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L'azione degli enti internazionali per la tutela dell'ambiente umano

Alfonso Bellando

La Conferenza delle Nazioni Unite sull'am-biente umano, riunitasi a Stoccolma dal 5 al 16 giugno 1972, non è che un esempio, l'ultimo in ordine di tempo, dell'interesse che le orga-nizzazioni internazionali nutrono verso problemi che si rivelano sempre più fondamentali per la stessa sopravvivenza dell'uomo.

C'è voluto del tempo, dal giorno dello scoppio della prima bomba atomica (giorno che può giustamente essere considerato come l'inizio di una nuova èra), perché ci si rendesse conto di quali potevano essere l'incidenza del-l'azione dell'uomo ed il peso dell'evoluzione scientifica e tecnica su di un ambiente terrestre che gli era essenziale non solo per migliorarsi ma anche, e prima di tutto, per vivere.

Lentamente e progressivamente si è preso coscienza dei danni e dei pericoli che si provo-cavano e che andavano dall'inquinamento delle acque, dell'atmosfera, della terra e degli esseri viventi alle perturbazioni dell'equilibrio ecolo-gico della biosfera, dalla distruzione ed esauri-mento di risorse insostituibili alle gravi carenze nell'ambiente di insediamento degli agglomerati umani.

Nell'opacità del grave disinteresse che ha caratterizzato un po' t u t t i i Paesi, si andò avanti per parecchi lustri. Gli interventi degli stessi poteri pubblici nazionali, quando ci fu-rono, erano volti a parare i danni maggiori, con una visione locale o settoriale dei problemi; le misure prese in ordine sparso non avevano che un'efficacia limitata; l'opinione pubblica veniva scarsamente sensibilizzata; si era ben lontani da una presa di coscienza, da parte dell'insieme dei popoli del mondo, delle minacce insite in una civiltà tecnologica incontrollata.

Occorre però rilevare la validità delle inda-gini di eminenti studiosi e di centri di ricerca e l'azione di talune organizzazioni nazionali ed internazionali non governative.

Nel settembre 1961 nasceva ad esempio, il Fondo Mondiale per la natura (World Wildìife

Fund) che traeva la sua ispirazione dal Mani-festo di Morges, la località svizzera in cui av-venne la firma da jiarte di sedici importanti scienziati, naturalisti e uomini d'affari di un documento che richiamava l'attenzione degli uomini e delle donne di t u t t o il mondo sulla crescente devastazione del patrimonio naturale ed invitava a realizzare gli sforzi necessari a salvare l'ambiente umano.

Si dovrebbe ancora dire dell'Unione inter-nazionale per la conservazione della natura e delle sue risorse ( U I C N ) e delle preziose pub-blicazioni del « Red Data Book », il « Libro Rosso » che contiene i dati relativi alle specie minacciate di estinzione o comunque rare, do-cumentazione a cui fanno sempre più ricorso le organizzazioni nazionali e internazionali inca-ricate di preparare i testi di legge in materia di conservazione delle risorse naturali.

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Ciò premesso, si può rilevare che un buon lavoro c'è stato, continua e tende ad ampliarsi ad iniziativa degli organismi della famiglia delle Nazioni Unite e, più in generale, delle varie organizzazioni internazionali.

Questo f a t t o ha una sua chiara logica, poiché l'ambiente in cui l'uomo vive è indi-visibile e uno, non conosce le frontiere nazionali, non può essere tutelato dagli interventi di un solo Stato, mentre può essere minacciato e danneggiato dagli interventi di t u t t i gli altri. Per ridurre l'inquinamento di un fiume o di un mare occorrono delle norme generali, degli accordi, dei controlli limitanti l'assoluta sovranità degli Stati, occorre la presenza e l'azione di un'entità internazionale.

Cosi, l'introduzione di impianti industriali anti-inquinamento danneggerebbe le imprese dei Paesi che li imponessero, favorendo le imprese dei Paesi terzi che non avessero queste impo-sizioni ed i relativi costi; anche qui, l'accordo e l'ente internazionale di controllo si rilevano indispensabili.

Si aggiunga l'universalità dei temi relativi all'ambiente (in ogni parte del mondo ei sono dei problemi di sistemazione e di pianificazione delle zone urbane) e l'importanza che essi rive-stono per l'umanità nel suo insieme. La valoriz-zazione e l'utilizvaloriz-zazione razionale delle risorse naturali di cui si dispone, sono di interesse generale. Gli stessi programmi di sviluppo deb-bono essere redatti sulla base di principi eco-logici comuni. Ecco perché le organizzazioni internazionali hanno da tempo iniziato a dedi-carsi a fondo di t u t t a una vasta serie di pro-blemi.

In

un recente documento si afferma che « le attività degli organismi delle Nazioni Unite sono imperniate sullo sviluppo, ma è un fatto che la quasi totalità si occupa di programmi di sviluppo che hanno un rapporto con l'am-biente ».

I n effetti, le attribuzioni che incombono a questi organismi in virtù del loro atto costitu-tivo vertono su numerosi campi e problemi che hanno necessariamente un rapporto con l'ambiente; ciò è del t u t t o normale, dato che essi hanno un mandato generale che è di

favo-rire il benessere dell'uomo e dei mandati più specifici in tanti settori particolari con una con-figurazione che si richiama, in certo senso, ai ministeri degli Stati nazionali.

Le funzioni che possono essere assolte dalle istituzioni delle Nazioni Unite per quanto ri-guarda l'ambiente sono cosi individuate da un recente rapporto del Comitato amministrativo di coordinamento:

a) raccolta, interpretazione, analisi e dif-fusione dei dati;

b) controllo e sorveglianza continua della situazione e delle variazioni dell'ambiente;

c) ricerche sulle trasformazioni dell'am-biente: cause ed effetti;

d) elaborazione dei criteri e delle direttive scientifiche concernenti la qualità dell'ambiente. Le Nazioni Unite ritengono che siano neces-sarie le seguenti misure:

a) la formulazione di principi direttivi, particolarmente in materia di economia del-l'ambiente;

b) la creazione nei differenti paesi di un dispositivo istituzionale incaricato

dell'ambien-Fig. 2 - U n o s c o r c i o di V e n e z i a nel 1969.

te, l'elaborazione di una legislazione e di norme nazionali nel settore dell'ambiente u m a n o e il controllo della loro applicazione;

c) la conclusione di accordi regionali e internazionali;

d) la messa a punto di tecniche, ivi com-prese il trasferimento di tecniche dai paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo;

e) l'insegnamento, la formazione e l'in-formazione del pubblico;

/) la cooperazione in campo tecnico; g) il finanziamento.

Ma torniamo indietro nel tempo e vediamo quanto è stato f a t t o finora. Evidentemente, per ragioni di spazio, si procederà qui ad una sintesi t u t t ' a l t r o che completa. Si può dire che la vasta materia verrà t r a t t a t a solo per ac-cenni, mirando a porre in luce gli aspetti più interessanti dell'azione intrapresa.

Allorché, nel corso degli anni '50, l'umanità divenne cosciente, per la prima volta, delle terribili conseguenze dell'inquinamento causato da certi Paesi a seguito delle piogge radioattive

risultanti dalle prove di bombe nucleari nel-l'atmosfera, l'ONU creò, nel 1955, il Comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti. Il Co-mitato aveva ed ha la funzione di ricevere, raccogliere e analizzare i rapporti sull'intensità riscontrata delle radiazioni ionizzanti e della radioattività ambientale, nonché i rapporti sulle osservazioni e le esperienze relative agii effetti delle radiazioni stesse sull'essere umano ed il proprio ambiente.

È in parte come conseguenza alle conclu-sioni a cui è pervenuto, nel tempo, questo Comitato riguardo al livello osservato di con-taminazione radioattiva ed ai suoi effetti reali e probabili, che un accordo è stato concluso tra le grandi potenze nucleari, accordo che ha permesso di interdire ai firmatari la continua-zione degli esperimenti nell'atmosfera. Il Co-mitato continua t u t t o r a a svolgere funzioni di sorveglianza per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti e la radioattività dell'ambiente.

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Dal Dipartimento degli affari economici e sociali del Segretariato dell'ONU dipendono alcuni organi che si occupano in modo parti-colare di attività relative all'ambiente umano; vorremmo solo citare la Divisione dello svi-luppo sociale che svolge programmi che hanno riferimento agli aspetti sociali dell'industrializ-zazione, dell'urbanizdell'industrializ-zazione, dello sviluppo re-gionale, della valorizzazione ed utilizzazione delle risorse umane.

Delle q u a t t r o Commissioni economiche re-gionali delle Nazioni Unite (per l'Asia e l'Estre-mo Oriente, per l'Africa, per l'America Latina e per l'Europa), ci limiteremo a dire di quest'ul-tima. Essa persegue un programma di ricerche e di studi sugli aspetti socio-economici dei problemi dell'ambiente. Sotto gli auspici della Commissione, un meccanismo intergovernativo permanente si occupa delle politiche, delle stra-tegie, delle misure istituzionali e legislative e delle tecniche di pianificazione relative all'am-biente; inoltre della valorizzazione delle risorse idriche, del problema degli alloggi, dei trasporti e dell'urbanizzazione, dell'agricoltura e dell'in-dustria forestale, dell'energia e di varie attività industriali. La Commissione ha da tempo in-trapreso programmi di lotta contro l'inquina-mento; ha preparato studi e regolamenti; ha prospettato e d i b a t t u t o i problemi politici che si pongono, in modo particolare, all'industria ed ai governi; ha preparato sistemi di preven-zione da applicare all'origine dei fenomeni di inquinamento.

Con un'attività operativa assai intensa si sono organizzate riunioni di esponenti gover-nativi, seminari, gruppi di lavoro di esperti, viaggi di studio, aventi per scopo la soluzione dei problemi relativi all'ambiente.

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La Conferenza delle Nazioni Unite sul com-mercio e lo sviluppo ( U N C T A D ) effettua degli studi sull'incidenza che le misure riguardanti l'ambiente possono avere sul commercio estero dei differenti Paesi. Le questioni ambientali eserciteranno probabilmente un'influenza cre-scente sugli scambi; esse sono destinate ad assorbire una parte non indifferente delle ri-sorse destinate allo sviluppo e costituiranno un fattore che non mancherà di influire sulla strut-tura del commercio mondiale.

Gli studi dell'UNCTAD mirano ad analizzare questi processi, con una particolare attenzione all'eventuale intensificazione degli ostacoli ta-riffari e non tata-riffari, agli spostamenti dei mer-cati di prodotti primari, alle incidenze com-merciali della rimessa in circuito di certi pro-dotti e alle nuove relazioni fra propro-dotti sinte-tici e prodotti naturali.

Fig. 3 - U n a b i d o n v i l l e alla p e r i f e r i a di Lima ( P e r ù ) .

Fig. 4 - Prelievi di c a m p i o n i d a un f i u m e polacco.

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L'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale ( U M I D O ) si occupa di problemi di ambiente aventi una origine indu-striale. Essa incoraggia la messa a punto e il trasferimento di procedure e di tècniche che consentano di ridurre al minimo le emissioni nocive di vapori e di effluenti solidi e liquidi come pure di recuperare materie utili tra gli scarti e i sottoprodotti inquinanti.

L'Organizzazione elabora politiche di assi-stenza anche concernenti la scelta di luoghi appropriati per l'impianto di nuove installa-zioni industriali e statuisce delle direttive e delle misure che hanno lo SCOJJO di prevenire e di risolvere le controversie relative all'am-biente; inoltre dà ai governi dei consigli sugli aspetti giuridici e istituzionali della gestione dell'ambiente, preoccupandosi che i criteri e le norme adottati abbiano la caratteristica di rientrare nelle possibilità tecniche ed econo-miche del settore industriale.

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E notorio che l'Organizzazione internazio-nale del lavoro (ILO) si occupa dei lavoratori e delle loro condizioni eli vita e di lavoro.

Necessariamente, essa si occupa delle carat-teristiche fisiche del luogo di lavoro, vale a dire dell'ambiente professionale.

La sicurezza, la protezione contro le ma-lattie e le lesioni derivanti dall'impiego, il benessere di chi opera nelle officine, nelle mi-niere, nei campi e negli uffici sono obiettivi essenziali da perseguire.

La questione della lotta contro l'inquina-mento atmosferico nelle imprese industriali ha costituito l'oggetto di un regolamento-tipo di sicurezza per gli stabilimenti industriali, ad uso dei governi e dell'industria. Inoltre

parti-colare attenzione è stata data ad altri problemi che hanno un rapporto con l'ambiente di lavoro, quali la soddisfazione professionale, l'adatta-mento dell'occupazione all'essere umano, l'al-loggio, i servizi ricreativi e l'utilizzazione del tempo libero.

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L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha il com-pito di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, conservando e accrescendo le risorse naturali e favorendo lo sviluppo del-l'agricoltura, delle foreste e della pesca.

Fig. 6 - U n o s c o r c i o del f i u m e T e v e r e nel d i c e m b r e 1970.

Secondo la FAO occorre sfruttare le risorse nelle migliori e più razionali condizioni, senza deteriorare le terre e le acque. Studi e ricerche sono stati condotti fin da anni lontani; un testo fondamentale sulla conservazione del suolo risale al 1946; ora, con il trattamento dei dati effettuato da un calcolatore, è possibile sele-zionare gli erbicidi ed i fertilizzanti da usare, in funzione delle proprietà del suolo, utiliz-zando razionalmente le terre ed evitando l'in-quinamento.

La valorizzazione, la gestione, la conserva-zione delle risorse idriche, vegetali, forestali, zootecniche, della pesca, vengono favorite at-traverso degli studi comparati e dei documenti di lavoro, la diffusione dei dati negli Stati membri, la fornitura di assistenza tecnica e l'esecuzione di progetti del Fondo speciale. Anche per la FAO si può dare un giudizio che vale per ogni altra organizzazione internazio-nale: non si t r a t t a di enti di beneficienza o di carità pubblica che soccorrono individui e popoli bisognosi con finalità filantropiche, bensì di istituti giuridici aventi un ampio potere nor-mativo e vincolante; le convenzioni interna-zionali sottoscritte dai governi fanno oramai parte delle regole che la società ha acquisito e f a t t e projirie. Per la FAO basterà citare la convenzione internazionale per la protezione dei vegetali (contro le devastazioni provocate dai parassiti e da ogni sorta di malattia) che ha creato una rete di organizzazioni regionali e che è stata già firmata da una quarantina di governi.

Fin dalla sua costituzione, nel 1945, l'Orga-nizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ( U N E S C O ) si è interessata ai problemi dell'ambiente umano e allo studio della conservazione delle risorse naturali. Nel 1948 veniva fondata l'Unione internazionale per la conservazione della n a t u r a e delle sue risorse, successivamente venivano avviati programmi multidisciplinari di ricerca sulla zona arida e sulla zona umida dei tropici, veniva creata la Commissione oceanografica intergovernativa e si avviavano i lavori del Decennio idrologico internazionale. Fin dal 1966 I ' U N E S C O ha inse-rito nel suo programma relativo alle scienze sociali un progetto a lungo termine sul tema: « L'uomo e il suo ambiente - le basi di una vita migliore ». E nel 1971 veniva lanciato il pro-gramma di ricerche a lungo termine sull'uomo e la biosfera.

Non va dimenticata l'attività di promo-zione dell'educapromo-zione relativa all'ambiente e quella per la protezione dei monumenti e dei

siti di valore universale. La convenzione inter-nazionale per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto a r m a t o risale al 1961 e le raccomandazioni per la salvaguardia delle bel-lezze e del carattere dei paesaggi e dei siti risale al 1902; anche le campagne internazio-nali di salvataggio intraprese per i monumenti della Nubia, di Firenze o di Venezia sono f a t t e in favore dell'ambiente dell'uomo.

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L ' O r g a n i z z a z i o n e m o n d i a l e della s a n i t à (OMS) è tenuta, in base alla sua costituzione, ad assicurare la protezione della salute u m a n a contro gli effetti avversi dell'ambiente, t a n t o presenti che futuri. Essa si preoccupa di mi-gliorare le condizioni fondamentali di igiene e di promuovere il risanamento, con particolare attenzione per gli ajDprovigionamenti di acqua potabile; di stabilire accordi internazionali sui criteri e le norme applicabili ai fattori ambien-tali riconosciuti nocivi alla salute; di stimo-lare lo sviluppo e il coordinamento della sorve-glianza sanitaria epidemiologica.

L'OMS ha creato nel 1967 un Centro inter-nazionale di documentazione sull'inquinamento atmosferico e si occupa largamente dei problemi posti dalla contaminazione dell'ambiente anche per ciò che riguarda l'acqua, il suolo e gli alimenti.

L'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha la finalità di incoraggiare «le appli-cazioni della meteorologia all'aviazione, alla navigazione marittima, ai problemi dell'acqua, all'agricoltura e ad altre a t t i v i t à u m a n e ». Essa facilita la collaborazione mondiale ai fini del-l'istituzione di reti di stazioni che effettuano osservazioni meteorologiche e altre osservazioni geofisiche che vi siano connesse. Esegue, inco-raggia e coordina numerosi programmi che ver-tono, in modo diretto o indiretto, sui problemi dell'ambiente umano.

L'utilizzazione di dati climatologici e di previsioni meteorologiche favorisce u n a mag-giore efficacia nell'utilizzazione delle terre e nella pianificazione dell'agricoltura. La Com-missione di meteorologia agricola h a incaricato un g r u p p o di lavoro comprendente vari esperti mondiali di redigere u n r a p p o r t o sui d a n n i causati ai vegetali dagli i n q u i n a m e n t i a t m o -sferici non radioattivi e la conseguente ridu-zione di rendimento, argomento di evidente interesse per la protezione dell'ambiente.

Fig. 7 - C i m i t e r o delle a u t o m o b i l i a Nassau (Bahamas)

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Il compito diretto di limitare la contami-nazione del mare, della terra e dell'aria ed ogni altro danno analogo causato da qualsiasi tipo di imbarcazione, come pure l'applicazione di metodi di prevenzione di tale contamina-zione e di tali danni, competono all'Organizza-zione intergovernativa consultiva per la navi-gazione m a r i t t i m a ( I M C O ) .

Per questi motivi, I ' I M C O si interessa diret-t a m e n diret-t e alla cosdiret-truzione e all'armamendiret-to di navi che t r a s p o r t a n o petrolio o altri carichi pericolosi o nocivi, al fine di limitare i rischi di collisione o l'incaglio dell'imbarcazione e la perdita del carico.

L'Organizzazione si occupa non solo del-l'inquinamento accidentale ma anche (quale depositaria della convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento delle acque dei mari da idrocarburi, del 1954), della vigilanza concernente gli i n q u i n a m e n t i del mare e delle coste derivante dalle operazioni di pulizia delle petroliere o a effetto di sinistri che, purtroppo, possono t u t t o r a verificarsi. È da rilevare che il Codice m a r i t t i m o internazionale per il tra-sporto delle merci pericolose risulta sempre più largamente accettato ed applicato.

L'Agenzia internazionale per l'energia ato-mica ( A I E A ) svolge un p r o g r a m m a p e r m a n e n t e v e r t e n t e su t u t t i gli aspetti dell'inquinamento r a d i o a t t i v o causato dalle utilizzazioni pacifiche dell'energia atomica e opera in s t r e t t a collabo-razione con altre organizzazioni internazionali.

Vengono seguiti i pericoli di i n q u i n a m e n t o radioattivo dell'aria, dell'acqua dolce e del-l'acqua dei mari e l ' i n q u i n a m e n t o del suolo.

Il ]3rogramma comprende, conferenze, gruppi di lavoro, riunioni periodiche aventi lo scopo di esaminare i problemi tecnici e scientifici; la pubblicazione di una documentazione intesa a diffondere le informazioni; l'appoggio e il coor-dinamento delle ricerche; i servizi consultivi agli Stati membri. Occorre però rilevare che l'inquinamento radioattivo nell'ambiente umano ha un ruolo del t u t t o trascurabile rispetto ad altre forme di inquinamento.

Ci sono essenzialmente due questioni rela-tive all'ambiente, nel settore di attività dell'Or-ganizzazione dell'aviazione civile internazionale ( I C A O ) : il rumore degli apparecchi in prossimità degli aeroporti e il « boom sonico » derivante dall'utilizzazione di apparecchiature superso-niche per il servizio commerciale.

Sono state indette riunioni per studiare questi problemi e sono stati messi a punto dei metodi intesi a definire la misurazione del rumore suddetto e i limiti della tolleranza u m a n a al medesimo.

Il Consiglio dell'IcAO ha elaborato un piano di azione che comporta diverse tappe per trat-tare il problema del « boom sonico ».

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Passando alle organizzazioni di carattere regionale, notiamo anche qui iniziative di note-vole interesse.

Il Consiglio d ' E u r o p a riveste, senz'altro, un ruolo di avanguardia. Dalla sua creazione, nel 1949, questo ente cui aderiscono diciassette Paesi, ha concluso una settantina di conven-zioni e di accordi che riguardano t u t t i i campi della vita dei popoli europei. Anche qui, quando una convenzione o un accordo sono ratificati

Fig. 8 - Q u e s t a f o t o è s t a t a s c a t t a t a a Parigi.

da uno Stato, divengono per esso vincolanti. Taluni accordi hanno trovato un'ampia ade-sione; non è questo, purtroppo, il caso della convenzione che pone dei limiti all'uso dei detersivi, dato che solo cinque Stati l'hanno per ora ratificata.

Una nuova convenzione è in preparazione e riguarderà i bacini internazionali di drenaggio. Gli Stati firmatari si impegneranno ad una col-laborazione reciproca per prevenire e annullare l'inquinamento riguardante le zone dei bacini di loro competenza. Verranno create commis-sioni internazionali per ciascun bacino, con poteri di supervisione, di accertamento delle responsabilità per i danni dell'inquinamento e di decisione nelle controversie.

È stato il Consiglio d'Europa a proclamare il 1970 Anno europeo della conservazione della natura. Nel febbraio di quell'anno, numerose personalità, uomini politici, alti funzionari, esperti internazionali, scienziati e industriali parteciparono ad una Conferenza europea sulla conservazione della n a t u r a che fissò le grandi linee di un'azione da intraprendere t a n t o sul piano nazionale che su quello internazionale.

Numerose sono state le singole iniziative finora realizzate. Dalle risoluzioni dei Delegati dei ministri (come quella, recente, sull'introdu-zione nell'insegnamento di nozioni riguardanti la conservazione della natura) alle conferenze (come quella indetta per giungere ad una caratterizzazione globale del danno derivante dall'inquinamento atmosferico nei Paesi