica Status
In base a quanto riportatato dal Formulario Standard Natura 2000, nel territorio del SIC questo habitat è presente con un grado di copertura di circa l’1%, con una rappresentatività eccellente, una superficie relativa compresa tra lo 0% e il 2%
della popolazione nazionale e un grado di conservazione eccellente. Ne deriva una valutazione globale di valore buono.