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b.3 Il CONTRASTO : la lotta, le dicotomie VERO FALSO , GIUSTO INGIUSTO , MANIFESTO NASCOSTO

GUGLIELMO GIANNINI.

5.3. b.3 Il CONTRASTO : la lotta, le dicotomie VERO FALSO , GIUSTO INGIUSTO , MANIFESTO NASCOSTO

114 L’idea di CONTRASTO, inevitabile nella stessa logica parlamentare, viene

rappresentata semanticamente secondo il seguente insieme: attaccare (19), attaccanti (1), attacco (9), avversario (33), avversare (2), avverso (1), battaglia (22), combattere (49), combattimento (3), conflitto (24), contrasto (12), contrastante (2), difendere (33), difesa (70), esercito (34), fronteggiare (3), guerra (197), lotta (presente solo come sostantivo, 22), nemico (19), offendere (10), offesa (2), opposizione234 (35), opporre (12), oppositore (8), ostile (2), ostilità (49), polemico (presente solo come aggettivo, 4), polemica (17), polemizzare (3), sconfiggere (9), sconfitta (19), soldato (20), rissa (1), vincere (11), vittoria (32), vittorioso (9).

I vocaboli più strettamente militari sono di meno rispetto al saggio e si limitano a guerra, esercito, soldato, etc. Il loro uso continua ad escludere una relazione diretta con la classe politica, estranea al combattimento vero e proprio, armato, che porta avanti invece il soldato, membro del popolo. Lessemi come sconfiggere, sconfitta, vincere, vittoria e vittorioso perdono quasi completamente il riferimento bellico per assumere quello esclusivo di ‘contrasto interno al sistema partitico’235.

Il resto degli elementi dell’insieme lascia da parte l’opposizione tra interessi del popolo e interessi della classe politica per focalizzare l’attenzione sullo scontro tra partiti. Sembra che Giannini, non rivolgendosi al popolo, non abbia più bisogno di sottolineare il contrasto tra folla e capi, ma si limiti ad approfondire quello parlamentare:

militare (181) Mandiamo questi operai fuori delle fabbriche con le paghe in tasca, lasciamo che le spendano, che acquistino, che distruggano le merci ammucchiate nei depositi! Chi può preferire che sia la guerra a distruggere quei depositi? Vorrei sentire che cosa si borbotta, perché risponderei."

politico (182) Questa fatalità del vostro totalitarismo – dicevo – nasce dall’impostazione della lotta elettorale del 18 aprile.

234 Chiaramente la maggior parte riferisce dell’opposizione in Parlamento, sia in quanto

minoranza, sia in quanto atteggiamento di opposizione nei confronti del governo.

115 Sulla base del contrasto, la variabile VERO-FALSO viene adottata anche per

strutturare il discorso parlamentare.

L’espressione semantica del VERO si opera con le parole seguenti: onestà (3), onestamente (10), onesto (14), puro (9), sincerità (18). sinceramente (10), sincero (9), verità (70), veramente (35), vero (108).

L’onestà e l’onesto sono indicati come fondamentali alla formazione di una politica costruttiva che manca al momento dell’enunciazione. Sia il sostantivo (1) sia l’aggettivo (13) si trovano infatti per il 64,70% in costruzioni frasali che implicitano o dichiarano espressamente la sua assenza. Le locuzioni che attivano tali impliciti sono il comparativo di maggioranza, che presuppone un grado di onestà insufficiente; il futuro che indica la possibilità di ottenere una lotta politica onesta; l’uso del congiuntivo esortativo; l’uso del verbo bisognare che esprime l’assenza di onestà al momento dell’enunciazione:

comparativo (183) Ora io mi domando se noi dobbiamo educare alla scuola del suicidio, del bushido, le nostre forze armate e le nostre popolazioni, o se non è più degno, più patriottico, più onesto costituire un esercito di mestiere, un esercito professionale […].

futuro (184) Oggi, voi vi trovate a questo bivio: o ricostituite il vostro partito di centro, fate una politica di centro, e avrete la lotta cortese, onesta dei vostri avversari, alla quale potrete sempre resistere e contrapporre la vostra azione […].

congiuntivo (185) Parli agli amici anglo-americani il linguaggio rude e onesto della realtà;

bisognare (186) […] bisogna dirlo con onestà, tanto io non so se ci ritorno […].

Le trentacinque occorrenze di veramente hanno funzione rafforzativa e si ripartiscono tra diciotto in presenza di un aggettivo e diciassette di un verbo:

veramente + agg. (187) Ora, nel drammatizzare questa Corte costituzionale, ridotta così in pillole, così in briciole, l’intelligenza meridionale del nostro relatore ha trovato qualcosa di veramente importante e di veramente bello, dal punto di vista artistico.

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veramente + verbo (188) Altra illusione, perché se ho veramente sofferto freddo

nei miei giri di vagabondo teatrale, uno di questi freddi terribili l’ho sopportato a Catania […].

Il VERO ricorre per il 37,75% in sintagmi usati per connotare le argomentazioni espresse dal mittente o dai suoi interlocutori.

In sei casi l’aggettivo va a rafforzare il sostantivo verità: ne deriva una implicatura con cui si suggerisce che esistano almeno due verità, quella falsa, inattendibile delle affermazioni degli altri politici, e quella vera di cui si fa portatore il mittente. Per 42 occorrenze si accompagna a termini politici come fascismo, indignazione patriottica, impero coloniale, truffa politica, rivoluzione, o a vocaboli relativi a temi diversi come stipendio, teatro, vittoria, etc. Altre tredici volte compare nella locuzione vero e proprio:

è vero (189) È vero che ci mantengono, ma non è vero che possono cessare di mantenerci da un attimo all’altro; per cui noi ce ne dovremmo star sempre in atteggiamento di umile mendicità.

vero e proprio (190) […] la voce di una vastissima categoria di cittadini italiani i quali si sono sempre rifiutati di inquadrarsi in un vero e

proprio partito e, quando l’hanno tentato, se ne sono subito

stancati.

politica (191) Io mi auguro di tornare qui, e ritengo che, comunque, sarebbe preferibile avere come colleghi gli esponenti responsabili del vero fascismo piuttosto che i nuovi dirigenti del M. S. I. che è un bizzarro partito, non fascista, ma addirittura antifascista.

altri temi (192) […] tutto viene discusso, mentre è necessario creare un clima che possa far nascere questa industria del teatro, in modo che quei pochi che sanno fare il vero teatro possano dar vita ad una industria teatrale degna di questo nome.

La sincerità e il suo aggettivo sincero sono usati per il 48,14% in relazione all’oratore Giannini, mentre per il 33,33% indicano una mancanza o necessità di schiettezza da parte della politica nel trattare determinati argomenti:

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sincerità-Giannini (193) Chiedo scusa per questo vocabolo, ma ho detto che debbo parlare con grande sincerità e quindi mi pare che “sballata” sia l’espressione più esatta e più italianamente aderente, perché caratterizza la polemica sul riarmo.

sincerità-mancanza (194) Ritengo la discussione delle due mozioni sommamente inutile, perché essa manca innanzitutto di

sincerità da tutte le parti che discutono.

sincero-Giannini (195) Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo tante commosse rievocazioni, cercherà di compiere una sana opera parlamentare: cercherà d’essere molto breve, perché desidero essere molto sincero in questo intervento […].

sincero-necessità (196) Per quanto riguarda particolarmente il movimento sociale italiano, bisogna anche qui essere sinceri e onesti.

Per il concetto di FALSO si hanno invece i seguenti termini: barare (1), bugia (2), bugiardo (1), disonesto (2), disonestà (2) falso (6), falsificare (3), ingannare (4), ipocrisia (8), ipocrita (1), ipocritamente (1), maschera (5), mascheramenti (1), mascherate (1), mascherare (4), menzogna (7), mentire (3). A tale insieme bisogna aggiungere quei termini che esprimono più direttamente il concetto di DISONESTO richiamando quello della ILLEGALITÀ e della FRODE, ovvero corrompere (1), corrotto (1), corruzione (4) truffa (3). L’81,96% ha per il ruolo di agente i partiti politici e come pazienti la comunità civile o lo stesso Giannini. La percentuale rimanente vede il leader qualunquista in qualità di agente o si riferisce a persone che non hanno a che fare con il ruolo politico, cittadini comuni, o, nel caso di maschera, riguarda il teatro:

falso (197) Non posso, a esempio, trovarmi d’accordo coi comunisti quando essi difendono un delinquente che ha mascherato la sua foia delinquenziale sotto una falsa ideologia politica […].

ingannare (198) Qui inganniamo il paese: bisogna avere il coraggio di dirlo. Ecco una delle asprezze a cui mi riferivo all’inizio del mio discorso.

ipocrisia (199) […] spendere molte parole e anche snocciolare molte di quelle comode e fruttifere ipocrisie collegate a un amor di patria inteso in senso mercantile.

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ipocrita (200) Lo vede: anche lei è un ipocrita.

menzogna (201) E questo stato di cose è durato per anni; voi avete tollerato per anni che la menzogna a carico vostro si precisasse, si configurasse e assumesse autorità dagli uomini che la pronunziavano più spesso.

Rispetto al saggio sono trattati diversamente i concetti di EQUIVOCO edERRORE che sono richiamati da equivoco (4), errore (63), sbagliare (31), sbaglio (2), già osservati nella sezione precedente236. Equivoco non si presenta più nella

formula equivoco fondamentale, ma viene usato in senso generico. Errore e sbagliare sono riferiti rispettivamente per il 96,82% e per il 74,19% alle decisioni politiche prese in Parlamento o da altri attori politici; solo in dieci casi trovano Giannini come suo agente diretto, in prima persona singolare.

equivoco (202) Appunto per questo bisogna, onorevole De Gasperi, che ella trovi il modo di chiarire l’equivoco interno del suo grande partito […].

errore (203) […] nel momento in cui tutto il mondo di colore – che è stato, per enorme errore delle democrazie occidentali, mischiato nei nostri conflitti fra bianchi civili – ha un esagerato concetto delle proprie possibilità, e si ordina in Stati sovrani […].

sbagliare (204) Nessuno ha preteso da voi che siate un partito di anacoreti; siete un partito di uomini, potete sbagliare, dovete sbagliare, altrimenti non vi rinnoverete mai.

sbaglio (205) […] di spiegare ad essa quello che era stato il regime fascista, quali erano stati i suoi sbagli, magari anche i suoi meriti, ma soprattutto quale era stata la somma di errori commessi da quel regime […].

Come nel saggio, anche nelle sedute parlamentari gli atti del mittente e, in questo caso, dei diretti destinatari si distinguono secondo l’opposizione MANIFESTO-NASCOSTO. Il primo polo viene espresso con chiaramente (4), chiarezza (1), chiaro (29), evidente (5), evidentemente (26), innegabile (1),

119 innegabilmente (5); il secondo invece si esprime con nascondere (7) e i suoi

corradicali nascondiglio (1) e nascosto (2) ma riguardano solo marginalmente le azioni politiche degli altri parlamentari.

La presenza o l’assenza di chiarezza distinguono gli atti verbali del mittente da quelli degli altri parlamentari. Il 45,16% dell’uso di chiaro e chiaramente serve a descrivere la qualità dell’atto enunciativo:

altri (206) Mi dispiace che l’onorevole Cuttitta mormori le sue interruzioni e non le dica chiare, a me che piacciono tanto perché, come oratore di solito sprovvisto, l’interruzione mi aiuta, mi dà fiato.

Giannini (207) […] ma pur non essendo nazionalista intendo dire ben

chiaro e ben alto che l’Italia, fascista, e dunque non la nostra:

antifascista e democratica, ha perduto la guerra contro gli Stati Uniti d’America e l’Inghilterra, non contro l’Etiopia, la Jugoslavia, l’Albania, la Francia e via di seguito.

(208) Ricordo anzi d’aver parlato molto chiaramente ieri a proposito degli sforzi che fa il suo ministro della difesa proprio allo scopo di prepararsi alla guerra.

altro (209) Ciò, perché è difficile per molti di noi (ed io mi metto fra questi) capire dove e quando uno scandalo è sincero, nascente dal bisogno di difendere, di proclamare, di imporre la verità, e quando, invece, lo scandalo ha altre ragioni, non voglio dire meno nobili, ma indubbiamente meno chiare.

Le locuzioni delle frasi dichiarative come è chiaro, non è chiaro, è evidente, non è evidente pongono in presupposizione il contenuto della subordinata, assumendone la veridicità direttamente da chi parla. Lo stesso fa l’avverbio evidentemente talvolta usato anche in senso ironico, dato che il contenuto di cui è predicato è inverosimile. La locuzione è innegabile e l’avverbio innegabilmente cercano invece di prevenire le eventuali opposizioni al contenuto di quanto segue nella frase:

è chiaro (210) È chiaro che, se mi trovo all’Assemblea Costituente in un settore di centro-destra nei confronti d’un settore comunista,

120 bisogna che veniamo a revolverate o che facciamo qualche

cosa insieme, altrimenti che cosa siamo venuti a fare in Parlamento?

è evidente (211) È evidente che questa neo-borghesia russa sta tentando in tutti i modi di allacciare rapporti con le borghesie degli altri paesi, e per mezzo della sua letteratura speciale, e per mezzo del suo giornalismo, e per mezzo del cinematografo, e per mezzo del teatro: è una classe nuova e, naturalmente, spesso va a tentoni.

evidentemente (212) Vi sono delle forze politiche, onorevole collega, che si autoqualificano così. Evidentemente le altre non sono forze nazionali, e io, per esempio, sarò una forza politica cinese.

è innegabile (213) Il fascismo sciolse i partiti e la massoneria soppresse la libertà di stampa; voi non sciogliete i partiti e la massoneria con decreti, ma è innegabile che la vostra strada è costellata di cadaveri di partiti.

innegabilmente (214) Questa preoccupazione è data solo dalla divisione degli animi che innegabilmente vi è nel paese riguardo alla questione regionale.

Come si vede dalla sequenza degli esempi (206)-(209) la chiarezza pertiene al mittente mentre l’oscurità agli altri parlamentari. Le occorrenze del lessico relativo al NASCOSTO lo confermano; Giannini rifiuta anche solo l’idea di poter tenere un tale comportamento:

nascondere (215) Signor Presidente, onorevoli colleghi, non posso

nascondere le preoccupazioni dalle quali sono animato… nascosto (216) […] ella non fa che creare un danno senza averne un vantaggio, ella non fa che impedire l'afflusso del danaro straniero, non fa che impedire il disboscamento del danaro nazionale, il quale è imboscato, rimarrà imboscato, e lei non lo raggiungerà dov’è nascosto.