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Capitolo 2: La valorizzazione gli itinerari culturali e di pellegrinaggio come

2.5 Itinerari culturali: casi studio

2.5.4 Gli Itinerari del Patrimonio di Al-Andalus

Il Legado Andalusì (sede: Granada) è una fondazione pubblica creata nel 1995 per iniziativa del Governo della comunità autonoma dell’Andalusia, in collaborazione con i Ministeri al Turismo, Commercio e Sport e alla Cultura regionali, con l’obiettivo

di riqualificare, valorizzare e promuovere la cultura ispanico-musulmana attraverso risorse come la cultura, l’arte, la storia e le tradizioni che legano la penisola iberica al mondo arabo, con i territori mediterranei e con l’America Latina. La fondazione cerca dunque, tramite il suo operato, di creare consapevolezza sul ruolo che la Spagna, e in particolare l’Andalusia, hanno avuto nello scambio e nel dialogo tra Oriente, Occidente e America Latina, grazie alla condivisione di secoli di storia, che ha favorito la comprensione di culture diverse: promozione del turismo culturale e rurale, valorizzazione delle arti tradizionali, tutela del patrimonio artistico e monumentale (Khovanova-Rubicondo, 2011, p. 150).

Il Legado promuove lo sviluppo di nove itinerari su tutta la penisola iberica. Tutti conducono a Granada attraverso vie storiche dedicate a diversi usi (www.culture-routes.net). Essi non sono, dunque, vie di pellegrinaggio, o almeno non esclusivamente. Inoltre, il Legado cura la realizzazione (ancora in fase progettuale) di tre vie culturali transnazionali che coinvolgono i continenti africano, asiatico e americano. Si è deciso di includere il caso fra quelli presi in esame prima di tutto perché la sua coerenza col tema in oggetto, dal momento che questi itinerari costituiscono un ottimo esempio di sviluppo turistico lento e sostenibile attraverso un prodotto complesso ed integrato. Inoltre, si è ritenuto importante, soprattutto nella congiuntura politica internazionale attuale, portare un esempio che controbattesse al forte sentimento di intolleranza che attanaglia il mondo odierno, e alle cui indegne conseguenze assistiamo quotidianamente.

Figura 6: logo della Fondazione (Khovanova-Rubicondo, 2011)

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L’operato del Legado Andalusì ci è sembrato, in questo senso, perfettamente calzante: esso promuove il dialogo interculturale su larga scala, il turismo culturale, sostenibile, responsabile e consapevole, tant’è Al Andalus non solo fa parte degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa, ma nel 2004 ha addirittura ricevuto la certificazione di Grande Itinerario per la propria importanza in termini di cooperazione, opportunità per i giovani, iniziative e dialogo interculturali (www.culture-routes.com). Inoltre, l’UNESCO ha inserito gli itinerari di Al Andlaus nel programma Routes of Dialogue, anche se il progetto è attualmente concluso (www.unesco.org).

Khovanova-Rubicondo (2011, p. 152-153) elenca le azioni curate dal Legado nell’implementazione dei nove itinerari: accordi di collaborazione con le amministrazioni locali, aggiornamento di database contenenti informazioni su patrimonio, attrazioni e servizi turistici, manutenzione della segnaletica di cui sono provvisti tutti e nove gli itinerari, installazione di uffici informazioni in ogni città, stampa di pubblicazioni turistiche, catalogazione dei servizi, cura dei rapporti con i collaboratori facenti parte della rete.

Particolarmente interessanti sono i risultati di un sondaggio, condotto nella cornice di un più ampio studio europeo, precedentemente già citato13, fra le piccole e medie imprese maggiormente attive sul territorio andaluso. Gli associati al Legado sono oggi centinaia (soprattutto fornitori di servizi turistici), dispongono dell’utilizzo del brand della fondazione, sono promossi come collaboratori nel suo sito e beneficiano degli eventi a tema organizzati nelle cittadine presenti sul percorso. Inoltre, nel 2009 è stata istituita la card «Amici del Legado Andalusì», che offre benefici e sconti presso gli esercenti associati, con lo scopo di promuovere gli itinerari ed i territori da essi attraversati.

I risultati ottenuti nel sondaggio ci hanno colpito per la loro eloquenza su un aspetto che spesso è indicato come lacunoso: la collaborazione fra

13

Si veda, a tal proposito, K. Khovanova-Rubicondo (a cura di), Impact of European Cultural Routes on SMEs’ innovation and competitiveness, Competitiveness and Innovation Framework Programme of the European Commission, 2011, pp. 150-175

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stakeholder. I dati che abbiamo ritenuto maggiormente notevoli, fra quelli esposti, rilevano che:

- tutte le imprese intervistate hanno una qualche sorta di collaborazione con gli itinerari, per cui quantomeno forniscono informazioni al riguardo. Alcune di esse, inoltre, sono collocate in edifici storici collegati ai temi caratterizzanti gli itinerari. Questo tipo di collaborazioni è iniziato nella maggior parte dei casi non prima del 2008, ma in qualche caso si risale anche ad anni precedenti;

- anche se non si può parlare di entrare direttamente connesse al prodotto itinerari, gran parte delle PMI intervistate ha notato miglioramenti nella propria attività commerciale dall’inizio della collaborazione (60%), sono state incluse in pacchetti turistici (70%) e ritengono che la loro partecipazione al progetto degli Itinerari di Al Andalus sia fonte di vantaggio competitivo rispetto alle imprese non aderenti (90%);

- il 70% dei partecipanti al sondaggio utilizza regolarmente il marchio Al Andalus nelle proprie attività;

- il 53% fornisce informazioni su altre attività facenti parte del network, il che implementa lo spirito di collaborazione e di reciproco sostegno e dialogo;

- i rispondenti hanno fornito suggerimenti su aree da migliorare e implementare, quali l’area marketing e la promozione a livello internazionale, le occasioni di contatto e confronto fra gli stakeholder e fra le attività facenti parte del progetto.

Si è ritenuto importante evidenziare questi risultati in quanto sono molto indicativi della predisposizione a collaborare dei territori presi in esame. Come precedentemente affermato, infatti, essere capaci di unire le forze è oggi una componente essenziale per creare vantaggio competitivo, nonché per intraprendere percorsi di sviluppo sostenibile, impraticabili se non partecipati. Il caso riportato mostra alcune lacune e aree da implementare (per esempio, anche in termini di formazione degli operatori), ma i risultati del sondaggio lasciano chiaramente trapelare una disposizione, se non

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addirittura una richiesta, di collaborazione e di maggiore fluidità dei rapporti. In un contesto in cui spesso la realizzazione di network e prodotti integrati è ostacolata dalla farraginosità dei rapporti fra gli attori e dalla poca disponibilità alla condivisione, il caso del Legado Andalusì appare una buona pratica rilevante ai fini della trattazione sugli itinerari culturali.

78 75,00% 24,00% 1,00% A piedi In Bici A Cavallo 65,00% 35,00% Uomini Donne