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Sviluppo della politica estera dentro le Nazioni Unite

3 La Cina come mebro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

3.2 Sviluppo della politica estera dentro le Nazioni Unite

La Cina ha da subito iniziato a sfruttare in modo sapiente la propria condizione di membro permanente delle Nazioni Unite per portare avanti il proprio progetto di politica estera orientato al ritorno allo status di potenza mondiale; se da un lato infatti la Cina è innegabilmente la seconda potenza mondiale in termini economici e di influenza sugli affari mondiali, dall’altro rimane comunque un paese povero e non del tutto sviluppato.

Durante il percorso di affermazione della sua strategia globale la Cina ha quindi stabilito immediatamente ed in maniera chiara gli interessi nazionali fondamentali:: il primo e più importante aspetto della politica estera è dunque la stabilità politica interna, il secondo è rappresentato dalla sovranità ed integrità territoriale, mentre i terzo risulta essere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile.

Come si articola dunque la strategia globale della Repubblica Popolare Cinese vota alla salvaguardia di questi obiettivi ? Come esposto nel primo capitolo il primo e più importante elemento è lo slittamento della distribuzione del potere mondiale in senso multipolare, ed il secondo è una sapiente gestione dei rapporti di forza.

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

3.2.1.Assecondare la tendenza multipolare:

La visione del mondo cinese si basa sostanzialmente su due constatazioni: la prima è che il potere si stia spostando da ovest verso est ed in particolare dalle potenze canoniche alle nuove potenze emergenti, e la seconda è che le sfide globali cui va incontro siano interconnesse ed interdipendenti. A tal proposito durante il diciottesimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese si è discusso dello stato attuale del sistema internazionale e dell’evoluzione dell’ordine mondiale, giungendo alla conclusione che “la pace e lo sviluppo siano tuttora e debbano rimanere gli obiettivi condivisi dalla comunità globale, e che però lo slittamento verso il multipolarismo e la globalizzazione economica si stiano intensificando”120; con l’ascesa delle potenze non occidentali121, l’equilibrio di potenza è sicuramente diffuso tra più potenze rispetto a quelle tradizionali122; nonostante gli Stati Uniti rimangono innegabilmente l’unica superpotenza mondiale, hanno cominciato ad agire in senso più multilaterale riconoscendo l’esistenza di diverse altre potenze oltre la loro; nonostante la teoria del declino degli Stati Uniti possa non essere condivisibile, è però evidente che, date le attuali realtà di interdipendenza ed interconnessione, nessuno stato, da solo, non importa quanto potente esso sia, può avere la capacità di affrontare le sfide e le crisi che attualmente interessando il mondo. La Cina con il suo appoggio al multipolarismo123 considera imprescindibile un dialogo costruttivo tra le varie potenze al fine di

120 Report officiale di Hu Jintao's al diciottesimo Congresso del Partito Comunista Cinese 121 I c.d. BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica

122 Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania

123 JOHNSTON, Alastair Iain. Is China a status quo power?. International Security, 2003, 27.4:

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

affrontare le minacce e sfruttare le possibilità che le tendenze mondiali stanno offrendo.

3.2.2.Le Relazioni con le altre potenze:

Innegabilmente la superpotenza cui la Cina deve fare obbligatoriamente riferimento nelle sue strategie di politica estera sono oggi gli Stati Uniti; è opinione comune tra i leaders cinesi che la gestione pacifica dell’ormai prossimo passaggio al multipolarismo,, sia di vitale importanza per la stabilità del sistema internazionale; a tal proposito nel Febbraio del 2012 Xi Jinping invocava un nuovo tipo di relazioni tra le maggiori potenze nel XXI secolo, riformulato poi dall’Ambasciatore Cinese presso gli Stati Uniti, e basato sul rispetto reciproco124 e il raggiungimento di una cooperazione di tipo “win-win”, sull’ascolto e la comprensione reciproci e l’abbandono delle strategie a somma zero. In buona sostanza il decalogo cinese per un rapporto proficuo tra grandi potenze si concretizza con l’inaugurazione di una nuova era di rispetto ed ascolto reciproci, di accordi e cooperazione, di gestione sapiente di eventuali dispute, di relazioni bilaterali, ma soprattutto attraverso la condivisione delle responsabilità globali derivanti dal loro status, tra cui la più importante è certamente quella di fornire alla comunità internazionale stabilità e sicurezza.

Se perseguito con costanza, determinazione è trasparenza, il disegno di questo rapporto di dialogo e cooperazione potrebbe certamente rivelarsi uno dei più proficui del nuovo millennio; la sua attuazione richiede che entrambe le

124 TIANKAI, Cui; HANZHAO, Pang. China-US Relations in China's Overall Diplomacy in the

New Era: on China and US Working Together to Build a New-Type Relationship Between Major Countries. China International Strategy Review, 2012.

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

parti si impegnino affinchè la comunicazione tra di loro, soprattutto in caso di situazioni critiche, sia trasparente e costante, il che significa non trincerarsi dietro ad isolazionismi o azioni unilaterali ogni qualvolta si profilino delle tensioni derivanti da collisioni dei reciproci interessi nazionali; a riprova del loro impegno in questa relazione bilaterale, gli Stati Uniti e la Cina hanno inaugurato una serie di tavoli di dialogo, come l’US-China Strategic and Economic Dialogue (S&ED) che permette alle due superpotenze di dialogare in un contesto altamente istituzionalizzato.

In tempi recenti si è assistito ad alcune tensioni sviluppatesi a seguito dell’istituzione, da parte della Cina, di una Zona di identificazione per la Difesa Aerea (AZID) su Mar Cinese Orientale,che sono state un ottimo banco di prova per l’S&ED: quando gli Stati Uniti hanno condannato questa iniziativa definendola un’azione unilaterale di alterazione dello status quo, apparentemente senza tener conto del fatto che il Pivot asiatico operato dagli Stati Uniti altro non era che una strategia unilaterale di (ri)bilanciamento di potenza, e che l’AZID era dunque una semplice misura atta a tutelare i propri interessi; l’impasse è stato superato attraverso l’applicazione di quel dialogo bilaterale agognato da Xi Jinping nel 2012 e la cooperazione è stata rinsaldata attraverso una visita in Cina del Vice Presidente statunitense Biden.

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

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