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GUGLIELMO GIANNINI.

5.2. f Capi e folla: la LIBERTÀ

L’eccesso di potere esercitato dai capi e di cui è vittima la folla mette in rilievo un’altra parola chiave, uno tra i temi principali del discorso qualunquista: la libertà. Il suo campo semantico occorre nel saggio per 265 occorrenze così ripartite: libertà (163), libero (53 di cui 8 al maschile plurale, 6 al femminile singolare e 1 al femminile plurale), liberare/liberarsi (25 presenze di forme verbali), liberamente (11), libera (7, di cui 1 plurale), liberazione (5), liberticida (1).

Libertà si presenta per quarantacinque volte nella locuzione libertà di: per ventidue volte ad essa segue una nominalizzazione di un’attività quotidiana; per sei volte si trova nel sintagma libertà di stampa. Le nominalizzazioni si ottengono per conversione o derivazione: si va dal più generico vivere (4) a descrizioni di attività più particolarizzate come gioire (1), esprimere (1) mangiare (1) con variante nutrirsi (1), lavorare (1), viaggiare (1), dolcificare

90 (1), navigazione (1), etc. Per diciassette volte compare invece nella locuzione

libertà civile:

libertà civile (83) […] per far applicare e rispettare le leggi della libertà

civile, deve sforzarsi in tutti i modi, impiegare tutte […]. libertà di… (84) […] libertà concessa all'uomo non analfabeta: la libertà

di sapere.

libertà di stampa (85) […] una formidabile campagna di stampa, sopprime la

libertà di stampa.

La libertà ha una correlazione positiva con la folla mentre è in rapporto negativo con i capi. Guardando ai cotesti del lemma, infatti, sono questi ultimi la causa del suo venirne meno:

capi (86) […] La violazione della legge da parte del Capo annulla la

libertà civile; l'annullamento della libertà civile rimette tutti

in possesso della libertà […].

folla (87) Tutto quello che formava la potenza della Comunità, ossia

libertà di traffici e conseguente ricchezza […].

L’aggettivo libero è riferito sia all’uomo sia alle istituzioni. Il 33,96% riguarda lo statuto naturale e divino, per cui l’uomo è libero in quanto così ha voluto la legge divina di cui Giannini cita soprattutto il primo comandamento («Non avrai altro Dio al di fuori di me»). Il 15,09% dell’uso dell’aggettivo riguarda invece le istituzioni, soprattutto in riferimento al possibile sistema istituzionale proposto nel saggio. Circa il 7% è attribuito invece al commercio e l’industria. Il restante 43,95% è riferito al desiderio di essere libero, proprio dell’uomo (5,6%) e genericamente a un senso di libertà da affanni e ostacoli (38,35%).

commercio (88) […] cambio e tutti gli alti inconvenienti che solo il

libero commercio può evitare - la rarefazione di

91

istituzionale (89) […] rappresentativo - si obbietta - ci sono le libere istituzioni democratiche attraverso le quali […].

naturale (90) […] assoluto padrone, e facendoti Mio servo, ti faccio

libero verso chiunque.

altro (91) […] senza commettere un delitto; b) poiché la maggioranza dell'umanità vuol essere libera di esser buona, pacifica, […].

Le forme verbali si ripartiscono tra 14 forme di liberare e 11 di liberarsi. Il significato del primo verbo viene continuamente negoziato all’interno del saggio. Per quattro volte, infatti, il cotesto che lo precede o segue lo nega: gli agenti della liberazione in questo caso sono sempre e solo i capi. Nelle occorrenze rimanenti, la libertà a cui si fa riferimento è diversa da quella politica:

negoziato (92) […] de la città; il gruppo 2 si riorganizza e torna a

liberare la città: e ogni volta la città subisce offese […]. non negoziato (93) […] si spoglia volontariamente di ogni autorità, libera i

figli, li dota perché a loro volta si formino […].

In (92) la negoziazione avviene tramite implicatura: l’opposizione che si crea tra liberare e subire offese nega la presupposizione comune per cui una città libera sia al di fuori di ogni tipo di offesa; essa nega, conseguentemente, anche la stessa informazione della prima parte del periodo, per cui il gruppo 2, i capi, avrebbero agito al fine di restituire la libertà.

La libertà vera e propria sembra derivare piuttosto dal solo diritto naturale e divino o dalla sapienza. A questo valore divino si lega anche una delle occorrenze di liberazione:

Quando invece ha a fare con i capi non è mai vera libertà, come già si è visto in (92).

liberazione (94) «[…] è il tono della prima parola che dà questo significato di liberazione al primo comandamento […]»

92 Il verbo liberarsi, col significato di ‘sbarazzarsi’ ha come suo oggetto sia la

folla sia i capi: nel primo caso l’agente è il politico, nel secondo il cittadino o il politico e suo oggetto è sempre un capo avversario:

liberarsi dei capi (95) Il solo, vero, temibile nemico della Folla è l’uomo politico professionale. Bisogna liberarsene.

liberarsi della folla (96) […] perché i boiardi, grandi proprietari terrieri, non

riuscivano a “mantenere la gleba” con ciò che produceva la terra; e credettero di potersi liberare dei contadini liberandoli.

L’ancoramento della libertà alle azioni quotidiane e l’affermazione secondo cui la politica è responsabile della sua violazione impongono al lettore uno schema concettuale in cui la politica è negazione della libertà nelle sue più semplici manifestazioni. Ciò suggerisce al destinatario di attivare un processo cognitivo in cui egli stesso si riconosce quale schiavo, impossibilitato a svolgere qualsiasi tipo di attività, anche solo quella di vivere. Conseguentemente, si può essere liberi solo con la distruzione della classe politica. L’uso di liberazione nella seguente occorrenza è una delle manifestazioni di questa strutturazione cognitiva:

liberazione (97) […] le esecuzioni capitali non la impressionano più: sono una liberazione, ormai […].

L’avverbio liberamente ricorre per cinque volte a caratterizzare i modi in cui la folla pensa e agisce, mentre due volte il suo uso indica una condizione esistente nel passato, ma ormai perduta a causa del cambiamento politico (così come accade in (100)). Talvolta l’avverbio subisce una negoziazione di significato, come qui si esemplifica in (99). Abbiamo visto che il verbo pagare attiva un frame legato ai concetti di PRIVAZIONE e SOFFERENZA, che, nella conoscenza comune, non appartengono solitamente a quello della LIBERTÀ, a cui rinvia invece l’avverbio. Il loro accostamento in (99) negozia il significato di liberamente che assume così una connotazione ironica: la libertà che danno i capi si paga.

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folla (98) La Comunità non chiede di meglio; ama fare da sé

liberamente, non le piace d'essere intralciata e seccata […] finta libertà (99) […] costruire il ponte monumentale su cui passano tutti

liberamente, pagando il pedaggio senza accorgersene […]. passato perduto (100) […] che sotto Luigi XIV si poteva scrivere assai più

liberamente che non in un regime di dittatura moderna […].

Dagli esempi mostrati si può sostenere che la lotta politica tra capi e folla si intende anche in termini di lotta per la libertà: lo dimostra soprattutto l’uso del verbo liberarsi (cfr. (95), (96)). Il conflitto tra le due categorie politiche può essere risolto solo eliminando la classe minoritaria, i capi, che mette continuamente in pericolo le libertà della folla.

5.2.g. Capi e folla: le variabili GIUSTO-INGIUSTO, VERO-FALSO, MANIFESTO-