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dal basso profilo di Deng all’impegno creativo di Xi Jinping :

3 La Cina come mebro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

3.3 dal basso profilo di Deng all’impegno creativo di Xi Jinping :

Un elemento fondamentale della strategia globale della Cina risiede nella sua visione del proprio potere e della propria influenza globale. Uno dei punti di vista che meglio riesce a descrivere la complessa realtà della “Cina internazionale” è probabilmente quella offerta da David Shambaugh, che la ritiene una “potenza parziale”125 che in diversi aspetti manca dei requisiti fondamentali a farne una potenza globale: è difatti presente ed attiva in diverse parti del globo ed in diverse funzioni, tuttavia non riesce ancora a influenzare o plasmare attori in diverse parti del mondo.

Questa definizione potrebbe apparire agli occhi di taluni un sottodimensionamento delle potenzialità cinesi, visto il lavoro ed i relativi successi diplomatici ottenuti attraverso il suo impegno nella comunità internazionale, ma la realtà è che, soprattutto se comparata alle precedenti potenze in ascesa, la Cina si è trovata a dover ridimensionare le sue pretese di prestigio mondiale a causa di una caratteristica che tuttora la contraddistingue: è estremamente povera, e lo rimarrà ancora per diverso tempo; è povera anche se la sua produzione economica lorda potrebbe essere in grado di distanziare anche quella degli Stati Uniti; è povera perché il suo reddito procapite è estremamente lontano da quello di ognuno dei paesi sviluppati. La Cina sta diventando dunque una potenza grande ma povera, dunque parziale nelle parole

125 SHAMBAUGH, David. China goes global: The partial power. Oxford University Press,

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

di Shambaugh, e questa situazione impatterà in maniera rilevante sulle sue prossime decisioni in materia di politica estera.

Durante il suo percorso diplomatico la Cina si è sempre attenuta, almeno fino a pochi anni fa, al basso profilo internazionale promosso da Deng, e dunque ha sempre trovato confortevole il ruolo di “non leader” mondiale, che affida senza rimpianti agli Stati Uniti; il motivo di questa dottrina del “tenere un basso profilo mentre si esercita un ruolo negli affari internazionali” è rinvenibile ancora una volta nella situazione interna della Cina e nel non potersi permettere “distrazioni diplomatiche” durante il lungo cammino che ha intrapreso per portare fuori dalla fame oltre 100 milioni di abitanti. La cronologia del voto cinese nel consiglio di Sicurezza durante l’epoca Deng è perfettamente aderente a questo rifiuto di responsabilità internazionale, per fare un esempio, dal 1991 al 2005 la Cina si è astenuta dal voto in 51 risoluzioni, risultando il membro permanente più astensionista del periodo.

Perché dunque, dopo il tanto agognato seggio nel Consiglio di sicurezza la Cina dimostra questa generale tendenza astensionista per oltre 30 anni? La risposta sarebbe legata a due considerazioni fatte dalla Cina: la prima sarebbe l’intenzione di non bloccare l’attività del Consiglio con una serie di veti, e l’altra, connessa alle riflessione enunciate poc’anzi, risiede nella consapevolezza dei leader cinesi dei limiti della loro capacità di influenza a livello mondiale, soprattutto nell’era unipolare dominata dai valori e dalle idee veicolati dagli Stati Uniti. Tuttavia ultimamente, vista la sempre maggiore portata nazionale cinese e lo slittamento verso un assetto multipolare, sono emerse nuove riflessioni sulla opportunità o meno di continuare a tenere un profilo relativamente basso, e le nuove opinioni emerse, soprattutto tra gli studiosi delle nuove generazioni sono orientate verso un “coinvolgimento

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creativo” nella politica internazionale, che si dovrebbe tradurre in investimenti su leadership e costruzione innovativa della diplomazia cinese126; anche se le posizioni dei leaders in carica rimangono ancora molto caute, specialmente nei toni delle dichiarazioni ufficiali, la Cina sta già agendo nell’ottica di una strategia che ora viene definita come “tenere un profilo basso mentre si esercita un ruolo proattivo negli affari internazionali”

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è senza dubbio l’organo chiave all’interno del quale la Cina può esercitare questo ruolo proattivo, e difatti la sua partecipazione a numerose arene multilaterali è volta al perseguimento di tre principali obiettivi: la difesa degli interessi nazionali, l’instaurazione di relazioni costruttive con le maggiori potenze mondiali (soprattutto gli Stati Uniti), la soluzione di eventuali minacce alla pace e sicurezza.

La speranza della Cina è che il Consiglio si evolva cercando di adattarsi al nuovo assetto mondiale ed alle sfide sempre più complesse che quest’ultimo presenta alle Nazioni Unite; il Consiglio si ritrova dunque a doversi interfacciare all’interconnessione ed all’interdipendenza che caratterizzano queste nuove minacce, situazione alla quale si aggiunge l’aggravante prodotta dalla nuova multipolarità del sistema, ovvero l’indebolimento, o addirittura il decline delle vecchie potenze che nel 1946 sono state selezionate come membri permanenti.

L’eterogeneità e la frammentazione della nuova compagine mondiale, si riflettono nel progressivo indebolimento del consenso globale intorno al potere

126 SØRENSEN, Camilla TN. The Significance of Xi Jinping's" Chinese Dream" for Chinese

Foreign Policy: From" Tao Guang Yang Hui" to" Fen Fa You Wei". Journal of China and

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ed al ruolo delle Nazioni Unite,cui si assiste negli ultimi anni, soprattutto in materia di sicurezza; fin dalla loro creazione, le Nazioni Unite sono state pesantemente influenzate da un sapiente utilizzo del soft power da parte degli americani che, attraverso il controllo dell’agenda-setting dell’Organizzazione, hanno fatto in modo che il loro interesse nella preservazione della loro egemonia si trasformasse nel volere collettivo del Consiglio; tuttavia questo soft power è stato indebolito dal declino relativo che l’egemonia americana ha subito negli ultimi anni a causa dell’ascesa di altre potenze, che di conseguenza hanno reso il Consiglio più refrattario all’infiltrazione delle idee e dei valori occidentali. Durante questa delicata fase, le interazioni tra America e Cina e tra loro e gli altri membri permanenti, saranno decisive per il Consiglio, e per lo sviluppo di una sua nuova capacità di assecondare e gestire i processi di pace e sicurezza internazionali.

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

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3.4 I principi fondamentali che guidano la politica