• Non ci sono risultati.

b Il linguaggio comune, gli accrescitivi e i diminutivi.

GUGLIELMO GIANNINI.

5.4. b Il linguaggio comune, gli accrescitivi e i diminutivi.

Come nel saggio e nei discorsi parlamentari, Giannini tende ad argomentare le sue idee attraverso degli sketch di vita ordinaria, di cui, a volte, diventa protagonista lui stesso, con l’intento di esemplificare e rendere facilmente comprensibile la sua visione politica per mezzo di rappresentazioni vivide, che concentrano l’attenzione del destinatario non sui principi generali ma sulla struttura e i meccanismi particolari (costruiti ad hoc) della scena narrata. La metaforizzazione costringe il ragionamento alla logica del racconto che viene acquisita e viene trasformata in principio generale di spiegazione della vita politica, senza tener conto delle diversità che sussistono tra politica e singolo evento della vita quotidiana.

Questa tecnica argomentativa incide sullo stile del giornalista che propende ad immettere nella sua scrittura un linguaggio basso e turpiloquio. Nella lista del vocabolario si trovano in hapax alcuni termini che raramente si troverebbero negli scritti di giornalisti e politici della Prima Repubblica: bagascia (1), coglioni (1)249, impermeabile paracqua (1), mattonaio (2), o

milady (1) con valore vocativo, per richiamare ipoteticamente l’attenzione della Regina Elisabetta d’Inghilterra:

bagascia (254) Sarebbe come voler riconquistare, pagandola a caro prezzo, una screditata bagascia, già goduta gratuitamente quando era giovine, bella e appassionata.

coglioni (255) […] del partito socialista italiano ci rompono i coglioni con la loro ignobile rissa […].

mattonaio (256) Siete un funzionario sindacale di cui so benissimo chi paga lo stipendio. State dicendo delle volgari demagogie perché tentate di far credere che chi fa tutto, qui è il mattonaio, e che

248 C’è solo un’occorrenza dell’aggettivo nascosto ma è relativo ad un episodio immaginato su

una munta delle vacche tra Peppone e Don Camillo (personaggi derivati dai romanzi di Giovannino Guareschi) che non si è ritenuto interessante rilevare.

133 l'opera mia è inutile e diretta solo a sfruttare della povera gente

che lavora!

milady (257) Sull'Inghilterra splende una stella, che può segnare l'inizio d'una nuova storia. Riflettete, Milady: avete vinto la guerra con l'aiuto d'un mondo disunito, anche prima della fine del conflitto militare.

L’uso di termini bassi o di vocativi inappropriati al ruolo che la persona invocata detiene fanno sì che il mittente si metta sullo stesso piano, o addirittura al di sopra, dei suoi ipotetici interlocutori politici. Il destinatario reale, il lettore, si immedesima con il mittente e sente di poter assumere anche lui assumere un ruolo paritario, altrimenti impossibile nella vita reale. Il linguaggio di Giannini permette al cittadino di sentirsi al pari o al di sopra della classe dirigente, addirittura di livello internazionale. Si veda ad esempio il termine scemo (2):

scemo (258) Stalin, lo Czar e Autocrate di tutte le Russi, che si compiace d'un giuoco di bussolotti per farsi dare l'Asia e l'Europa da uno scemo e da un alcolizzato che non potevano dargli niente di ciò che promettevano.

Per ciò che riguarda gli accrescitivi c’è un interessante uso della formazione super + sostantivo e super + aggettivo: superbestia (2) e supervalore (1) non attestate da vocabolario e superbomba (1), supernazionale (2) di uso comune e basso uso250:

suberbestia (259) Il dialogo è spaventevole: e chi può contestarlo? È intervenuta la Scienza che, per bocca degli scienziati dell'una e dell'altra Superbestia, ci dice che la bomba all'idrogeno può distruggere tutta la Terra.

superbomba (260) Che è poi il risultato concreto della superbomba esplosa recentemente in una isoletta del Pacifico […].

134

supernazionale (261) L 'importanza del Piano Vanoni si rivela sempre più man mano che è portato a contatto con gli organismi nazionali e supernazionali che debbono realizzarlo.

supervalore (262) SUPERVALORE DEI PICCOLI251.

Si trovano poi fregnone (1), grandone (1), maneggione (1):

fregnone (263) IL FREGNONE D'ORO252

grandone (264) È un’ipotesi audace questa d'una “supervalorizzazione dei piccoli” in presenza della troppo grande grandezza dei grandoni253.

maneggione (265) Questo non significa però l'abbandono al suo destino del popolo meridionale, bensì l’abbandono dei maneggioni, degli attivisti funzionarizzati, dei percepitori di stipendiucci e prebendine nei vari centri grandi e meno grandi dell'Italia del Sud […].

Tra i diminutivi si hanno invece funzionarietto (1), giornalino (2), maneggione (1), palazzetto (1), prebendina (1), pezzetto (3), schiaffetto (1), stipendiuccio (1):

funzionarietto (266) Errore: il giorno in cui lo Stato sarà padrone di tutto ogni funzionarietto diventerà un dittatore e saremo in pieno comunismo rosso, nero o bianco.

giornalino (267) Un giornalino sindacale, molto ben stampato in macchina piana a due colori, in costosa carta patinata di mezzo lusso […].

palazzetto (268) Le continue proteste di de Nicola che davvero non se la sentiva di rimaner prigioniero nel palazzetto del Senato posero quasi subito la questione della successione […].

251 Si tratta del titolo di un articolo.

252 Anche in questo caso lo si trova nel titolo. 253 Si noti la figura etimologica.

135 Tranne pezzetto, riferito a un brano di giornale254, anche in questo caso la

funzione dei diminutivi è di abbassare il prestigio del referente del nome. 5.4.c. Conclusioni terza sezione.

Il linguaggio di Giannini sembra dunque cambiare leggermente nella narrazione giornalistica per il più ampio utilizzo di volgarismi, disfemismi (anche attraverso delle neoformazioni), ma continua a mantenere gli schemi semantico-cognitivi presenti già nel saggio del 1945. Ciò è dovuto in parte al genere testuale: con il giornale si ha più libertà nella costruzione testuale e nello sfruttamento dei processi di formazione linguistica più arditi, si lascia spazio a dialoghi diretti, a piccole scenette, commedie che rappresentano in maniera più immediata le formazioni concettuali portate avanti dalla narrazione saggistica o dagli interventi delle sedute parlamentari; si usano parole disfemiche come fregnone o coglioni e neoformazioni come superbestia. Il linguaggio comune, della quotidianità, gli accrescitivi e i diminutivi svolgono invece la stessa funzione in tutti il suo discorso pubblico, sia di tipo saggistico sia di tipo giornalistico.

Il vero e proprio cambiamento risiede piuttosto nella specificazione della categoria politica in qualità di avversario del popolo: se nel 1945 tutti i politici sono dei nemici, nel 1955 lo diventano soprattutto i comunisti.