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Capitolo 4: La Via Francigena

4.2 Le iniziative per l’implementazione e la valorizzazione dei percorsi della

4.2.1 B – Il Progetto Interregionale Via Francigena

La Via Francigena costituisce a tutti gli effetti un sistema turistico territoriale ai sensi della legge quadro 135/2001, che all’articolo 5 definisce gli STL come «contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate». È in questo filone che nel 2005 nasce il progetto interregionale «La Via Francigena», finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle Regioni aderenti: Toscana (capofila), Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Lazio. Scopo del progetto è la creazione di un prodotto turistico francigeno, sul territorio italiano, che ricalchi il percorso storico ufficiale descritto da Sigerico nel suo diario. Le regioni intendono, dunque, implementare attività come l’individuazione di un percorso definito, la realizzazione di segnaletica uniforme, la messa in opera di una rete di punti di informazione, il censimento dell’offerta ricettiva, ristorativa e di altri servizi turistici, la promozione di eventi, la realizzazione di materiale promozionale e attività di formazione del personale (AEVF, 2011, p.69).

14 La storia dell’evoluzione del percorso francigeno è tratta da A. Conte, Via Francigena: un

percorso in continua evoluzione, in Cammina Francigena, blog, a piedi, consultazione: marzo 2016, http://www.camminafrancigena.it/it/resource/blog/AlbertoConte/francigena-un- percorso-continua-evoluzione-di-cont/.

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Le finalità del progetto sono: «valorizzazione dei territori interessati attraverso uno sviluppo sostenibile delle attività turistiche e terziarie, creazione di segmenti innovativi d’offerta, integrazione degli interventi promozionali connessi ai settori del turismo, delle produzioni agro-alimentari e artigianali, fidelizzazione dei turisti interessati ad un’offerta culturale e ambientale qualificata, destagionalizzazione dei flussi turistici»15.

Documenti operativi portanti del progetto sono il manuale «Via Francigena: una nuova offerta turistica italiana» e il Master Plan, che hanno «l’obiettivo di fornire indicazioni e linee guida per la progettazione, realizzazione, comunicazione, commercializzazione e gestione di un prodotto turistico intergrato incentrato sui bisogni, i credi e le aspettative del viaggiatore/turista/pellegrino lungo la Via Francigena», in modo da aiutare gli enti locali nella creazione di un prodotto che consideri il visitatore francigeno un ospite cittadino, e in modo da valorizzare buone pratiche, spingere verso la creazione di sinergie, pianificare un sistema integrato di servizi, favorire il principio di sussidiarietà, fornire assistenza nella pianificazione degli investimenti futuri16.

Inoltre, la Regione Toscana redige il Masterplan della Via Francigena, documento tecnico atto ad individuare le infrastrutture leggere e a zero impatto ambientale nel tratto toscano (Passo della Cisa-Radicofani) (AEVF, 2011, p. 69). Di questo documento si tratterà più dettagliatamente nei prossimi paragrafi.

Ulteriore obiettivo del progetto è l’implementazione, affidata ad AEVF, di un portale unico che permetta l’integrazione delle informazioni e il contatto fra i territori aderenti (oggi www.viefrancigene.org).

Il documento operativo «Via Francigena: una nuova offerta turistica italiana» delinea la struttura del progetto, individuando 11 azioni:

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Giunta Regionale Toscana, D.G.R. 1166 del 05/12/2005: Legge 135/2001 art. 5 comma 5 Adesione ai progetti di cofinanziamento interregionali turistici anno 2005, allegato A

16 Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Lazio,

Progetto Interregionale «Via Francigena, per una nuova offerta turistica Italiana», cofinanziato ai sensi della l. 135/2001, art. 5, comma 5, p. 2

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1. metodologia, criteri e parametri per la definizione dei percorsi.

Il progetto intende individuare diverse tipologie di tracciato, quello pedonale, quello ciclistico, quello equestre e quello automobilistico. Purtroppo, l’implementazione dei quattro percorsi (che potrebbero o dovrebbero coincidere solo in alcuni casi) è stata realizzata in limitati tratti (i comuni toscani di Castelfiorentino, Colle val d’Elsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni e San Gimignano rappresentano, in questo senso, delle buone pratiche). Si prevede, inoltre, la realizzazione di punti tappa attrezzati e con pannelli informativi sulla località cui si è giunti, e si invita ad una particolare attenzione all’abbattimento di barriere architettoniche in un’ottica di turismo accessibile;

2. proposta di segnaletica di percorso per la Francigena, coerente con il manuale realizzato da AEVF;

3. Individuazione di standard comuni nell’erogazione dei servizi di accoglienza ed informazione, con definizione di indicatori di qualità per valutare il loro raggiungimento, nell’ottica di creare valore aggiunto sia per il visitatore che per i fornitori dei servizi, grazie al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza;

4. criteri generali per garantire l’informazione e l’accoglienza locale lungo il percorso. In particolare, devono essere garantiti un’informazione chiara, completa, aggiornata e servizi di accoglienza indispensabili quali strutture ricettive, ristorative, trasporto locale e assistenza tecnica;

5. individuazione di standard strutturali degli edifici pubblici di informazione e accoglienza turistica, sempre grazie alla messa a punto e al monitoraggio degli standard di qualità;

6. individuazione delle caratteristiche che dovrebbe avere l’offerta del prodotto turistico Via Francigena, grazie all’identificazione delle esigenze dei target specifici di riferimento e alla conseguente costruzione, attorno al prodotto core, di servizi di supporto, di agevolazione e della sfera del prodotto ampliato: essi sono, infatti, essenziali nel soddisfacimento dei bisogni di target diversi di visitatore, dunque per la diversificazione del prodotto;

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7. i criteri per l’adozione di un disciplinare per imprese ricettive, di ristorazione e dei servizi che fanno parte del prodotto, che comprende la proposta di creazione di un marchio di qualità che identifichi l’offerta francigena ed un certo livello di qualità ad essa associato. Questo permetterebbe di fomentare la competitività delle imprese e di andare incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più in cerca di garanzie qualitative. Anche in questo caso, la Regione Toscana è stata presa a modello come caso studio d’eccellenza;

8. una proposta per la costruzione di un database in grado di censire, selezionare, aggiornare e mettere in rete l’offerta, non solo per la Via Francigena, ma che coinvolga anche gli altri itinerari europei. Ruolo fondamentale, a questo proposito, sarebbe svolto dalle moderne tecnologie di georeferenziazione;

9. una proposta riguardante una «Carta dei servizi del turista e pellegrino», nata dall’esigenza di fornire una garanzia di qualità, di mettere nero su bianco i diritti del visitatore e di assicurare azioni di riparazione in caso di disservizio;

10. una proposta di linea di comunicazione, comprensiva dell’individuazione dei mezzi di informazione e comunicazione idonei a veicolare il prodotto a seconda della diverse specificità;

11. una proposta di modalità di commercializzazione.

Senza entrare nei dettagli di ogni linea di azione, si tiene a sottolineare l’attenzione nei confronti di aspetti come la qualità, il sistema integrato di standard di servizio e la carta del visitatore, la customer satisfaction, la cultura dell’accoglienza per la serenità dell’ospite, ma anche dell’ospitante, nonché la collaborazione, il lavoro comune, lo scambio di esperienze, in un’ottica di prodotto in cui la collaborazione fra attori produce un risultato migliore della somma dei risultati che ogni soggetto avrebbe potuto conseguire singolarmente. Sono, quelli appena elencati, elementi fondanti dello sviluppo turistico sano e sostenibile richiamato precedentemente. Il progetto ha, in questo senso, voluto proporsi come cabina di regia delle singole iniziative regionali, che – ricadendo sotto lo stesso ombrello – hanno

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potuto essere inserite in un filone coerente ed omogeneo di azioni di sviluppo, senza incorrere nel rischio ed essere soffocate dal peso della standardizzazione eccessiva che avrebbe annichilito le peculiarità e le eccellenze locali. Molto interessanti sono i progetti nati a livello delle singole regioni. Nei prossimi paragrafi verranno, in particolare, dettagliati quelli inerenti alla Toscana, poiché la regione è spesso portata come buona pratica in ambito di progetti sulla Via Francigena, ed anche perché costituisce il territorio oggetto della trattazione in corso.