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GUGLIELMO GIANNINI.

II. SECONDA PARTE: IL CONFRONTO.

8.1. Giannini e Bossi: analisi dell’esplicito.

La lista delle forme peculiari caratterizzanti il linguaggio di SB conferma le prime aspettative di analisi: le parole chiave del discorso politico di Umberto Bossi riguardano i temi che hanno caratterizzato la proposta leghista fin dai suoi esordi. Si vedano le prime dieci forme che compaiono nella lista estratta tramite software:

FORMA GRAFICA KEYNESS OCCORRENZE

Lega 398,04 302 Berlusconi 373,77 264 mi 122,45 118 partito 109,06 114 destra 95,37 74 stato 83,87 238 federalismo 74,93 53 sinistra 74,04 67 governo 73,83 166 movimento 73,22 58

Tabella 8.1: prime dieci forme peculiari in SB.

Dalla tabella si nota immediatamente che molte delle forme hanno un qualche legame concettuale tra loro: ad esempio Lega può essere collegata con federalismo e movimento; partito con destra e sinistra; destra potrebbe poi essere collegato con il nome di Berlusconi, etc. Tuttavia, solo l’osservazione del frammento su base semantico-cognitiva consente di verificare le modalità attraverso cui tali concetti siano effettivamente collegati nel tessuto testuale nel quale si caratterizzano, rilevandone gli effetti sulle rappresentazioni concettuali – i frame – che producono e definendone uguaglianze e differenze rispetto a quelle presenti nel discorso qualunquista di Giannini.

167 8.1.a. Le relazioni semantico-cognitive: differenze e somiglianze col

discorso qualunquista, le entità socio-politiche e la lotta.

Si considerino innanzitutto le prime quattro parole con più alto valore di scarto: Lega, Berlusconi, mi e partito.

Lega (398,04) e Berlusconi (373,77) sono anche le prime due parole piene a più basso rango nella word list: al ventitreesimo Lega, con 302 occorrenze, e al venticinquesimo Berlusconi, con 264; prima di questi, compaiono solo alcune parole grammaticali (come a, della, tra, etc.); mi (122,45) e partito (109,06)272

sono invece al cinquantunesimo posto e al cinquantaquattresimo, rispettivamente con 118 e 114 occorrenze.

Si pongano ora a confronto questi risultati con le prime quattro forme273

estratte dal linguaggio peculiare di SF derivato dal confronto con SB:

FORMA GRAFICA KEYNESS OCCORRENZE

folla 391,3 296

capi 302,47 237

comunità 179,01 145

capo 176,98 234

Tabella 8.2: valori di keyness delle forme attivatrici del frame POLITICO in SF. Le quattro forme raccolgono i vocaboli che esprimono le due entità socio- politiche fondamentali alla costruzione della rappresentazione politica nel saggio di Giannini: da una parte la folla e dall’altra i capi274.

Questi dati suggeriscono l’ipotesi una differenza strutturale nella costruzione semantico-cognitiva tra discorso politico leghista e qualunquista. Mentre il saggio di Giannini è organizzato su una base dicotomica, in cui due gruppi socio-politici ampi, capi e folla (rispettivamente classe dirigente e resto della cittadinanza), sono in contrasto tra loro, quello di Bossi sembra invece

272 Alla forma partito sono da aggiungere le occorrenze della forma al plurale: si arriva così a

167 occorrenze totali.

273 Le prime quattro sono anche i termini che descrivono i due attori principali della politica

nella descrizione di Giannini.

274 Bisogna annotare una differenza tra le quattro forme: mentre capo si include

necessariamente entro il concetto di classe politica, quello di comunità è prevalentemente sinonimo di folla ma può assumere anche l’accezione più larga con la quale ingloba anche la categoria dei capi, come detto a p. 76.

168 trovare almeno tre entità protagoniste e tutt’e tre numericamente limitate: il

partito Lega, che conta i soli suoi componenti, l’individualità di Silvio Berlusconi, e gli altri partiti, siano essi di destra o di sinistra. Manca invece un riferimento al popolo.

L’ipotesi viene confermata dai contesti di occorrenza e dai rapporti che essi instaurano su un piano cognitivo.

In SB la forma Lega tende ad assumere sia le caratteristiche della folla sia le caratteristiche dei capi: ha un ruolo politico e la sua antinomia si esprime nei confronti degli altri partiti. Lo si rileva, per esempio, dalla percentuale di attribuzione del sostantivo lotta275 di cui le diciotto occorrenze vanno a

coprire per il 72% l’opposizione tra Lega e altre forze politiche, mentre il restante 28% si riferisce alla lotta politica in generale e a quella del popolo contro la politica, comunque rappresentata dall’azione del partito.

Confrontando l’insieme semantico già realizzato per Giannini riguardo al concetto di CONTRASTO276, in SB si trovano i seguenti termini: avversario agg.

(2), avversario sost. (7), battaglia (15), combattere (5), conflitto (9), conflittualità (1), contrastare (1), contrasto (2), contro (75), difendere (9), difesa (8), esercito (5), guerra (18), guerriglia (5), fronteggiare (3), lotta (18), lottare (1), nemico (22), ostilità (2), polemica (6) sconfitto (1), sconfitta (4), scontro (15), vincente (4), vincere (3), vittoria (18).

Per l’89,18% l’insieme lessicale è utilizzato per descrivere la lotta politica. La percentuale rimanente riguarda domini concettuali diversi: difendere e difesa sono usati anche per indicare azioni di ambito giudiziario o economico, mentre esercito, guerra, guerriglia hanno talvolta un valore più propriamente militare277.

La Lega assume il ruolo di chi dichiara o si prepara allo scontro:

avversario (1) Il pentapartito che tornava, astutamente travestito, avrebbe avuto buon gioco, anche perché la sinistra, che si trovava appena all'inizio della sua marcia verso la

275 Il verbo compare solo una volta in lottano ed è riferito ai magistrati. 276 Cfr. p. 83.

169 socialdemocrazia, preferiva legittimare Berlusconi come

avversario […].

contro (2) Tutti gli altri, allineati e coperti a favore del Berlusca e

contro quel matto di Bossi.

difendere (3) C'era un'ansia dentro di me, inutile nasconderlo: la storia non sopporta mistificazioni quando si tratta di difendere libertà democratiche e lo Stato di diritto.

guerra (4) Levammo i calici, sotto i lampadari di cristallo di quella specie di reggia. Sapevo già allora che brindavamo all'inizio di una guerra.

lotta (5) Una Lega di lotta e di governo, che non avrebbe lasciato addormentare le coscienze dei cittadini […].

nemico (6) Chi invece, come Berlusconi, dice l'Etat c'est moi, lo Stato sono io, oltre ad apparire ridicolo nella pretesa di emulare il re Sole, è anche un nemico mortale di federalisti, liberali e democratici.

La correlazione tra Lega e insieme semantico del CONTRASTO in termini di lotta politica pone almeno due differenze con la narrazione di Giannini, una di tipo semantico e l’altra di tipo concettuale:

1) l’insieme semantico del CONTRASTO nel discorso di Bossi opacizza l’accezione militare di alcuni termini (che invece era largamente presente nel discorso qualunquista)278 a favore di un significato

figurativo;

2) la Lega si configura all’interno della classe politica (quella dei capi secondo il discorso gianniniano). Questo spiega anche l’alta frequenza della parola partito279: tema del discorso di SB sono i contrasti interni al sistema partitico tradizionale.

La narrazione della Lega si avvale anche di una struttura semantica a connotazione positiva, ad esempio secondo concetti di CAPACITÀ, SICUREZZA, PUREZZA, VITTORIA, tesi a rappresentarla nel ruolo di garante, capace, in quanto

278 Cfr. paragrafo 5.2.e., p.82. 279 Si veda tabella 8.1, p. 166.

170 puro e onesto, di vigilare sulla meschinità degli altri attori politici. Si osservino

gli esempi seguenti:

capacità (7) Faceva e fa paura, un partito capace di muoversi rapidamente e di scegliere il terreno più congeniale per la battaglia280.

incontaminato (8) Alle domande dei giornalisti risposi all'inizio con molta calma, dissi che mi assumevo ogni responsabilità politica, che un partito giovane e incontaminato come la Lega aveva bisogno di aiuto.

vigilare (9) Volevo evitare sorprese, giochi oscuri, nuovi episodi da strategia della tensione. E infatti nulla di tutto questo è accaduto, perché la Lega ha vigilato.

vittoria (10) Non è stata l'azione coraggiosa dei magistrati a rendere possibile la svolta politica, ma il contrario: la vittoria della

Lega e la sconfitta dei partiti politici tradizionali ha affrancato i

giudici da un'annosa schiavitù.

I riferimenti alla autenticità e alla purezza sembrano rinviare a quella dialettica di MANIFESTO-NASCOSTO, VERO-FALSO già individuata per Giannini e per cui la Lega assume sempre la variabile a sinistra dell’opposizione, avvicinandosi così alla folla e al movimento qualunquista281.

Sul piano del VERO si trovano lealtà (2), lealmente (2), onestà (2), onesto (3), sinceramente (1), sincerità (1), verità (21), vero (34).

lealtà, sincerità (11) L'ho sempre detto, per me sincerità e lealtà sono un impegno davanti al popolo, non davanti ai protagonisti di quella specie di postribolo che è il Palazzo della politica.

onesto (12) Vogliamo forse credere che Di Pietro sia stato il primo magistrato onesto e animato da sana passione per le indagini nella pubblica amministrazione, fra le migliaia che si sono succeduti nelle procure di tutta Italia?

280 Il partito a cui si riferisce è la Lega. 281 Cfr. paragrafo 5.2.c., p.75.

171

onestà (13) Il Piano della P2 prevedeva la nascita di «club composti da esponenti della società civile inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà». E Forza Italia disegna club formati da «persone perbene, di buon senso».

L’aggettivo vero e locuzioni come la verità è che qualificano soprattutto i contenuti delle affermazioni dell’oratore politico. Lo stesso vale per aggettivi e avverbi come chiaramente (3)282, chiaro (34).

chiaramente (14) Ricordo che fui il primo, in quella campagna elettorale, a parlare chiaramente di antitrust.

chiaro (15) Sia chiaro, su queste cose può dire una parola chiara solo la magistratura, ammesso che abbia voglia di muoversi contro i nuovi potenti, come si è mossa contro i vecchi quando questi erano già caduti, abbattuti dalla Lega.

verità (16) La verità è che nessuno, prima dell'aprile '92, ha potuto muoversi liberamente e proseguire nelle indagini […].

vero (17) Il vero obiettivo della politica industriale nel Sud dev'essere la creazione di un tessuto di piccole e medie aziende sane.

Anche la dicotomia concettuale di GIUSTO-INGIUSTO è presente in SB con giustizia (9)283, giusto (4), che il mittente si propone di ridefinire.

(18) Contro di me, invece, la magistratura si è mossa al primo avviso di garanzia - e per un semplice regalo, non per una tangente - applicando così una specie di responsabilità oggettiva che ripugna a un elementare

senso di giustizia. Le ho dette queste cose, a Di Pietro, quando ci siamo

visti a Palazzo di giustizia, prima che cominciasse l'interrogatorio vero e proprio.

Si implicita qui che la Magistratura abbia fatto riferimento ad un tipo di giustizia che è contro quella ritenuta elementare dallo scrivente e che ciò sia

282 Solo in un’occorrenza è avverbio che non si lega al verbo parlare: «[…] le ha stabilizzate

fissando un limite alle concentrazioni – tre reti – chiaramente inadeguato»; nell’altro caso, infatti, troviamo: «Io avevo detto chiaramente […]».

172 dovuto alla corruzione (per un regalo) dell’organo giuridico: ne deriva che la

vera giustizia è quella di Bossi, non quella della Magistratura.

Dagli esempi si nota che mentre giustizia284, lealtà e sincerità pertengono

alla Lega e al suo massimo esponente, il concetto di ONESTÀ subisce una negoziazione di significato; è messo in discussione qualora riguardi soggetti diversi dal partito e dai suoi componenti: o se ne sottolinea la banalità (per esempio nel caso del magistrato Antonio di Pietro, (12)), o se ne ironizza sull’uso che ne fanno gli altri attori politici (13). In questo v’è una somiglianza con la narrazione di Giannini, in cui la parola onesto e suoi corradicali assumono il significato proprio quando sono riferiti alla folla e lo negoziano quanto sono riferita ai capi285.

Il grande scarto per la forma mi suggerisce, inoltre, che nel racconto abbia grande rilevanza la figura del mittente, che infatti compare come voce diretta nelle parti aneddotiche sulle sue vicende personali e nell’espressione dei suoi sentimenti. Lo prova anche il confronto con SF sulle occorrenze dei pronomi di prima persona: io, me, mi sono utilizzati per duecentosessanta volte in SB e cinquantatré volte in SF. Ma non è solo il dato quantitativo a fare la differenza. La quasi totalità delle loro occorrenze in SB ha per referente Bossi e solo quattro volte persone diverse da quella del mittente, in citazioni o dialoghi di cui si riporta lo svolgimento.