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Autodeterminazione e indipendenza

2. Il disegno rivoluzionario

2.3 Autodeterminazione e indipendenza

Il processo di libertà dalla potenza coloniale è stato collegato al dibattito sul diritto all'autodeterminazione del popolo curdo. All’interno dell’auto dichiarazione rivoluzionaria del movimento tale diritto è stato per lo più concettualizzato in termini di separazione, secessione e successiva formazione di un apparato statale indipendente. A questo proposito, il PKK è stato fortemente influenzato dal sistema socialista esistente che aveva modellato i movimenti rivoluzionari globali e le lotte di liberazione nazionale109; la ricerca di indipendenza si basava su un approccio marxista-leninista e

come specificamente sostenuto da Lenin: «[…] Dobbiamo inevitabilmente giungere alla

conclusione che l'autodeterminazione delle nazioni significa la separazione politica di queste Nazioni da corpi nazionali alieni e la formazione di uno Stato nazionale indipendente110». Tuttavia, il carattere della lotta anticoloniale in Kurdistan era

considerato complesso: non includeva la sola separazione dalla Turchia e la successiva creazione di uno Stato, il Kurdistan come soggetto statale autonomo è stato analizzato dal partito in termini di colonia internazionale poiché dopo la liberazione delle varie regioni curde dalla dominazione coloniale da parte di Turchia, Iran, Iraq e Siria si sarebbe dovuto svolgere un processo di unificazione. Il diritto all’autodeterminazione era dunque una questione di separazione e unificazione: una separazione del Kurdistan dai vari stati colonizzatori e un’unificazione di queste parti in uno Stato. Inoltre, l’unificazione con altri popoli del Medio Oriente è stata anche considerata dipendente dalla separazione, poiché la fratellanza non poteva aver luogo in una relazione coloniale. Come espresso nel manifesto del PKK del 1978:

«Given today’s conditions, an independent state is the only true and correct way and therefore the only revolutionary thesis; other theses and roadmaps are reformist because they do not touch state- borders, and because they are reformist they are reactionary. Aiming to create a politically,

108 J.Jongerden, Colonialism, op.cit, cit. p.115. 109 Ibidem.

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economically, and in other ways independent country, the Kurdistan Liberation Movement, first in relation with the neighboring peoples, then peoples in the region and the world, will work in the interest of a world proletarian revolution111».

Nel programma del Partito, The Road of Revolution in Kurdistan, tale trasformazione poteva avvenire solamente tramite una guerra popolare a lungo termine, mirata alla creazione di un Kurdistan indipendente, unito e democratico e solamente dopo la formazione di uno Stato indipendente poteva essere avviato un processo di trasformazione della società: privarla dei rapporti feudali e di sfruttamento, che caratterizzavano soprattutto le regioni rurali, per porre fine alla divisione del lavoro e alla gerarchizzazione dello stesso attraverso una riforma agraria e politiche di redistribuzione.

Riassumendo, il diritto all’autodeterminazione è stato concettualizzato in termini di formazione statale separata. Questa idea di autodeterminazione è stata esaminata negli anni Duemila, sebbene possa essere ricondotta al carattere delle lotte di liberazione nazionale già negli anni Ottanta. Öcalan storicizzò e criticò il concetto della formazione di Stato-nazione rispetto alla politica del PKK nel suo Manifesto of a Democratic

Civilisation, una riflessione sulla storia del Partito che ha collocato l’idea di

autodeterminazione come costruzione dello Stato-nazione nel contesto della lotta di potere tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica:

«The principal problem in the formation of the PKK is its ambiguity regarding the nationstatist ideology. In this respect, J. Stalin’s thesis on the national question has been of particular influence. Stalin approached the national problem as that of establishing a state. This approach affected all socialist systems and national liberation movements. Lenin also accepted this right of nations to self- determination and its reduction to state formation, and this is the main cause for the ideological ambiguity of communist and socialist parties. The basic idea for the solution of the Kurdish issue when the PKK was established was the model of state formation developed by Stalin and approved by Lenin. Most of the liberation movements that peaked in that period (1950-70) aimed at the establishment of a state and considered this the only model. A separate state became the sacred principle of the socialist

111PKK, Kürdistan Devriminin Yolu, 1978, p. 1

https://issuu.com/zerdustbaran/docs/kurdistan_devriminin_yolu_manife, data ultima consultazione 10 Marzo 2020.

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credo. To be a socialist and to give support for the establishment of a state by oppressed and colonised nations were considered one and the same. If you thought differently, you were not a socialist112».

Öcalan inizia a trattare il rapporto tra autodeterminazione e formazione dello Stato- nazione non come naturale o evidente, ma come storicamente contingente in quanto emerso nel contesto della competizione tra Superpotenze. Considera lo Stato-nazione come una particolare costruzione storica molto problematica, egli sostiene che lo esso è un centro per la fabbricazione di soggetti e il suo fine è quello di produrre una cultura concepita sulla popolazione; di conseguenza la sua logica segue quella di una macchina centralizzata di assimilazione: mira a trasformare le culture in cultura e le lingue in lingua, questa produzione di un «homo nationalis» mette sotto sorveglianza persone e frontiere113. Öcalan conclude che lo Stato-nazione non libera il soggetto dallo status

coloniale, ma lo soggioga: «Contrariamente a ciò si pensa, il capitalismo non significa

sviluppo economico ma la negazione sistematica dell'economia. Lo Stato-nazione si oppone a ciò che si pensa, non attraverso la democrazia, la libertà e i diritti umani, ma negando questi valori114». Questa critica ha portato il PKK a una nuova consapevolezza

politica, infatti nei primi anni del nuovo millennio ha presentato una dichiarazione in cui ha spiegato un nuovo modello sostenendo che sebbene all'inizio del ventesimo secolo il diritto all'autodeterminazione fosse interpretato come il diritto a formare uno Stato, il PKK, sviluppando un’idea alternativa di politica, sostiene che la democratizzazione non poteva essere stabilita sulla base di una globalizzazione di tale modello. Questo cambiamento lo andrò ad analizzare nel capitolo successivo, in quanto inaugurò un nuovo paradigma e un nuovo corso politico del partito stesso.

112 «[…]In fact, the principle of the right to self-determination was put forward by the American

President Wilson after the First World War and became related to the developing US hegemony. Lenin, who did not want to stay in the shadow of Wilson and wanted to gain the support of the colonial nations for the Soviet Union, further radicalised the principle and reduced it to the establishment of an independent state. A competition between the two systems thus began. The most obvious example was the support both tried to give to the national resistance initiated in Anatolia» A. Öcalan, Manifesto of a Democrati Civilization. Vol. 1., New Compass Press, 2015, cit.p.271.

113 E. Balibar, The Nation Form , Verso, London, 2002, p. 93. 114Ivi, cit.p. 196.

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