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21 Uno sguardo alle definizion

2.4 Classificazione delle Organizzazioni Internazionali:

2.4.3 Classificazione in base alla struttura

Altro criterio molto immediato di catalogazione delle Organizzazioni Internazionali è quello che guarda alla struttura delle loro istituzioni e al potere relativo detenuto da queste istituzioni. Inizialmente le prime Organizzazioni erano dotate di un apparato amministrativo permanente con un’assemblea di membri che si occupava del policy making e che variava dopo qualche anno. Un altro esempio di struttura è quella istituita con la Società delle Nazioni, che prevedeva una Segreteria, un’assemblea plenaria di tutti i membri ed un organismo composto da un limitato numero di membri selezionati. Dal 1945 inoltre, iniziano a diventare sempre più comuni le Organizzazioni che si dotano di organi ad hoc che rappresentano gruppi sociali o economici. Ad oggi esistono poi una serie di istituzioni legali, connesse alle Organizzazioni, deputate alla risoluzione di eventuali dispute o controversie tra i membri o tra membri ed organizzazione. Atra innovazione è rappresentata dall’istituzione di organi parlamentari composti da rappresentanti eletti dagli stati membri.

E’ possibile differenziare le Organizzazioni in base alla loro struttura ponendo tre ordini di domande: a) Quali sono le disposizioni che tutelano gli interessi di un membro a fronte di quelli di un altro membro o un altro gruppo? Ovvero, come è distribuito il potere istituzionale tra i membri? b) Come si riflette negli organi il bilanciamento tra il potere dei membri e quello delle istituzioni dell’organizzazione? c) Qual è l’equilibrio tra rappresentanza governativa e non governativa?

La risposta alla prima domanda fornisce la categorizzazione basata sul potere istituzionale dei membri, ovvero su come il potere sia suddiviso tra gli

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

organi plenari a cui partecipano tutti i membri e tra quelli esecutivi di cui fanno parte solo alcuni membri selezionati.

Si puo certamente osservare con immediatezza come la costituzione della maggior parte delle IGO conferisca piena rappresentazione negli organi esecutivi agli stati che in quella organizzazione ricoprono ruoli cruciali e che dunque vengono messi spesso nelle condizioni di gestire e talvolta decidere la sfera d’azione delle organizzazioni; si veda tra tutti l’importanza che ricoprono i membri permanenti nelle Nazioni Unite, o di quanto potere dispongano gli Stati uniti nel FMI grazie alle quote di voto di cui dispongono. D’altra parte un’Organizzazione potrebbe però dotarsi di un organo esecutivo all’interno del quale venga data rappresentanza a tutti i membri in egual modo, o potrebbe anche decidere di non dotarsi affatto di organi esecutivi e tenere un organo plenario cui demandare la funzione deliberativa.

Un altro modo in cui la struttura di una organizzazione influenza la distribuzione di potere tra i suoi membri è il meccanismo del voto; una prima modalità può prevedere la concessione del diritto di voto anche a diverse parti di uno stesso stato (come era l’esempio dei voti extra concessi all’Unione Sovietica nell’ONU attraverso il diritto di voto dato a Bielorussia ed Ucraina); un metodo più diffuso è quello di ponderare il peso dei voti, come succede per esempio all’interno del IMF, in base alla quota di potere economico detenuto dagli Stati Membri. La quota di rappresentazione degli Stati Membri è poi talvolta calcolata in base alla loro popolazione, come ad esempio succede nell’Unione Europea in cui l’Italia ha settantatre rappresentanti e Malta solo sei.

Anche la maggioranza richiesta per l’approvazione delle decisioni può variare:l’Assemblea Generale del l’ONU ha per esempio sposato il principio della maggioranza (semplice nella generalità dei casi, 2/3 nel caso di decisioni

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particolarmente critiche come ad esempio l’ammissione o l’espulsione di Stati Membri),nel Consiglio di Sicurezza invece, per evitare che gli Stati più potenti vengano sopraffatti da una maggioranza di stati minori, è stato concesso ai 5 membri permanenti più influenti, i c.d P599, il potere di veto sulle decisioni del Consiglio .

In conclusione il modo in cui le organizzazioni esprimono differenza tra i vari membri, hanno o meno una membership limitata, hanno o meno sistemi di voto ponderati e prendono le loro decisioni a maggioranza o ad unanimità, sono indicatori dell’esistenza di un sistema ugualitario all’interno delle stesse.

La risposta alla seconda domanda, ovvero quale sia il rapporto tra stati membri ed istituzioni è rinvenibile dallo studio su quanto funzionari ed ufficiali delle organizzazioni siano controllati dagli stati membri. Inizialmente, gli uffici delle prime organizzazioni internazionali istituite erano di norma gestiti da uno degli stati membri; la Società delle Nazioni portò invece con se l’idea innovativa di un segretariato internazionale che si concretizzava con l’assunzione di personale civile di qualunque nazionalità la cui lealtà andasse all’Organizzazione e non al paese di origine. Nella Carta ONU viene palesemente specificato che il Segretario Genarale ed il suo staff, nell’esercizio delle loro fnzioni devono essere indipendenti dalle pressioni provenienti da qualunque autorità estranea al Segreteriato e che ogni membro dell’Organizzazione debba impegnarsi a rispettare l’imparzialità dei suddetti organi100. Nonostante quanto precettato dall’Articolo 100 della Carta delle Nazioni Unite, lo staff amministrativo dell’Organizzazione ha spesso incontrato difficoltà a rispettarne i dettami (specialmente nel caso dei membri dell’ex

99 Stati Uniti, Russia, Cina, Francia ed Inghilterra 100 The Charter of the United Nations, Article 100, 1945

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Unione Sovietica e dei funzionari provenienti da alcuni Paesi del Terzo Mondo). L’Unione Europea prevede invece che ci sia all’interno della Commissione, un organo di funzionari internazionali con importanti funzioni esecutive; i membri della Commissione sono obbligati ad agire solo e soltanto nel migliore interesse dell’Unione piuttosto che nell’interesse di qualunque Stato Membro.

Nonostante gli innegabili passi in avanti nella creazione di istituzioni che siano in grado di prendere decisioni in maniera indipendente all’interno delle Organizzazioni Internazionali, questo processo ha tuttavia incontrato numerosi ostacoli da parte degli Stati Mmebri, ansiosi di preservare la loro completa autonomia e non cedere nel processo ulteriori quote di sovranità statale.

Il terzo indicatore si basa invece sulla composizione governativa e non delle Organizzazioni, che da vita a due categorie opposte: da un lato le INGO che al loro interno non hanno nessun tipo di rappresentanza governativa, dal lato opposto si trovano invece le IGO che non prevedono nessun tipo di ingerenza non governativa, in nessuna delle loro istituzioni; al centro si trovano invece le IGO che prevedono una qualche forma di rappresentanza non governativa all’interno delle loro istituzioni, come ad esempio l’Unione Europea che ne prevede la presenza soprattutto nell’ambito della lotta alla povertà ed all’esclusione sociale.

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2.5 Gli approcci teorici rispetto alle organizzazioni